Lucianamaria Curti
Opera 2^ classificata ex aequo
Parole come graffiti
Parole come graffiti,
incise a forza su pagine bianche.
Parole che scaldano il cuore,
ma ribelli, come animali selvatici.
Rotolano
su geometriche asperità.
Scavalcano montagne,
scivolano pianure,
sprofondano in un mare
che ha il sapore della libertà.
Parole nate
per raccontare,
una vita oltre lo specchio.
Si inceppano, come meccanismi rotti,
stridono note altissime,
per non farsi dimenticare.
Parole sussurrate,
come segreti,
in un intimo silenzio,
solo sfiorate, mai svelate
all’immaginario dei più.
Parole rubate,
sottratte con prepotenti inganni
travestiti da amore.
Parole che vibrano,
come cicale, in estate.
Ancor prima di nascere,
vivono, nella nostra unica essenza.
Enrico Trivoli
Assunta
Il tuo volto è un dolce disturbo
lo vedo in altri volti di donne con gli occhi neri
e il mondo mi si tramuta.
(Sei tu che lanci strali per l’etere
o sono io fromboliere inconsapevole
marchiato dal fuoco del tuo amore?).
(Da: Nerudiane Assuntiane. Grottaferrata, 12.12.1975. E. T.)
a Neruda
Come un condor
Come un condor innamorato
corro nel cielo in cerca di nuvole
in cui immergere il mio desio
e cupa la notte rallenta le ali stanche
sul più alto picco guarderò il grigio mare
che una pallida Luna non allegra.
Ecco
lontano
l’ombra nera di una striscia di terra
l’ultima landa di Cornovaglia sorvolo
e sotto i tuoi piedi nudi distendo tappeti e tappeti di muschio
e al vento che ti sferza oppongo le mie piume.
Combatto nel vento e t’insegno il cammino.
Ah ! vieni nel mio nido a mirare gli scogli neri!
corriamo col vento nelle nubi di gelo!
assieme emettiamo urli di minaccia!
liberi voliamo sul mondo che ci respinge!
Di tanto in tanto i tuoi occhi neri mi daranno ristoro
e tra gli urli rapaci ci scambieremo dolcissimi segni d’amore.
p>.(Grottaferrata – Roma, 8.8.1979. Da “Assuntiane”. E.T.)
Kafkiana
Or che lo guardi fanciulla
i tuoi occhi sono un’offerta d’amore
il tuo viso si rischiara.
Sulla tua fronte
capricciosi riccioli
lasciano ombre di pensiero.
Dal tuo orecchio
il pendolo marca
l’ora della speranza.