I miei anni più folli

di

Daida Fiore


Daida Fiore - I miei anni più folli
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 92 - Euro 8,50
ISBN 978-88-6037-9955

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In copertina: Portrait of a study group © Yuri Arcurs – Fotolia.com


Introduzione

Le vicende narrate in questo libro mettono in evidenza alcune problematiche preadolescenziali, soprattutto per quanto riguarda il comportamento insicuro ed a volte contraddittorio dei preadolescenti nei confronti di se stessi e degli altri. Pongono in rilievo infatti, le manifestazioni più o meno inconsce dei primi approcci, dei primi appuntamenti, delle prime esperienze sessuali. La comparsa delle prime gelosie, della rabbia, delle passioni, dei nuovi istinti prima sconosciuti nel loro mondo di bambino, sconvolge in un certo senso l’equilibrio del nuovo essere non ancora adulto.
Il rapporto con i genitori diventa a volte conflittuale, perché sta cambiando il ruolo che era stato da essi assegnato ai figli ed in questa fase di transizione, i ragazzi non riescono a ritrovarsi.
Le metamorfosi del loro corpo con i nuovi impulsi, li rendono incerti verso il mondo da esplorare che si pone loro davanti, un mondo tentatore ed allettante dove i giovani devono imparare a destreggiarsi e a rapportarsi.
Importantissimo è il rapporto con l’altro sesso che deve tener conto in particolar modo anche dei sentimenti, infatti il rispetto dell’altro/a è alla base dell’educazione anche sessuale ed i ragazzi dovranno imparare, da ora e per tutta l’adolescenza, a saper gestire le proprie sensazioni e ad orientare in modo sano sia i propri impulsi che i propri sentimenti.
Gli avvenimenti descritti si svolgono nell’arco di un solo anno scolastico, la terza media dell’obbligo, ma sono determinanti per la loro formazione psicologica, poiché inducono il protagonista Aurelio e gli altri personaggi di maggior rilievo, a porsi delle domande sulle questioni essenziali della vita stessa, domande che riceveranno le risposte adeguate mano a mano che arriveranno ad essere adulti.

Daida Fiore


I miei anni più folli

Capitolo primo

Tra i meandri della pubertà

“Ciao Giorgio, incomincia un nuovo anno!” “Ciao Aurelio! Già! Mi sembra di aver terminato la seconda appena ieri e invece le vacanze sono finite, in un soffio.” “Che iella!” Dicono insieme i due ragazzi sbuffando. Aurelio, che di solito è abbastanza volenteroso, sente questo nuovo anno scolastico come un peso e senza riflettere prende un quaderno e comincia a scriverci su: “Spero che la mattinata passi presto, oggi non mi sento in vena di studiare, anzi non mi interessa nulla di quanto l’insegnante sta dicendo.”
Inizia così quella specie di diario di Aurelio, sì perché anche i maschi possono tenere un diario! In fondo è un ragazzino che frequenta la terza classe della scuola media e contrariamente al solito, sta affrontando questo nuovo anno in modo svogliato, apatico. Non sa il perché, ma si sente stanco e privo di mordente; ha addosso uno strano malessere, una smania che viene da dentro e che lo rende alterno nell’umore, infatti a volte è svogliato, altre volte invece è irrequieto e superattivo. I suoi amici lo chiamano “sbarbatello” perché ancora non gli è cresciuta la barba, ha invece una peluria biondiccia sotto al naso; è comunque un bel ragazzo perché è alto quanto suo padre, bruno come sua madre con gli occhi neri profondi e dimostra più della sua età, infatti è nato a gennaio quindi fra qualche mese compirà quattordici anni e alcune sue compagne gli fanno gli occhi dolci, con tanta rabbia da parte dei suoi amici che non riscuotono lo stesso successo. Per Aurelio le compagne di scuola sono soltanto amiche, ancora non ha pensato alla ragazza in quanto donna come fanno alcuni suoi coetanei, non ha fretta di crescere. È serio e razionale, molto legato al padre con cui divide molti interessi come lo sport, la lettura e il cinema. Aurelio ama il calcio come tutti i ragazzi ma lo appassiona di più il basket.
Giorgio, accanto a lui nel banco, sbircia ciò che ha scritto e annuisce, anche per lui la scuola è un peso, solo che lo è per tutto l’anno. Aurelio vede avvicinarsi Sabrina e istintivamente nasconde il diario sotto al banco; Sabrina è molto carina, alta e slanciata, ha una massa di capelli neri corvini e due occhi verdi, è simpatica ed è sua amica. Gli altri compagni di scuola le sbavano dietro ma lei sembra non accorgersene, sta volentieri con Aurelio e qualche volta si trovano fuori dalla scuola, magari a casa di lei per fare i compiti o ascoltare musica oppure mangiare un hamburger, infatti Sabrina di giorno è sola in casa perché i suoi genitori lavorano entrambi e tornano la sera. Stanno bene insieme, parlano di tutto, di letture, di cinema, di attualità ma sono solo amici, qualcuno vuol vederci un rapporto ma sia lei che lui ribadiscono sempre che sono soltanto veri amici.
