Antologia del premio letterario Il Club degli autori 2013-2014

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Autori Vari


Autori Vari - Antologia del premio letterario Il Club degli autori 2013-2014
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 64 - Euro 15,50
ISBN 978-88-6587-4721

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Antologia del premio letterario Il Club degli autori 2013-2014


Alfredo Benedetti Cecchi

L’immensità

Cala la notte
E con essa le tenebre
A nascondere ogni cosa.
Regna un silenzio profondo
Irreale.

Rimani solo
Con il cielo stellato
Con quella enorme vastità
Di soli e pianeti
Che vedi e immagini.

E tutto il tuo essere
Le tue pene
Le tue gioie
Le tue speranze
I tuoi sogni
Spariscono
Come granelli di sabbia
Sparsi dal vento
Di quell’immensità.


Marisa Bigliardi

Stranezze

Stanca
d’un regno
sì grande
s’è tuffata nello stagno
la luna
stanotte

Raccolti
i sussurri del vento
incoronata
dai rami dei pioppi
si culla
nell’acqua
di luce increspata

Paga
d’un cielo ristretto
gode la pace
dei piccoli


Marialuisa Bottazzi

Corpi

Soffoca nel mare
carne esposta
di biancori lividi,
allineati in letti di morte.
Da bocche serrate,
bisbigli
spengono il volo
delle parole.
Orbite chiuse attendono
il sole morente.
Sfumano ombre,
affogano pensieri
dentro ombrelli arancione
di fiori appassiti.


Guido De Marco

Autunno

Cade una foglia, un’altra,
un’altra ancora…
Il sol sorride incerto oltre le nubi
e la rondine va… altro tepore.
Le viti senza un chicco danno l’oro,
mentre l’aratro stridula tra i solchi
nel lento rigirare delle zolle.
Il cielo è tutto festa di colori,
una festa alla fine…
Il barcaiolo canta e sembra dire:
tutte le cose stanno per morire!


Vincenzo Filannino

Recitato

Ferirsi è stato inutile
scappare forse no
la solitudine ti assomiglia un po’
discorsi incomprensibili
un mare di non so
non voglio più confondermi.

Mi porto per il mondo un’altra storia
e un po’ di te
disegno le mie favole
perché la vita è libertà.

Amarsi non è facile
sbagliare ancor di più
fantasmi inconfondibili
mi dicono chi sei
non tutto si fa polvere,quelli siamo noi.

L’amore gira intorno
non è facile riconoscerlo
hai calpestato le mie favole
la mia libertà
di te mi son stufato,perché
hai sempre recitato.


Bartolo Galfano

Una notte all’Olimpo

La donna che mi usò e credei Diana

Diana non era, son certo, m’ingannò;
della mia ingenuità grossolana
approfittò subito l’ammaliatrice.

Come volle dispose e mi raggirò
bq. chè, in veste della bella cacciatrice
era l’ambigua Venere d’ Erice
e di me fece quello che l’ appagò.

Non è agevol corteggiare Afrodite:

colei che certo è la più bella dea
pretende moine e lusinghe ardite
ed una corte che languir la fea.

Lei gradisce molto al giusto momento
bq. i bisbigli ed i sussurri d’amore
per sublimare più il divin cuore
e accompagnarlo al sommo rapimento.

Prima è restia, fà l’indifferente,
bq. sfugge ma con occhi dolci t’invoglia,
resiste e più ti stimola la voglia,
cede e non cede, fà la reticente;

ma quando ti socchiude infin la soglia,
bq. quando ti ritrovi nel divin letto
e nell’estasi perdi l’intelletto,
fondo dài all’energie e, sfinito

ma beato ti senti, in tanto diletto
bq. che ti par toccare il ciel con un dito:
mi soggiogò, con arte e con bravura,
e poi m’abbandonò alla ventura.

Ma quanta soavità, che turbinio,
bq. qual sogno d’ eternità io provai!
Pur se in Terra al mattin mi risvegliai
la notte all’ Olimpo vissi,

da dio.


Giulia Guarnaccia

Preghiera di un angelo

Il mio esistere è come lo sgorgar d’acqua limpida
laddove non v’è bocca che se ne voglia dissetare…
Dimmi madre,
cos’è che ti fa piangere ed esitare.
Nel tuo grembo arido d’amore,
come il più bel fiore lasciami germogliare.

