Racconti di viaggio

di

David Ceresa


David Ceresa - Racconti di viaggio
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
12x17 - pp. 70 - Euro 8,20
ISBN 978-88-6587-3694

Libro esaurito

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2013


“Racconti di viaggio” invita il lettore a entrare nell’interiorità dell’animo umano, attraverso storie giovanili. Jack e gli altri personaggi con i loro sogni, dubbi, convinzioni, scoperte interiori ci chiedono quanto ci conosciamo, quanto desideriamo addentrarci dentro noi stessi. Ci suggeriscono di meditare, considerando lo yoga come una possibilità per esplorare il nostro inconscio, per modellare il nostro carattere, per trovare un sano equilibrio, per gioire.


Racconti di viaggio


Dedicato a tutte le persone di questo pianeta che soffrono, per l’egoismo altrui


ILLUSIONI

“Hai mai avuto l’impressione che le altre persone è bene scoprirle e conoscerle solo quel tanto che basta per poterle etichettare come “colleghi”, “conoscenti” o “amici”, altrimenti il rischio di cadere nella pericolosa voragine della loro interiorità sarebbe troppo elevato?”
Calde giornate di luglio, e lunghe riflessioni di Maya con l’amico Robert, in riva al fiume Reno.
Maya: in sanscrito significa illusione. Inganno dei sensi e della mente, che ci induce a considerare la materia il fine ultimo della nostra esistenza terrena.
“Non essere così cinica. Riconosco però che l’interiorità dell’essere umano è come un iceberg, ne conosciamo solo la punta, e la parte sommersa è piuttosto inquietante.”
Il cinismo, quell’inclinazione caratteriale antipatica e inopportuna che divide le persone, crea malumori e litigi. Cinismo che si contrappone a dolcezza di linguaggio, a bontà di cuore. Cinismo in parole, ma anche in fatti. Dirigenti che licenziano dipendenti senza rimorso alcuno e solo per profitto, o faide famigliari per diritti ereditari. Esempi di cinismo che influenzano il nostro pianeta, le nostre vite. Direttamente o non.
Maya è una ventisettenne svedese, e Robert un trentenne danese. Lavorano assieme nel ramo farmaceutico a Basilea, e condividono l’appartamento che la ditta ha messo loro a disposizione, in un quartiere tranquillo ed immerso nel verde, nella campagna renana. Entrambi laureati in chimica, entrambi trasferitisi all’estero a lavorare per allontanarsi da un amore finito. Lui, si è separato un anno fa, dopo aver scoperto che la moglie lo tradiva. Lei, da qualche mese ha rotto la relazione col suo fidanzato di lunga data, perché non si amavano più.
Situazioni diverse. Sentimenti contrastanti animano l’interiorità dei due giovani. Robert è ancora arrabbiatissimo per l’infedeltà subita, Maya è disillusa e pessimista nei riguardi dell’amore.
Condividono l’appartamento da tre mesi, entrambi assunti per la ricerca di un nuovo farmaco contro la demenza senile. Inizialmente si parlavano appena, entrambi diffidenti e svogliati a conoscersi. Ma si sa, a nessuno piace restare troppo da solo, specialmente ai giovani; e così, Maya e Robert sono diventati amici. Si sono confidati le loro turbe sentimentali passate. Ed alla fine, come se fosse stato il destino ad architettarlo, hanno cominciato a condividere il letto.
Vogliono assolutamente evitare di iniziare una relazione di coppia, e pertanto si definiscono amici, nulla più. Ma considerando che a Basilea nessuno dei due ha parenti o amici, trascorrono praticamente tutto il tempo libero assieme.
“Mi sento vuota, come un salvadanaio che nessuno riempie più. Riposta su di una mensola guardo gli altri vivere.”
“Maya, così mi spaventi! Cerca sempre di contestualizzare i tuoi stati d’animo in rapporto al mondo in cui viviamo.”
“E sarebbe a dire?”
Risponde lei con aria annoiata.
“In fondo basta prendere la vita con un po’ più di filosofia, apprezzare l’abbondanza del nostro mondo occidentale, consapevoli della fortuna che abbiamo ad avere tutto. Lavoro, denaro, libertà.”
“Lo so Robert, ma gestire le emozioni e gli stati d’animo non è facile; anzi, mi chiedo se sia possibile! L’interiorità è una corrente oceanica che ti trascina dove vuole. Nuoti, nuoti, nuoti e ti accorgi che non riesci ad avvicinarti a riva, ed appena ti fermi la corrente ti porta sempre più al largo.
Sai cosa desidererei? Essere maestra di me stessa. Avere la padronanza delle mie emozioni, del mio essere. Sono stufa di avere tutto materialmente, ma di essere schiava di me stessa. Mi segui?”
“Sì, vuoi cambiare le coordinate della tua comoda vita occidentale; il benessere non ti aiuta ad essere felice, e nemmeno il sesso, il lavoro o l’affetto. Cerchi qualcosa in più, Maya: la spiritualità.”
Un lungo silenzio ruba la scena alle parole dei due amici.
Sdraiati in contemplazione della natura si sentono bene, in quiete.
Per delle menti scientifiche come le loro, parlare di spiritualità ha sortito un effetto di stupore mai sperimentato prima d’ora. D’improvviso la razionalità cerebrale che tanto li contraddistingue nel loro lavoro di ricerca farmaceutica viene a mancare, e d’incanto Maya e Robert si sentono leggeri come quando camminiamo in una vasta prateria fiorita in primavera.
Una sensazione di libertà e di calma euforia pervade la loro coscienza.
Restano assorti in questa illuminata beatitudine.
La vita quando uno meno se l’aspetta ci riserva delle sorprese. La comunicazione tra gli esseri umani a volte genera dei miracoli interiori inspiegabili, quando ci confidiamo sinceramente, quando lasciamo emergere l’iceberg della nostra interiorità, che tanto temiamo.
Sdraiati in riva al fiume si abbracciano.
Per un momento non pensano al passato ingombrante e nemmeno al futuro nebuloso. Sono semplicemente lì insieme, in armonia con la natura.


