Alter ego

di

Angelo Passera


Angelo Passera - Alter ego
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 70 - Euro 7,50
ISBN 978-88-6037-5254

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In copertina fotografia dell’autore


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è finalista nel concorso letterario «J. Prévert» 2007


Prefazione

L’autore si cimenta, con una sequenza insistita di fraseggi, in uno studio approfondito dell’animo umano, a partire dai suoi pensieri, dalle sue emozioni e quant’altro, che generano strani comportamenti e che, in definitiva, costituiscono il tema di fondo della sua opera. È un tuffo nel profondo del proprio io, da dove rileva e si convince, che anche l’uomo apparentemente dolce, amabile e solare, vive, dentro di sé, i tumulti di una vera e propria tempesta, che lo porta, poi, inesorabilmente, ad essere triste, remissivo, spento.
“L’animo umano è come un pozzo profondo, dove l’acqua a volte sembra trasbordare ed a volte è miseramente in secca, quasi arso”.
“Scoprire il pozzo occulto incomprensibile alla mente umana per la sua intrinseca debolezza ed avere una sete insaziabile di bere e di dar da bere, un pozzo così profondo, che bisogna lanciare una corda così lunga, ma così lunga da sembrare asciutto” (Alter Ego).
La sua è una ricerca d’identità, quasi a proporsi per uno studio, di cui lui stesso ne individua le tracce, il percorso e la via d’uscita per comprendere e giustificare i molteplici comportamenti dell’animo umano.
È, in definitiva, l’attore di una vita simulata, che traspare nelle più svariate forme e sfaccettature in tutte le sue liriche e si concretizza in spaccati di vita, dai più remoti ai più recenti, recuperati e fissati per essere rivisitati, ripresi e ricordati nel tempo, come la lirica dedicata alla madre, che è vista come la forza del fiume, come il seme pienamente germogliato, come il nettare di una vita ben spesa, piena di tribolazioni, ma che ha trasmesso la sua vera essenza, un esempio cui tutti dovrebbero attingere (“grazie mamma”).

Carlo Mario Passera


Alter ego


Alter ego

Dolce, solare, vivo,
triste, remissivo, spento,
due luci contrastanti che si fondono.
L’animo umano è come un pozzo profondo,
dove l’acqua a volte sembra trasbordare
e a volte è miseramente in secca, quasi arso.
Scoprire il pozzo occulto
incomprensibile alla mente umana
per la sua intrinseca debolezza
ed avere una sete insaziabile di bere e di dar da bere.
Un pozzo così profondo,
che bisogna lanciare una corda così lunga,
ma così lunga, da sembrare asciutto.


Piangere e sorridere

La natura sboccia e si ridesta,
nel sole tiepido d’aprile,
del verde luccichio dei prati,
la natura si spoglia e dissecca,
nel sole pallido di fine ottobre,
nell’umida campagna:
due luci che si fondono.
Dolce, solare, raggiante,
triste, buio e tenebroso
nel gioioso e tormentato cammino.
Raggio di luce,
pallida ombra,
due volti che si guardano,
sorridono e piangono.
Dietro quel mieloso sorriso,
c‘è un uomo che piange,
dietro quel tormentato silenzio,
c‘è un uomo che sa sorridere.
Piangere e sorridere,
è la vita che accomuna.


Grazie mamma

Valori che quando entrano nelle vene
trasmettono energia, vitalità e voglia di vivere.
Sei il nettare di una vita ben spesa,
piena di tribolazioni,
ma che ha trasmesso la sua vera essenza.
Sei il seme,
che nonostante le condizioni avverse
è pienamente germogliato.
Sei la forza del fiume,
che durante il suo percorso,
diventato imponente,
ha superato ogni ostacolo
apparentemente insormontabile.
Sei il frutto migliore
di questa misera esistenza.
Sei l’esempio,
cui tutti dovrebbero attingere.
I veri tesori sono quelli del cuore.
Grazie mamma.


