Racconto premiato di Bruno Longanesi

Con questo racconto ha vinto il nono premio del concorso Concorso Letterario Fonopoli 1999 sezione narrativa.

Lo stesso racconto si è classificato al 7 posto al concorso Club dei Poeti 1998


La “fuitina” della luna

Un avvenimento di tale importanza non doveva sfuggire alla stragrande maggioranza dei terrestri. Una cosa inaudita!
Possibile che quella notte la luna non si presentasse al suo millenario appuntamento e nessuno se ne accorgesse?
O meglio, pochi se n’erano accorti, solo gli addetti ai lavori: gli astronomi. Come si può spiegare che un fatto così clamoroso potesse passare inosservato? Certo che, nelle generazioni passate, tutti se ne sarebbero accorti fin dalla prima sera, dalle prime ore!
Ma erano altri tempi, altre mentalità! Allora la luna era un mezzo di comunicazione importantissimo per una categoria di esseri umani: gli innamorati. Anni fa, ogni sera, milioni e milioni di terrestri di ambo i sessi, di tutti i Continenti, aspettavano l’apparire della luna per incominciare a dialogare fra loro.
La luna si prestava ad una attività che, se vogliamo, non era del tutto irreprensibile e lecita. Ma quando mai, per questi suoi servigi, l’avevano chiamata “ruffiana”? No!…
Era la “luna rossa”, la “pallida luna”, colei che riceveva i segreti degli innamorati e li trasmetteva all’indirizzo voluto, era l’astro dell’amore per eccellenza, il punto di incontro di due cuori che volevano sognare. E lei… sorniona, spesso subdola ma sempre sorridente, specie quando era in plenilunio, non deludeva nessuno.
Aveva una grande carica affettiva che distribuiva a tutti, a piene mani ma, chi la conosceva bene come chi scrive, può assicurarvi che tutta la generosità dei sentimenti che scaricava sugli altri la rendeva, a sua volta, desiderosa di affetto.
Possibile che lei restasse proprio sempre in solitudine?

Una sera mi spiegò anche il motivo della sua più recente amarezza. “Oggi… – mi diceva– Gli innamorati non rivolgono più uno sguardo alla luna… oggi a che serve? … ci sono i “telefonini”, i “video-registratori”, i “fax” per vedersi e sentirsi a distanza…”
Io mi accorsi che si sentiva trascurata dai terrestri e sempre più inutile. Eppure tutte le notti doveva essere ugualmente presente sulla scena dall’universo al suo posto di lavoro, ma si accorgeva che le invocazioni andavano diminuendo, gli impulsi amorosi erano sempre più deboli, gli… “utenti” sempre più scarsi.

Il sole ridacchiava di questo.
Era stato sempre invidioso!

In passato, oltre che invidioso, il sole era stato anche geloso dell’attenzione che gli esseri umani rivolgevano alla luna!
Lui, l’astro che dava la vita, era snobbato anzi, era spesso boicottato. Salvo i fanatici della “tintarella” (anche questa ormai procurata… sinteticamente!) la maggioranza lo combatteva.
Ombrelloni, occhiali affumicati e cappelli a larghe tese, cercavano di renderlo innocuo.
Sì… se ne era accorto… lo consideravano fastidioso…
La luna … invece!
Ora il sole era felice dei “turbamenti” lunari, me lo confidò in una giornata in cui era in vena di familiarità e, quando poteva piazzare una bella eclissi di luna per renderla invisibile ai terrestri, si sentiva rialzare il morale. In quelle occasioni la luna sembrava chiedere scusa ai suoi affezionati “abbonati” e, appena liberata da questi dispettosi inconvenienti imposti dal sole per una assurda rivincita, splendeva più brillante di prima invitando, con maggior fervore, gli innamorati ad interpellarla.

Dunque, scusate la disgressione, ma vi dicevo che quasi nessuno si era accorto che una sera la luna, nelle sue coordinate celesti, non si era presentata al solito appuntamento. Semplice ritardo?
Questo avrebbero potuto pensarlo i profani, non gli uomini di scienza. La luna, anche nelle sue complicate regole orbitali, nelle apparenti librazioni, nella sua rivoluzione sinodica, nei suoi interlunei, non aveva mai sbagliato nel corso dei millenni; si era sempre comportata come un orologio svizzero: non aveva mai perso un colpo!
Alla tale ora, eccola là… puntualissima, e questo da miliardi di anni!

Ci fu sconcerto, quella sera, solo fra gli studiosi.
“Siamo sicuri dei calcoli? – azzardò un responsabile – siamo ben sicuri, vero?…”. Fu fulminato da un’occhiata severa da parte di tutti i colleghi.
“Piuttosto… – disse il decano degli osservatori celesti – facciamo una indagine su tutte le coste mondiali e accertiamoci di come sono andate le maree… indirettamente sarebbe una conferma al fenomeno…”. La mattina, purtroppo, la tragica conferma ci fu: le maree non si erano verificate! L’avvenimento assunse una catastrofica gravità!