JACK


1.

“Kelly non mi ama più.”
Parole di Jack, un trentenne parigino con tendenza alla depressione. Kelly è sua moglie. La prima volta si sono incontrati in estate, quasi dieci anni fa, a Las Vegas. Lui era in viaggio, solitario, nel Nord America; Kelly con la sorella, a fare shopping. In un bar, Jack ha intavolato un discorso sul comunismo con le due sorelle, col suo inglese discreto. La sua ideologia politica di stampo marxista è di origine scolastica, in effetti è stato un professore al liceo ad ispirargli la convinzione che la ricchezza di poche persone, conseguita con lo sforzo di molte, è una cosa inammissibile ed inumana. Idealmente, una nazione ispirata e basata su valori sociali è agli occhi di Jack un’espressione elevata di civiltà. Le ragazze non la pensano esattamente così, sognatrici.
“Sei sicuro, Jack?”
Dice Michelle.
È da qualche mese che Jack frequenta lo studio di Michelle, sua amica. E psicologa.
“Ed io che pensavo in un futuro roseo e pieno di speranze di pace e prosperità. La socialità invece sta per essere smantellata drammaticamente da un’orda di capitalisti incapaci di amare il prossimo.”
Michelle ascolta. Jack è solito a questo tipo di esternazioni. Sua moglie Kelly non ci presta ormai più molta attenzione; non che le sue riflessioni le consideri prive di interesse, ma semplicemente le ha ascoltate innumerevoli volte.
“Voglio cominciare ad impegnarmi politicamente perché sento che posso migliorare le cose ed esprimere la mia buona volontà a costruire e mantenere una società organizzata, giusta, onesta e pacifica.”
Michelle risponde con un sorriso.
“Una bellezza sconcertante: viso magnifico, corpo snello e atletico. La descrizione fisica di Kelly può sembrare idealizzata e superficiale, ma per me è così.”
Jack ne è ancora attratto e forse innamorato, malgrado a volte la vorrebbe più intraprendente, meno conformista.
“Mi piace il suo modo semplice di pensare, benché mi irriti la sua propensione alla ricerca del benessere materiale a tutti i costi, al sogno del successo e della ricchezza. La reputo intelligente e sensibile. Ho però la sensazione che mi stia lasciando, e non mi ami più.”
“Non esserne così sicuro Jack, una sensazione non corrisponde sempre alla realtà.”
Risponde la sua psicologa.


2.

