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Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2012



Antologia delle più belle poesie del Premio Letterario Il Club dei poeti 2012


Sommario

Albo d’Oro dell’edizione 2012 – Bruno Amore – Dario Antonante – Giuseppe Atti – Paolo Azzurrini – Yann Balestra – Giuseppina Barzaghi – Anna Dusca BassignaniAlberto Becca – Clara Bianchi – Stefano Biasuzzi – Rita Bonifazi – Marco Bosina – Antonio Capriotti – Cinzia Casoni – Gianluca Cesarini – Alice Cislaghi – Isabella Coluzzi – Cristiano Comelli – Renzo ComelloCalogero Curabba – Nunzia D’Andrea – Carlo Da Prato – Miriam De Michele – Mario De Rosa – Andreas Dego – Loredana Di Corrado – Mauro Domenella – Valeria Donno – Mario Angelo Carlo Dotti – Tina Emiliani – Sunshine Faggio – Francesca Fanciullacci – Ornella Ferrerio – Luisa Foddai – Luca Gilioli – Lucio Giuliodori – Patrizia Gori – Gianfranco Grasso – Daniela Gregorini – Pierluigi Grottola – Giulia Guarnaccia – Antonella Iannantuoni – Alessandro Indelicato – Leonarda Letterato – Silvana Licari – Roberto Litterotto – Giovanna Lugari – Maria Grazia Lupetti – Chris Mao – Francesco Marmorato – Francesca Mirri – Alfonso Napoli – Claudia Nicchio – Claudia Onisto – Antonella Padalino – Antonio Paoletti – Ilia Silvia Passariello – Giuseppina Petrelli – Vanda Pirone – Silvia Primi – Rossella Priolo – Ivanoe Privitera – Massimiliano Rendina – Gabriella Rienzi – Domenica Sammaritano – Barbara Santoni – Alessandro Serralunga – Stefano ServelloFederico SpitaleriAngelo Tecchi – Jolanda Anna Tirotta – Federica Tombari – Davide Troncon – Tamara Valeriani – Silvia Verdoliva – Maurizio Vinciguerra – Werther Zabberoni – Edoardo Zarcone – Claudio Maria Zattera


Albo d’oro della sedicesima edizione del Premio Il Club dei Poeti 2012

La Giuria della XVI Edizione del Premio di Poesia Il Club dei Poeti 2012, presieduta da Olivia Trioschi per la Poesia rende noti i risultati:

Poesia

Autrice 1^ classificata con l’opera «Trittico», Sunshine Faggio, Massa (MS).
Questa la motivazione della Giuria: «Visionaria e surreale, la poesia vincitrice del concorso oscilla tra la realtà e la sua deformazione, mescolando oggetti concretissimi, come uno sgabello un po’ storto, a suggestioni oniriche altrettanto nette, come la “gelatina rosa appiccicosa” dell’anima. La visione prende forma poco a poco, scandita dai tre tempi della poesia, mettendo a confronto due individualità: l’io lirico, pericolante e sofferente, di cui lo sgabello sghembo è correlativo oggettivo, e un interlocutore monco, chiamato “amore mio” con ironia e amarezza. Nulla vi è un comune tra le due figure: mentre la prima crolla a terra, immagine dolente di un’umanità che si ostina a cercare pur non trovare, l’altra fonda la sua forza e la sua sopravvivenza sull’amore di sé, su un egoismo che se impedisce di camminare, cioè di mettersi in relazione, non impedisce di volare sprezzantemente in alto, senza neppure gettare uno sguardo sotto di sé. Comprendiamo così che il “tu” cui si rivolge la poetessa è metafora di una condizione umana di indifferenza e chiusura, che se pure è condizione di sopravvivenza, non consente a nessuno di esplorare la propria umanità: l’unica esperienza che valga davvero la pena fare, costi quel che costi». Olivia Trioschi


Autrice 2^ classificata con l’opera «Viaggiante», Domenica Sammaritano, Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «Il viaggio come metafora della vita è un’immagine ricorrente nella poesia e nella letteratura. La troviamo anche in questa lirica, che ricava la sua forza espressiva soprattutto dalla ricorrenza di antitesi e ossimori, ai quali il poeta demanda il compito di rivelare la condizione contraddittoria e irrisolta in cui l’uomo è costretto. Così, ad esempio, il “benvenuto” iniziale è subito corretto dalla similitudine della pietra al collo e dalle “porte chiuse nella freddezza”. Nel “tu” evocato in chiusura, entità senza nome e senza volto, è possibile ravvisare una sorta di entità superiore: forse il destino, un fato cinico e baro che distribuisce e commissiona pene a casaccio imponendo all’uomo una libertà fittizia, tanto per non fargli vedere subito la prigione della necessità. Ne risulta una poesia che guarda lucidamente all’“arido vero”, coraggiosamente e senza sconti». Olivia Trioschi


Autore 3° classificato con l’opera «Un giorno qualunque», Gianluca Cesarini, Acquapendente (VT). Questa la motivazione della Giuria: «È un giorno qualunque quello in cui piccoli eventi, minuzie dell’esistenza, si dispongono in perfette armonie autosufficienti, che non hanno bisogno di null’altro per essere capite, vissute, godute. È in un giorno qualunque che l’universo sembra accelerare il suo corso, concentrandosi in un unico attimo breve, impossibile e magnifico, nel quale ci si sente sbandare al limite dell’orizzonte, con una vertigine che somiglia all’ebbrezza. Non sono molti, in una vita, attimi così, né si possono programmare: ci si accorge di viverli quando si è lì, e quando già stanno per finire. Si spengono, quegli attimi, in un fulgore di tramonto velato di malinconia. Poi si evocano in poesie come questa, che si leggono come un sogno e una promessa». Olivia Trioschi