Il nostro io

Tutto muta, tutto si trasforma,
come un libro di pagine bianche,
ogni giorno ne scriviamo una.
Ciò che siamo stati,
con il fardello del passato,
ma con un futuro ancora da vivere.
Angosce, rimorsi, amore, odio
e la felicità come una piuma al vento,
con la strada tracciata dai nostri padri
in una società di doveri inventati.
Con un dito tocchiamo Dio,
ma con le azioni lo rinneghiamo,
poi, al momento della morte,
rivolgiamo gli occhi dentro di noi,
trovando lì il nostro io
con il rimpianto di non aver capito prima
ciò che stiamo perdendo.
Attendiamo così rassegnati,
che la mano di Dio svuoti il nostro cuore
dai nostri dolori, dai nostri peccati
e se il bambino dentro di noi sarà ancora vivo,
il nostro io sarà immerso in Dio.


Grazie di esistere

Quella luce ha aperto il mio cuore,
mi ha illuminato
e ha sciolto la mia corazza interiore.
Ho imparato a vivere quando ti ho incontrato,
i battiti cardiaci e i fremiti continui
ne erano i segnalatori.
Tuttora le emozioni zampillano
come sorgente di acqua fresca
e i pensieri trasbordano come un fiume in piena.
Sono raggi rischiarati,
elisir di vitalità
e come un’ondata di aria calda tonificano lo spirito.
Sei il mio giglio,
che emana quel profumo sublime
e inonda l’ambiente circostante.
Grazie di esistere.


Il pane del povero nel regno dei consumi

Il pane del povero è fatto di niente,
nutre il corpo ed anche lo spirito con niente,
l’esito letale per inedia e disperazione
è assicurato dal niente di cui è composto.
La giornata del povero
è fatta di niente,
consumata dal resistere al vento
della decomposizione
delle effimere sicurezze
spacciate sul mercato delle idee
e degli inganni.
Il pane del ricco è fatto di tutto
ciò che manca alla mensa del povero,
della quintessenza dell’inutile
nella solennità di tutti i riti
dei sacrifici altrui.


Il grande consiglio

Il consiglio dell’anziano è determinante
perché i suoi occhi hanno fissato il volto degli anni
e le sue orecchie hanno ascoltato
le voci della vita.
I suoi consigli ci possono non aggradare,
ma bisogna prestare attenzione
per non incorrere nei suoi stessi errori.
Le sue dolenti e liete conclusioni
sono i semi gettati dal passato
nel campo della nostra anima
per la futura mietitura.


Infinito

È bello vedere nell’immensità del cielo
una sorta di infinito,
dove sembra che le nuvole,
che il vento ha plasmato
e reso più ampie e solide,
misurino la distanza della volta celeste.
Come una fiamma che si spegne,
la grande luce si accorda meglio
con i caratteri dell’infinito.
Qualcosa di divino e di mistero
scioglie le paure e i dubbi che ci assediano.
Tutto ciò che noi crediamo abbia valore
è posseduto da Dio nella sua pienezza.


La mia coscienza

Felicità dove ti ho lasciata?
Gioia, successo, rispetto
non valete un bel niente
se non arrivate da un motivo vero.
Solo dopo un tramonto pieno di luce
il cielo è sempre stellato.
Il rispetto di noi stessi,
la consapevolezza di avere sempre operato
con rettitudine e generosità,
la costante ricerca di un’anima bella,
limpida, umile
e la sospirata euforia interiore,
sono gli elisir per ritrovare la vera felicità.
Spesso bollono i germi delle mie collere,
delle mie cattiverie,
che tendono ad oscurare la mia coscienza,
ma la consapevolezza che la mente grande
non invecchia mai
e che la verità è nella purezza della coscienza
rasserenano il mio mondo interiore.


Una forte paura

La nostra smisurata memoria
è vittima del veloce incalzare della vita,
dell’oblio che la oscura.
Sembra avvizzire da sola,
ma è sufficiente una forte paura
per accendere nella nostra mente
tutto il teatro della vita passata.


Egoista

I fiori se non li bagni seccano,
le qualità morali vanno curate
per poter vederle sbocciate.
Sei e sei convinto di non essere,
fai e sei convinto di non fare.
Chi non vuole bene a sé stesso
come può volerne agli altri?
L’egoista non ha niente
e non può fare niente.


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