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Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2013
Concorso organizzato con il patrocinio del Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura
Sommario
Prefazione a cura del Professor Benedetto Di Pietro – Albo d’oro del Premio – Fotografie della premiazione – Il Pittore Carlo Broi – Giuseppe Atti – Sergio Baldeschi – Giuseppina Barzaghi – Elisa Bassi – Mariagina Bonciani – Fabiano Braccini – Fabrizio Bregoli – Ottavio Buratti – Franco Calzolari – Luca Dionigi Caristo – Ivalda Cataldo – Alice Cislaghi – Mario Corbetta – Rosa Maria Corti – Cristina De Angelis – Guido De Marco – Mirta De Riz – Luca Falchi – Sonia Guanziroli – Lucia Ingegneri – Gianluca Lattuada – Silvana Licari – Alberto Lonni – Elio Lunghi – Maria Grazia Lupetti – Chris Mao – Tiziana Martino – Carla Noro – Luca Palazzo – Caterina Pentericci – Maria Teresa Piccardo – Andrea Polini – Federico Raminelli – Massimiliano Rendina – Anna Santarelli – Marco Schiavon – Gabriella Scomparin – Roberto Scomparin – Maria Celeste Scrufari – Maurizio Sgarro – Piero Signorini – Maria Rita Sirri – Ferdinando Spinelli – Enrico Trivoli – Valter Urbini – Gabriella Viotto – Elio Zago – Alessandro Zamagna – Simonetta Zana
Prefazione
Le poesie presentate al concorso di quest’anno ci propongono temi comuni ai concorsi passati: l’amore nei suoi vari aspetti, l’amicizia e la famiglia. Non mancano però le liriche d’ispirazione sociologica, filosofica e religiosa. Inoltre più di una lirica affronta il tema della emigrazione attraverso il Mare Mediterraneo e gli enormi sacrifici affrontati dai migranti. Sono presenti anche liriche dedicate all’ambiente e ne denunciano il degrado cui l’uomo lo ha sottoposto. La mancanza di fiducia nel futuro regna sovrana e il rifugio salutare nel passato e negli anni della beata fanciullezza.
I poeti s’interrogano sulle possibili cause del disagio che coinvolge il mondo del nostro secolo e ne denunciano le possibili cause e gli speculatori, che si arricchiscono sui guai degli altri. Il pessimismo generale porta a considerazioni di rassegnazione, anche se in qualche lirica c’è un chiaro ricorso alla speranza in un miglioramento delle condizioni economiche e sociali.
La poesia, ancor prima di altri generi letterari per la sua immediatezza, è lo specchio dei tempi. Le ansie che ne deduciamo dai pochi versi di ogni lirica sono le ansie che affliggono la collettività e come in ogni gruppo per primi sono i più piccoli, qui sono proprio i poeti, in cui vive il fanciullo perenne, a sentirne il disagio e a diventare la “voce del popolo”, anche se “clamante” nel deserto dell’indifferenza.
La poesia oltre ad essere un’operazione di esorcizzazione delle nevrosi, nel senso freudiano, è anche un’operazione di promozione umana, perché i poeti, prima di altri, sono in grado di recepire gli umori del popolo e di promuovere tutto ciò che possa giovare all’uomo. Ma la poesia spesso è anche denuncia verso tutto ciò che possa impedire che la speranza di miglioramento, seppure minimo, possa affacciarsi nella vita di ognuno.
Benedetto Di Pietro
Presidente della Giuria Sezione Poesia del Premio «Città di Melegnano»
Albo d’oro della diciottesima edizione del Premio Città di Melegnano 2013
La Giuria della XVII Edizione del Premio di Poesia Città di Melegnano 2012, patrocinato dal Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità, e presieduta da Benedetto di Pietro, per la poesia e Alessandra Crabbia, per la narrativa, rende noti i risultati:
Sezione Poesia:
- Opera 1^ classificata: «Nelle celle frigorifere si riposa a testa in giù» di Gianluca Lattuada, Baranzate (MI).
