Divino desiderio
Oh Gesù, Gesù mio!
Che io sia tuo strumento
Indefettibile di misericordia.
Segno visibile dell’amore
Che Tu nutri,
anche per chi non ti cerca.
Mi flagelli con prove,
a volte insostenibili
e mi stendi la forza
per tenere alta la Croce.
L’ambulare è pesante
Per l’erta ghiaiosa.
Paradiso ultima méta;
premio per un’anima
che si volge a Te,
perdutamente radiosa.
Pecorella
Sono un’animella.
Piccola, scarna.
Non trovo erba da brucare;
non riesco a muovere le zampette;
non so più dove andare.
Mi chiami incessantemente
con voce flebile, sommessa.
Perché proprio me?
Perché ti scomodi
dalla tua reggia dorata celeste,
a cercare con amore
la pecorella traviata?
Ripugnante agli uomini;
la più delicata del gregge.
Animale sconosciuto,
nel labirinto del male perduto.
Eppure invadi
il mio abietto cuore.
Mi perseguiti
con sollecitazione interiore.
Ti ostini con caparbietà
ad inseguirmi con la memoria.
Vis di Redentore,
che ha vinto la terra,
segnando l’umana storia.
Misericordiosi i tuoi disegni,
erta la tua via,
illumina una pecorella,
anima dell’anima mia!
Natale
Tanti viandanti
inseguono quella scia luminosa,
provengon da ogni angolo della Terra;
tremano d’emozione
nel lodar il Salvatore.
Due acerrimi nemici
si incontrano
sul terreno della riconciliazione.
Un soldato romano
spezza la sua spada
e la tramuta in fiore.
Un vecchio affamato
dona il suo unico pane,
sazio per la tua benedizione.
Un bimbo trovatello
ti offre il suo orsacchiotto
con candore
e sa che non ne avrà
mai un altro.
Tre potenti si spogliano
della loro regalità
per sposar Madonna umiltà.
Il Santo vagito
ha conquistato il loro cuore,
si è impadronito delle loro menti,
dissipando ogni perplessità.
E il re Erode
stringe i pugni per la rabbia,
solo e inconsolabile
nella sua sconfitta…
Tentazione
Folgorante apparizione;
creatrice di misteriosa
ed irrefrenabile sensazione
si spiega infamante
la Signora Tentazione.
Rende irascibili
gli esseri più miti.
Ricopre di crassa superbia
l’umiltà,
annerendola d’inchiostro indelebile,
trasmutandola in vanità.
È il piatto più saporito,
che neanche una donna anoressica
riesce a rifiutare.
È il dolce più fragrante,
intriso di corroborante miele,
che si attacca alle anime
più labili;
per inebriarle
di vischiose illusioni.
Anche i Santi
l’hanno incontrata;
era una donna povera;
sola e affranta,
desiderosa di essere confortata.
Una mendicante
lurida e lacera,
chiedeva un piccolo obolo,
intenerendo i Servi di Dio
e sprofondar la loro anima
nel più cupo oblio.
Angelo
Angelo del Signore,
del mio giorno terreno
consolatore.
Ardi il mio cuore
della parola di Cristo.
Vigila la mente,
allontanandola
dai più perfidi pensieri.
Compagno invisibile
che dirigi i miei disegni,
ispirati
dalla benevolenza di Dio.
Sorveglia la mia bocca,
perché non debba profferire
alcunché di sconveniente
e non dia la vittoria
ai miei inguaribili nemici.
Angelo celeste,
ricoperto di bianca veste;
affido a Te ogni azione,
certo che la gestirai
da buon amministratore.
E quando mi consoli
ogni notte,
per augurarmi
quieti riposi
senza precoci risvegli
e ossessionanti sogni,
riconosco
il tuo diafano scampanellìo.
Che tu sia benedetto,
O Messaggero di Dio!
La Sacra Sindone
Quella spoglia immortale
offesa da immane rogo
si conserva intatta
lontano dall’umano giogo.
Possono fiamme e fuoco
carbonizzare
duemila anni
di santi prodigi,
parole ed esempi?
Shalòm, re dei Giudei, re dell’Universo!
Pietà
Mieloso sentimento,
che relega nel baratro
dell’oblìo
ogni infamante offesa;
impulso
che ricopre la retta umanità
di una coperta,
chiamata pietà.
Pietà:
di un peccatore ravveduto;
di un umile,
che si prostra nudo
ai tuoi piedi
e si spoglia delle sue vesti.
Pietà:
di un povero
che ti importuna
con pesante insistenza;
cui offri il mantello,
regali il vestito più bello;
indumenti presi in prestito
a chi non è vero padrone.
Guai: agli impietosi;
guai: ai detrattori scandalosi;
nemici della grazia
e della povertà.
Pietà:
dei vinti,
avversari sanguinari,
stretti nella morsa
della tua trionfale e vitale
pietà.
Apostolo
Non è farina mia
ciò che prepara il pane.
Sforna fragrante e profumato
dalle mie labbra.
Non è preparazione culturale
che il verso
fa sgorgare.
Un ánemos divino
mi induce
versi a cesellare.
Suggerisce ogni parola,
forza a elucubrare.
Tesso le sue lodi,
perché Egli è la mia guida;
testimonianza di fede
per chi nell’apatia
sciupa la sua vita.
Apostolato di preghiera,
affiora ogni sera,
prima di abbracciar stremato
strettamente
il sonno.
Esclusivamente
tuo esecutore,
di umiltà implorante,
di un Creatore
che riconosco
unico mandante.
Il Santo Padre
Nelle mani tremanti
la solidità
e la fermezza
di polacco antibolscevico.
All’unìsono sale
dai cuori dei fedeli
un grido “ti benedico”.
Ovazione perenne:
per un agguerrito pastore
che ha distrutto la pallottola
di prezzolato attentatore;
per chi ha affrontato
con l’arma di una croce
i potenti dittatori,
costringendoli a scendere
dal trono degli allori.
Per chi, primo fra tutti,
ha ammesso
le colpe dei predecessori
chiedendo venia
dalla cattedra dell’umiltà.
Per chi ha creato
il dialogo
con altre fedi,
alla ricerca costante
di una cosmica unità.
Una bandiera ben spiegata
e mai ammainata
poggia le fondamenta
nelle viscere della terra.
Giubileo di conversione
Per mezzo della Porta Santa
si entra nel Regno di Cristo.
Ci attraversa la Sua Grazia,
si commuove la Sua pupilla.
Irrobustisce la fede,
convertita dall’indulgenza.
Giornata straordinaria
splende
sull’oscuro peccatore.
Nella Basilica di San Paolo,
l’ignavo pellegrino
ha appuntamento
col mulatto confessore.
Un esame di coscienza
ponderato
con estremo scrupolo
e fervore.
L’accusa e il disprezzo
del mortal peccato.
Mano paterna
del prete intercessore,
pronunciata l’assoluzione,
si adagia delicatamente
su quell’uomo peccatore.
E’ sorto un uomo nuovo:
munito di Grazia
contro le tentazioni.
Vestito di corazza
per combatter
la schiera delle concupiscenze.
Non succube
dei tentacoli della morte,
incamminato verso l’eternità