Protagonisti della nostra vita

di

Benedetto Cava


Benedetto Cava - Protagonisti della nostra vita
Collana "Le Querce" - I libri di Saggistica e Diaristica
14x20,5 - pp. 144 - Euro 12,00
ISBN 978-88-6587-2512

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In copertina: “Technology in business” ©Sergej Khackimullin – Fotolia.com


PREFAZIONE

Questo libro, mia opera prima, nasce dal mio blog Io Speriamo Che Me La Cava e dalla mia passione per gli aforismi. E, in effetti, la struttura dell’opera ha le caratteristiche del diario personale, scritto quasi quotidianamente e con al centro le esperienze, i pensieri e i problemi dell’autore. Perché ho deciso di tenere un diario virtuale?
Probabilmente per l’esigenza di guardarmi dentro, di comprendermi, di fissare nel tempo fatti e riflessioni e soprattutto di comunicare i miei pensieri a qualcuno (il diario è spesso concepito come un amico immaginario). Ma laddove può sembrare un’autobiografia, intervengono le frasi di personaggi più o meno famosi, con l’intento di provare a dare allo scritto un carattere di universalità. Insistente è il ricorso al pronome personale “noi”, in quanto il mio intento è quello di provare a dar voce al maggior numero di interlocutori diversi, che certe cose non hanno il coraggio di dirle. Lo stile narrativo è quello proprio della pubblicità: una comunicazione per slogan, con brevi periodi conclusi quasi tutti da un punto esclamativo. “Protagonisti della nostra vita” vuole essere un vademecum, una guida sulla crescita, sul miglioramento personale. Infatti, ogni post è un tentativo di dare un messaggio positivo, insegnarci ad usare parole felici in ogni situazione e se ci riesco, a farci vivere meglio.

Benedetto Cava


Protagonisti della nostra vita


«Non è quello che hai fatto nella tua vita passata a influenzare il presente, ma è ciò che fai nel presente che redimerà il passato e logicamente cambierà il futuro.»
(Paulo Coelho dal libro “Aleph”)


Venerdì 22 Ottobre 2010
Forse bisogna viaggiare per sapere
la meta giusta per noi.

Sospeso. Immobile. Bloccato. Con la paura costante nel cuore. Qualcosa che mi consuma dentro. E che mi lascia così, fermo, nel mio vuoto. Butto giù un’altra pillola e mi lascio vivere. Non si può. Perché bisogna fare, perché dopo aver raggiunto un traguardo bisogna subito ricominciare con un nuovo obiettivo. Ma io uno scopo nella vita non ce l’ho. Io che ho imparato a vivere alla giornata, mi sono precluso l’esigenza di vivere. Ma la verità è che non sono in grado di sapere cosa fare del mio tempo. Lo lascio scivolare. E lo spreco. Eppure la vita è così bella. Ma è necessario avere un progetto in questa esistenza, mettere ordine ai propri pensieri. Perciò ho deciso di scrivere. Viaggiare con la mente per poterlo fare poi bene materialmente. Per poter andare verso l’altro senza ansie. Perché è nell’incontro proficuo con il prossimo che sta il senso della vita. Perché non posso dissipare le opportunità di condividere con un altro essere umano le gioie e i dolori della vita. Che va goduta, non subita. Perciò, concludo che ho bisogno di partire. Per trovare un senso. Per vivere.


Martedì 26 Ottobre 2010
Come un uomo… contro quest’uomo.

