Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2011

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2011
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 190 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-2123

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Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2011


Emilia Bacanu

Novembre

Sfogliami tu, vento
di pensieri
e di dolori
e di ieri,
sii complice
di quest’autunno
che mi partorì
con cura,
con ritardo
e
con gioia.


Stefano Baldi

Stella remota ed incompleta

Mare, come sarebbe possibile
vivere lontano da te,
non sognarti almeno ogni notte,
non poter ammirare ogni tuo divino movimento,
sei come lei,
una calamita alla quale non riesco a resistere.

Lacrima di sale
che scende sul tuo viso,
pensieri irrequieti vagano nel tuo profondo,
sogni lontani separati da muri intangibili,
ma che la luna oltrepassa indomita,
e ti scalda, lambendo il tuo cuore.
Stella remota ed incompleta,
cogli il mio cuore e uniscilo al tuo,
anima che oltrepassa i miei sogni,
e si getta nel fiume delle mie emozioni,
divine notti che calano,
e che nascondono nuove albe;
la notte ed il giorno
sembrano così differenti,
eppure sono anime gemelle,
come il sole e la luna,
e tu, mia unica anima gemella,
mia unica ragione di poesia,
dove sei?


Giusi Belluomo

Amare il Pensiero

Brilla la mia stella senza tempo
impaurita dalle luci del mondo

Non andar via pensiero
rimani ancora
fai compagnia a questo cuore
rendi fluido quel sangue
che senza di te indurisce queste vene

Vorrei fuggire da te
lontano
per vagare tra l’alito del mondo

Vorrei bruciarti
e spandere le tue ceneri al vento

Vorrei bagnarti
per diluire la tua essenza
e annaffiare l’erba

Vorrei ridurti in poltiglia
e poi frantumarti
per ritornare terra

Tutto questo vorrei
per te mio dolce pensiero
ma quello che più anelo
è Amarti


Carlo Antonio Bertolo

Grigiore

Grigiore, grigiore; sempre grigiore
là fuori, dietro la chioma del fico,
oltre il profilo del monte. La pioggia
sfila carezze sghimbesce sui vetri;
io che boccheggio nell’afa serale.
So che là fuori mi aspettano al varco
il genio del bene e quello del male.
Terrore di viver tempi a venire,
contorti, distorti: dì che non so,
neanche sapere oppure vedere
vorrei, e invano imploro gli dei.
Ieri! Sì, ieri ha un volto vissuto,
un dritto e un rovescio ch’è conosciuto,
ma non il domani. Guardo le mani
vuote di sogni, di fate morgane
d’iperboli strane, nudi bisogni,
pei quali non sai se poi ti vergogni
del nulla che tieni o’l niente che dai.
Domani, che ti solleva un vento
d’attesa angosciosa, fulmini, tuoni,
vuoti silenzi o cupi frastuoni…
Guardo, mi specchio: scomparso il virgulto,
del tempo mi resta solo l’insulto
di terra violata e seme sprecato,
disperso, inumato in aridi solchi.
Affondo le mani, cosa mi resta?
Due spiccioli in tasca e ‘l tarlo ch’ho in testa


Enrico Bonfiglio

Castello

Mura altissime mi circondano di bianco avorio,
lisce, immense, maestose,
assorbono le mie paure e ansie come una spugna intrisa di veleno.
Dal cielo acquerugiola non mi bagna,
ma appesantisce il mio cuore stanco e mi fa inginocchiare
su questa terra nuda,
che raccolgo in pugni stretti e mostro al cielo
chiedendo se un posto al sole per me ci sia,
e con la testa china piango miseramente.
Inveendo contro il Padre che si è dimenticato di un suo figlio.


Fabio Bossi

Sensazioni

Sulle cime innevate spunta un raggio di sole…
Le riscalda…
La sensazione di freddo che avvolge il mio cuore è immensa…
In lontananza si odono i suoni meravigliosi delle cascate…
È notte… si sente nell’eco una melodia di suoni…
Alzando gli occhi al cielo ho la sensazione che…


Lucia Copparoni

L’Italia

È come esultare
quando si è centrato
un bersaglio.

È dire di sì
ad un amico.

