Ringrazio la Professoressa Tina Beretta Trezzi, mia nipote Daniela Sirtori, la cara amica Luisa Parravicini e Maria Organtini per la collaborazione.
Fiori di parole
sbocciati dal mio cuore
portate a chi vi legge
messaggi di gioia.
A MIO PADRE
Nel campo, all’aurora
t’attendeva la vanga
preziosa compagna di lavoro
amica fedele, discreta
chiudeva nel cuore metallico
le tue confidenze segrete
scriveva, muovendo le zolle
il diario della tua vita.
(Pubblicata sull’antologia del Premio “Città di Monza 1999”)
DONO D’AMORE
Disse mia madre:
“Le ultime ore
della stellata notte di Natale
mi videro ansante
e sfatta dal travaglio.
Nell’alba lattiginosa
il tuo primo vagito
come gioioso concerto di campane
risuonò nel mio cuore.
La tua gota rosa
appoggiata alla morbida
collina del mio seno
mi diede una vertigine
di felicità.
Il mio deserto fioriva di te
mio primo fiore
luce della mia festa di Natale
dono d’amore”.
(L’autrice è nata il mattino di Natale ed è la primogenita)
DIALOGO
Nonna, cos‘è la vita?
L’albero che cresce e verdeggia
su un aspro sentiero.
Cos‘è l’amore?
L’aurora che tinge di rosa
ogni pensiero.
Cos‘è il dolore?
La nuvola grigia che oscura
il cammino.
E la morte?
La chiave che apre la porta
di un nuovo destino.
A MIO FRATELLO SILVIO
Slarghi d’azzurro
nel cielo del tramonto
e nubi rossofuoco.
Ricordi quel gioco
dei nostri anni fanciulli?
Un foglio di quaderno, colorato
metà d’azzurro
metà di rossofuoco
piegato, ripiegato.
Si giocava con la punta
delle dita:
azzurro … rossofuoco …
paradiso … inferno…
La mamma ci ammoniva:
“non scherzate!
Inferno … paradiso …
Si cambierà la vita”.
Quanto tempo è passato!
E tu che già riposi
nel grembo della notte
dimmi: “Di là cos‘è cambiato
se inferno e paradiso
è già per noi la vita?”
A VALENTINA
Tenera gemma, spuntata
sul giovane ramo
dell’albero famigliare
irrorata d’acqua lustrale,
dolce ambrosia che nutri
l’affetto dei tuoi cari.
Due angeli si alternano
instancabili alla tua culla,
ti avvolgono ogni giorno
in fasce d’amore
ti rendono lieve
la fatica di crescere.
Ripeterai gioiosa i loro nomi
balbettando le prime parole:
Mamma … Papà ...
Inestimabili tesori
pietre miliari
sulle strade di ogni figlio.
(Diploma di merito al concorso “L’autodidatta 2001” – Milano)
RICORDI D’INFANZIA
Guardavamo il mare
dal sommo d’uno scoglio
le onde
come giovani cavalle
dalle morbide criniere
schiumanti
e i candidi gabbiani
gioiosi abitatori
di quella infinità.
Un desiderio urgeva
dentro il cuore:
sentirsi abbracciati
all’improvviso
dal morbido seno dell’onda
correre tra la schiuma
incorporarsi
a quella liquida, lucente
immensità.
(Settima classificata al concorso “Il Club degli Autori”)
I GIORNI D’INFANZIA
Vorrei tornare nel vecchio
cortile
dove i giorni d’infanzia
vestiti di verde smeraldo
mi portavano in dono
ghirlande di serenità.
Li vedevo volare
lievi come farfalle
dalle ali ricamate di sogni…
Io diventavo donna.
Sotto il morbido velluto
del rossetto profumato
scoprivo il sapore amaro
della vita.
UNA FARFALLA DI TRINA
(dedicata alle persone che lavorano il pizzo al tombolo)
Tu che lavori al tombolo
regalami una piccola farfalla
capolavoro di trina
fiorito dalle tue mani d’artista.
La userò come spilla
per una ciocca ribelle,
mi parlerà del mio tempo fanciullo
quando adornavo i capelli
di candide farfalle.
L’appoggerò la sera
sopra il mio comodino.
Nel dormiveglia notturno
mi sembrerà di udire
l’allegro scalpiccio dei fuselli,
vedrò le tue mani agili
danzare col filo e gli spilli
nel gioco creativo.
Regalami una farfalla di trina!
La poserò sui capelli.
Tornerà per incanto nel mio cuore
la serena letizia
dei miei giorni di bambina.
(Diploma di merito al concorso “L’Autodidatta 2000 – Milano”)
LA CARRIOLA
Ricordi, mamma
le mattine d’estate?
La carriola carica di panni
andavamo al Lambro a lavare.
Ricordi i pomeriggi invernali?
La carriola carica di legna
per accendere il nostro focolare.
Cantava allegra la carriola
seguendo il mio passo baldanzoso
ritmato dai miei sogni di fanciulla!
Cigolava paurosa
seguendo il tuo passo stanco
annuncio della tua sera.