Autore 4° classificato con l’opera «I tuoi occhi», Dario Antonante, Roma.
Questa la motivazione della Giuria: «È una lirica che ha toni da fiaba e da antica nenia popolare, incantata e sognante. E infatti i versi vanno dal sonno alla veglia, soffermandosi su quegli istanti intermedi in cui gli occhi, ancora velati dal riposo e dall’assenza di sé, riprendono il contatto con il giorno. Sono istanti delicatissimi, in cui è più facile amare ed essere feriti allo stesso tempo: ed è per questo che il poeta evoca fantasie medievali e ritornelli incalzanti per trasmettere protezione e desiderio, accompagnando il risveglio con un tenue canto d’amore». Olivia Trioschi

Autore 5° classificata con l’opera «Mattino d’estate», Mario De Rosa, Morano Calabro (CS). Questa la motivazione della Giuria: «Una passeggiata nei boschi con una bambina, con “la mia bimba”: basta questa semplice definizione per illuminare di affetti e complicità questi versi semplici e gioiosi, colorati di fragole e ginestre, in cui la dolcezza si mescola allo stupore, il sussurro delle parole alla musica degli uccelli innamorati. Una poesia che è un po’ come una parentesi d’arcobaleno, e che dopo essere svanita lascia nell’aria un respiro d’incanto». Olivia Trioschi

Autore 6° classificato con l’opera «Senza titolo», Pierluigi Grottola, Rende (CS).
Questa la motivazione della Giuria: «Solo quattro versi, ma di grandissimo respiro. Una vertiginosa ascesa verso l’alto e una altrettanto rapida discesa nelle profondità del sottosuolo portano dalla notte buia di temporale al cuore segreto e caldo della terra, dove una nuova vita si alimenta e cresce. Semplicità e complessità insieme, cura degli effetti fonici (come l’assonanza densa – tempesta – terra e l’allitterazione della “c” in caldo, cova, cuore), concentrazione lirica sono gli elementi che fanno di questa poesia una suggestiva rappresentazione del mistero della vita». Olivia Trioschi

Autore 7° classificato con l’opera «Storie del delta», Alberto Becca, Bologna.
Questa la motivazione della Giuria: «La ballata del fiume che si mescola alla terra: ecco quello che potrebbe essere il sottotitolo di questa lirica, in cui l’andamento prosastico viene interrotto da rime sorprendenti e similitudini di grande intensità (“…tamerici / disilluse e fragili come le meretrici”) che danno al paesaggio descritto l’ampiezza, la varietà e il disordine in cui si racchiude la cifra della vita». Olivia Trioschi

Autrice 8^ classificata con l’opera «La burla del ragno», Patrizia Gori, Lucca. Questa la motivazione della Giuria: «Gli anni che passano, il tempo che corre stampando i suoi segni sui visi: è questa la “burla del ragno”. Un ragno che ama il gioco, sì, ma di quelli a cui non si può non giocare. Così non resta che osservarsi, sentire che “il sonno è diventato più leggero” e che la ragnatela intorno agli occhi, oltre che uno scherzo della vita, è forse il regalo del tempo». Olivia Trioschi

Autrice 9^ classificata con l’opera «Senza titolo», Silvia Verdoliva, Castellammare di Stabia (NA). Questa la motivazione della Giuria: «“Tornare a casa” è una frase semplice, nient’altro che un verbo con un’espansione, eppure quanto desiderio e quanto nostalgia può esprimere quando viene declinata, come in questa poesia, in una serie di immagini che legano la casa agli elementi più autentici e vivi: l’odore della terra e del mare, il sapore del pane, dell’acqua e delle more, il vento nei soffioni, la certezza degli affetti e la sicurezza che ogni preghiera verrà ascoltata. Leggiamo dunque questa poesia, e ritroviamo dentro di noi la casa del cuore». Olivia Trioschi

Autrice 10^ classificata con l’opera «Senza titolo», Loredana Di Corrado, Niscemi (CL). Questa la motivazione della Giuria: «Tre serie di brevi versi solidi come la pietra, ma al tempo stesso interrotti e spezzati come i ruderi del primo verso, emblema di un passato che eternamente si costruisce man mano che l’acqua, come una sorta di lavacro salvifico, spazza via il disordine del presente rinnovando a ogni istante la possibilità del futuro». Olivia Trioschi


Autrice Segnalata con l’opera «E divento musica che ammalia», Regina Resta, Galatone (LE). Questa la motivazione della Giuria: «L’uomo si trasforma in nuvola e così cangiante e metamorfico gioca con i suoi pensieri, liberandoli fuori dal tempo e dallo spazio. È un sogno, certo, ma come tutti i sogni fa bene all’anima, per qualche istante». Olivia Trioschi

Autore Segnalato con l’opera «Traversata», Luca Gilioli, Modena. Questa la motivazione della Giuria: «Il dramma dei migranti rivive nella lirica, che in pochi versi ci fa sentire simili e fratelli di questi uomini: uomini come noi, animati dalla speranza di varcare il confine tra il noto e l’ignoto, e come noi destinati a percorrere sempre gli stessi sentieri. Una poesia amara, ma vera». Olivia Trioschi

Autore Segnalato con l’opera «Le ceneri di Tittia», Alfonso Napoli, Sala Consilina (SA). Questa la motivazione della Giuria: «Un omaggio al Palio di Siena, momento di festa in cui tensione e spasimo, emozione e sfinimento si susseguono in poche, vorticose ore che conducono troppo in fretta al buio e alla fine. Sembra un po’ la vita». Olivia Trioschi



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