Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2013

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2013
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 56 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-4059

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Antologia delle più belle poesie del Premio Il Giro D’italia Delle Poesie In Cornice 2013


In copertina: Illustrazione di © Dmitry Remesov – Fotolia.com



Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2013


Paolo Azzurrini

Un tumulto
gocce d’orgasmo mi hai donato
per il mio cuore malato
malato di te


Magia nel roseto

Nei gironi vellutati di una rosa,
un piccolo scarabeo sta di casa.
Cibandosi di quel nettare;
poltrisce; al tramonto si assopisce.
Al mattino spiegando le sue ali, spicca il volo,
la “sua” rosa gli ha fatto un dono,
aurei riflessi,
al piccolo moscon d’oro.


Profumato inganno

Notte d’estate, nella radura ai margini del bosco,
al meriggio, lavanda e ginestre dai dorati cespugli
diffondono il loro profumo al sole dovuto.
Quell’ameno spazio,
sembra aver imprigionato l’intensa fragranza
per farne dono a una leggiadra bionda silfide grazia.
In alto Selene rischiarava la notte lunare
negli occhi di lei rifletteva lucente il cielo stellare.
Le fanno compagnia a luci intermittenti, minuscoli esseri viventi.
Ammaliata sogna l’amore… ma il viso del principe si trasforma in
leone, sguainata la… spada, l’assalto è portato,
quel vergine sangue sul prato è versato,
la preda ghermita, la psiche ferita.
L’amore sognato è ora straziato.
Anche la luna si è fatta aiutare da nube coperta,
non volle guardare quel misero atto brutale.


Milena Boldi

Neve

Rapido come il battito d’ali
di un uccello che ha preso il volo,
il mio cuore prova un’emozione
più forte della mia volontà.
Nevica.
L’aria pungente del mattino
che mi ferisce gli occhi
e la neve che scende in grossi fiocchi
in questo paesaggio incantato
mi lasciano senza fiato.
Gli alberi sono carichi di neve
che cade a tratti per il gran peso,
con un tonfo leggero.
È un mondo che ha perso i suoi colori,
avvolto in un silenzio ovattato,
che lascia spazio ai ricordi dell’infanzia
e di un pupazzo di neve mai finito.
Tendo le mani ad accogliere i fiocchi
che si sciolgono al primo contatto,
poi guardo il cielo bianco
per sentirli appoggiare sul mio viso.
Cammino leggera dove c’era il sentiero
e sento il rumore della neve soffice
sotto i miei passi,
in questa atmosfera magica
che strappa a tutti un sorriso.
E in questo mondo al rallentatore,
dove sembra che all’improvviso
ci sia più tempo per tutto,
avverto viva l’essenza del Creatore.


Enrico Bonfiglio

Il Bastone

Ti vedo dalla finestra allontanarti, con gli occhi arrossati
da ricordi che fanno ancora male.
Ti dirigi verso il tuo biciclettino che vederlo è un po’ ridicolo,
ma per te è il tuo cavallo bianco
che ti può portare dove ormai le tue gambe non possono più.
Cammini barcollando dentro una giacca di dieci chili fa.
Ti manca il tuo bastone che ti sosteneva, volato in cielo senza un perché.
E aspetti il giorno di rivederlo e allungando la mano gli dirai:
«ciao, sono qui e non ti lascerò mai più».


Andrea Caldarigi

A Firenze

Nella città sotto i grandi d’Italia qui vagabondo
qui, ove l’arte si fece mondo
Ah Italia, che crei arte come fosse grano
come può questa mano
esser degna
di ciò che questa poesia di narrar s’impegna?
O mia arte
qui ci si gioca tutte le carte
sotto i versi del Noi Più Grande
da cui la nostra lingua fece vivande.
Temo scrivere, sotto il cielo di Dante,
ma non sol di rime questa città fu amante:
s’ergon vecchi giganti
ma ch’alla vecchiaia son sempre avanti
vanti d’Italia mano
che riportano un incanto lontano…
O Villa d’Italia, non ancor ti rammirai intera
che già mi diedi le fiamme della Tua Era…


Marcello Canepa

Briciole di coscienza

Occhi gonfi,
fiato corto,
parole mozzate a metà,
lapidari ricordi
scolpiti nel cuore,
fiori,
candele.