“Ciao Aurelio, ti va di andare a mangiare una pizza dopo la scuola insieme agli altri?” “Sì, certo, chi viene?” “Verranno Mary e Gianni, dopo se ti va potremmo andare a casa mia ad ascoltare musica.” “OK, a dopo.” Sabrina se ne va e Giorgio approfitta per mandare una frecciatina: “Tu non me la racconti giusta nei confronti di Sabrina, sarà che siete solo amici ma io non ci credo!” Giorgio è un amico di Aurelio, abbastanza intimo, soltanto prende la scuola con troppa leggerezza, infatti secondo lui non sarà il diploma a fargli trovare il lavoro e a fargli fare strada nella vita, piuttosto i meriti personali e le conoscenze, se avrà la fortuna di avere quelle giuste; molte volte hanno fatto questi discorsi e non sono d’accordo perché per Giorgio quello che conta di più nella vita è il denaro, infatti dice sempre: “Se hai soldi, sei potente e ottieni tutto ciò che vuoi.”
Ora in classe Aurelio sta riflettendo su questa teoria. “E se avesse ragione lui? Forse i valori di un tempo non esistono più, forse i princìpi di una sana educazione, dove l’altruismo, la dignità data dal lavoro, la generosità, il rispetto per gli altri costituivano le pietre miliari della vita, forse oggi sono superate, forse la società è cambiata e il potere è la chiave che apre ogni porta!” Aurelio si scuote. “Ma che vado farneticando? Che mi succede oggi?” Prende il libro e cerca di prestare attenzione alla lezione. Più tardi, quando stanno per uscire e andare in pizzeria, Sabrina lo prende sottobraccio. “Non ti dispiace vero?” “No, no, ti pare?!” Gli altri ragazzi li guardano e qualcuno lancia un fischio, ma Aurelio è ingenuo nel senso buono della parola e non dà peso; hanno fame quindi divorano la pizza in un attimo, Gianni ne prende un’altra, Aurelio invece fa compagnia alle ragazze e prende un gelato. “Cosa fate ora?” Chiede Sabrina a Mary. “Io devo correre a casa perché mia madre deve uscire e mi tocca guardare il mio fratellino; io gli voglio bene si intende, ma non capisco perché devono mettere al mondo i figli e poi li devo controllare io.” dice Mary. “Di chi parli?” Chiede Gianni che si era distratto con la cameriera. “Dei miei genitori!” ripete Mary: “Sono già due volte che mia madre mette al mondo dei figli e poi devo subirli io, sì perché lei lavora, lei ha altri impegni ed ordina – Mary guarda Samuele, Mary stai attenta a Marco! – Come scoccia! Perché non se li guarda da sola?” “Ma dai, che sei tanto legata a tua madre, non sarà un po’ di gelosia?” Dice ridendo Sabrina. Anche Gianni deve fare una commissione e se ne va. Sabrina prende a braccetto Aurelio e dice: “Bene andiamo a casa mia così chiacchiereremo e sentiremo della bella musica.” “OK.” risponde Aurelio e si avviano verso casa. “Ti va qualcosa di caldo? Io mi faccio un the, ne vuoi?” Chiede Sabrina. “No ti ringrazio, sto bene così, scelgo un disco.”
Aurelio va in un angolo della sala dove la ragazza tiene tutto ciò che ha a che fare con la musica, compresa una chitarra che ogni tanto strimpella, infatti Aurelio, dopo aver messo il disco, con la chitarra ne segue il ritmo, intanto Sabrina torna con la tazza del the e gli va vicino; fa ancora caldo perché è settembre e l’estate non è ancora del tutto trascorsa, la ragazza si toglie il golfino e resta con un top che mette in risalto le sue forme già abbastanza definite, si avvicina al tavolo per posare la sua tazzina e sfiora per caso la spalla di Aurelio con il seno; il ragazzo sente un fremito nuovo, una leggera morsa allo stomaco ma non dà a vedere il suo stato d’animo, continua a strimpellare ma smette di canticchiare. Sabrina si siede vicino a lui e canticchia mentre lui suona anche dopo che il disco è finito, fanno una breve fantasia di motivi in voga, poi ridono e giocano con i cuscini; ad un tratto non si sa come, i due volti si trovano vicinissimi e Sabrina accosta le sue labbra a quelle di Aurelio. In quel preciso momento i due ragazzi prendono coscienza delle loro sensazioni più intime; il bacio è casto, le labbra si toccano appena ma quell’attimo sconvolge completamente le loro certezze e la loro razionalità; Aurelio avvampa e sente un rimescolio nello stomaco, poi una tensione strana nel ventre e nelle parti intime, Sabrina invece è rossa in viso e con gli occhi chiusi sussurra: “Ti amo, ti amo da sempre.”
Aurelio si stacca repentino e si rifugia in bagno mentre la ragazza si rassetta e rimette in ordine i cuscini; quando Aurelio ritorna nessuno dei due parla, il ragazzo prende la porta e se ne va dicendo un timido e sussurrato: “Ciao.”
A casa incontra suo padre che lo vede sconvolto, ma va di corsa in camera e si mette a fare i compiti. Non ha la testa serena però, non riesce a concentrarsi sulla letteratura e neppure sulla matematica che gli piace tanto, così tira fuori il suo diario e scrive le nuove sensazioni avute a casa della sua amica cercando di dar loro una spiegazione razionale, tangibile, secondo le sue modeste esperienze.
