Sogni astratti

di

Alexandru Cefan


Alexandru Cefan - Sogni astratti
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 80 - Euro 8,00
ISBN 978-88-6587-2185

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Prefazione

Nella presente silloge di poesie, intitolata “Sogni astratti”, Alexandru Cefan mette tutto se stesso sul piatto della bilancia e dimostra coraggio quando chiede di essere letto e valutato senza false parole, senza usare i “guanti bianchi”: ha capito che, per un autore, è importante essere consigliato con sincera critica costruttiva; sempre accettando di evidenziare lacune e difetti per tendere ad un continuo miglioramento, attraverso una crescita che, a volte, passa anche sotto le forche caudine.
Per questo motivo, posso dire che, in questa raccolta poetica, non mancano certamente alcune poesie che risultano ripetitive o altre che non hanno trovato la migliore espressione, così come la reiterazione di alcuni concetti o parole chiave, ma ciò è inevitabile trattandosi di una voluminosa raccolta di oltre centoventi componimenti.
Allo stesso modo, si deve evidenziare a chiare lettere che, nella silloge, sono presenti alcune gemme liriche che fanno pensare ad una capacità di esprimere con grande forza il proprio pensiero, le profonde emozioni e le inevitabili metamorfosi degli stati d’animo: quindi, siamo davanti a buone vibrazioni ed estrema incisività.
La scrittura poetica di Alexandru Cefan tende a sintetizzare l’espressione in versi brevi, seguendo il concetto della riduzione, in un tentativo/intenzione di riportare la sostanza intima delle emozioni, il nucleo essenziale del proprio sentimento e la visione primigenia d’una determinata condizione esistenziale: si assiste ad una cristallizzazione lirica con la volontà di eliminare tutto ciò che è superfluo.
Nella poesia “Sogni astratti”, che offre il titolo all’intera raccolta, riscontriamo la profondità lirica e l’evidenza dell’universo emozionale di Alexandru Cefan che, con parole intense, scrive: “Abbiamo bisogno di sogni astratti/ per scarcerare il tempo/ che opprime con un sottile strato di gelo/ il desiderio di vivere./ Siamo solo una traccia/ sulla tela di un pittore/ che ama/ il silenzio/ nei giorni inconsueti.”
In questi versi, come in altre poesie che confermano tali visioni, v’è tutta la consapevolezza della limitante finitudine dell’Uomo, l’umano accertamento di essere solo un granello di materia in un universo di cui non abbiamo mai visto il limite ultimo, sempre che esista un confine.
Poi, v’è la necessità di un superamento temporale, di una “scarcerazione” dal tempo, come fosse una liberazione da una gabbia mentale, da uno “strato” che opprime e soffoca il proprio vivere: per giungere, infine, dopo costante ricerca di intimità e scandaglio del proprio essere, ad un silenzio appagante che possa esaltare la profonda sensibilità ed aiutare a comprendere la natura umana.
Nella poesia di Alexandru Cefan sono proprio l’osservazione costante dell’Uomo e delle manifestazioni del vivere, così come la comprensione delle sue debolezze e dei dubbi, delle incertezze e dei timori che accompagnano il silenzio, a sospingerlo verso la ricerca di una nuova prospettiva che permetta di oltrepassare il senso di inquietudine e la vena di amarezza che pervadono l’animo.
Ecco allora che il suo definirsi un “semplice sognatore”, conduce a “lasciare in sospeso l’anima/ come meteora/ che galleggia”… sopra i “sogni astratti”: il silenzio, che rappresenta la profondità della sofferenza ed il labirinto delle promesse e dei sogni sospesi, “dona un posto nella solitudine”, copre il vuoto che circonda, fino al desiderio di una vita “trasparente” che conduca la sua sensibilità al superamento dell’egoismo umano.

Massimo Barile


Sogni astratti


Dedico questo volume di poesia a mia moglie, a mia figlia, e al mondo che sta soffrendo e che sta passando un momento difficile e incerto.