La luna non si era “presentata” alla vista in nessun Continente.
Sparita!… Sparita nel nulla!… Eppure tutti gli studiosi erano concordi: un fatto simile non si era mai verificato nella profondità dei secoli precedenti! Cosa si poteva, cosa si doveva fare?
Nessuno era in grado di formulare proposte perché, in verità, mai si era preso in considerazione un simile evento, ritenuto impossibile, e quindi non erano stati predisposti studi per una emergenza simile.

Poi gli scienziati, increduli e sgomenti, si misero ancora ad osservare il cielo con tutti i telescopi e i rifrattori a disposizione: niente! La luna non c’era più…!
Passarono alcune notti ma la situazione non cambiò. Qualche innamorato nostalgico del passato e amante delle tradizioni, notò questa mancanza, ma non vi detto grande importanza in quanto non era uno scienziato.

Come sono superficiali gli uomini!
Io, dal mio privilegiato punto di osservazione, posso proprio dirlo: vedono tutte le manifestazioni che li circondano e le traducono con spiegazioni materialistiche e semplicistiche.
Possibile che l’Universo, regolato dalle leggi dell’Amore, non sia mai guardato sotto questo aspetto? Ora dalla mia postazione, predisposta in zona preferenziale nel Cosmo, posso vedere tante cose nella loro realtà e abituato all’Amore che… “fa muovere il sol e l’altre stelle”, ho una maniera mia di intuire e giudicare i fatti dell’Universo.

Non che io sia una specie di portinaia e che mi piaccia spiare, tenere sotto controllo il comportamento del sole, della luna e dei pianeti che compongono il nostro… “Condominio”, oppure mettere il naso nei condomini altrui: cioè le costellazioni più o meno lontane, ma certe situazioni che mi si presentano sotto gli occhi, non posso far finta di ignorarle!…

Comunque, andiamo con ordine: cosa era successo, allora? Niente di imprevedibile. Si sa come vanno queste cose col tempo, specie quando vi sono implicati certi “corpi celesti”, invasi da un sentimento che li attanaglia e li rende vulnerabili! La luna, come vi ho già detto, si era sentita gradualmente e sempre più trascurata dai terrestri.
Prima era presente, viva, luminosa, esuberante, invocata, incorporata in questi infiniti sentimenti affettivi degli uomini che lei “travasava” rimandano a tutti: sospiri, desideri, parole amorose. Captava e trasmetteva questi sentimenti come operasse in fotosintesi, ma tratteneva una parte di quella linfa vitale che le permetteva di vivere una vita affettiva proprio piena, completa, infarcita d’amore sia pure riflesso. Ora un brivido la percorreva. Sentiva che l’affetto che la circondava diminuiva e che anche la “sua” carica veniva meno. Si sentiva sola, incompresa, senza amore, una “pallida luna” che impallidiva sempre più, notte dopo notte, consunta da questa delusione. Possibile che questa fonte di amore fosse improvvisamente finita? Era un tradimento in piena regola! La luna subì perciò una profonda frustrazione, un deperimento organico e una forte depressione psichica. Si sentiva vecchia, stanca, annoiata dal “solito giro” attorno alla terra. Infine si incupì…!

Ma un giorno… vide qualcosa che la fece sobbalzare!… Chi erano quelle forme così delicate, eleganti, che le giravano intorno?… Si accorse che la osservavano con grande attenzione e interesse, poi, emettendo segnali acustici squisiti, quasi premurosi e dolci, si avvicinavano a lei e la fotografavano in tutte le pose!… No!… Non c’era dubbio: lei era l’oggetto di quelle attenzioni e di quei desideri!…
E non fu fatto sporadico: tutti i giorni (e anche di notte!) erano lì a circuirla! Era una “corte” vera e propria. La luna, felice e lusingata, cominciò di nuovo a brillare, prese calore esponendosi di più al sole e fece le sue “rotazioni” terrestri con più agilità, quasi danzasse!
Erano tutti tanto belli nelle loro differenti forme questi insoliti… “visitatori”. C’erano alcuni più distinti, più signorili altri, invece, un po’ più dimessi. Ma tutti così interessanti erano!…

Da parte loro gli… “sputnik” la osservarono prima con indifferenza professionale, poi con attenzione e infine con interesse e con occhi più… maliziosi! Uno poi, il più intraprendente… osò sfiorarla!
Non era mai capitato prima un fatto simile alla luna!… Che emozione! Un brivido le pervase la schiena (beh! …? perché non può esistere anche nella luna una parte identificabile con la schiena?), un tuffo al cuore e, improvvisamente… diventò rossa! Chiuse timidamente gli occhi (quelli che gli scienziati si ostinano a considerati crateri!) e sospirò forte.
Il balletto dei “corteggiatori” durò parecchio tempo… finché uno di loro snocciolando una filza di… “bip”, le dichiarò il proprio amore!
Una mattina… Beh!… è inutile descrivere tutti i particolari. Una mattina, dicevo, la luna e lo “sputnik” fuggirono… presero il largo in direzione Stella Polare, meta … l’infinito!
Gli studiosi si chiedono ancora il motivo di questa insolita scomparsa lunare…
Non hanno pensato a una “fuitina” della luna!

Possibile che gli uomini non abbiano fantasia?…


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