Antologia del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2009

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2009
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 78 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6037-8910

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Antologia delle più belle poesie del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2009


Antologia del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2009


DONATELLA BALDUCCI

Il domani

Il domani è dentro di noi,
lo svilupparsi di una conoscenza già nostra, che aspetta solo di essere compiuta.
Dentro di noi sono vivi presente, passato e futuro,
un insieme di emozioni che aspettano solo di esplicarsi.
Non importa i domani, ma l’oggi.
Vivere ogni momento come se avesse il sapore dell’eternità.
Ogni momento è unico.
Ogni giorno è una nuova esplorazione e conoscenza.
Perché quando si è convinti che è tutto perso,
è proprio allora che può cominciare qualcosa di nuovo.
Non si può immaginare cosa ci aspetterà domani,
si può contare solo su se stessi,
dandoci sempre l’opportunità di cambiare
e conoscerci in maniera diversa.
Non è mai troppo tardi per essere e fare quello che avremmo voluto da noi.
Così inaspettatamente, il domani può trasformare una sconfitta in una vittoria.
Senza gli errori di oggi, non ci sarebbero le persone del domani.
Il domani è conoscenza, sapere.
Il domani è adesso, una continua sorpresa.


ANTONIO BALIA

È l’amore

Straordinario
sublime
soave:
è l’amore.

l’amore vero
sconfinato
e senza veli
proveniente dall’Amore
e dal Mistero.
Trasformante d’ogni cuore
e più non vedi
ciò che impediva
di volare
per davvero.
ConcediGli di te
ciò che detieni
rispondi prontamente
ti rivelo
dalla vita che conduci
e che concedi
potrai capire
l’agir Santo
del Mistero.


FABRIZIO FINETTI

La modestia (di Michele)

Modesto è colui che sa ma non lo dice;
muto ascolta i discorsi altrui di vanto e d’importanza,
valutar ti sa e poi ti dà soddisfazione.
Grande stupore infligge poi al maestro che all’opera lo mise;
e veder che la sua arte supera la tua
ti mette in ombra agli occhi altrui,
ma non importa a lui.
Il grado di sapienza di cui lui è dotato,
non gli provoca divismo,
non vuole essere lodato,
ma riman modesto, modesto, come è sempre stato.


SILVIA ANNA MARIA GOI

Dove abita oggi il
vago dorato luccichio
degli ori vecchi omerici?
Un tempo il mattino delle isole
Lo vide al limitare del giorno.
Era, quello, il tempo dei velieri
Delle polene poppute e degli stucchi
Mentre i mostri chiudevano gli occhi rutilanti
Sul fondo del buio-ceruleo mare.
Dove brillava il ciuffo d’oro alla maniglia
Nella capanna delle due sorelle?
Busserò alle case che conosco
Risalendo fino alla radura,
là dove erano i funghi (l’altr’anno era piovuto)
e giaceva abbandonato tra gli aconiti
il corno dorato del fanciullo.
Oggi sul tetto della mia muschiosa
Magione nelle selve lo cogliemmo
Scintilla del mattino, l’abetaia
Risuonava di voci nell’aria
I suoni al freddo
Ci punsero il cuore all’alba.

10.V.97


ROSSANA GUERRA

Un volto, una voce

È gente che scappa, abbandona radici,
arriva su vecchie carrette di mare,
approda sulle nostre spiagge,
cerca una vita migliore!
Stanno gli uni agli altri attaccati,
attoniti, muti, si lasciano contare,
catalogare, hanno fame, hanno sete,
sono uomini!
Appare alla vista
una massa che avanza,
cresce la paura!
Poco conosciamo di loro
né loro sanno di noi,
si consumano giorni fra estranei,
la paura ci accomuna,
ci divide, ci consuma!
Si fanno leggi, regolamenti,
inesorabile la massa avanza,
come acqua di un fiume in piena
tutto travolge,
sono uomini!
In loro il sogno di una vita migliore!
Sono uomini:
parlano, raccontano, dicono, sperano,
ognuno ha il suo volto, la sua voce,
hanno la nostra stessa voce!
Vibra il suono della parola nella lingua di ognuno,
racconta la parola di usi e costumi.


SILVANA LICARI

Azzurro quiete

Vedo i tuoi occhi
materni
di un azzurro quiete
incorniciati
dai capelli scuri
frammisti
a fili bianchi
che si arrendono
al mio sorriso
scanzonato
di imprudente figlia…
E ricordo anche
quando quegli occhi
s’incupivano
paventando per me
il pericolo…
o s’illuminavano
di gioioso amore
alle buone nuove.


MICHAELA MENESTRINA MERSEBURGER

Il diavolo veste Prada

omaggio a David Frankel, 2006

Nel palazzo di cristallo
si aggira il diavolo della moda
violentemente impeccabile
sottilmente feroce
e aggressivamente fragile.
Il suo potere illimitato
schiavisticamente obbedito
creativamente rigenerato
ma umanamente vinto,
induce il suo braccio destro
a scalare tanti gradini
quanto le basta
a comprendere
quel prezzo che non vuole pagare.
Sull’ammiraglia del potere
il miglior sorriso
alla bruciante sconfitta
è dono del diavolo
a chi ha il coraggio di disubbidire.