Diceva Martin Luther King: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”. Nella nostra ricerca della realizzazione personale, diventiamo sempre più egoisti, chiudendoci in un nostro mondo ideale. Così facendo, non ci accorgiamo che andiamo incontro ad una vita vuota. Diventiamo poveri dentro e quando ci imbattiamo in chi è stato meno fortunato di noi, non sappiamo come comportarci. Rimaniamo indifferenti, inabili a dare all’altro quello che il prossimo non ha e che noi non sappiamo condividere. Perché andiamo di fretta e l’altro è un ostacolo alla nostra felicità. Perché ci allontaniamo sempre più dalla nostra natura, rincorrendo beni che si possono toccare ma che non arricchiscono la nostra vita veramente. Uscire da questa condizione si può e non costa nulla. Il non fare alcuna cosa per cambiare questo stato di cose è, invece, tremendamente indegno per un individuo. Perché, ricordiamoci, siamo uomini, non macchine. Perciò prima di tutto bisogna valorizzare e far emergere le qualità che fanno dell’essere umano un soggetto unico e inarrivabile. Per vincere la freddezza e l’insensibilità. Per farci migliori. Sforziamoci! Un nostro simile ci ringrazierà! E non ci sarebbe premio più grande! Vivete con il cuore! Da uomini!


Giovedì 4 Novembre 2010
Un delirio davvero stupefacente?

Sono uno zombie. Il mio cervello è out. La mia coscienza prova fiocamente ad affiorare. Fingo di combattere. Ma è inutile. I miei pensieri sono già azzerati. È già troppo tardi. Che cosa o chi mi salverà? Io che pensavo di poter uscire da una brutta situazione. Ma evidentemente sono dentro a qualcosa più grande di me. Anche se è sempre stato tutto più grande di me. Io ho provato a far capire a me e al mondo che le cose stavano e stanno andando bene. Che ingenuo! Mi sto ingannando. Il tremore mi ha assalito e mi appartiene. Gli altri sono il nostro approdo, ma io non sono mai stato pronto a questo loro incontro. E lo sarò sempre meno. Eppure, qualcosa di bello ci deve essere in questa mia vita. E forse, si deve manifestare così. Con l’annullamento di ogni mio pensiero logico. Ne uscirò? Aiuto! Mi sto autodistruggendo e la gente attorno non capisce che mi sto facendo sempre più male. Tutto per spremere un limone malato troppo precocemente. Che cosa fare? Le foglie cadono. Aspetto la mia nuova primavera. Che sia in fiore. Da cogliere, finalmente!


Venerdì 12 Novembre 2010
La vera forza risiede nella libertà.

Fra poco meno di una settimana, compirò 29 anni. Un altro po’ ed entrerò nel mio trentesimo anno di età. Cosa mi aspetto da questo nuovo traguardo? Che finalmente faccia parte attiva di questo mondo! Perché bisogna lasciare il segno! Perché non posso più posticipare il momento della mia maturità. Mi piacerebbe che la gente si fidasse di me. Che sia stimato dalle altre persone. Che facessi qualcosa per cui mi senta realizzato. Che avessi una vita normale come tutta quanta la brava gioventù. Che guardassi ai nuovi momenti da vivere non con paura e nemmeno con il suo opposto, l’aggressività. Perché, in fondo, dietro a quest’ultima, c’è sempre la paura. Che mi accompagna da quando ero un bambino. Che poi lo sono ancora. Ecco, io vorrei diventare un uomo! Perché non si può restare fermi a guardare viversi. Perché bisogna aprire gli occhi. E vedere, non semplicemente guardare. E dire la mia. Perché io sono fortunato. E desidero il mio posto nel mondo. Perché non voglio tremare più! E, allora, mi butto!


Venerdì 19 Novembre 2010
Tutti abbiamo bisogno di affetto.

Il mio cuore non è più impietrito. Grazie a tutti per il vostro sostegno. Per delle semplici parole, che, però, in questo momento, hanno un grande significato. Fa freddo. E l’anima soffre. Insieme al corpo. Ma non sono solo. Nessuno è mai solo. Fate entrare l’altro nella vostra casa. Fate in modo che insieme ci possiamo riscaldare. Perché ci affanniamo e stringiamo i denti tutti. Ma basta una parola della persona giusta e la vicinanza del nostro parente, amico, conoscente e ci si sente meno isolati. In questo mondo che non so dove stia andando, avere sempre più spesso un pensiero carino per una persona, è la nostra salvezza. Perché come si dice, chi non apprezza le piccole cose, non è degno delle grandi. E, allora, impariamo tutti a gioire delle piccole cose. Cercate il contatto con l’altro, con la persona che vi fa battere il cuore, non perdete l’occasione di dirle quanto l’amate. Perché il futuro chi lo sa! Sapere che ci sono persone che ci vogliono bene, quello è fondamentale.
Camminiamo insieme per costruire un nuovo mondo! Di piccole, ma grandi cose!