Il giorno seguente quando Aurelio entra in classe, trova Sabrina già seduta al suo banco, lei alza gli occhi, lo guarda ma nessuno dei due parla; al ritorno a casa il ragazzo trova suo padre che lo osserva ma non dice nulla, solo la sera dopo cena, visto che è stato taciturno, suo padre lo raggiunge in camera. “Posso entrare? Volevo parlarti della partita di calcio che si terrà domenica prossima.” “Sì papà, però c’è tempo ne riparleremo, ora ho da fare scusami.” Suo padre però continua: “Che ti è successo? Ti sei innamorato?” “Ma figurati!” Risponde il ragazzo alzando le spalle. “Allora una ragazza ti ha baciato!” Aurelio schizza via dalla sedia paonazzo in viso. “Non c’è mica niente di male, capita a tutti prima o poi, non c’è da vergognarsi.” Il ragazzo non risponde e il padre continua: “Sai la prima volta che ho baciato una ragazza per poco non sono svenuto, avevo dieci anni e la ragazzina mi piaceva, altrimenti forse sarebbe stato diverso; hai baciato Sabrina?” Il ragazzo annuisce e il papà di rimando: “Bene! Immagino che ti sia sentito scombussolato, un rimestio dentro e un movimento nelle parti intime, vero?” “Già” risponde laconicamente Aurelio vergognandosi, ma suo padre incalza: “Non devi vergognarti, è una cosa naturale, stai diventando un uomo nel vero senso della parola.”
Vedendo il ragazzo ancora abbattuto gli chiede: “Ma ti piace Sabrina?” Aurelio riflette un attimo poi risponde: “Sì, ora che ci penso mi piace molto, soltanto che l’ho sempre considerata solo un’amica e una compagna di scuola, ma mi trovo bene con lei.” Risponde suo padre: “Non preoccuparti allora, lascia passare un poco di tempo poi chiarisci i tuoi sentimenti con lei.” Se ne va dandogli una pacca sulla spalla. Uscito il padre, Aurelio pensa a quanto è fortunato ad avere un papà che lo comprende e lo consiglia meglio di qualsiasi amico. Ora si sente più tranquillo e sa come affrontare il giorno successivo. Infatti la mattina dopo appena entra in classe dice a Sabrina: “Dopo la scuola ti devo parlare, ok?” Lei risponde: “Ok.” E lo guarda timorosa e incuriosita ad un tempo. Finite le lezioni si avviano all’uscita e subito girato l’angolo Aurelio dice all’amica: “Scusami per ieri, sono andato via senza dirti nulla ma sai era la prima volta ed ero imbarazzato.” La ragazza lo guarda negli occhi e risponde: “Anche per me era la prima volta, non so come è potuto accadere, ti ha dato fastidio?” Il ragazzo replica: “No, ma non sapevo cosa dire e come comportarmi, comunque ora ti vedo sotto una nuova luce e non mi dispiace affatto; se vuoi possiamo provare a stare insieme però a scuola non facciamo capire niente altrimenti sentirai i commenti!” “D’accordo, cosa facciamo ora?” “Devo studiare storia ma possiamo andare a prendere un gelato.” “Bene, poi torniamo a casa a studiare.”
Si avviano verso la gelateria, lungo la strada incontrano Gianni e Mary che sono diretti anche essi dal gelataio. “Ciao, ma dite un po’, voi due state insieme?” Chiede Sabrina all’amica. “Non si vede?” risponde la ragazza maliziosamente, scoppiano a ridere tutti e quattro. Il pomeriggio trascorre nello studio di varie materie, quest’anno ci sono gli esami e bisogna iniziare subito seriamente. Prima di coricarsi Aurelio annota sul suo diario – Oggi sono stato bene con Sabrina, ero più sereno ed anche lei era più tranquilla, dobbiamo evitare di far trapelare il nostro amore davanti agli altri –. Ma gli altri ragazzi si accorgono presto degli sguardi diversi che sfrecciano fra i due, del leggero rossore di Sabrina quando lui passa vicino al suo banco; qualche giorno dopo infatti Giorgio si piazza fra i due che stanno parlando e dice: “E no! Voi non siete quelli di sempre, è successo qualcosa fra voi, io non mi sbaglio in queste cose.” “Ma dai, cosa vuoi che sia successo?” Risponde Aurelio abbassando gli occhi e andando a sedersi al suo banco, per sua fortuna entra subito l’insegnante di matematica che comincia a correggere gli esercizi e non dà il tempo all’amico di replicare.
Arriva il venerdì, c’è ancora tanta voglia di estate e di mare nella gente. Aurelio propone a Sabrina e a Gianni e Mary un sabato al mare. Tutti sono d’accordo e cominciano allora ad organizzare la gita; partiranno la mattina con il treno delle nove, la costa dista appena una mezz’ora dalla loro cittadina, staranno in spiaggia a prendere il sole e faranno il bagno in mare. Porteranno la colazione al sacco e mangeranno sulla spiaggia. Giocheranno a tennis perché ci sono dei campi vicino al lido. Nel pomeriggio andranno in barca perché Gianni è bravo a remare, faranno ancora dei bagni giocando nell’acqua e alle diciannove riprenderanno il treno del ritorno.