È ricordarsi che
è la nostra terra
e non la lasceremo mai.

È come vedere
un treno in movimento.

È come sventolare
la nostra bandiera
verde bianco e rossa.

Un giorno
forse
ricorderemo
che siamo uniti,
che siamo unici,
che abbiamo una bandiera.


Fabrizio De Gregorio

Opera 2^ classificata sez. Giovani

Quando amiamo senza rimedio

Mi duole un poco vivere
quando son esule
dal corpo bianco e scarno
del tuo amore.
Mi duole un poco vivere
quando non m’ami
quando incontro un uomo e non oso guardarlo
quando una donna piange
mi duole un poco vivere
all’ombra di giugno
fra i fiori del caldo
quando il vecchio cielo m’affida
nudo e solo all’immenso.

Ma quando t’amo e tu m’ami
son sazio
mordo il pane dell’esistenza
abbraccio ogni uomo,
l’anima si crogiola gioiosa
nel gorgo umano,
il cielo muore nel mio dolore
Quando t’amo e tu m’ami
sono infinito
la mia carne è l’eterno
della vita e della morte,
fra le mie crude membra
camminano gli uomini si perdono
delirano ridono cantano,
nel mio crudele sogno
silenti muoiono sorridenti
all’alba con le ombre
del fuoco notturno.
Sono
quando amiamo senza rimedio
ogni vita e ogni morte
degli uomini tutti.


Maria Chiara Firinu

Opera 7^ classificata sez. Adulti

Alla miniera

Si sale, si scende, laggiù…

È notte di giorno,
è notte di notte.
Aggredisci la pietra
ma pensi alla casa, più su…

Il tuo bimbo ora dorme, riposa.
Vorresti un abbraccio:
non c’è l tua sposa
che adesso è in silenzio
e già prega per te.

Tua nonna, tua madre,
han dormito identici
sonni leggeri aspettando
il ritorno del sole nel cielo,
aspettando il tuo passo sullo scalino di casa.

Sei lì per il pane:
ti accarezza il sudore,
ti abbraccia la terra
che sa di polvere e fatica,
che sa di passato e paura.
Sei dentro il suo grembo
che al buio ti dice:

«Fai in fretta, scava,
lavora più forte, respira…
quell’aria un po’ strana,
che sa di carburo e di nebbia,
che ha brama di luce.

Domani, là fuori, c’è il pane,
fra poco, là fuori, c’è il sole».


Nunzio Galvagno

Sei rimasta là

Sei rimasta là
Mamma
Sei ancora là
Nella tua casa
Nelle stanze
Nella scala
Nei balconi
Che affiancano
Finestre
Che ti cercano
Nel piccolo giardino
Sotto il Nespolo
La piccola cappella
Ricavata
Dentro il muro
Da te voluta
Nell’intonaco
Scritto c’è ancora
«Sant’Antonio
proteggi la nostra casa»
Di Luglio torrido
Il caldo è devastante
Sui fiori
Ormai soli
L’acqua piovana
li disseta appena
Manca la tua vita
Sento a me intorno
La tua presenza
Nella tua casa
Resta
In tutte le tue cose
Mamma.


Emma Garzaroli

Con tristezza e nostalgia

Eri esile e gentile:
entravi in farmacia
togliendo il berrettino
dai biondi capelli,
salutando con un sorriso;
che tenerezza le lentiggini sul viso!
La prima volta che hai chiesto le siringhe:
quelle per l’insulina,
ho pensato ad un parente
che si iniettava la medicina,
non eri certo tu il tipo
da usarle per l’eroina!
Una notte una donna invocava
urlando e piangendo nella via:
«cosa avete fatto a mio figlio,
ora non c’è più e non è colpa mia!»
Non ti ho visto più,
eri esile e gentile,
era tua madre che urlava nella via.


Rita Iacomino

Ali

La luna è silenzio
che accarezza la mente
mentre il dolore
costruisce una gabbia
senza tempo
dove l’amore
non vive,
non muore.

Scappo dagli inganni
della memoria
e danzo sull’orlo
delle onde,
ma i sogni
diventano nebbia.

Allargo le sbarre.

Volo.


