Antologia del Premio Letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2010

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2010
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 130 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-0150

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Antologia delle più belle poesie del Premio Olympia Città di Montegrotto Terme 2010


Antologia del Premio Letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2010


Giustina Ambrosini

Donna del mio tempo

Battito di ciglia,
polvere di cipria, l’arcobaleno sul tuo viso, palpebre d’argento
rosse le tue labbra,
donna del mio tempo.


Underground

La strada malata s’inabissa,
underground.
Il mondo degli invisibili avanza,
tu non lo vedi, ma il cuore è lì,
alla ricerca disperata di salvezza.
Il rombo dei motori in superficie
copre il suono della tua voce,
non esiti, nulla accade,
tutto è fermo.
La calura insopportabile
accende l’odore immondo
dei gas di scarico: fetore irresistibile.
La strada malata s’inabissa,
underground.
Non vuole più vedere né sentire.
Il mondo degli invisibili avanza.
Il violino piange,
note disperate cadono nel sottosuolo.
Il fazzoletto della tua mano
copre la bocca.
La tua voce prende fiato,
come l’acqua di un torrente
scende libera e ribelle,
ma il cuore è lì nell’abisso,
alla ricerca disperata di salvezza.
Il mondo degli invisibili avanza,
muto, senza singhiozzi, senza urli
nell’attesa del riscatto.


Patricia Blasi

Eccomi in terza rima

Si innalzi privato e degno vanto
allo sguardo attento. Qui intelletto
dispiego e disquisisco in canto

della mia parola faccio diletto,
d’umiltà io vesto tale mia melodia
il vedovo canto porto al cospetto

e i contadini mietono la via.
D’ogni mio sogno il fato fu padrone
rese me schiava della sua follia

nella sua invisibile prigione.
Qui dipingo d’argento la speranza
cercando della vita ragione

mentre soave la parola danza.
Da me venni in questa riva virtuale
a rimediare del destin mancanza,

cercando un asilo per me ideale.
Imploro codesto cielo arcano
di donare all’anima mia il reale

a non offrirmi all’ignoto profano
Né tornerà tempesta e nuovo affanno
o se nuova fiamma lontano

s’accende, per riparare il danno,
scoppietta divampa sfavilla brilla,
dal mio cuore fuggirà l’inganno.


Mattia Bonanome

L’utilità di piangersi

Quanti momenti inutili
Pezzi di un bicchiere vuoto
Rotti e calpestati
Pochi i momenti utili
Pochi i significati ed esili
Esili i pensieri utili
Fregatene di te stesso
Se tutto è un bicchiere rotto
Calpesta la tua poesia
In un utile momento di autocommiserazione.


Spaesata mente

Tachicardico, ansiolitico
calmifico, isolante
Come un treno mi ritorna
tutto in mente in un istante
Sposto pietre e grossi massi
tra fuggevoli concetti
Trovo liquidi rancori
nello scrigno dei difetti
Trovo libero il mio fiato
di danzare controvento
Sento stretto alla cintura
un ormai vecchio sentimento …
…quanto a quello che pensando poi mi resta
lo rimando, controvoglia, ad affollare la mia testa.


Strano il tempo

Strano, il tempo.
Il tempo è come un fiore
Il giorno come petalo
Di notte la sua foglia,
la vita come un’ape,
ne coglie il dolce nettare
e poi fugge.


Rita Buzzi

Sull’uscio della sera

I giorni sfavillano via…
insieme alle farfalle colorate
e alle foglie che colorano d’autunno.
La luce del giorno si accorcia
e si fa presto sera…
davanti alla legnaia…
e vicino alla ceppaia!
I giorni e gli anni si accorciano…
i capelli s’imbiancano…
e le rughe avanzano!
Ci si invecchia come il vino d’annata…
che invecchia sugli scaffali della cantina!
Dentro ai dolci ricordi si rivivono…
ancora gli anni verdi…
e quelle belle tavolate all’aperto
piene di profumo di pane e di fette di salame
che si facevano alla fine…
di ogni mietitura…
Mentre le lacrime scendono nel ricordare!
Gli anni sfavillano via…
insieme a tante belle primavere
trascorse in campagna…
insieme alla famiglia…
e sull’uscio del vecchio casolare!
Il pensiero vola al di là del cielo
più scuro che sereno…
avvolto dentro al Mistero!…
Mentre sull’uscio della sera
gli occhi s’inumidiscono… nel ricordare!


