Poesie - Le strade della vita

di

Demo Martelli


Demo Martelli - Poesie - Le strade della vita
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
12x17 - pp. 64 - Euro 8,00
ISBN 9791259512024

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PREFAZIONE

Scrivere la prefazione a questa raccolta di poesie mi rende particolarmente lieta, per due motivi: innanzitutto per la ricchezza che sempre si acquista dalla lettura dei versi di Demo Martelli, poi per il legame di amicizia che ha avuto modo di crescere e saldarsi, nutrito dalle “pillole di saggezza” che affiorano da ogni parola, da ogni riflessione, nel tempo in cui “gli amici… sono amici!”
Il titolo della raccolta “Le strade della vita” prende per mano il lettore e lo guida alla scoperta dei temi cari a Demo Martelli, il binomio tra la vita e la morte, l’aldilà la terza via, l’amore in tutte le sue sfaccettature, la natura, la figura di donna e di madre, la religiosità personale, il passato “gli altri tempi” – quando i momenti da dedicare a sé stessi erano scarsi ma ancora più preziosi – fino a trattare argomenti attuali come la guerra, combattuta al giorno d’oggi financo il sole… e tutti sarem spenti, la salvaguardia della natura che dir del mare sempre più sgomento a digerir bottiglie e copertoni ed il petrolio come condimento, i dilemmi dell’essere umano cosa ci faccio?
La caratteristica notevole e distintiva della poetica di Demo Martelli è infondere nel lettore la tensione della scoperta, il riuscire ad assimilare quanto di vero e velato è racchiuso nei suoi versi. Leggendo ci immergiamo nella poesia e ne emergiamo arricchiti di nuove sensazioni, quasi purificati dalla vita quotidiana, pronti a tendere verso l’infinito.
Il pensiero è spremuto, “cade goccia a goccia” nel lettore, lo rinvigorisce e lo fortifica, gli apre nuovi orizzonti dove potrà afferrare la magia dei pensieri.
La lirica “Luce marina” rappresenta il mare così caro all’Autore e a chi legge, allontana le paure, cancella i dolori, fintanto che gli occhi dell’uomo riagganciano il mondo!
A metà percorso – circa – ecco le reminiscenze bibliche: la Creazione, la cacciata dal Paradiso, il diluvio universale, la nascita del Messia, che rendono partecipi, con un atteggiamento che potremmo definire classicheggiante, all’ideale religioso appreso in gioventù.
La lirica che maggiormente rivela la profondità della poetica di Demo Martelli, senza ombra di dubbio, è “Attendo risposte” quando l’Autore, e insieme a lui il lettore, affronta i dubbi che affollano la mente “Spremuto dall’incerto, m’incielo nella clessidra del tempo, trascinato da una corda di vento”. Semplicemente sublime!
Permane qualche espressione che riporta alla mente liriche di precedenti raccolte: raccogliere stelle, il raschio del respiro, e l’onnipresente ricordanza della gioventù, del babbo mancato troppo presto, in “Mi son fatto da solo” un elogio a chi, come l’Autore, pensa positivo, e usa tutte le forze della luce mentale, della forza intellettuale per scavalcare le difficoltà, convinto di riuscire. Un brillante esempio di vita per tutte le generazioni.
Non possono mancare in questa raccolta i versi leggeri, simpatici, vere perle (o pillole, come li definisce Demo) di saggezza, che con pochi versi decisi concludono l’opera.
Demo Martelli scherza anche sulla metrica, che usa con rara perizia “Potevo usare metrica diversa: l’ermetica: ma lascia molti dubbi, prosastica: è troppo elementare, in rima: con le tronche che richiede, è, forse, sol per pochi intenditori. Ho scelto quella sciolta, la più chiara, per evitare ogni fraintendimento”.
Vorrei prendere a prestito un verso della poesia “Il tu” che con leggerezza tratta un argomento che divide i giovani dai meno giovani ma accomuna tutti in un’unica certezza: “il suo sguardo è già un abbraccio”. L’immagine giusta per concludere la splendida raccolta che andiamo a leggere. La poetica di Demo Martelli è un abbraccio che avvolge, rincuora e fa sognare.

Licia Procopio
Professoressa di lettere presso la scuola
secondaria 1^ di San Lorenzo al Mare


Poesie - Le strade della vita


LE STRADE

Sono cielo le strade.
Le ombre sotto ai piedi
scherzosamente si allungano.
Inseguono le voci dei respiri,
e lasciano tracce
per farsi conoscere.

Lenta si scioglie la mente,
nell’arredo dei pensieri:
canti di maggio, danza degli ulivi,
bava di luna, e fonteprima
la porta, dove bussavo
per avere… un sogno.