Lo so madre,
non son ancor che un granello di sabbia
che le tue mani non possono sfiorare,
ma io esisto, non mi puoi rinnegare.
Ti prego, asciuga le tue lacrime,
e nei sentieri nascosti della tua anima
resta ad ascoltare…
Sentirai il dolce battito di questo mio piccolo cuore,
che non chiede nient’altro , nient’altro che “amore”.
No! Non farlo! Non lasciarmi andare…
Io sono parte di te.
«NON LASCIARMI MORIRE».


Candida Guerriero

Insieme per sempre

Bambino mio…
so bene,
che ora non sei più qui con me..
con i piedi a terra e,
parlare a te è come parlare al vento.
Ma nel vento ci sei tu che mi ascolti
e le mie parole sono come una dolce preghiera a Gesù.
Sapessi ora,
che sei salito lassù cos’hai lasciato nel mio cuore.
Insieme a te, sentivo una gioia assaporata ogni giorno,
ora, raggiungerti dove sei piccolo angelo mio,
è il mio più grande desiderio…
Di nuovo tra le tue carezze.. tra le tue manine…
Sentire quella calda sensazione,
quando la sera accanto al camino, sulle mie ginocchia..
mi avvolgeva dolcemente.
Un immenso amore dentro di me e,
tanta felicità quando solo mi dicevi .. “mammina”..
Io triste nei miei grigi momenti,
ma col dono di un tuo fresco sorriso
ogni amarezza dimenticavo all’istante..
Avevo te.. avevo tutto!
Ora invece, mi manca tutto,
non ho più niente.. non ho più te.
Voglio raggiungerti cuoricino mio
..voglio restare con te.
Ho bisogno di una tua soave parola
..di un tuo delicato bacino.
Ti prego
Ho bisogno di te, che sei unico nel mio cuore..
di te che sei il mio bambino.


Cristina Izzo

Ciottoli

Come il ciottolo nell’acqua di mare che rotola fa giri immensi
ma poi torna sulla riva….
così la vita,
così il vissuto che sempre torna nella mente e nel cuore e resta lì….
e rotola e si arrovella…
sugli stessi dolori, sugli stessi pensieri
Seppur su una riva ed un mare oramai diversi.


Silvana Licari

La nevicata del ‘56

Arriva improvvisa
un’emozione
dall’ascolto
di una voce che canta.

Parole e musica
mi riportano a ciò
che credevo dimenticato.

Tutto riprende vita,
paesaggio e sensazioni …
e non è gioia
o dolore …

ma una calda
emozione che
senza preavviso provoca
brividi d’amore.

4.11.’13


Elio Lunghi

Realismo astratto

Si alza il coperchio sollevato dal vento,
la scatola si libra tra le sartie e lascia
uscire leggeri rumori tra le nebbie
incantate.
Possenti energumeni fasciati di gesso
sradicano gli alberi piantati dai padri.
Farfalle con le ali rotte sorvolano
i muschi.
Bigotte con le anime contorte
sorseggiano bevande ignorate e
ciclisti infreddoliti corrono su piste
dipinte da principianti.


Il precario del terzo millennio

Dobbiamo ragliare o rugliare?
Osservare il volo strisciato del merlo incantatore
che si frange nelle piazze deserte o gridare
nei microfoni spenti: “siamo contenti”?
Immergersi nei fumi vegetali danzanti tra
pagine di giornale o coltivare dubbi e lentischi
nani scavando grotte a forma di scaffale?
Leggere manifesti che planano su pagliai
come bende trafitte o incolonnarsi su prati
coperti di magnesio con torce variopinte?
Quando l’ultimo schiavo sarà stato venduto
codici alati riveleranno sulle scogliere salmastre
che chi ragiona non viene ascoltato.


Maria Concetta Luppino

Amico mio

Amico mio, padrone del mio cuore,
mi fai soffrire tu, continuamente
non so se mi vuoi bene oppure menti,
dicendomi parole assai gentili
che illuminano il mio cuore dolcemente.
Amico mio, ti prego non mentire
non torturare un cuore già ferito,
ferito dall’amore e dalla vita
ferito dagli sguardi della gente.
In questa vita mia triste e buia
io vedo solo te, Amico mio
con gioia, amore e grande simpatia
e non vorrei averti mio nemico.
Tu che sei il padrone del mio cuore
cancella col tuo amore il mio passato
fa si che nel mio cuore ormai ferito
non entri più tristezza né dolore,
ma che sia colmo di gioia e del tuo
Amore.