Giovedì 25 Novembre 2010
Un posto nel mondo.

Vorrei. Che cosa? Una vita normale. Un lavoro che mi faccia sentire indipendente. Un amore. Giovane. Che non mi faccia vivere per inerzia. Vorrei poter guidare una mia auto. Vorrei essere io il pilota della mia vita. Perché così non si può andare avanti. Lasciatemi le redini del mio mondo. Libertà vò cercando. Malgrado la malattia! Vorrei anch’io un mondo colorato e non sempre delle stesse tinte. Basta pioggia. Basta freddo. Fosse così facile! Ho bisogno di una svolta. Perché è necessario essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo. La scintilla deve accendersi dentro di me. L’importante è iniziare, sbloccarsi! Conoscere sé stessi. E poi agire. Perché c’è bisogno anche del mio contributo alla crescita del genere umano. Non posso rimanere fermo a guardare. Sono io l’artefice del mio destino. Forza e coraggio! Ci sono anch’io! E guardo avanti!


Mercoledì 1 Dicembre 2010
È inutile cercare l’indirizzo della felicità…
cambia domicilio in continuazione.

E se così andassi bene? Perché vorrei essere come la maggior parte delle persone? Forse accettare il proprio modo di essere potrebbe diventare il primo gradino verso la mia serenità. E non importa che non ho ancora un lavoro, una ragazza. Perché bisogna ricavare il buono da tutto quello che si ha già. Perché se non guido una macchina debbo sentirmi inferiore a tutti gli altri che possono farlo e non hanno questo problema? Perché è così bello camminare. Già camminare, cioè imparare a soffermarmi sul mondo che vive intorno a me invece che il non vedere l’ora di raggiungere la mia prossima destinazione. Perché, in fondo, che bisogno c’è di correre? Mi piace correre. Ma camminare è necessario che sia un’altra cosa per me. Ogni cosa ha il suo tempo. Il suo tempo. Imparerò mai a non accelerare i processi della vita? Si potrebbe vivere tutto più profondamente. Respirando. Sentendo. Non solo con la testa, ma anche con il cuore. Seguendolo. Facendo in modo che la felicità entri dentro di me quando meno me l’aspetto. Facendo il bene. E poi scordandomelo. E vivendo!


Mercoledì 8 Dicembre 2010
Credo, fortissimamente, credo.

Stare bene con sé stessi per poter dare agli altri. È uno dei miei propositi per l’anno nuovo. Perché bisogna tentare tutte le strade per riuscire a raggiungere un equilibrio. Perché non importa se adesso mi sento come un sonnambulo. Bisogna fermarsi a riflettere con sé stessi. E con Dio. Pregare. Per scoprire il nostro vero spirito. Il compianto Mario Monicelli diceva: “La vera felicità è la pace con sé stessi e per averla non bisogna tradire la propria natura”. Quanto è importante sentirsi bene dentro per stare bene anche in mezzo agli altri. La verità è che sto tornando. Mi sono stufato di fare da spettatore alla mia vita. Vado alla conquista di me stesso, avvicinandomi a quello che mi è più familiare. Perché ognuno di noi ha un talento. E questo dono va alimentato, non sprecato. Sto per ripartire, più forte di prima. O forse diversamente da prima. Perché chiuso un libro, se ne apre un altro. E ognuno di noi ha il compito di scrivere la trama della sua vita. Non rinuncio a quest’occasione e ci credo. Perché Lui mi ha dato la forza e l’intelligenza e io non voglio più sperperarla.


Martedì 14 Dicembre 2010
Verso il recupero di sé stessi.

