Poesie

di

Demo Martelli


Demo Martelli - Poesie
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
12x17 - pp. 68 - Euro 7,00
ISBN 979-1259510273

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Prefazione

Demo Martelli propone una nuova interessante e vibrante raccolta di liriche, e si avverte chiaramente la sua grande passione per la Poesia, che lo accompagna fin da giovane, e, dalla prima esperienza del 1974, vanta ormai numerose pubblicazioni di raccolte poetiche.
La poetica di Demo Martelli risulta sempre precisa e trasparente, costantemente protesa a ricercare la sostanza autentica della sua visione lirica, grazie ad una tessitura fedelmente perseguita, sempre sostenuta da una fonte ispiratrice che nasce dall’animo, tra evidenze emozionali e rivelazioni del gioco misterioso dell’esistere.
Nella silloge, dal titolo, puro e semplice, di “Poesie”, durante il processo lirico emergono un percepito senso di solitudine ed una costante osservazione critica della realtà circostante, e tale percorso si accompagna ad alcune poesie che rappresentano un sommesso recupero memoriale con brevi rivisitazioni del vissuto personale.
Ecco allora che, nell’espansione del proprio “sentire lirico”, la vita viene indagata nelle sue molteplici manifestazioni e riportata fedelmente nella versificazione, in un continuo alternarsi di emozioni, come a seguire una sorta di gioco poetico che si evolve tra verità e sogno, tra respiro e sospiro, travaglio e silenzio.
In alcune poesie si avverte una ricercata leggerezza nell’osservare la vita ed il mondo che si presenta davanti ai suoi occhi, cercando di offrire uno sguardo ironico nei confronti della realtà: talvolta la percezione lirica di Demo Martelli è ammantata anche da un lieve senso di malinconia, altre volte è avvolta, come già ricordato, da un sottile senso di solitudine, quando il poeta si pone davanti al mondo reale e alle manifestazioni dell’esistere.
Nella raccolta poetica sono presenti alcune liriche che riconducono alla concezione dell’amore, vissuto come sentimento puro ed autentico, quando la donna amata viene ricordata, e la sua figura amorevolmente disegnata: i suoi seni “riflettono desideri”; i suoi occhi son “stelle accese”; il suo viso conduce ad un intenso abbraccio d’amore, e si percepisce la voglia di raccogliere ogni giorno il “piacere della vita”, e lasciarsi dolcemente cullare dal “vento dell’amore”.
Nell’evoluzione del processo poetico emerge un forte e deciso “desiderio d’infinito”, come se il poeta volesse viaggiare virtualmente verso un’isola nell’infinito, fino ai “confini mentali”, come a catapultarsi in una nuova dimensione.
La sua fiamma lirica arde costantemente, alimentandosi d’una alchimia rivelatrice, tra ricordi esistenziali ed intensa tessitura poetica, tra un senso di vuoto sovente avvertito e le trame trasparenti della vita.
Demo Martelli, con la sua Parola, intensa e vibrante, graffia la memoria e mette in luce quegli stessi “graffi nel cuore impaurito”, rende evidenti le antinomie di “un’anima rinchiusa da tempo nell’angoscia” e “nell’abisso del dolore”, come a fare i conti con “transiti segreti” e con le esigenze emozionali che modulano le cadenze interiori di un animo che ha sofferto, ben consapevole della finitudine dell’Uomo, della sua limitante condizione e della caducità dell’esistere.

Massimo Barile


Poesie


FAVOLA SOTTO LA LUNA

Quando la luna
si bagna nel mare,
i tuoi seni riflettono desideri
nel salotto della mente.

E il guardiano del vento,
magro d’amore e d’affetto,
timidamente ti abbraccia
tra luce ed ombra.

E tu, come una favola,
apri ai transiti segreti
e consumi…
le sue labbra.

Poi, alla luce del fuoco,
risplendono le impronte
sopra la pelle:
ritratto di sana follia.

