Transiti

di

Anna Santarelli


Anna Santarelli - Transiti
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
15x21 - pp. 120 - Euro 14,50
ISBN 9791259512284

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In copertina: «Colorful dirty rough style paint brush stroke background» © Di GAAS Graphics – stock.adobe.com


Prefazione

Anna Santarelli propone una silloge di poesie, dal titolo “Transiti”, che comprende le liriche scritte in poco più di un decennio e rappresenta un corpus lirico che delinea la sua concezione poetica, fissando fedelmente l’universo emozionale e l’estrema sensibilità d’una visione capace di penetrare nel profondo dell’animo, fino a spingersi nelle zone più segrete e celate.
La raccolta di poesie è suddivisa in tre tempi lirici che scandiscono le cadenze d’un percorso proteso alla continua ricerca di simbolici “sentieri dell’essere”, attraverso una costante indagine per disvelare ciò che “ristagna nell’animo”, sospeso nel tempo, come le “parole non dette” ed i pensieri dispersi nei silenzi che “nutrono la solitudine/dell’essere”, che scavano “solchi nell’animo” e “prosciugano” la stessa essenza vitale come se alcuna ragione possa spiegare la “solitudine che invade/il cuore”.
Anna Santarelli, come “viandante solitaria”, percorre tali “sentieri segreti” quasi immergendosi in una dimensione sospesa nel tempo, cercando di svelare la sensazione di vuoto, l’intreccio di attese e disincanti, le ombre cupe e le illusioni dell’umano vivere.
Sul palcoscenico della vita, in questi tempi odierni, “s’impone una maschera” e la necessità di interpretare un ruolo, ma la poetessa oltrepassa le apparenze, lambisce il sentiero cosparso di “mutevoli visioni” ed il senso d’attesa d’un “segreto transito”, e si catapulta oltre la “coltre d’ombre”, quasi a ricercare lo smarrimento davanti alla vertigine immane dell’esistere: e i versi “Mi attende la poesia/sulla soglia dell’enigma/cesura d’immagini/segreto transito/da una terra di nebbia/a suggestioni d’azzurro” sono specchio fedele di tali evidenze.
In questo primo tempo lirico, dal titolo “Il sentiero dell’anima”, si avverte che la visione lirica s’impregna di malinconia, a volte, il desiderio si miscela con la realtà, ma la sua Parola, come fiamma lirica, illumina la simbolica “luce dell’alba” così amata dalla poetessa, e diventa atto salvifico, ultimo argine al male di vivere, al senso di solitudine che assale, “all’abisso del nulla” che sfiora i “giorni fragili” del percorso esistenziale.
Durante il processo lirico si evidenzia la “ricerca perenne di equilibrio” e la poesia scaturisce dalle reiterate zone segrete dell’animo, attraversa luoghi remoti e solitari, fluisce e diviene acqua vitale che “lava” il dolore come atto di purificazione che conduce al mutamento esistenziale.
Ecco allora che Anna Santarelli sente fortemente il “senso dell’essere poeta”, tra la luce misteriosa ed il senso segreto d’ogni gesto, come a riscoprire una “poesia quotidiana”, composta di molteplici frammenti esistenziali che hanno segnato il cammino.
Tali evidenze conducono al secondo tempo lirico, dal titolo “Sguardi quotidiani”, dove il processo lirico si distende nella trama della vita, nella realtà dei giorni e delle stagioni, si insinua e si nasconde negli “anfratti quotidiani”, tra le simboliche “ombre” dell’esistere, nel lato segreto del sentiero in penombra dove si cela il “dolore sottile” e nei pochi ritagli di sofferte verità.
Nell’ultimo tempo lirico, dal titolo “Margini”, v’è una immersione lirica nel “mistero del nostro viaggio”, nel sogno costantemente esposto al mutamento, lungo sentieri insondabili, tra silenzi memoriali e scarne impronte di vita, come a lasciarsi trasportare “dimentichi di sé stessi”, seguire il flusso per lambire nuove prospettive e “danzare nel cerchio del divenire”.
La sua Parola, nitida e scarna, è miscela alchemica di frammenti esistenziali, ritagli e lacerti, capace di cogliere e fissare le più labili percezioni e i vortici dell’esistere, di estrapolare le spoglie verità e le cadenze dell’anima “nel mare dell’essere”, nelle “pieghe del cuore”, fino alla decretazione d’una consapevolezza estrema: “Sono umile fiore spontaneo”.
Anna Santarelli offre, con tutto il cuore e sincerità estrema, la sua Poesia che rappresenta una testimonianza fedele dell’universo emozionale custodito nelle zone più profonde dell’animo, tra senso di solitudine e consapevolezza della concezione e visione poetica, in un costante susseguirsi di parole chiave e percezioni liriche che fissano le intenzioni della poetessa, rese in modo perfetto grazie ad una versificazione essenziale e penetrante.