“La difficoltà è palese quando si cerca di ostacolare una reale amicizia; la volontà di comunicare e condividere sentimenti ed emozioni è come un fiume in piena.”
Per Jack la spontaneità resta un valore nel vortice dell’intelletto.
“Una certezza è l’amore; ma il rispetto?”
Le riflessioni confuse di Jack sono rivolte al fenomeno del razzismo.
“Procediamo con criterio – interviene Michelle – l’odio e l’intolleranza verso altri esseri umani devono per forza avere radici nell’ignoranza o nella cattiveria, non di certo nella cultura. Infatti quest’ultima è un insieme di esperienze, tradizioni ed idiomi di un dato gruppo di persone, e il concetto di razza è intellettualmente illegale. E quello di superiorità di una di queste è completamente assurdo.”
“È strano, ma sovente non si percepisce la felicità che l’amicizia offre. La natura dovrebbe permetterlo, tendere all’equilibrio e all’integrazione; ma non succede.”
Jack riflette sul concetto di emarginazione, chiedendosi quando troverà la pace interiore.
“La sofferenza interiore è qualche cosa che voglio impegnarmi a superare, o forse potrò solamente fingere di ignorare. A vent’anni si è speciali, a trenta è diverso. In fondo la normalità non è che una costruzione, la vita una crescita.”
I suoi pensieri sono caotici.
A Jack capita che altrui reazioni, brusche ed inappropriate, lo sorprendano ancora, facendolo soffrire. Allora è la consapevolezza dell’amore che la vita può offrire a convincerlo che la via da seguire sia la ricerca della collettività e della gioia, consapevole che un gesto e una parola possono migliorare il morale e la giornata di ognuno.
“Voglio diventare una goccia nell’oceano della vita. La realtà a volte ha un sapore veramente strano. Fortunatamente l’esperienza consente di gestire le sconfitte, specie se bramate da estranei. L’alba di una speranza che si spegne, la curiosità che rende omaggio alla discrezione. Un processo di poteri che si modifica di giorno in giorno, un meccanismo da accettare, il desiderio di sopravvivere, il diritto alla privacy. In fondo, la proprietà privata è comunque una riserva di vita intellettuale e di creatività.”
Jack parla a ruota libera, lasciando che il suo inconscio trovi voce.
“Jack, sei molto esigente con te stesso. Vuoi crescere interiormente, ma accettare certe situazioni della vita non è semplice, per nessuno.”
“Michelle, ricorda che la stupidità del pensiero binario infastidisce il ricercatore e il saggio, il giovane e l’artista. Un gesto inopportuno a volte provoca ansietà e squallore. La presa di coscienza del proprio destino permette di destituire la disuguaglianza ed i privilegi.”
“Va bene Jack, per oggi abbiamo finito.”


3.

2 anni dopo.
“Non sono più molto vulnerabile alle sofferenze della passione, preferisco gioire dei sentimenti, dell’amore nei miei confronti.”
Jack forse prova dei sentimenti per Michelle, o forse no. La pensa a volte, quando si scorda di essere ancora sposato. Con Kelly la relazione non funziona più bene, comunicano poco e litigano troppo. Amare il prossimo, è un proposito che Jack vuole applicare ogni giorno, grazie alla piena consapevolezza di avere illuminato il proprio Spirito interiore. Ed è lo Spirito che emette le vibrazioni dell’amore.
“Amore per agli altri, cari e non. Un tutt’uno, un’integrazione con la dimensione universale della gioia e della fratellanza. Ciò che può apparire una nostalgia sessantottina, non è che un’intima conoscenza della realtà e delle potenzialità dell’essere umano. Michelle, oggi mi sento bene, vedrai che non avrò più bisogno in un futuro prossimo del tuo sostegno professionale.”


4.

I sentimenti,
quali preziose riserve di felicità,
quali isole caraibiche
in deserti di solidarietà.

Jack scrive delle poesie; non molte, ma ne compone.
Al lavoro ha conosciuto Monike. È sensibile, amichevole con lui. Monike gli piace, è il suo capo e la proprietaria dell’azienda, ed è affascinante e intelligente. L’incoscienza e la spontaneità animano la loro relazione.
“Coerenza e prevenzione sono solo barriere tra noi e l’amore? La cosa che ora mi ferisce maggiormente è la sgarbatezza, l’uso improprio del dono della voce e della comunicazione. La nostra libertà la usiamo in prevalenza per essere sgradevoli e compiere atti che non ci onorano.”
La crisi coniugale con Kelly influenza i suoi pensieri.
“Pensando ad una dimensione umana ideale, divina e spontanea, un Uomo è amorevole, solidale, umile e giusto, in equilibrio con se stesso e gli altri. Invece le disparità sociali sono scioccanti. Basti pensare ad esempio ai bambini del continente africano, privati di vaccinazioni e medicamenti (oltre che a nutrimento ed istruzione), o alle caste degli intoccabili in India. L’idea di uno stato socialista nel quale il governo si preoccupi veramente di ridistribuire la ricchezza generata nel Paese, immune dai virus del profitto e della concorrenza, che avvelenano gli animi della gente, regge ancora nel mio universo interiore. È basilare rivoluzionare l’economia, vietando che la classe operaia debba dedicare anima e corpo per alimentarla, per pochi spiccioli mensili.”
Discorsi poco attrattivi in Occidente, che profumano di anti-capitalismo; i colleghi gli hanno dato, amichevolmente, il nomignolo di cubano.
A Monike piacciono.


5.