Angelo Lombardini

Le ultime lucciole

Di prima estate quando il grano infiora
e sopra i campi la sera scende come una carezza,
come d’incanto appaiono le lucciole.

Palpiti di luce fioca nell’aria che s’imbuia,
sembrano comporre liriche spezzate
con note luminose pulsanti nel silenzio.

Poi d’improvviso, con il barlume dell’ultimo diamante che si spegne,
le lucciole spariscono nel buio della notte.
Nessuno fa gran caso al cambio che c’è stato.
là dove prende spunto, là dove cessa il gioco.

Anche le cose mie più belle se ne vanno.
Lucciole che sfumano repentinamente,
verso un destino che non era mai,
dato per consumarsi tanto presto.

Le liriche più belle però non se ne vanno.
Prima che l’igiene cancelli le memorie,
qualcuno le raccoglie
e se le stringe al petto.

Lucciole che restano per affabulare.

Scritta su una poltrona di chemioterapia (Oncologia B Umberto I, Roma) e dedicata alla donna della mia vita in un momento in cui valori e sentimenti hanno tutto il loro senso


Mariachiara Millimaggi

Irregolare percussione,
Snervante successione
Di colpi, picchiettii, martellamenti
Falsavano il corso degli eventi

Ora esitante e incerta,
Ora vigorosa ripresa,
Impertinente offesa,
Pioggia d’acciaio
Presagio di guai.

Il silenzio!!
Poi uno stridio,
Un lontano crepitio,
Irritante prurito risaliva la parete.
L’oblio…
Smarrimento dell’io
Sbeffeggiato da un animo tronfio
Rigonfio di gas!!


Gennaro Moretti

Inverno

Tempo di nostalgia
per le tue calde mani
che sfiorano
i miei pensieri
tra nudi alberi
fatti di neve
e bianchi ricami
di gelo.
Nel piccolo giardino
di candida coltre
riposa la rosa
col gelsomino
e il fragile pettirosso
circospetto si muove
sotto un plumbeo cielo
a cercar l’incerto miglio.
Quieta è l’aria
e già il giorno
muore.
Ravvivo nel camino
la fiamma,
ti penso
e riscaldo i silenzi
e la vita.


Andrea Motta

Nella voliera

Libere e leggere macchie di ruggine
sulla carrozzeria del cielo appena
comprato da pagarsi in trentasei
rate a tasso zero
i puntini numerati di un gioco
della rotonda azzurra verde e bianca
Settimana enigmistica di Dio
palla di Natale
sull’abete dell’Universo
con stelle a nastri tutt’intorno
saltano come le bimbe per strada
che sui marciapiedi giocano al Mondo
volano come il tempo che s’affretta
più si va esaurendo
guardan giù sorridendo spodestati
nella piazza stracolma di bandiere
si beccano per poche dure briciole
candidati e preti
di passanti pietosi e stanchi
lì solo a riposare i piedi.


Ivana Pani

Crisalide

Una corolla,
in mezzo al firmamento
di un prato variegato,
schiude soave i suoi petali
nella tarda aurora
mentre si accinge ad accogliere
la bruna dei muri.

La crisalide si lascia avvolgere
dal calore del sole
già levato nello sconfinato azzurro
mentre la voce sibilante del vento,
le racconterà di stelle cadenti perdute fra raggi di luna cosmici.

Poi un bagliore fallace,
complice di un rombo assordante,
irrompe con disincanto
in questa magica metamorfosi
dove cominciava a delinearsi,
nella creazione fantastica,
un essere che ancora tarda ad approdare
in questo tumultuoso mondo.

E rimane ancorata nel suo involucro,
malinconica ed esterrefatta,
ad aspettare,
tra gli incessanti tuoni,
che un giorno le sue pene
e i suoi tormenti
muoiano
soffocati dalla gioia
che nascosta giace
tra la speranza impavida
e l’amore
ora incastonati
tra un tripudio di suoni e di colori.