Antonio Cannistrà

Vestita di bianco

Nottetempo odo un debole fischio
provocato dal vento che s’infiltra
nelle fessure della finestra entrando
nella stanza, svegliandomi d’improvviso.

Ed ecco che ascolto il leggero sibilo del vento
che mi porta in luoghi lontani.

M’addormento e sogno una dolcissima donna
vestita di bianco candido che da lontano si
avvicina sempre più a braccia aperte.

L’osservo, è bellissima come una fantasiosa
margherita, le chiedo ma tu chi sei?
mi sembra di conoscerti!

Lei con voce ferma e amabile risponde,
non mi riconosci più?

All’istante il cuore mio inizia a palpitare
all’impazzata, inginocchiandomi le prendo
la mano, si rispondo con voce tremante e con
gli occhi pieni di lacrime, si madre mia ti riconosco.

Da tempo volevo ringraziarti per l’amore e la guida
sapiente che mi hai dato.

In questa quiete notturna con il cuore in mano ti
chiedo perdono “MAMMA” per le amarezze che ti ho provocato.

Con le mani sulle guance m’accarezzi dolcemente
dicendomi, ti vorrò sempre bene figlio mio,
vai non ho nulla da perdonarti, vai e prega per me.


Karina Isabela Comanescu

Effetto farfalla 2

Offrimi un abbraccio profondo
che abbia l’odore semplice, puro,
dei bambini e del pane,
il calore di un’emergente e sottile
seduzione.
crea per me il ricordo in cui
saprò addormentarmi, sorridere sognando.
Che diventi il tuo volto
o quel profumo ad ogni risveglio…
misteriosamente.

Solo un’ora e che non sfiorisca
solo un giorno indimenticabile
e per un po’, il sonno, a vegliare su carne
onirica.
Per un po’ il resto diventi inesistente.
Ci stringiamo le mani
consapevoli di non poter contrastare
la vita
che anche questa volta ha un corpo:
il nostro, fino alla fine.


Neve insonne

La convergenza delle nostre ali
è la paura stessa da prima che le dessimo
un nome. Siamo maschere
piegate all’incontrario e orbite sciolte
in un ritratto teso alla coagulazione.
Buonanotte al sole che mi brucia
anche quando è buio ti vedo.


Gioconda Nadia De Stefano

Sogni

Cieli di cera colorata
ondeggiano
davanti alle palpebre socchiuse.
Si dilegua
quest’orizzonte incerto…
Ci lascia a perderci
in confini più reali…
Siamo grembi infecondi.
Esseri annichiliti
dal buio e dal silenzio dirompente…


Primavera

Si insinuano sotto pelle
e arrivano al cuore
un tremulo chiarore
filtra dalle persiane…
È nuovo questo giorno!
Respiro impalpabili odori…
Sono rose
e sbocceranno ancora!


Il conto

Invincibili…
Questo eravamo
nel tumulto appassionato
dell’amore…
Soli adesso!
Nel tormento
di quel vissuto…
…il conto prego!…


Fabrizio Finetti

Un problema (quasi serio)
Dedicato a tutte le donne

Uscendo da nebbia e calore,
avvolta in un lieve mantello,
ti asciughi le chiome con cura e le forme del corpo,
con quello.

Pulisci lo specchio appannato,
ti guardi con fare sicuro,
mi sembri come la strega,
che è nella fiaba, ti giuro!

Non chiedi se sei la più bella,
di questo a te non importa;
è un altro il pensiero che assilla,
che ti aspetta oltre la porta.