Lacrime,
lente scivolano sul viso.

Mani tremanti,
voce roca,
spasmi,
conati.

Sudore,
freddo scivola sulla schiena

Gambe molli,
passi insicuri,
smarrimento…
…ora dove sono.

Sguardi,
veloci sfiorano il mio corpo.

Pulsazioni,
un distillato all’amore
scorre nelle mie vene,
sospiri,
rancore.

Vita,
frenetica scivola nel corpo.


Angelo Maria Consoli

Parole

Scrivo di getto e quasi al buio,
queste parole di fuoco acceso
che incandescenti affiorano
a tatuar indelebile il volto tuo diletto.
Le loro vampate ardite sciolgono,
come lava lenta a valle,
le catene impenetrabili del cuore mio di pietra.
Un crepitio crescente di vibrazioni antiche
incendia l’alma mia schiudendo il suo forziere:
t’amo d’amore immenso, fonte dell’essere mio.
I miei silenzi estatici pensavo tu li leggessi,
il mio mirarti immobile ero certo ti avvolgesse,
i miei timidi abbracci credevo t’intenerissero,
svuotavo di ogni libidine gli amplessi della notte,
per mantenere sacra la dolce tua bellezza.
Adesso che son solo e penso,
comprendo cos’hai voluto dirmi
fuggendo via da me così delusa e stanca.
Destati amata mia, porgi l’orecchio incredulo
non senti quel calpestio lontano?
È la foga della passione mia
incedere superba e maschia
a conquistare possente il tuo femmineo cuore.
Accogli, inebriandoti, la sinfonia delle mie sillabe:
ti amo e sarai mia per sempre
in un carnale amplesso che spegnere mai vorrai.


Jolanda Fassina Smaniotto

I nostri cari

Quelli beneamati
che hanno superato
la spinosa siepe
della vieta
ci sono vicini
più che mai!

Si rispecchiano
nelle loro immagini
sparse per casa
rivisitano la vita
ci seguono passo
per passo ci amano!

E poi ci chiamano
con voce silente
ci risvegliano
alla dura realtà.

I nostri Cari
ad ogni Natale
si rivelano
nell’armonia dei cantici
nella policromia
dell’aria!

Ci addolciscono il cuore
nell’Eco degli Auguri
nelle strette di mano
in dono di Pace!


Roberto Gerardi

Corro

Vado solo con ira
avanti senza voltare
dietro lo sguardo che mira
orizzonti da varcare,

sinché la gamba gira
ogni battito è regolare,
l’aria che si respira
ossigena senza affannare;

corro, mi sento libero
ogni pensiero va via,
non mi sembra vero,

il sorriso si riavvia
rigenera un animo fiero,
al traguardo mi avvia.


Samuele Mione

Auschwitz

Nero, ciò che vedevo
nero, ciò che sentivo
nero, ciò che sapevo
nero, ciò che proveniva da quel luogo maledetto
nero, come i corpi carbonizzati
nero, perchè dopo aver bruciato rimane
solo il nero di uomini che non sono più uomini
nero, ecco come erano vestiti quei mostri
nero, il cielo intorno a quell’inferno
nero, l’ultima cosa che ho visto.

Sarzana, 2012


Fratello

Io ho visto
Il nero bruciato
Il rosso tagliato
Il giallo squartato
Il bianco spezzato.

Eppure il sangue
Era di ugual colore
Che fosse bianco, nero, rosso
O giallo.

Io ho visto
E ho capito come l’odio
Causi altro odio.

E ora fratello
Nero, giallo, rosso, bianco, io ti dico
Siamo tutti simili
Diversi ma
Con lo stesso sangue.