“Va tutto bene! – dice Mary – Basta che mia madre non faccia storie perché devo guardare i miei fratelli!” “È sabato – dice Sabrina – anche tua madre è a casa dal lavoro!” “Certo, ma sai che ha da fare anche in casa, sembra che non possa fare a meno di me!” “Telefonami stasera e fammi sapere, perché altrimenti i miei non mi manderanno da sola con due ragazzi ed ho proprio voglia di starmene al sole ancora un poco.” La sera, dopo cena, Mary telefona a Sabrina dicendole: “Va bene, potrò venire con voi ma sapessi che cosa c’è voluto per lasciarmi andare! Ho dovuto prometterle che sabato prossimo terrò i bambini e lei andrà dal parrucchiere, non è un ricatto?” Chiacchierano ancora del più e del meno, di cosa indossare, di cosa preparare per pranzo, anche per i ragazzi ovviamente, poi si salutano e Sabrina chiama Aurelio per confermare la gita. Il papà di Aurelio prende la telefonata e passandogli il ricevitore ammicca sorridendo. Dopo qualche minuto il ragazzo dice: “Mamma, papà, sabato andrò a fare una gita al mare con Sabrina e altri due miei compagni, partiremo al mattino con il treno e torneremo alla sera, posso?” Sua madre guarda suo padre, sta per parlare ma suo padre interviene dicendo: “Certo, è ancora estate ed una gita al mare è proprio quel che ci vuole!” “Mamma, dovrò portare la colazione al sacco, puoi prepararmi qualche panino? Non troppi perché le ragazze porteranno un pranzetto anche per noi.” Sua madre lo guarda, poi guarda suo padre e dopo una breve esitazione dice: “Sicuro, preferisci il prosciutto cotto o il salame?” La mamma di Aurelio sa che suo figlio mangia con appetito e gli piacciono molto gli insaccati, il ragazzo ci pensa su un attimo poi risponde: “Tutti e due, grazie.”
La mattina del sabato si ritrovano alla stazione ancora un po’ insonnoliti ma felici della giornata che si aspettano favolosa; il cielo è azzurro e sereno, privo di qualsiasi nuvola, c’è un venticello leggero che accarezza, si prevede una bellissima giornata. Ieri sera suo padre ha parlato con Aurelio dicendogli che ora è un uomo e deve rispettare se stesso e gli altri, specialmente le ragazze. Egli non ha capito molto bene a che cosa si riferisse, ma aveva sonno ed ha lasciato correre. Il viaggio è breve, poco dopo sono sulla spiaggia a ridere e a scherzare contenti di questa libertà e di una giornata che si prospetta felice. “Io ho già fame.” dice Gianni che mangia a tutte le ore. “Sì, anch’io.” risponde Aurelio che la brezza marina gli ha veramente fatto venire appetito. “Bene, facciamo colazione allora.” Dicono le ragazze; poco discosto c’è il lido con i tavoli di legno e con le panche infissi nella sabbia, infatti anche quando il lido chiude a fine stagione, questi arredi restano perché sono cementati ed ora fanno al caso loro, quindi si siedono e cominciano a mangiare dei panini. “Sono curioso di sapere che cosa avete preparato per pranzo!” dice Gianni. “Eh no! Non si può sapere, dovete aspettare mezzogiorno, comunque sono sicura che vi piacerà.” Risponde Sabrina. Mary è così contenta di essere al mare senza i suoi fratelli che non riesce a stare ferma. “Su, forza che andiamo a fare il bagno!” “Ma adesso non si può, è ancora presto e l’acqua è fredda!” risponde Gianni. “Beh! Allora sbrigatevi a mangiare che giochiamo a frisbee.” “Un momento, un attimo, abbiamo tutta la giornata!” risponde Sabrina.
Formano due coppie, ovviamente Gianni e Mary, Sabrina e Aurelio; giocano godendo della brezza leggera che viene dal mare e del sole che è caldo ma non rovente come in piena estate. Dopo un’oretta sono stanchi. Si buttano sulla sabbia a riposare poi Mary comincia a spogliarsi, sotto la gonna ha già il costumino. Sabrina si spoglia anche lei e Aurelio mentre la guarda nota che ha un bel corpicino, gli viene la voglia di accarezzarla, allora si alza di scatto, si toglie i pantaloni e la maglietta e corre verso il mare seguito dagli altri ragazzi. Nuotano, giocano, si tuffano facendo una scaletta con le mani intrecciate, poi nuotano ancora fino alla scogliera messa a protezione dall’erosione della spiaggia, si riposano e prendono il sole sugli scogli. Mary dice: “Non ho messo la crema solare, speriamo che non mi scotti.” Sabrina di rimando: “Neanche io, ma ormai siamo vaccinate dopo l’estate trascorsa, ormai non dovremmo scottarci più.” Si rituffano e tornano a riva. Sono veramente stanchi, si sdraiano sui loro asciugamani e si scaldano al sole.
