L’albero della sabbia

di

Chris Mao


Chris Mao - L’albero della sabbia
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
12x17 - pp. 32 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6587-6190

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In copertina: illustrazione dell’autore


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è segnalata nel concorso letterario Jacques Prévert 2015


Motivazione dell’attribuzione del premio:

È possibile fare versi come si fanno sculture di sabbia, che siano al tempo stesso costruiti su un’umidità densa, quasi un organismo che respira, e leggeri come pulviscolo nell’aria? Su questa scommessa Chris Mao gioca la sua raccolta, in cui alterna momenti di grande resa plastica (manate sulla sabbia?) a istanti delicati ed esili (arabeschi sulla sabbia?) pronti a essere spazzati via da una folata di vento. Intorno, dentro e sotto la sabbia ci sono domande esistenziali e quasi niente autobiografia, neppure laddove l’autore si rivolge a un “tu” indeterminato, indistinto, che appare a volte con sembianza di donna ma più spesso con il solo vestito di essere umano abitato e agitato da sangue, desideri inconsci, silenzi e grida. Quel “tu” siamo noi, nuda pelle e respiro, come alberi della sabbia.

Olivia Trioschi presidente del premio letterario J. Prévert 2015 sez. poesia


L’albero della sabbia


L’albero della sabbia
dimentica
le schegge del suo legno
nella geometria nascosta
del mio seme.


Nel circo poetico
allungo novembre
oltre le colonne del sole;
il magnete terrestre
sfiora il mio nome
mentre ricalcola il peso
del nuovo mondo.


Noia d’equinozio
dentro un paradiso modesto;
torno ad aprire
la valvola del momento,
scelgo di cadere
nel fuoco azzurro
di un respiro solenne.


Uso stelle e tulipani
per coprire i tronchi
dei miei pensieri interrotti,
esito infine
davanti ad una buona speranza,
vorrei vederne l’insidia,
capirne l’intermittenza.
Ora è tempo di risalire
l’aria sta morendo
nei miei tubi.


L’ampia debolezza dei nervi
corrode anche la seta del desiderio,
la chimica del mio umore
ristagna sul dorso dell’inverno;
serviranno giorni da cannibale
per aprire le ghiandole alla primavera.

[continua]


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