Ma da amanti discreti,
vi tenete tutto,
e non dite…
quanto siete andati oltre.


SE VUOI

Se vuoi trovarmi, vieni,
su quella bocca di mare
dalla lingua di sabbia.

Io sono lì,
ogni sera d’estate
a disegnare il tuo viso
sul bagnasciuga,

che ogni onda… mi disfa,
e resto solo.


GOCCIA D’ACQUA

Quando il sole stringe la luce,
il freddo maschio di febbraio gela
la voce della goccia d’acqua.

Ma lei, roca di tono e il nodo in gola,
bussa ai vetri della luna piena
e tra le braccia di Venere si scioglie.

Poi ritorna in fretta,
ancor più viva e risplendente,
sopra i petali delle rose.

Che gli innamorati si scambiano
per San Valentino.


SCONFITTA

La nube nera taglia il sole
e lascia un’ombra dispari.
La strada, illuminata…
da una luce assente,
annuncia la sconfitta.

I passi, freddi di luna
si fermano, come all’alt
nelle notti di guerra:

la pallottola d’aria
fu respinta, dall’orecchio,
ma nulla poté,
quando sul davanzale
della stanza degli occhi,
si affacciò una lacrima.


VENTO DELL’ALBA

Nella serra dei sogni
crescono, false verità,
annaffiate dal mistero della notte.

La matassa del buio
spinge nell’oltre,
per regalare stelle di fortuna:
dal pied-a-terre
alla corteccia delle tegole.

Ma come il rimbalzo di sponda
fa cadere i birilli,
il vento dell’alba ti riporta,
nel rettilineo della verità.


UN BARBONE MI DICE

Non volevo finire così.
Ma quando ti mancan le forze
per scavalcare un incendio,
ci caschi dentro, e ti bruci.

Sono tutt’ossa e una barba allungata,
mangio pane che trovo per strada
e un model cartonato è il mio letto.

Ma chi spende, si sa, meno spende!
Perché acquista miglior qualità.
È per questo, che vedo già un letto,
caldo e soffice! Nell’aldilà.


ISOLA DELL’INFINITO

Tra gli scogli
coperti di gente in vacanza,
non ti vidi
la prima volta.

Ma sotto l’albero della luna,
distesa sul prato del talento,
prendesti tu
la mappa del mio corpo.

E viaggiammo…
nell’isola dell’infinito
fino al punto più aguzzo.


NON ASPETTIAMO

Si chiama terra, il nostro bel pianeta,
perché veste di terra e terra è vita.
Nacque da una manciata ben completa,
dall’universo, e da lui concepita.
Ma ha una scadenza, cosa sì consueta
che dal big bang in poi è sempre esistita.
Perciò dovrem trovare, ed è urgente,
un altro pianeta do’ può viver gente.

Tutti sappiamo, e spesso viene a mente,
quanto tempo abbiamo a disposizione.
E quando il nido non sarà accogliente
dovremo pur cambiare abitazione.
Non aspettiamo spensieratamente
il sole quando avrà l’estrema unzione.
Cerchiamo casa adesso tra le stelle
per salvare la specie e anche la pelle.


EVOLUZIONE

Il fiore reciso, di sole,
sai, ne vede poco:
come un tramonto tra le nubi nere
cade svenuto nella notte e muore.

E non puoi mandare al rogo
le forbici che han fatto
ciò che son fatte per fare.
Nemmeno quella mano
guidata dalla mente
puoi mettere alla gogna.

È tutto omologato
dall’etica e dal caso,
nel brodo primordiale,
per quella che si chiama:
evoluzione della specie.

Oppure c’è una svista
del DIO onnipotente
che a tutti vuole bene?

È una storia molto semplice
dal risvolto catastrofico,
e grazie a questa noi esistiamo.
Perché, la non più
esistenza di una vita,
è l’esistenza di un’altra.


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