Sabrina ha messo il suo telo vicino a quello di Aurelio, così distesi si tengono la mano e a occhi chiusi sentono la tenerezza passare dall’uno all’altra e viceversa, prendono coscienza in questo momento che sono veramente innamorati. Mary intanto sta tubando con Gianni, sono insieme già da qualche mese e non hanno mai bisticciato, andranno alla stessa scuola superiore: ragioneria o istituto commerciale; Mary preferirebbe quest’ultimo perché si studiano diverse lingue straniere, Gianni invece ragioneria perché spera in un lavoro in banca dove guadagnerà di più ed avrà altre agevolazioni. Restano così a lungo, ormai sfiniti dalla mattinata, inebriandosi dell’aria leggera e salmastra, felici di dividere queste piccole gioie con l’altro o con l’altra, quasi dimentichi che non sono del tutto soli; c’è molta gente sulla spiaggia, persone che hanno avuto la loro stessa idea, gente che vuol godere dell’ultimo sole prima dell’inverno. Quasi tutti hanno portato dietro il pranzo, per cui verso mezzodì c’è una grande confusione. Uomini che trasportano tavoli e sedie, bambini che gridano e giocano rumorosamente, c’è chi gioca a pallone e dà fastidio agli altri, le madri che chiamano e urlano. Così i quattro ragazzi decidono di trasferirsi in un’altra zona più riparata e più silenziosa.
Vengono spesso d’estate al mare in questa località quindi la conoscono bene, scelgono quindi un posticino al di là del fiume che separa in due la spiaggia, nascosto alla vista e silenzioso; mettono un telo sulla sabbia perché qui non ci sono tavoli, tirano fuori alcune portavivande che hanno mantenuto calde le pietanze e preparano i piatti di carta.
“Fammi vedere che cosa c’è di buono!” dice Gianni cercando di sbirciare nelle scodelle “Dacci un momento di tregua per preparare i piatti, goloso che non sei altro.” Risponde scherzosa Mary. Le due ragazze hanno preparato proprio un bel pranzetto, sapendo quanto mangia Gianni, Mary ha voluto cucinare le lasagne al forno che sono poi gradite a tutti, quindi quando gli porge il piatto Gianni manda un grido di gioia, anche Aurelio è contento ed entrambi si tuffano nel piatto come se non mangiassero da un mese. Le due ragazze hanno preparato il pranzo dividendosi i compiti: Mary ha cucinato le lasagne e una torta, Sabrina ha preparato l’arrosto di maiale con le patate al forno e un torrone di nocciole. Sapevano in partenza che i loro piatti avrebbero riscosso molto successo ma i fatti sono superiori alle previsioni. I ragazzi di quella età, si sa, mangiano molto perché stanno crescendo, le ragazze sicuramente un poco meno, ma i due giovanottini fanno il bis di ogni cosa e Gianni pulisce persino il suo piatto che sembra nuovo.
Dopo aver mangiato abbondantemente restano a sonnecchiare per qualche tempo poi Gianni propone a Mary di fare una passeggiata e di andare a prendere il gelato sul lungomare, Sabrina ed Aurelio restano invece sdraiati sulla sabbia. A quest’ora si sta molto bene sulla spiaggia perché il sole riscalda la pelle tanto da donarle quel profumo caratteristico di vago sentore di acqua di mare, la brezza che viene da lontano verso terra, spettina leggermente i capelli e attutisce in parte i raggi cocenti del sole. I due ragazzi sono vicini, ognuno sul proprio telo, assaporando questa beatitudine e svuotando la mente da ogni più piccolo pensiero. D’un tratto Sabrina si appoggia su un gomito rivolta verso di lui e lo guarda in silenzio. Aurelio sente il suo sguardo su di sé, apre un occhio per vedere che cosa stia facendo, ma Sabrina lo sta solo guardando poi però si china su di lui e lo bacia sulla bocca. Dapprima è un bacio casto e leggero. Si guardano. Questa volta è Aurelio a chinarsi su Sabrina e il bacio diventa insinuante; entrambi sono trasportati da ali invisibili e seguendo l’impulso, senza che nessuno li abbia mai istruiti, i due ragazzi esplorano un mondo nuovo, fatto di audacia e di timore insieme, di passione e di ritrosia, i loro corpi hanno sussulti nuovi mai provati prima. Aurelio è pervaso da un tremito che non lo lascia, Sabrina resta incollata alla bocca dell’altro rossa in viso come un peperone; entrambi seguono il momento senza porsi alcuna domanda, assorti nei loro nuovi istinti e nelle sensazioni che li rendono insensibili al resto del mondo.
Aurelio sente nelle orecchie la frase che suo padre gli ripete spesso: “Ricorda sempre di rispettare le ragazze!” Ma in questo momento la sente da molto lontano, come sfocata e non ci pensa più di tanto perché la sua testa è un turbinio di impulsi e di sensazioni, di lampi e di guizzi infuocati, non è in grado di ragionare; Sabrina dal canto suo non riesce ad imporsi un autocontrollo perché quel fremito che avverte nelle sue parti intime non le permette di connettere. Sente soltanto il bisogno di un contatto più forte, più penetrante e, come in un’orchestra i cui suoni devono convergere a formare un’unica melodia, così i due corpi si uniscono nella melodia dell’amore e della vita stessa. Inebriati, frastornati, deliranti, restano accanto con le mani intrecciate, ad occhi chiusi, desiderando che tale momento non finisca mai.