ANNA MARIA MONTALBINI

Canto

Canto a un amore perduto
canto a un amore
che non ho mai avuto,
canto a un sogno sognato
e non realizzato,
canto a una melodia
che non ho mai scordato;
canto all’onda del mare
che mi porta l’eco di suoni lontani,
canto a un sole spento
per chi non ha domani.
Canto al suono della pace
che non ho mai sentito,
canto a un uccello in gabbia
e ad un cuore ferito;
canto a tutte le emozioni che ho provato
canto a quelli che non han mai cantato,
canto a una notte insonne
e a una notte d’amore,
canto al futuro di bimbi di ogni colore.
Canto a te
e non mi stanco di cantare
e forse il tuo canto
giungerà a me


IDA NEGRI

L’ultimo ballo

Ninfa attorno al fuoco
volteggia leggera senza quasi
toccar terra
fluttuante falena attratta
da quella luce ipnotica
si appresta festosa alla fine
finché avvolta da fiamme viola vola
crepitando in mille scintille.


DONATO ALBERTO SCALFARI

Il tuo sorriso

Quel tuo sorriso
dolce come un respiro di primavera
muove i suoi passi dentro un cielo cobalto
e melodie d’alati stormi
scandiscono il sottile declino
di un pago sole.
Odorose zolle
umide di piogge
inebriano di fascino
l’etere dintorno
allorché,
voci sommesse di biondi petali,
riveriscono le tue dischiuse labbra
fresche di bucaneve.
Di quel lontano giorno,
mi sovviene il tuo volto grinzoso di stupore,
il tuo sorriso leggiadro,
vezzoso come rivole acque
esile come steli di brughiera
mentre assorta nella lettura,
leggevi fra le righe smarrite della nostalgia
l’antico amore, effimero come un soffio!


MARIA SOCCAVO

Primavera

Si respira
il fresco nuovo
nell’aria di Marzo
ed ecco arrivi
avvolta di sospiri
spargi margherite
come fiocchi di neve
fra teneri pensieri.
I tuoi vestiti
di tramonti infuocati
tessuti con cristalli d’arcobaleno
spargon nell’aria
onde di sospiri.
Sciogli le nere trecce
odorose di maestrale
di pensieri abbandonati
cullati da questo mar
agita nell’aria
fili di vento intrecciati
con spasimi d’amor
faranno da richiamo
agli animi smarriti
che come uccelli
ritorneranno ai loro nidi.
Oh! Primavera
di incanti sognati
di impalpabili magie
di segreti sentieri
nascosti nelle anime in fiore
ritorna a cantare
la tua dolce canzone
prima che la notte
svegli il suo silenzio.


PAOLA CHIARA STECCANELLA

Opera 10^ classificata

Caffè letterario

La tavola imbandita
di libri e marmellata
è il nostro rifugio,
la casetta sull’albero
tra i tetti di Verona.
Sfioro le alte nebulose
tra i richiami chiassosi
dei gabbiani
mentre mi leggi il tuo Saba.
Mai fui così vicina
alla tua essenza.


BARBARA TONELLO

Edera

Edera,
intere pareti risplendono
dell’umido groviglio di perle,
al mattino;
orde di insetti la infestano
delle sue spire facendosi burle
e nel sol ronzandole vicino.
Edera tenera,
edera odorosa,
verde, elegante,
edera arrogante.
Pianta dall’essenza soffocante,
edera rampicante.
Edera ramo forte,
stretto attorno ad anime morte.
Edera astuta,
vegetale che ombreggia
e candidamente spegne,
erba fatale,
ornamento tombale.
Edera dell’amore sempiterno,
edera che protegge e cura
cresce, adorna e solo alla fine incute paura.
Quando il soffio più non ci passa,
e neppure la luce lì più bussa,
ciò che è sotto lento muore
soffocato da quel troppo profondo amore.
Amore che cura e che protegge
di cui le cose lente si infatuano,
ma poi le radici divenute schegge
insidiano, sventrano, lente diramano.
Edera tenera,
edera bella,
metafora dolce
d’amore e di morte.


PETRA TRIVILINO

Il nonno

Ti racconterò una storia
appena potrò vedere di nuovo
quello che mi ha accompagnato
per tutta la vita.
La via intrinseca che in un rumore di vetro
mi ha lasciato vedere nuovi miracoli
e mi ha tenuto la mano,
per mano,
nella mia vecchiaia.
Ti racconterò una storia
quando avrò finito di sognare,
di bere il vomitare del mio cervello,
tutti i colori del mio cervello,
tutte quelle lucciole dentro i tubi di carne.
Ti vedrò in mezzo al verde rame
di un occhio nuovo
e la scintilla di quello di un animale,
e ne capterò le parole
per metterle nella tua bocca.
Ora non posso raccontarti nulla,
perché la mia storia,
per ora,
è ancora in piedi
a fissare le nuvole.


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