Motivazione della Giuria: «Il mondo viene visto in maniera distorta se si sta appesi con la testa in giù. Il poeta ci pone davanti ad alcune situazioni. I luoghi che frequentiamo debbono parlarci non solo del presente, ma anche del passato, perché il presente è come la luce al neon che illumina ma “non cancella le ombre”. Il passato non deve fare paura, perché può essere stato migliore del presente. Ad esempio la periferia di Milano che in passato è stata scenario di battaglie e di atti di eroismo, ora è regno del degrado e i bambini giocano con materiali nocivi alla salute, mentre i ragazzi vivono di espedienti. Tutto ciò nell’indifferenza totale della “Milano da bere”, dove la gente si mette in fila come tanti barboni, nei supermercati e nei bar, e pensa dove andare a passare il fine settimana. Anche in altre nazioni lo scenario non è migliore: i droni bombardano uccidendo senza distinzione gente inerme e i sopravissuti alzano le dita in segno di vittoria. Viviamo proprio in un mondo alla rovescia e questa poesia di taglio sociologico ne è denuncia e ammonimento». Benedetto Di Pietro
- Opera 2^ classificata: «Di ritorno dalla spiaggia» di Fabrizio Bregoli, Cornate d’Adda (MB).
Motivazione della Giuria: «Nella calura estiva è facile raggiungere il livello di dormiveglia. Questa poesia, di ambiente marittimo, ci riporta al momento in cui il poeta attende l’autobus per tornare a casa. I ricordi della fanciullezza emergono; a quell’età la vita è sogno e trovare una conchiglia sulla spiaggia diventa un presagio, così come diventa un’evasione fare segni sull’acqua. Si è felici e, a differenza dell’adulto, l’unica cosa su cui non ci si interroga è se il giorno è stato pieno o vuoto. C’è raffronto tra la “misura del confronto, del ricordo” dell’infanzia con la vita dell’adulto quando i pensieri sono rivolti alle “scale da ascendere”, alla carriera. Il sogno ad occhi aperti è interrotto dall’arrivo dell’autobus del ritorno. Il poeta solleva il dubbio se il termine “ritorno” debba essere riferito ai luoghi in cui si vive da adulti oppure ai luoghi dell’infanzia, indelebili nella mente e da cui non si è mai partiti». Benedetto Di Pietro
- Opera 3^ classificata: «L’ombra sfuggente» di Piero Signorini, Reggello (Fi).
Motivazione della Giuria: «Il poeta si dichiara legato ad una terra in cui friniscono le cicale, una terra del sud, dove ha trascorso la sua giovinezza, un’“estate abbagliante”. Ci presenta quella terra come un’ombra “da gelida luna riflessa”. Ora l’età matura lo obbliga a vivere i ricordi che si presentano come una “linea piatta”, e le uniche emozioni, negative, hanno origine nel vedere solo popoli che vivono nella miseria e gente che li illude continuamente. Popoli che i potenti prendono in una rete, come pesci; ma la rassegnazione è peggiore. Così il suo attaccamento a quella terra lo porta a tentare di tutto per riprendere ciò che ha smarrito e spera che quei popoli prendano coscienza e comincino a “rialzar la testa / senza timore di ricatti” per riacquistare la loro dignità di uomini». Benedetto Di Pietro
- Opera 4^ classificata: «Aidèe – Ultimo miraggio» di Maria Rita Sirri, Cesenatico (FC).
Motivazione della Giuria: «A parlare è un naufrago che raggiunge una terra in cui è possibile dormire la notte. Tutto ciò che poteva offrirgli la sua terra d’origine, l’ha avuto; ma c’era molto poco da pretendere da un paese in rovina. Obbligato a fuggire attraverso la sabbia del deserto, dove non è rimasta nessuna impronta sua, così pure nel mare sbattuto dalle correnti col miraggio di una vita migliore. Evoca i giorni passati nel mare in bonaccia e col sole a picco sulla testa. La persona in queste condizioni è “un guscio vuoto” e il tempo è fermo; del suo passaggio non rimane nulla ed ha solo una possibilità: tentare di tutto per approdare da qualche parte. Ed è la presenza dei gabbiani in mare che, come la colomba di Noè, lo avvisa che la terra non è più un miraggio, “Ora so che la speranza/ è un’oasi dissetante e profumata, / dove riposare / la sera”». Benedetto Di Pietro
- Opera 5^ classificata: «Desolato viaggiatore» di Fabiano Braccini, Milano (MI).