Ma dopo asciugato i capelli e ti se vestita con cura;
apri decisa la porta e ti incammini sicura.

Scendi adesso le scale,
pensando ancora al problema;
ma ormai decisa lo affronti,
come un attore fa sulla scena.

Chiami dubbiosa il tuo uomo e con la voce che è in pena,
afflitta gli chiedi…..
«CARO NON SO COSA PREPARARE PER CENA»


Giulio Giogli

Io ci sarò

Adesso avrò tempo per vederti più da vicino
e salire lassù dove nascono le sorgenti
svelate da distese di biancospino e odore di rosmarino
per allontanarti da tutte quelle menti sapienti… e indifferenti,
adesso avrò tempo per conoscerti veramente e accarezzarti
… i tuoi dubbi profondi a volte… senza risposta,
ma una ragione è l’amore, che anche i miei silenzi volevano trasmetterti
senza enfasi, ma che il tratto leggero di un dipinto del mare con la sua costa.
Adesso avrò tempo per stare nei prati con i cavalli in libertà
e respirare tutta l’aria del cielo che arriva improvvisa e senza barriere,
che gioia osservare i colori dell’orizzonte e i segreti dell’anima della gente, che bella scoperta…
ora lo sò la mia vita è servita,
sono felice di sentirti vero, anche se sarai tu a provvedere.
Adesso avrò tempo per setacciare il grano e scegliere la farina migliore
abbiamo sofferto per anni, ma siamo diventati
padroni di noi stessi, con orgoglio,
che bella la tua luce, non me ne ero mai accorto,
dovevo lavorare, non ero mica dottore…
Tanta gioia figlio mio
ma non sarai mai solo, nei tuoi ricordi io ci sarò, a vegliare su di te.


Roberta Iacobucci

I meriti del cuore

Non è abbastanza il miracolo di queste stelle
che si specchiano senza impallidire
come se tu fossi mare silente
che accoglie il loro profilo.
Non è abbastanza il portento di questi girasoli
che sfiorano il cielo e vanno a cercarti
come se tu fossi astro.
Nulla di ciò che vedo basta
né sarà mai abbastanza a tuo confronto.
È qualcosa che non si può spiegare,
nonostante le parole del mondo,
nessun grande poeta potrebbe aiutarmi ora,
ora che ti vedo e voglio descriverti.
Ma i meriti del cuore
son quelli di colmare il vuoto dei discorsi,
e ciò che non riesco a dire,
leggilo nel mio sguardo
e,
nel silenzio che ci metterà di fronte,
capirai tante cose.


Roberto Litterotto

Splende la luna

Splende la luna
sulle ceneri di Auschwitz,
ombre vagano a capo chino
cercando giustizia
sempre negata.
Ove il boia ghigna
sulla bocca spalancata
di mille forni…
Nelle carni dilaniate
di Srebrenic ^a
nelle Twin Tower
per le strade di Kabul,
Cina, India, Tibet, Nigeria…
Mentre in ogni angolo
di terra martoriata
una madre
stringe al seno,
secco per fame,
un piccolo bimbo
che non vedrà domani…
Si spreca denaro
in nuove armi
sempre più potenti
sempre più letali…
Razzolano porci
su letti di diamanti…
E ancora,
la luna,
splende
sulle ceneri
di Auschwitz!


Leonardo Manetti

L’elastico dell’Amore

Il solo pensarti mi rallegrava,
Il solo guardarti negli occhi
Curava le mie ferite,
Il sogno di averti mi riempiva
Il cuore di felicità.

Le volte che ti incontravo
Sentivo il battito aumentare,
Una dolce piacevole sensazione
Avvolgeva il mio corpo.

Non volevo innamorarmi,
Non volevo aprire gli occhi.
Continuavo a percorrere la mia dritta via
Ignorando le parole del cuore.

Urlava inutilmente a gran voce,
Trasmetteva parole, suoni e emozioni
Che io caparbiamente facevo finta
Di non sentire.