Sarzana, 2012


Paolo Pietrini

Coltivare speranza

Ho coltivato speranza
strappando illusioni negli orti
del mattino, curati con passione,
concimati d’entusiasmo.
Ho coltivato speranza
spargendo certezze nei campi
di giornata, curati con impegno,
concimati di coraggio.
Ho coltivato speranza
raccogliendo delusioni nei prati
della sera, curati con fatica,
concimati d’amarezza.
Ho riempito cestini di battaglie
perdute chiamate vittorie
ma erano veli soltanto
per coprire la verità.
Smorzato l’impegno,
consumato il coraggio rimane
la voglia di vivere e grida
speranza al futuro.
Il tramonto rammenta
memoria di battaglie perdute
e amarezze patite
ma la voglia di vivere
accende coraggio e coscienza
degli eroi senza nome
e coltiva speranza
per tutti i figli del mondo.

Gennaio 2013


Federica Ribis

La correzione delle forme.

Si sentono, come movimenti,
i discorsi celati,
di sicuro sanno come si fugge,
all’alba dei resoconti,
come misteri di viaggiatori,
come movenze di un ricollocamento,
appartenuto, o mal appartenuto,
allo scrosciare, alla vedetta,
che andava nei movimenti assenti,
al tremore lontano, del montato fiume,
della senza meta, della minaccia,
come mal conteso,
per il segreto che prendeva l’uomo dallo sguardo brillante.

Al suo seguito,
dell’opera,
come nel verismo che al colore contorce,
il silenzio animato del manovratore incostante,
si concedevano tutti alla pioggia,
che entrava dai loro occhi aperti.

Così, per sicuro,ho fatto scoprire,
l’ala della sommossa,
ho ricercato, quanto, non potevo dire,
con un miraggio lontano,
sono sceso,
lungo le coste fatte dei corpi dei remi,
nella fiamma,
un tesoro comprato, fissava il cielo,
delle gemme che scoppiavano.


Gianni Sardi

Il ritorno del tuo sorriso

Il vento porta via le parole
confonde lacrime e pioggia
da quando sei andata via
come le onde del mare.
Speravo che, come le primavere,
tornassi..
è duro vivere
con la speranza che svanisce
giorno dopo giorno,
l’illusione che si frantuma
come castelli di sabbia,
come frammenti di cuore;
e il viso,
che si abitua
ai muscoli stanchi del tempo.
La notte ormai amica,
è compagna antica di tanti dolori
e vorrei incontrarti
dove il tempo è lontano
e ancora altre mille volte
finché i nostri passi
non diventino gli stessi.
Maledetto, questo “dopo’’ tanto temuto;
è giunto
e resterà per domani,
resterà per sempre
nei giorni senza più parole,
senza più sorrisi
nelle notti in cui vorrei dolcemente
addormentarmi fra le tue braccia
aspettando
il ritorno del tuo sorriso.

Gianni Sardi,ventiquattro gennaio 2013


Luciana Scaglia Grenna

Muro…

Muro grigio, incolore,
vissuto per lunghi anni
osannato e odiato
dovendo ignorare
le barbare lacerazioni
che succedevano
tutt’intorno.
Tu sei stato testimone silenzioso
di tanto strazio umano.
Poi una silenziosa
ma radicale metamorfosi
ha fatto sì che l’uomo capisse
il male che aveva fatto
e allora, finalmente, un giorno
rimasto famoso
nella storia degli uomini
votati alla libertà
si arrivò alla conclusione
che era fondamentale
abbattere quel muro
e da allora alla gente
risultò chiaro
che la vera vittoria
è la libertà di potersi muovere
dove ognuno creda
nord, sud, est, ovest.


Alessandro Tolomei

Lacrima

Mi disse
Che un uomo
Non piange;
Mostra alla vita
Sempre il muso
Più duro.

Me lo disse
In quel giorno
Di pioggia
Quando compresi
Che non l’avrei
Più rivista.

Me lo disse
In un’immagine
Che sapeva di fumo:
Un luccicone
Che mi obnubilava
La mente.

Me lo disse
In un discordante
Squallore
E disarmato fui io,
Io che sognatore
E fidente credevo
Che almeno in lei
Amore vivesse
Per sempre.


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