Massimo Barile


Transiti


“Per quanto tu cammini e percorra ogni strada,
non potrai raggiungere i confini dell’anima,
tanto è profondo il suo logos”.

(Eraclito)


Il sentiero dell’anima


I due saltimbanchi

Gli sguardi persi
nel vuoto, dissolti
in un mondo di silenzi
ombre cupe
si affastellano
interrogativi amari
affiorano dal nulla
di un tempo sospeso
Vicini eppur lontani
estranei l’uno all’altra
il dramma del vivere
recitano due saltimbanchi

All’unisono cantano
la solitudine dell’anima
incerta e smarrita
lo stesso struggimento
svelano sul palcoscenico
senza parole
è il destino dell’uomo
in ogni tempo

Testo ispirato all’opera omonima di Pablo Picasso.


La maschera

In questo tempo indolente
l’energia reclusa in geometrie
di pensieri senz’anima, si impone
una maschera, narrazione mutevole
dell’io al riparo dai giorni vissuti

È il volto anonimo che rinuncia
allo sguardo vero della luce
Come fiore reciso, sottratto
al seno della terra, è armonia
apparente, ombra dell’anima
nel medesimo sogno che sfiorisce


Le parole non dette

Ristagnano
nei vicoli dell’anima
le parole non dette
non conoscono
la luce né il travaglio
che le consegna
al mondo
restano là … sospese
lacrime di sale
che non si fanno voce
indugio senza tempo

Nutrono la solitudine
dell’essere
le parole non dette
scavano solchi
in fondo a un’anima
Sono silenzi antichi
che prosciugano
ogni amore
messaggi in bottiglia
mai giungono a riva


Un’ombra

Si addensa un’ombra
sul sentiero, oscura
giorni fragili e incompiuti

Nel cordone slegato
dal ventre dell’universo
sono i segni di un destino

Nell’ombra è il non detto
il non essere, emozioni
di pietra vivono lontano
da ogni coscienza…

Attesa di segreto transito


Essere o sentire

Essere o sentire
apparire come nessuno
uno mille o spiegare
le vele e fare rotta
verso il mare più profondo

Interpretare un ruolo
e smarrirsi in delirio
di luce o accostarsi
al regno del mistero
Avere una fiaccola in mano
a rischiarare la sera
percepire il respiro
di un fiore che si chiude

Camminare sul bordo
del sentiero, a margine
dei suoi segreti
perdersi in un sogno
estremo dettato
dell’anima che lascia
un’orma di sé


Sguardi quotidiani


Il senso di una siepe

Nei confini di una siepe
vi sono pietre che serbano
memorie, linfa di stagioni
sottili persuasioni
di arginare la legge del divenire

Nel divario tra sogno e realtà
è una conquista o un dono
per chi ha solcato il mondo
e colto il valore di una sfida

Quando lo sguardo si perde
sulla collina tra verdi ombrelli
di pini e rami che rinascono
labile è il confine tra presente
e futuro, segreto varco


Ritorno

Fili di una trama vissuta
vampe di un fuoco mai sopito
echi di stagioni ormai trascorse

Il tempo trasforma l’anima
ieri l’entusiasmo di incoscienza
tinto, oggi l’altro abbraccio
di malinconia appena velato

Spogli percorsi, misurate passioni
pagine nuove, meno amari
l’ora del distacco e dell’addio


Quel che resta

È poco quel che resta
un prato sfiorito di promesse
sul tavolo il pasto frugale
del giorno, un angolo di casa
che sa partorire la sua luce

Mani invisibili legano istanti
e anche se il cuore avverte
il buio vi è la strada di domani

È poco quel che resta, assale
il vivere ogni verità, tra le pagine
dei giorni reca parole scabre

La sapienza di una ginestra
ci salverà: fiorire sul sentiero
arido e pietroso, farsi luce


Margini


Nel vuoto

Nel vuoto, tra pareti di silenzio
è eclissi di ingombranti ricordi
adagio si dipana in tacito fluire
il linguaggio comune delle cose

A pelo d’acqua è il margine
infiorescenze variegate in trame
orizzontali e verticali, inedite
congiunzioni, lievi adiacenze

Si incammina il sogno, di verità
riunisce lembi, sosta indugia
sulla balaustra della sera
Si desta la parola, ritrova senso


Divisioni

Dal tutto indifferenziato si stacca
la storia di un’anima, un cammino
si individua a poco a poco, i passi
evolvono, con dolore tramutano

Presagi e accenni, bozze e profili
affiorano, ogni divisione è l’ombra
di un assito, il crogiolo di mille verità

Nelle tante contraddizioni di una vita
dona il tempo a ciascuno la sua parte
per schizzare un quadro di unità

[continua]


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