L’appuntamento è verso le 18 al solito bistrot vicino all’azienda.
Monike e Jack parlano dei viaggi.
“Definiamo le linee direttrici di questo concetto? Quanto il viaggio è un fatto interiore? Quanto è importante il contatto con nuove persone, altre culture e situazioni sconosciute, nuove ed imprevedibili? Sono i luoghi visti o gli scambi sociali che determinano il valore intrinseco di un viaggio?”
Monike riflette, e concorda con Jack che in fondo il solo percorrere migliaia di chilometri non determini immancabilmente un’esperienza di viaggio.
“È interiore il vero viaggio, quello che amplia i nostri confini mentali, aumenta la nostra capacità di amare gli altri, in questo attimo di esistenza che è una vita umana.”
“La realtà è da trovare dentro di noi tramite un percorso, una ricerca spirituale. Noi percepiamo le cose, le situazioni, le affermazioni delle persone alla luce del nostro stato interiore, del nostro equilibrio spirituale.”
La visione della vita di Jack include la realtà del sistema sottile interiore, una filosofia e una conoscenza provenienti dalla cultura induista indiana e ben note oggidì in occidente, ancorché non abbracciate da molti. Per Jack pensare ad un essere umano come corpo anatomico, intelletto per pensare ed istruirsi, e psiche che determina comportamento ed emozioni, è riduttivo. Pratica da tempo yoga.
“Manca una dimensione che integri l’Uomo con il cosmo, con le origini della vita e della creazione, con l’amore del divino. Manca una religione universale, la spiritualità. Senza dogmatismi.”
Nel frattempo, sono raggiunti al bar da altri colleghi, che cambiano inconsapevolmente il discorso su altri argomenti. Monike sussurra all’orecchio di Jack che avrebbero continuato un’altra volta.
Il giorno dopo infatti, la coppia di amici passeggia al parco botanico, e Monike ascolta Jack. La violenza, la litigiosità, la malizia, le origini del male. Temi millenari, importanti per Jack per comprendere se stesso e nel contempo la natura umana.
“Un’ipotesi è che degli istinti bassi, animaleschi per intenderci, si celino nelle pieghe dell’animo umano, pronti a manifestarsi nella loro rozzezza e villania. Il quesito però non è tanto determinare la presenza o meno di tali istinti nell’Uomo, quanto il metodo per rimuoverli.”
“Interessante Jack, ma penso che non si debba parlare di rimozione, bensì di sublimazione.”
“Hai ragione Monike, queste parti rozze sono da sublimare, con l’introspezione e la meditazione. La trasformazione interiore è il cammino da intraprendere per la nostra evoluzione. Restare noi stessi, sublimando i nostri difetti, istinti e inclinazioni animalesche e di basso livello morale.”
Il sole fa spazio ad una nebbiolina autunnale, e a qualche goccia di fine, piacevole pioggerellina. Continuando la camminata, Monike e Jack si guardano negli occhi.
“Jack, secondo te cosa implica essere dirigente nei rapporti interpersonali? Sarebbe diverso il rapporto tra noi, se non fossi il tuo capo?”
“Amica cara, il mio orientamento ideologico marxista mi rende immune da certe problematiche di ruolo come questa. Essere capo è un incarico che, applicato alla cultura capitalistica del profitto e della competizione sfrenata, differenzia e allontana le persone. Un dirigente spesso tende a considerare i colleghi come ingranaggi del meccanismo-azienda. Pensa invece se l’unica cosa differente tra un avvocato e un lavoratore dei campi (o di una fabbrica) fosse la funzione che svolge, e non il salario o il prestigio sociale. Diverse conoscenze e capacità professionali, altre soddisfazioni, ma salari che non divergono di molto. La dignità di ognuno preservata, senza privilegi assurdi. Siamo tutti anime che crescono, vivono, evolvono, sbagliano, ridono, e muoiono per poi rinascere in altre situazioni. Il lavoro è una parte importante ma non fondamentale della nostra vita. È la nostra civiltà del profitto che ci predispone alle disparità ed alle classificazioni.”
Seduti in un ristorante indiano bevono un tè chai, ben speziato.
“E dell’amicizia cosa ne pensi? Esiste o non è che un concetto privo di contenuto?”
Jack è sorpreso dalla domanda di Michelle. Riflette un momento, sorseggiando l’infuso.
“In fondo la vita terrena è un’illusione, e anche l’amicizia è un’esigenza della nostra mente. Ritengo però fantastico che spontaneamente le persone si affezionino l’una con l’altra, condividendo con un gruppo ristretto di persone momenti belli da ricordare.”


[continua]


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Per pubblicare
il tuo 
Libro
nel cassetto
Per Acquistare
questo libro
Il Catalogo
Montedit
Pubblicizzare
il tuo Libro
su queste pagine