L’ALBERO

Piange, l’albero in autunno,
denudato dalla mano del vento.

Cadono le lacrime,
sull’ombra sfarfallata
tra terra e cielo.
Ritornano qualcuna,
in vapore, a riscaldare i rami.

Mentre il fusto, indisturbato
dorme, nel suo spazio regolare,
e con pazienza attende
la primavera, per rivestirsi.


FINESTRA DEL CIELO

Col tramonto,
che cammina alle spalle,
veglio con le stelle.

Vuoto di pensieri apro
una finestra del cielo,
per fare entrare… l’infinito:

pittura al vento,
profumo dei rumori,
libro di storia.


LE CREPE

Seduto all’ombra
tra il tuo viso e il sole,
chiudo le crepe delle ore.

Aperte dall’assenza dell’amore
quando di notte…
non mi prendi la mano.


L’APERTURA

Non si sfonda
la parete dell’amore
con le corna dell’ariete,
con la spada del guerriero.

Ma si apre
con la chiave della grazia,
con la forza della gioia,
con la piuma… delle labbra,

per entrare nel giardino
della felicità:
sia con gli occhi
che col cuore.


MI SON FATTO DA SOLO

Restare senza il babbo a quattro anni
e avere da badare alla famiglia,
è come camminar senza lucerna,
nella notte, quando non c’è la luna.

Eppure son riuscito
convinto di riuscire,
con la luce mentale
con forza intellettuale
guardando positivo.

Ho usato le mie forze
per scavalcare le difficoltà.

E adesso, ultraottantenne,
mi abbraccio, mi bacio,
e mi accarezzo,
straripante di gioia,
senza dover ringraziamenti
a chicchessia:
mi son fatto da solo.


IL TU

Darsi del tu è amicizia,
confidenza, conoscenza.
È uno spazio condominiale
un carro di carnevale
un botto di capodanno
una merenda alla fonte.
È un bacio sulla guancia.

Il lei, è un ruscello,
che vieta lo scavalcamento.
È un fare attenzione alle parole,
è rispetto, riservatezza, riverenza,
suggestione, a volte spocchia.
È una stretta di mano.

Fortunati quelli di una certa età,
che una volta ricevevano del voi.
Loro, possono darti ciò che vogliono,
anche niente, perché il suo sguardo…
è già un abbraccio.


SILENZIO

Il silenzio? Si vive:
è la maglia della salute,
la coperta di lana,
il focolare con la brace.

È il ritorno di fiamma,
l’eco della parola,
l’angolo dei pensieri.

Commuove, abbraccia, aiuta:
è silenzio.


LA LUNA

Stanca del turno di notte
la luna stanotte è scappata.

Ha cavalcato il mezzogiorno
e si è seduta di fronte al sole.

Chiedendo, decisa,
gli arretrati di luce abbagliante.


IL QUADRO

Mischia ben bene
e con astuzia,
i colori nella tavolozza.

Per dipingere
con giuste sfumature,
il quadro della vita.

e goder financo
la profondità
della prospettiva.


FOLLIE

Mutato in uccello
oltre il sipario
del sole,
per respirare
la luce
della verità,
ed osservare
le follie dell’uomo,
nella geografia
dell’esistenza.


ACQUA, ARIA, SOLE

A mé, forse non sò, ma tanto sémbra.
E tù, dimmi però, quel che tu pènsi.
Perciò, ti parlerò, di nostre mémbra,
e lì, tu puoi capìre i contro sènsi.

Adesso ritorniamo in carreggiata,
per non farti pensar che mi sia perso.
E quando leggerai ’sta sceneggiata,
scolpisci, i suoi tre accenti, in ogni verso.

Ma pensa! Se dal primordiale brodo,
sol d’acqua ed aria e dal sole abbondante,
fossimo nati in più semplice modo,
per viver come vivono le piante.

Pensa che pacchia! Con il corpo vuoto,
nel quale non esistono interiora:
nessun malanno si mette più in moto,
la gente vive sana, e non lavora.

Avremmo non dovuto, per campare,
mangiar bestie di terra o con le ali,
né i tanti cibi che poi vai a svuotare.
E questo, vale ancor per gli animali.


SGOMENTO DELL’INCONTRO

Nella roccia dell’anima
ho dipinto sole ed ombre, degli amici,
anche quelli che non ho.

Ascoltando e discernendo,
ho adottato le parole,
che non schiaccino la gola.

Poi, salito alla sorgente,
ho bevuto l’acqua nuova
con il cavo delle mani.

L’impossibile l’ho fatto
per resistere agli eventi
di colore e d’ogni gusto.

Eppure adesso già mi espando,
come il fumo, una boccata,
dentro l’aria, nel silenzio,
con sgomento dell’incontro.

[Continua]


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