Non volevo farti capire quanto eri speciale,
Forse a volte l’inconscio, molto più sincero di me
Tradiva le mie bugie,
E dipingeva armoniosamente la verità.

per fortuna la vita
Non è sempre un letto di un fiume,
Ma una ruota che gira,
Un treno perso ma preso in ritardo.


Vincenzo Mazzone

Nel cuore

Dai luoghi remoti del cuore
sento arrivare all’improvviso
i ricordi che odorano d’infanzia.
Maestosi ulivi,rigogliosi aranci,
quante parole dette all’ombra vostra!
Mentre l’acqua stanca di antiche fiumare,
sconfitta si arrendeva al sole estivo

Nonna Maria lontana,
con gli occhi dolci e dal vestito nero,
e i mille salmi detti
al tiepido calore d’un braciere.
Vero è che quel calore non mi ha mai lasciato,
lo porto addosso sin dal giorno che son nato.
Vi porto addosso tutti,come un marchio,
lieti momenti dell’età passata.

E quando nelle sere desolate, il vento mi porta i suoi profumi
la pelle brucia,tutto torna chiaro,
i luoghi,i volti ed i sorrisi,
la dolce sinfonia di un fuoco acceso,
la luce smorta d’una vecchia candela, la storia d’un brigante, quella vera!
Nonna Maria, al caldo d’un braciere,
felice fu il mio tempo in quelle sere


Anna Maria Montalbini

Una lacrima e un sorriso

Scorrono le immagini
ma non per me.
Case alberi prati si rincorrono
ma non per me.
È vuoto lo sguardo
perso in un grande dolore.
Qualcuno mi è di fronte
non so chi sia.
Non può certo vedere
il lacerarsi di un cuore
che in rispettoso silenzio
piange
e prega le lacrime di non uscire…
nessuno mi potrebbe aiutare.
E il treno va
sento solo il suo ritmo
sempre uguale.
Vorrei che andasse andasse…
provo la strana sensazione
di allontanarmi dal mio dolore.
Non è così.
Mi allontano da te
da un sogno, da una vita
da una lacrima e un sorriso.
Ho lasciato il tuo amore
e non so
come vivrò, senza.


Monica Negroni

Stella del cielo

La prima luce che ho visto
nei tuoi occhi di cielo
che mai si è spenta e brillando scioglieva quel gelo
che talvolta crudele avvolgeva il mio cuore
finché una mano piccina mi riportava il calore.

Tu sei profumo d’amore, tu sei la vita gioiosa
Tu sei gioia e sei canto, tu sei bocciolo di rosa
Con la tua bocca, promessa di una vita già bella
Con tuoi occhi ove io solo so trovare la stella

Quando insieme troviamo la nostra natura migliore
e vicini sogniamo e ci immaginiamo altrove
sotto un cielo diverso, con acque limpide intorno
sotto la luna, le stelle e non facciamo ritorno.

Quando mi cerchi la mano e vedo quella lucina
che ancora limpida splende di una natura bambina
Quando mi cerchi la mano, quando mi sfiori la pelle
ed io con te mi addormento nei tuoi occhi di stelle.


Antonietta Niro

Vibrazioni

Le aspettative deluse
si intrecciano
come trama di un tessuto e …
come le corde rotte
del violino della mia vita
più non risuonano
ma …
mute cantano il silenzio.
Tu
meta assente
speranza errante
corpo senza mente
vivi per mio volere e …
arte diventi senza sapere.
Grato saresti
se solo comprendessi
ma …
i sordi che non sentono
per non donare
e i ciechi che non vedono
per non sognare
muti diventano
per conseguenza
ed arida è la fonte
che bagna i loro cuori.


Evaristo Righi alias Vaghi Storieri

Deviazione
III
N.G.F.