Concetta Seila Mammoccio

Emigrante

Gabbiano tocchi sponde lontane,
esule fuggi dal boia del passato,
ramingo sorseggi l’aspro calice dei ricordi.
Orfano, di vita venduta ad una moneta effimera,
con una valigia annerita dal fumo denso di decenni
tra smog e bombardamenti, su un vagone
d’ignota destinazione trascorri la tua ultima tappa senile.
Pescatore di delusioni siedi sul trono della prigione:
l’emigrazione;
tatuaggio vivo sul tuo volto crucciato.

Masticar fiele è arduo,
sputar dolce è consuetudine;
ma seppur questa pena sia tuttora da espiare,
tu erri ancora padre,
mutilato dal rientro in patria, della tua madre patria.

Matusa stringi a te foto sbiadite e lettere ingiallite,
collezionista di sconfitte, nella tua partita a carte
hai terminato gli assi nella manica,
e sei rimasto gabbato, con l’impiccato lì nella mano.
Da abile ammiraglio ti appresti all’approdo finale,
la clessidra decreta che la rotta è ormai vicina.
Ti àncori alle tue giovani scialuppe,
ma è tempo di avviarti; la morte, rapida e indolore
come da copione, giunge a freddarti,
e a tal fato sai che non puoi sottrarti.

Speri solo che la sorte, ingrata un tempo, si volti ora
a tenderti la mano affinché tu: emigrante,
possa dare un ultimo saluto alla tua terra natia;
e la tua spoglia, sotto l’ombra del ginepro, possa finalmente
trovar tregua, avvolta dal vessillo tricolore della libertà.


Ester Travaini

L’Alloro

(Dedicato a Veronica e Sonia)

Nel dolce autunno si adorna la chioma d’alloro,
spira un generoso profumo di cose diverse
come petali portati dal vento.
Verranno nuove stagioni.

La vita, quale gemma del legno di Cristo
nel suo sbocciare meraviglioso,
è manifesto perenne d’esami.
Germogliano nuovi saperi dai secoli reconditi.

Giammai in terra vostra
vinca la stolta virtù! Nel divenire,
d’improvviso un giorno, non abbia riposo
la linfa del memorando lauro.

Ravenna, 18 novembre 2013


Roberto Utzeri

Amor fuggito

Amor fuggito

Freddo recente
A gocce

Evapora
Di pianto

Ora
Come allora

Mutilato
Nelle parole

C’ero


Odi et amo

Tesoro
D’odio

E amore
Così fitto

D’estasi
E veleni

Devoto
T’adoro


D’amore

Sogno

Campi di baci
Miti
Ch’è cuore

Muto
E d’amore

Segno


Paolo Varaldo

Metamorfosi

Ultima foglia
su tappeto dorato
cade danzando

Bosco spogliato
senza segreti oramai
in trasformazione

sotto acre decomposto odore
di morte

di vita
di morte


La ragnatela

Rugiada
tre mo lan te
su
ordinati
fili
di seta

rifletti
nel mattino
spirali
di galassie


Vivi e sfiora…

Vivi e sfiora,
nel balenar d’un sogno,
i petali sbocciati
all’alito di vento
delle tue emozioni.

Coglili
dalla sorgente dei desideri
e scagliali,
come dardi luminosi,
nell’insondabile azzurro
di quell’anime
anelanti
a palpiti di vita.


Filippo Zucchetti

Paese in Festa

E nella collina rozza e inerme
canta e balla la festa nuova,
che tradizioni e rughe fan da padroni.
E cuccioli vivi rosa candizia e rosso furbizia
controllano dal basso con la testa incline verso l’alto.
Matto di sporcizia e matta di gattaia
con peli addosso dal miele incollati,
incompresi ma graditi
a far da cornice insieme ai canti e ai vestiti.
Rivolge bella la liscia guancia
ad un bacio d’astuzia del giovane affanno.
E tutto e tutti,
nel mediocre candore,
regalano piccoli stati di vita
che girandoli intorno alla pancia
fan da sottile veste protetta.


Speciale

Occhi pensanti
Sguardi importanti
Le mani e i piedi
Di chi sceglie di essere con lo stomaco e il cervello
Di chi per me è speciale
Forse piange ma io non la sento,
forse nasconde il suo timido pianto.
Pare un piccolo gioiello che cadendo non si rompe,
rimanendo sempre bellissimo e luccicante.
Se qualcuno le facesse del male io ne sentirei il dolore;
e per questo io ti proteggo splendido amore.
Tu che osservi e che sei ai mie occhi prato verdissimo e freschissimo
tu che guardi verde e azzurro nel senso più profondo
che muovi il piccolo corpo bianco
non curando il portamento,
nella semplice e complicata apparenza.
Che il sole possa abbracciare sempre il viso splendido che porti addosso


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