Ilaria Parlanti

Il desiderio di sognare

Arriverà il giorno in cui sorriderò,
arriverà il momento più felice, atteso,
liberatorio della mia vita.
E io sarò felice,
e condividerò la mia gioia con il mondo.
E il mondo sorriderà, griderà, mi abbraccerà,
gioirà con me.
E tutti sorrideranno,
dimenticheranno chi sono, dove sono,
i mali che li affliggono scompariranno come per magia.
E ci prenderemo per mano
come se fossimo fratelli
uniti da un legame indissolubile,
e ci guarderemo come se ci conoscessimo da sempre.
Poi all’unisono grideremo al cielo,
alle stelle e all’universo
la nostra felicità per l’eternità.
Ma poi sopraggiunge la realtà che ci ricorda chi siamo,
ci ricorda che il mondo non è solo un luogo di pace.
Ma l’unica cosa che non ci può portar via,
nel nostro angolo segreto del cuore,
che non ce lo può portar via neanche la morte
è il desiderio di sognare.


Elisa Pasquarelli

Alla smarrita Poesia

La fitta pioviggine
intride la mezzanotte –
lungo strade senza nome
rivivo nella plenaria
assenza dell’Uomo

E qui – dove sento
di essere già stata
(dove sono nata
dov’è la mia casa)
i monti svettano
d’intorno brumosi
distanti e informi.

I tutti annottati
presagi – divelti
anagrammi di una speranza
infinita d’umanità –
rivanno a soli i brandelli
dei davanzali sporti
dalle finestre vive

Ma vive ai pascoli
della vita,
non più brucano
le vere Parole


Claudio Luigi Perego

La bella addormentata

La tua mano tesa verso il cielo
Subito rapita dalla schiera celeste.
Come potevi resistere
ai velenosi dardi
di boriosi sapienti dell’anima.
Ora la pace regna in te
là dove nasce il vento,
dove il sole
è di tutti e per tutti.
Ho ascoltato a lungo
il tuo silenzio
mentre altri dirigevano
orchestre stonate.
I nostri cuori
Sempre più complici
incompresi e forti.
L’agognato principe
non ha risvegliato
i tuoi occhi…
così l’indegno boia
non ha spento
il tuo respiro.
Anaule
rimani la testimone
del mistero inviolabile
della vita e della morte.
Spero per sempre.


Vincenzo Pirola

All’amore perduto

Come il giorno
ti amo,
come il bianco giorno
che agili dita
carezzano
nel vento di speranze.
Come il sogno
ti amo,
come il sogno
che mi pone attorno,
nel dolce di caldi pianti
adolescenti, pallidi incanti.
Come la morte
io ti amo
che come morte afferri
mentre incerto torno
a credere a fole
di attese
mai più sole.


Roberto Puliti

Lavoro minorile

Dove la povertà
più povera
annulla l’apparenza,
resta l’uomo
nelle sembianze di
un bambino
avvicina
la terra al cielo
e l’orizzonte
sparisce
dietro
la polvere del suo lavoro.
Non ha bisogno di molto
nella notte più buia
solo
un angolo per dormire
al riparo dal vento,
un aquilone
che allontana
in cielo
la fantasia.


Gabriella Rosato

Il Concerto

Da bambina
cinta al tuo ventre

mi cullavi,
mentre il salice piangente
da lontano ci spiava.

Nella stanza
in leggera penombra,
sipario sul cosmo,
con i piedi in punta
ruotavi.

Dita affusolate,
vibravano
su lunghe corde,
note
misteriose
che si
accordavano
con le nuvole.

Pian piano
senza fare rumore,
soffio leggiadro,
rugiada sottile,
bellezza incantata,
scampanellio
di fate,
ti adagiavi
sul cuore
come,
meteora filante
in un cielo
d’estate.


Gianni Sardi

Ricordi

C’è una sensazione di vuoto
Che sta dentro la mia anima
Vuole dare risposta a domande
Che si perdono nelle notti
Passate ad ascoltare
Il tempo che non c’è più
In quei silenzi
Che ti strappano il cuore
Diventano rimpianto di chi
Non ha saputo ascoltare,
capire..
mi distruggo a spiare dalla porta socchiusa
la tua immagine
a cui non do riposo
ti cerco come in un sogno
per regalarti un po’ del mio respiro
per cancellare la tristezza
persa nella luce dei tuoi sorrisi
dall’alto della mia impotenza
piango..senza far rumore,
per te,che sei volata via
nei profili dei ricordi accennati
in frammenti di vita
dove non posso più fare ritorno.