– Mi lascio un congruo spazio.
Bastare potrebbero pochi
minuti intensi al dì.
Ricordo altri casi di scritti,
a rate, fatti bene.
– Non bene! E, di certo, perdenti!
Perciò, mandati in fumo,
fra nebbie di tempi sparirono.
– Fu un buco in acqua. … Dunque,
… rimbocco le maniche e agisco:
la lotta per la vita
si vale di tutte le età;
la grinta occorre e, in testa,
la mente sicura; la Rita
l’ha messa a nuovo, a chi
l’aveva a brandelli, fattore
di accrescimento nervi.
– Sospetta, inquinata, incapace
la vuol, però, vedere,
malthùsianamente, l’istinto.
… E a forte rischio trovasi
un giusto, sereno successo.
– … Ch’è bene liberarsi,
inoltre, dei vecchi saputi!
E anch’io son d’essi, nato
nell’anno trentesimosesto.

Firenze, 5 dicembre 2009


Carmela Rita Romeo

Carezza Verbale

Un Verbo Gentile
cullato dal vento
Veste di Sole l’aria
logora di saggezza
E vagando leggero
sui sentieri
disegnati dal tempo
cancella le intruse
ombre clandestine.
Nei barocchi dintorni
delle umane irriverenze,
la Sua Carezza Lieve
si muove silenziosa.


Giovanni Sardi

L’occhio

Sera, gelida vuota sera,
mestamente m’incammino verso mura amiche.
Nella strada pochi, distratti infreddoliti passanti.
Il battito del cuore è regolare, senza sussulti.
La gioia non mi accompagna più
perché so di non trovarti,
so che non ci sei.
I passi non hanno fretta,
alzo lo sguardo al cielo,
all’improvviso uno squarcio nel plumbeo cielo d’inverno,
un nugolo di luminose stelle
brilla tra il grigio senza voce.
Un grande ‘occhio’ è apparso alla mia vista,
è “l’occhio del mondo”,
lo scrutatore
che, quando ha visto un fiore così raro, bello,
non ha esitato, e in un istante ti ha rapito, togliendoti dalla vista del mio amore.
Lo guardo ansioso, cerco di farmi notare.
Ti prego, ti supplico, guardami, prendi anche me,
voglio venire su!
Mi vede…
Lo sento, ne sono certo,
ecco, ora!
Freddo, impassibile si rinchiude lasciandomi qua.
Sera, gelida vuota sera,
mestamente m’incammino.


Francesco Vellati

La sabbia

Mi metto a sedere sulla riva del mare,
sulla sabbia morbida e calda,
mi sento bene
perché la sabbia è come un cuscino morbido.
La prendo tra le mani,
mi scorre tra le dita,
la guardo da vicino e penso:
“cos’è la sabbia?”
È una cosa grande
che avvolge tutti i mari del mondo
ma che è formata da tanti piccolissimi granellini.
Senza i granellini
la sabbia non esisterebbe
e noi senza gli altri
che cosa possiamo fare?
Ognuno di noi è un granellino di sabbia,
ognuno di noi è diverso
ma tutti noi formiamo una grande sabbia.
La sabbia ha bisogno di tutti noi
anche del granellino più piccolo.
Tutti siamo importanti,
come farebbero gli altri senza di noi
e noi senza gli altri?


Anna Maria Zanchetta

Otto marzo

Auguri a te donna!
A te, donna Afgana che credi ancora nella pace,
a te, donna del deserto corrosa dalla sete e dal calore,
a te, donna affamata che proteggi i tuoi figli e li nutri di te,
a te, donna di città che vivi in solitaria folla,
a te, donna in carriera che cammini guardandoti le spalle,
a te, donna della steppa che avvolgi i figli in una pelle
e cammini nel vento,
a te, donna di Calcutta che rantoli per strada
e sogni una capanna,
a te, donna di campagna che aneli alle luci della città,
a te, donna della giungla che vivi dei frutti della terra
e abbracci il sole,
a te, donna del chador che accetti il tuo destino
e credi nell’amore,
a te, donna di celluloide che ti illudi e vendi sogni,
a te, donna della fede che appoggi la tua mano
sull’altrui dolore,
A te, che delle donne sei Madre,
illumina loro il cammino ovunque si trovino.
Tanti auguri a Te!


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