È passata l’ora di pausa, dall’altra parte del fiume ricominciano le risate, le grida e il rumore di una radio, Gianni e Mary non si vedono ancora ma è meglio perché entrambi non hanno ancora voglia di parlare e di scherzare. Aurelio si volge verso Sabrina e dice in un sussurro: “Scusami, perdonami!” Sabrina lo guarda e gli chiede: “Non è stato bello per te?” Aurelio si china su di lei e le sfiora le labbra. “È stato bellissimo, stupendo, non credo che avrò più una sensazione così meravigliosa Sabri!” Sentono arrivare le voci dei loro due amici che stanno discutendo per il prezzo del gelato. “A volte Mary è un poco pesante.” pensa Sabrina. “Ma è soltanto una posa, in fondo è sensibile ed affettuosa.” Il resto del pomeriggio passa velocemente fra un bagno di mare, alcuni giochi sulla sabbia ed un giro in canoa a coppie, facendo una bella gara ed arrivando quasi pari; il ritorno a sera è triste, ognuno è immerso nei propri pensieri, parlano poco ed ogni tanto è Mary che rompe il silenzio scherzando con gli amici; all’arrivo la comitiva si divide perché Aurelio accompagna a casa Sabrina mentre Gianni accompagna Mary. Si salutano dicendo: “È stato stupendo, ci ritorneremo prima che arrivi l’inverno!”
Sulla porta di casa Aurelio sfiora con le labbra quelle di Sabrina, che, approfittando di un angolo buio, gli butta le braccia al collo dicendo: “Oggi è stata una giornata bellissima che non dimenticherò per tutta la vita, spero che sia stata così anche per te! Ti amo, Aurelio, ti amo da sempre senza neppure saperlo, ti amerò perdutamente per sempre.” E lo bacia con ardore. Il ragazzo si sente trasportare da tanta passione, ricambia il bacio e le dice fra i capelli: “Anch’io ti amo Sabri, non lo sapevo ma ti amavo già quando eravamo soltanto amici.” “Dimmi che non ci lasceremo mai!” Replica lei. “Sì, te lo prometto, staremo insieme per tutta la vita.” A casa, prima di coricarsi Aurelio scrive sul diario – Non immaginavo che l’amore ricambiato fosse così bello e che il rapporto fra due innamorati potesse trasportarti lontano, renderti incosciente e privarti della capacità di ragionare. È stato veramente stupendo. Chissà se Sabrina ha avuto le stesse sensazioni fisiche che ho avuto io? Forse per le ragazze è diverso, forse provano soltanto del trasporto perché sono innamorate, non sentono il bisogno di esplodere come noi! – Nasconde il diario nel cassetto sotto alle sue camicie, pudicamente, non vuole che lo legga nessuno, tanto meno sua madre o sua sorella; però dopo qualche giorno sente il bisogno di confidarsi con suo padre. Una sera infatti, si trovano per caso in camera sua e suo padre gli chiede come sia andata la gita al mare; Aurelio arrossisce, suo padre capisce che suo figlio è diventato un uomo e gli tira fuori le parole adagio, senza farlo spaventare, Aurelio alla fine gli racconta tutto, senza entrare però nei particolari più intimi. Il papà gli rammenta: “Ricordati sempre di rispettare le ragazze, perché quando amano sono più fragili e sensibili.” Aurelio non risponde perché sa che non l’ha fatto quel pomeriggio al mare, ma poi suo padre gli dà una pacca sulla spalla e gli dice: “OK, adesso non pensarci più, dormi tranquillo.” Lo bacia sulla fronte e se ne va. Il ragazzo nel letto ripensa a quel pomeriggio con nostalgia, ai baci che si sono scambiati, dapprima timidi poi sempre più infuocati, alle carezze audaci sia da parte sua che da parte di Sabrina, rivede il suo viso arrossato, quegli occhi splendenti e mentre sente di amarla ancora di più, deve correre in bagno per arginare uno sfogo fisico imprevisto.
Gli incontri fra Aurelio e Sabrina, al di fuori dell’orario scolastico, non sono molto frequenti sia per non dare nell’occhio soprattutto ai compagni di scuola, sia perché Aurelio, che ha la comprensione del padre, non sa come potrebbero reagire sua madre e i genitori della ragazza per un rapporto troppo assiduo, in fondo sono ragazzi di circa tredici anni e frequentano ancora la scuola dell’obbligo, tanto più che saranno molto impegnati con gli esami di licenza. Quando si incontrano però, sentono la loro unione ogni volta più salda ed ogni volta più appassionata, capita ancora una volta che entrambi ricerchino il piacere, però hanno imparato a gestire i loro impulsi. A volte si pongono delle domande perché, anche se ne sanno abbastanza sul sesso dal momento che l’hanno studiato a scuola, in pratica sono ancora due sprovveduti con una conoscenza molto limitata sul rapporto sesso-sentimento. Ora si sentono appagati dai loro incontri e pensano che questo stato non debba mai finire, ma qualche idea fugace a volte si affaccia alla loro mente per il futuro. Si incontrano come avveniva prima a casa di Sabrina dopo la scuola, mangiando una pizza o un gelato, ascoltando della musica, ma poi stando vicini, si lasciano trasportare dai battiti del loro cuore.