Giulio Schilirò

La sera salvata dai profumi:

La casa dirimpetto
È maculata
E la pioggia
Immacolata
Non scende più.
Regna sovrano
l’acre odore
del cielo
sciolto, poc’anzi.
Le molli rose
Sfiorate appena
Dalle cristalline gocce
Paiono velate
Come la notte.
La pioggia cede
Il passo
Al docile profumo
Del gelsomino
Chiaro nella sera crepuscolare.
È bella così
Ogni fatica
E pare amica
Di quest’immensa
Creatura.


Laila Tromboni

A Marco

Una luce s’intravede all’orizzonte
Caldo e dolce è il suo nido… ove tutto si ferma
Soave è il suo richiamo

La dolce melodia della tua voce
Risuona nella mente e riempie il cuore di gioia…
Mentre nella stanza…
Echeggia beffardo il suono del mio singhiozzare
Solo lacrime solcano un viso… straziato di dolore
Per un domani ormai segnato senza di te
E tutto sembra non aver senso.

Perché mai più si udiranno le tue risate
Perché mai più si vedranno i tuoi folli occhi
Perché mai più s’incontreranno i nostri giorni

Hai indossato le ali più veloci, per volare lontano da qui
Da quei giorni tristi e un po’ malinconici
Dalla vita, che provandoti della tua fragilità,
ti aveva reso più forte.
E ora, il rumore assordante del tuo silenzio,
Devasta tutto ciò che nel suo cammino incontra,
Trascinandoci con sé in un vortice senza fine
Ma la fine non esiste dove sei ora,
Perché tu esisti al di là di noi.

I sorrisi interminabili sul tuo viso
La speranza per chi ti ha amato
Le carezze per chi non ti ha capito
E la forza di gridare per chi non ti ha ascoltato!

Rimpianti, rimorsi
Nulla più esiste
se non il desiderio etereo di un tuo abbraccio
e la certezza che di piena luce esso sarà
Perché di luce pura… Tu ora risplendi!


Laila Tromboni

La diversità

La diversità veste me…
Ogni mio movimento
è segno di ciò che sono e di ciò che vivo.

La diversità veste me,
quando il controllo prevale sull’abbandono…
quando i pensieri sono estranei alla massa.

La diversità veste me nei quotidiani gesti,
senza mai smettere di amarmi..
A chi giudica per bocca di altri
senza porsi alcun perché,
non è dato sapere… che la diversità veste anch’egli!

L’unicità non è voler prevalere
Poiché essa è intrinseca dentro ad ogni individuo
Che sa ascoltarsi… che sa ascoltare…
Non la mente, non il cuore… ma il respiro…

Perché la diversità non è segno di esilio
Ma di puro essere!


Laila Tromboni

Non credere

Non credere ch’io non sappia
La materia di cui sei fatta
Non credere ch’io non senta
Il grido d’aiuto che mi stai inviando
Non credere ch’io non veda
Nel tuo profondo io ove tu ti nascondi…
La tua anima si ribella alla tua stessa esistenza
E i tuoi occhi sono colmi della tua sofferenza

Poiché un gemito rubato alla tua bocca
altro non fu che un fugace nascondiglio della tua rabbia
Per la tua fragilità e incoscienza
smisi di parlare…
ma mai di ascoltare

e qui,
ora… adesso
rifugiata tra le mie braccia
Non una parola, non un lamento…
Solo il battito assordante del tuo cuore…

Piangi amica mia, liberati dalla tua angoscia,
fallo senza remore.

L’acqua che scorre da un piccolo ruscello
Alla fine della corsa abbevera intere vallate
Così le tue lacrime lasciate cadere
Possono colmarti di un sollievo eterno.


Eleonora Zani

Il ricordo di un’ amico

L’amicizia mi abbandonò…
Ora mi nutro solo di malincuore,
mentre il vento mi scuote i capelli,
mentre l’acqua triste del fiume scroscia,
mentre io mi chiedo dove si può sciogliere,
il ricordo di un’ amico…


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