Motivazione della Giuria: «Il poeta si dichiara disgustato nel guardare lo scempio che stanno per fare alla natura gli “uomini piccoli e senza cuore”. A cosa serve dichiararsi artisti, poeti e cantori” se poi non si ha rispetto per la natura, e si distruggono gli alberi e l’ambiente, cementificando tutto. Si sente un Don Chisciotte contro pale eoliche che girando emettono lamenti quasi umani. Le api fuggono a causa degli specchi solari, gli uccelli vengono respinti dalle antenne e non nidificano più. Ora percorrendo le amate terre dove ha passato la fanciullezza, trova tralicci e gabbie simili alle prigioni che “strozzano con mortali abbracci / ricordi, pensieri ed emozioni”. Una desolazione totale». Benedetto Di Pietro
- Opera 6^ classificata: «La rugiada» di Caterina Pentericci, Jesi (AN).
Motivazione della Giuria: «Quasi la cronistoria di un incontro, questa lirica ci pone davanti al dolore di chi ritrova una persona amata trasformata a causa della malattia. Il coraggio manifestato nella buona salute, ora diventa paura. Nonostante la gravità de morbo, la persona è ancora capace di parlare con gli occhi e l’abbraccio avviene virtualmente attraverso questi organi che con la loro unicità espressiva diventano potenti mezzi di comunicazione. Una lirica positiva che salvaguarda la persona anche quando sembra che tutto sia finito». Benedetto Di Pietro
- Opera 7^ classificata: «Troppo spesso» di Gabriella Scomparin, Roncade (TV).
Motivazione della Giuria: «Nella vita incontriamo spesso persone che vivono senza alcuna mèta, mentre ne troviamo altre che vanno sempre in giro e che noi invidiamo. Cerchiamo spiegazioni su cose che ci sembrano senza senso e immancabilmente cadiamo “nei fantasmi impossibili”. Troppo spesso seguiamo gli “abbagli mascherati / da sapienti improvvisati” e lì ci fermiamo. Anche l’infinito ci sembra stretto e non facciamo nulla per approfondire. Poi veniamo assaliti da un bisogno d’immortalità, che esiste e si trova nell’anima; ma noi non siamo in grado di sentire completamente e si stempera nella nostra razionalità. Il tormento esistenziale dell’uomo si ripresenta con tutte le contraddizioni». Benedetto Di Pietro
- Opera 8^ classificata: «La battaglia di Marignano» di Ferdinando Spinelli, Cologno Monzese (MI).
Motivazione della Giuria: «Poesia a soggetto epico sulla battaglia di Melegnano del 1515, meglio conosciuta come Battaglia dei Giganti. Gli Svizzeri che occupavano Milano presidiarono invano Susa e Monginevro. Francesco I re di Francia attraversò l’Argentera con un esercito di cavalieri e pezzi d’artiglieria per conquistare Milano. Gli Elvetici, benchè inferiori di numero, attaccarono schierandosi su tre file tra il Lambro e la Vettabbia. I cannoni francesi sfondarono e poi si svolse una lotta corpo a corpo. Finì con la vittoria dei Francesi e Milano fu consegnata a Francesco I. La storia nella realtà vide coinvolti altri eserciti. La poesia è ben architettata strutturalmente e stilisticamente». Benedetto Di Pietro
- Opera 9^ classificata: «Parole» di Elisa Bassi, Collecchio (Pr).
Motivazione della Giuria: «Le parole a volte sono “scaglie sottili di solitudine”. Ma spesso sono illuminanti e vengono da noi assorbite e ne facciamo tesoro. Sono sciabole che penetrano nell’anima. Riescono ad inondare gli spazi infiniti quando parliamo di Dio. Quando frequentiamo la campagna, ci fanno rabbrividire ascoltando le cose che si facevano in passato messe a confronto col presente. Le parole hanno il dono di proiettarci in avanti quando facciamo discorsi per un domani, nella speranza di trovare una vita migliore». Benedetto Di Pietro
- Opera 10^ classificata: «Poesia ignorante per bandiere sciupate» di Alberto Lonni, Lazzate (MB).
Motivazione della Giuria: «Questa vita strana ci sostiene nei giorni in cui la fantasia ci lascia e ci assolve per le illusioni della giornata. La vita ci ha dato in dono il corpo che portiamo, “martoriato dalla storia”, e che lotta per vivere cercando un minimo di agiatezza. In questa condizione umana, il poeta dichiara di sentirsi eversivo a causa della “muta anarchia” che regna nella la città e taccia di inettitudine chi vorrebbe sostenere che la vita sia disgiunta dall’eternità. In fondo, la vita è una.“allegoria / vestita di spine” e cammina barcollando come un ubriaco». Benedetto Di Pietro
La cerimonia di premiazione si è tenuta sabato 25 gennaio 2014 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio del Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura.
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