Questo volume raccoglie i racconti che hanno vinto la ventesima edizione della sezione Narrativa del Premio Letterario Città di Melegnano 2015

Albo d’Oro del Premio

Questo volume raccoglie i racconti che hanno vinto la ventesima edizione della sezione Narrativa del Premio Letterario «Città di Melegnano 2015».

Questa la classifica finale della sezione narrativa del concorso presieduta da Alessandra Crabbia:

Autore 1° classificato con l’opera «Truro» Mauro Carlo Mattiolo, di Cavaria con Premezzo (Varese).

Autore 2° classificato con l’opera «Il vecchio e la bambola» Eugenio Miosi, di Bagheria (Palermo).

Autore 3° classificato con l’opera «L’ultima Lucky Strike prima di dormire» Cosimo Gentile, di Benevento.

Autore 4° classificato con l’opera «Il giorno in cui assassinarono Kennedy» Massimo Martinelli, di Capraia e Limite (Firenze).

Autrice 5^ classificata con l’opera «Bizzarra mania» Maddalena Frangioni, di Segrate (Milano).

Autrice 6^ classificata con l’opera «La vaniglia di Sam» Sibyl von der Schulenburg, di Trezzano Rosa (Milano).

Autrice 7^ classificata con l’opera «Nozze di guerra» Valeria Ongaro, di Venezia – Mestre.

Autrice 8^ classificata con l’opera «Dolce commiato» Carla Vinazza, di Genova.

Autore 9° classificato con l’opera «Ascolta… il Vento» Ferdinando Romito, di Diamante (Cosenza).

Autore 10° classificato con l’opera «Tracce di colazione» Ermanno Gelati, di Legnano (Milano).

Sono stati inoltre Segnalati dalla Giuria i seguenti racconti:

«Lucciole» di Domenico Bologna, Lodi.

«Mare mortum» di Gabriel De Paris, Milano.

«Il profumo dei gelsomini» di Silvia Marini, Tirrenia (Pisa).

«L’ultima corsa» di Simone Molino, Canobbio (TI) – Svizzera.

«La valigia rossa» di Marina Scrivani, Casella (Genova).

Prefazione

Si scrive ciò che accade, e si desidera ciò che non si vede: è questo il percorso iniziatico di ogni scrittore, chiamato dalle sue tensioni estatiche a testimoniare la realtà oggettiva del suo tempo, che si cela in un nascondimento heideggeriano, non fine a se stesso, ma con una teleologia che porta l’arte al disvelamento della celeste verità platonica.
Ma la luce di questa verità è al tempo stesso un’epifania dura e tesa ad affrontare i grandi temi dell’esistenza: la solitudine, la labilità dei desideri, la noia, la vecchiaia, l’ingiustizia sociale, la morte.
Ogni scrittore ha un imperativo categorico kantiano: scrivere.
E’ sua la scelta elettiva di elaborare la sua opera con un’affabulazione onirica, fantascientifica, comica o semplicemente realistica.
Se, come diceva Bukowski ironicamente, scrivere è una necessità fisiologica per i letterati, potremmo aggiungere che a differenza delle altre forme di espressione artistica, la pittura o la musica, opinabili e soggettive, la letteratura è diretta, netta, ineludibile, poiché il verbo è l’inizio di tutto l’universo creativo umano e di tutto il suo intelligere.
La parola non può essere fraintesa, essendo sua la caratteristica di apparire precisa al pari della scienza, ma ciò che la rende divina è il messaggio che ogni scrittore enuncia, e lo stile che distingue ogni talento per capacità estetica, morale e affermazione originale del sé.
In questi racconti troverete le vostre stesse meditazioni, aspirazioni, paure, e ancora tutte le riflessioni che il nostro mondo ci offre, nel bene o nel male.
In un affresco policromatico ognuno di voi riconoscerà un po’ di sé in questo coro di artisti.
L’elaborazione della solitudine resta sempre il tema comune di ogni racconto, testimoniando che viviamo in una civiltà che ogni giorno di più allontana l’uomo dall’uomo: questo è paradossale, vista la facilità di comunicazione che è il simbolo di quest’epoca mediatica.
Si evince, dunque, che l’uomo moderno è solo, ma di una solitudine esacerbata dai suoi dubbi, dai suoi tabù, dai suoi condizionamenti sociali, dalla sua necessità di emergere dal suo travisamento e dal suo dolore nascosto come una vergogna.
Ma è da questo tormento che nasce l’arte, da quest’anelito alla libertà purissima, e non importa dove, anche solo sulla carta, perché infine ogni scrittore è un sognatore con le ali mozzate, ogni artista è un celeste illuso che crea il suo paradiso o il suo inferno, in una catarsi o discesa che consenta al suo universo interiore di espandersi ed essere condiviso da voi.
L a letteratura è un dono all’umanità, un ristoro del viandante lungo gli aspri sentieri della vita, ma anche un disperato e meraviglioso tentativo di comunicare ed essere ascoltati nella completa interezza dell’anima.
Non c’è nulla di più edificante e maledetto, nulla di più mistico e trascendente.
Questo è il mestiere di scrivere, ed io ringrazio tutti gli autori, nessuno escluso, per avermi regalato un frammento della loro anima, per avermi fatto partecipare al loro iperuranio, nell’immaginario mondo delle idee che li ha esaltati, tormentati, traendo il meglio di sé.
Tutti, creando arte, contribuite alla bellezza del mondo, e alla speranza che l’arte, l’amore e la compassione possano migliorare la consapevolezza degli esseri umani, anche se il buio è profondo, e le parole fluttuano nel vento, e le pagine ingialliscono.
Solo la bellezza eterna delle parole ci salverà.
Siatene certi.

Alessandra Crabbia
Presidente della Sezione Narrativa
del Premio Città di Melegnano