La ragazza è felice e lo dimostra in vario modo in casa e fuori. Anche sua madre che purtroppo è sempre via per lavoro, ha notato l’euforia che a volte manifesta sua figlia, infatti una sera dopo cena, mentre la ragazza l’aiuta a rigovernare, chiede a bruciapelo: “Ti vedo molto allegra in questi ultimi giorni, c’è un motivo particolare?” Sabrina che sta pensando ad Aurelio, improvvisamente avvampa e risponde a monosillabi: “N… no, no! Che motivo vuoi che abbia?” La madre incalza: “Beh, alla tua età si può avere il fidanzatino, me lo diresti vero se l’avessi anche tu?” Sabrina non sa che pesci pigliare, non vuole dire una bugia a sua madre ma al contempo vuole custodire a tutti costi il suo segreto, poi non ha molta confidenza con lei perché l’ha sempre sentita distaccata per via del suo lavoro, con suo padre poi neppure parlarne, le ha sempre fatto soggezione. “Ma cosa vai a pensare mamma? Per questo anno devo pensare soltanto agli esami.” Si vergogna un poco e spera che sua madre cambi discorso, invece l’altra insiste: “Sei ancora molto amica di Aurelio? Vi incontrate ancora a leggere e ad ascoltare musica? E dove? A casa sua o qui da noi?” Sabrina sente che le cose si stanno mettendo male, se sua madre immaginasse soltanto che si vedono qui a casa da soli, non le permetterebbe più di vederlo e questo non lo potrebbe sopportare, per lei ora Aurelio è tutto il Creato, decide quindi di restare sul vago: “Mah… quando capita! Se abbiamo da studiare parecchio, magari da Mary o a casa di qualcun altro.” Sua madre la guarda – È molto carina, una ragazzina acqua e sapone – pensa e lascia passare un poco di tempo, fa una lunga pausa perché sente che la ragazza si è messa sulla difensiva, poi dice a voce alta come se parlasse fra sé: “Sai alla tua età è facile commettere errori, a volte anche irreparabili, che si pagheranno per tutta la vita. So che sei una ragazza giudiziosa, mi fido di te, stai attenta a non deludermi perché le conseguenze ricadrebbero su di te.” Sabrina resta pensierosa poi dice con trasporto: “Mamma non ti preoccupare, starò attenta e non ti deluderò.”
La mamma si rasserena ma Sabrina resta pensierosa perché da qualche giorno Aurelio la evita, anzi è tutto preso dal corso di informatica e non ha più tempo per lei; la ragazza ne soffre perché pensava che sarebbero stati ancora più vicini, invece il ragazzo in pubblico, cioè davanti ai loro compagni, è indifferente a lei ed anche quando Sabrina riesce ad incontrarlo da solo, è gentile ma distaccato, infatti è lei che gli va vicino e lo bacia, l’altro non fa mai la prima mossa. “Sembra quasi che non gli importi più di me!” Pensa. Spesso si incontrano in aula di informatica ma Aurelio è tutto preso dal computer e non la guarda neppure, anche a lei interessa questo corso, ma Aurelio viene prima di tutto. È innamorata veramente e vorrebbe stare tutto il tempo al di fuori della scuola con lui, invece l’altro trova sempre un impegno: a volte i compiti, altre volte deve andare con suo padre, altre ancora deve fare delle commissioni e ciò accade ogni volta che la ragazza gli chiede di andare a casa sua come facevano prima; finalmente un pomeriggio dopo la scuola Aurelio le chiede di andare a mangiare un gelato, Sabrina fa salti di gioia e accetta subito; lungo la strada incontrano Gianni e Mary, abbracciati, che tubano su una panchina. Dal giorno della gita al mare non si erano più incontrati loro quattro da soli, i primi si avvicinano scherzando: “Non vi stancate mai di tubare?” Chiede Aurelio, Mary lo guarda e sorridendo risponde: “Mai e poi mai! Invece voi cosa state facendo? Al mare mi era sembrato che ci fosse del tenero fra voi, invece ora sembrate due vicini di casa.” Gianni la riprende con forza ma scherzando: “Perché non pensi ai fatti tuoi?”
“Sabrina è la mia migliore amica e non voglio che soffra.” Aurelio e Sabrina si guardano, poi lui mette la sua mano nella mano dell’altra e sorridendo se ne vanno. Lungo la strada si lasciano perché ci sono altri compagni e non vogliono farsi vedere, ad un certo punto però Sabrina sbotta con una certa rabbia repressa: “A me veramente non importa nulla anche se ci vedono e malignano, non facciamo mica niente di male, siamo semplicemente innamorati, non capisco perché a te dia così fastidio!” L’altro la guarda e risponde: “Mi dà fastidio perché i miei amici subito malignano e danno per scontato che abbiamo rapporti sessuali, io mi preoccupo per te che sei una ragazza perché non è vero quello che pensano…” Sabrina lo interrompe: “Ah, non è vero?” “Sì è vero, l’abbiamo fatto un paio di volte, ma loro ci ricamano sopra e ci fanno sembrare due depravati. Tu non li conosci, specialmente Raffaele che è ripetente ed ha già avuto diverse esperienze, è un malizioso di uno…” La ragazzina ribatte: “Sì, sì, va bene, ho capito, sei sicuro che non ti scocci farti vedere insieme a me per altri motivi?” Aurelio cade dalle nuvole: “Per esempio?” “Bah, perché non ti piaccio, oppure perché ti vergogni di avere una ragazza, che ne so!”