E, poi, si ricomincia a vedere la luce. Perché bisogna imboccare una strada, non tergiversare. Fare qualcosa per sentirsi vivi, per sentirsi protagonisti. Perché noi valiamo. E iniziando dalle piccole cose, ci renderemmo conto che, facendole, ci troviamo dopo a fare quelle più grandi. Sempre credere in sé stessi, mai farsi mancare la fiducia. Perché ognuno di noi è padrone di una voce. E facciamola sentire! Accendiamo il nostro cervello, spegniamo la televisione! Siamo tutti quanti i fautori di una rivoluzione che ha bisogno di vedere tutti noi in primo piano. Per costruire una nuova società. Dove ci sia spazio per tutti coloro che dicono la loro e che amano avere voce in capitolo. Combattiamo l’ignoranza e, di più, l’accidia. Perché noi giovani siamo e saremo il futuro di questo Paese e non vogliamo rimanere inerti a subire un mondo che noi non stiamo creando. Ricordiamoci tutti che questa è l’epoca dell’Internet 2.0 e che con quel mezzo, ogni giorno, ciascuno di noi, ha l’obbligo di far crescere la civiltà umana. Perché si può arrivare a vivere anche noi. Perché lo si vuole, con tutti noi stessi! Il ricambio generazionale è possibile solo così. Avanti!


Lunedì 20 Dicembre 2010
Davanti a noi stanno cose migliori
di quelle che ci siamo lasciati alle spalle.
(Clive Staples Lewis)

Ci siamo. Il tempo delle feste natalizie è alle porte. E come ogni fine e inizio nuovo anno, ciascuno di noi fa il bilancio di quello che è stato, pensando a quello che sarà. Io posso ritenermi soddisfatto perché quest’anno sono successe molte cose e la maggior parte di esse sono state bellissime esperienze. Quello che sta per finire, sarà ricordato come l’anno del Triplete della mia squadra del cuore, l’Inter, vincitrice in Italia (Scudetto e Coppa Italia) e in Europa (Champions League) come mai nessuna squadra di calcio nel nostro Paese. Un grosso grazie per le emozioni che mi ha fatto provare nel 2010, a José Mourinho, più che un allenatore, un esempio di vita. E mi dispiace per quelli che non lo trovano simpatico e lo odiano. Forse, è così, perché lo invidiano. Poi, è arrivato il quarto titolo, quello più importante dell’anno, la mia laurea. Terminare gli studi è stata per me una vera liberazione. Questo traguardo raggiunto ha sprigionato in me nuova vitalità e chiedo scusa se mi sono sfogato, ma io non vedevo l’ora di voltare pagina. Sì, pensare finalmente a godermi questa vita. Ma, alla fine, conta come ci sentiamo dentro e perciò grazie a d.M. e alla grande famiglia del Coro che mi ha permesso di mettermi in contatto con la parte più profonda del mio essere e soprattutto con Lui, facendomi capire l’importanza di un sano e vero vivere insieme, di vedere Dio in ognuno di noi. E, poi, dopo che quest’anno sono anche diventato “soldato di Cristo”, un altro grande passo verso la mia maturità. Ecco maturità, che avrei dovuto acquistare dopo aver compiuto il diciottesimo anno d’età, ma si sa che non è così. A fare di un ragazzo come me un uomo non è il semplice passare del tempo, ma nuove abitudini. Sono le esperienze che ci plasmano. E ci fanno crescere. Perciò, guardiamo avanti verso nuove mete! Perché, come ci ricorda Leo Buscaglia, “la vita la si comprende guardando all’indietro”, ma “la si vive guardando in avanti”. Pertanto, stupite ogni giorno voi stessi e andate incontro alla vita! Auguri! P.S.: intanto, l’Inter ha fatto la “Manita”, aggiungendo al tris di vittorie con Mourinho, la Supercoppa Italiana e il Mondiale per Club con Benitez. Che, forse, pagherà caro il suo sfogo con Moratti, subito dopo la vittoria di Abu Dhabi. Buon anno a lui o a chi gli prenderà il posto. Perché, caro Rafa, non si smette mai di vincere!

[continua]


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