Camminando sono arrivati in un punto del parco dove ci sono diversi nascondigli in mezzo ai cespugli, di solito sono quasi sempre occupati dalle coppiette ma oggi ce n’è uno libero ed Aurelio la attira dentro al boschetto e la abbraccia: “Mi piaci eccome! Anzi a volte vorrei che mi fossi vicino per baciarti ed abbracciarti, come adesso…” Il ragazzo le cerca la bocca con forza, la bacia con desiderio, la accarezza sul collo poi scende fino al seno, lei di solito è pudica e ferma la mano dell’altro ma oggi si lascia andare e ricambia il bacio con passione. Aurelio sente una forza nei genitali che tendono a strappare tutto. La fa distendere e le va sopra, lei non si oppone, anzi asseconda il movimento di lui, entrambi sono su di un’altra dimensione. Ma ad un tratto si sente un rumore, quindi con riluttanza ma solleciti scattano in piedi e si allontanano, sanno infatti che spesso passa la polizia fra i cespugli per scacciare le coppie di innamorati perché è vietato manifestare i propri sentimenti intimi in pubblico.
Sabrina confessa che sua madre ha forse capito che fra loro il rapporto è cambiato e non ha piacere che si ritrovino a casa sua, prima era diverso perché ascoltavano soltanto musica, ma ora con la musica accade qualcos’altro e sua madre vuole proteggerla. “Allora dove andremo per trovare un poco di intimità?” chiede Aurelio, l’altra risponde: “Non lo so” “Dove vanno Gianni e Mary?” “Credo a casa di lui quando non c’è nessuno, non certo a casa di lei.” “Vedremo di cercarci un posticino tranquillo, adesso ti lascio perché devo fare i compiti, ciao Sabri!” Inaspettatamente la bacia sul portone di casa e lei sorridendo lo saluta con la mano.
Qualche giorno dopo Aurelio ha una convocazione dell’insegnante di lettere per suo padre. Imbarazzatissimo e contrariato gliela porge prima di cena, sua madre subito si altera e comincia a dire: “Lo sapevo io che ci andava di mezzo lo studio! Non hai mai avuto problemi a scuola, perché adesso ci mandano a chiamare?” Suo padre interviene per calmarla: “Che sarà mai un colloquio con l’insegnante! Mi sentivo quasi in imbarazzo per il fatto che convocassero tutti gli altri e noi no! Adesso quietati che non è assolutamente niente di grave, il ragazzo sta crescendo ed è logico che ci sia un periodo di transizione, non ti pare?”
Sua madre non risponde, sua sorella lo guarda e tace, suo padre si rivolge a lui facendo l’occhiolino: “Domani mattina sentiremo che ha da dirci la prof. di tanto importante!” Aurelio è preoccupato perché non è abituato ai richiami dell’insegnante, apprezza però l’atteggiamento di suo padre che non infierisce e minimizza la questione. Dopo cena, adagiato sul letto, fa un’analisi della situazione. “Non capisco, mi sembra di studiare e di fare tutto ciò che devo, come mai non riesco a rendere? È vero che la mia testa è un po’ confusa. È come se fossi stretto da una morsa e non riuscissi ad aprire del tutto il mio cervello. Mi sembra a volte di avere la nebbia attorno ai miei sensi, non mi raccapezzo; eppure avevo studiato bene la lezione ma purtroppo non ricordavo quello che la prof. mi ha chiesto, poi c’è il tema in classe che non è andato bene, ho preso un cinque! Come è possibile se ho sempre preso più di otto nei temi? Ho fatto davvero la figura del cretino, certi errori poi… non sono da me, che mi succede?” Suo padre bussa alla porta ed entra, si siede sul letto accanto al ragazzo: “Non ti preoccupare troppo per quel che ti succede, è una questione di ormoni, ti senti diverso non è vero? La testa è frastornata, a volte sei svogliato e sembra che niente ti interessi più? Guarda che ci siamo passati tutti, gli ormoni stanno andando al posto giusto, le ghiandole si stanno ingrossando, alcuni organi secernono più del dovuto e cose così, durerà fino a diciotto anni ma è soltanto nei primi due anni che si sentono maggiormente i cambiamenti. Stai tranquillo anche per l’insegnante e per tua madre, ci penserò io ma tu dovrai limitare le occasioni di distrazione perché servirà una più accurata attenzione alle materie di studio, specialmente durante le lezioni in classe. Dirada anche gli incontri con Sabrina, solo quelli più osé e spiegale che stai diventando uomo e c’è in te una vera tempesta ormonale. Ciao, buona notte!” Aurelio lo guarda andare verso la porta e gli risponde: “Ciao papà, grazie per tutto quello che mi spieghi e per la tua comprensione, se non avessi te sarei in un mare di guai!” “Ancora per poco tempo – risponde suo padre – fra qualche tempo saprai sbrigartela da solo, vedrai. Notte.”

[continua]

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