Sarà

Non ebbi una giovinezza simile a un giorno fiorito di primavera, da potermi ispirare a scrivere una poesia.
Per quale errore, mi sono trovato con una debolezza per la vita attuale?
Dove mi sono inciso le parole per i miei simili?
È vero che si deve soffrire per i peccati di altri?
Cerchiamo di capire la nostra caduta!
Non sono in grado di assolvere una cultura ambientata in un sistema che chiude con leggerezza gli occhi al dolore comune, con una certa ingenuità.
Si cammina nella solitudine, verso la distruzione finale.
Eppure, oggi il nostro mondo fa i più grandi progressi, ma il traguardo sembra una relazione dell’inferno. Forse no, ma sento che l’inferno bussa alla porta del nostro presente, freddo e privo di luce.
È il solito presente che domina con la sua statura desertica, come una lunga notte sfruttata che nasconde in silenzio il cuore, lo anima, lo spirito salutare del futuro.
Andiamo a trovare la nascita di un nuovo destino, godendo la fuga dei brutti sogni, vivendo una nuova saggezza che splende.
Sarà la mattina degli schiavi, che tracciano la misericordia celeste.
Sarà il nostro sguardo, che incorpora la lontananza.
Sarà il giorno con il cuore di un bambino innocente.

Alexandru Cefan


Abbiamo perso l’istinto di amare

Era un pensiero di un’età sconosciuta,
incollato sui nostri passi
quando ci avviciniamo
per vedere il cielo
da vicino.
Poi abbiamo toccato con le dita
le gocce serafiche
di speranze,
che volano nell’eternità.
Oggi,
siamo così rattristati
abbiamo perso l’istinto di amare.


Guidare una moto

Vivere senza un solo pensiero,
guidare una moto
abbassando lo sguardo
sulla via del ritorno.
Forse era il solito ritardo
all’appuntamento con la vita
dove mi sentivo impazzito
di una grande certezza:
avevo svuotato il cuore
di fronte all’infinito.


Un tatuaggio

Un tatuaggio sul dorso
dell’era moderna
rivive la trama del mondo,
le sue delusioni,
come una cicatrice di guerra
che richiede
la sua immortalità
sui labbri dei giorni
intensi di Libertà.


Il ricordo

Attaccata alla nostra scorta
di umanità,
il ricordo non è una fotografia
in bianco e nero
dell’evento che si sviluppa
dentro una vita.
La camera oscura si richiude
nel silenzio,
lasciando passare
un attimo
che sta cercando con timidezza
la riva,
riflessa
dal nostro
tono provato.


Fisicamente morale

La normalità della natura umana,
un solo equilibrio
tra le forze contrastanti
che formano l’uomo.
Ragione e sensibilità
un’armonia creatrice
della personalità.
Un rapporto graduale,
com’è sempre stata l’arte
della natura stessa.
Una miscela quasi divina,
sarà il futuro
che rintraccia la nostra sensibilità
fisicamente morale.
Una nuova impronta
che sarà la reggia personale
di un mondo unico.


Sogni astratti

Abbiamo bisogno di sogni astratti
per scarcerare il tempo,
che opprime con un sottile strato di gelo
il desiderio di vivere.
Siamo solo una traccia
sulla tela di un pittore
che ama
il silenzio
nei giorni inconsueti.


**Sulle vie svuotate di anime

Il momento
che si appoggia
sulla diversità
dei modelli sociali,
come un granello di luce
che si aggrappa a noi,
enunciando
che il mondo crolla
al confine
della nostra sconfitta.
I nostri sogni
saranno spostati
nelle note vibranti
dal tempo
sulle vie
svuotate di anime.


Sogni immaturi

Voglio una vita
di carta trasparente,
che può portare la mia sensibilità
lontano dalla violenza umana.
Sono stanco dei timori
che mi accompagnano
nel silenzio.
Poi ho visto
il cielo,
fermarsi
in un piccolo stagno,
sembrava un mazzo
di sogni immaturi.


Questo è il nostro mondo

Bambini senza futuro,
che adorano
adulti senza passato.
Questo è il nostro mondo…
di rose lasciate a marcire.
Dove si possono rubare i raggi del sole?
Per allontanare
il buio della nostra vita,
liberando per un attimo
il desiderio di vivere.


Un umile faro

Trarre dal nulla l’esperienza
fondamentale dell’uomo,
per far rinascere i nuovi sistemi,
una nuova creazione artistica,
avendo una giusta debolezza
per il mondo.
Forse, siamo indivisibili
a vivere senza pietà
nel mondo relativo,
circondati per sempre
dalle mezze verità.
Un sentimento finale sperduto
come il nostro destino,
un umile faro,
che sembra
la voce di un animo
impaurito.


Una certezza nella vita

Non capisco
il mio rifiuto
ad avere
una certezza nella vita.
È come sapere di essere cieco
in una serata
al mare,
avendo i piedi bagnati,
accanto a una fidanzata
bizzarra,
che sogna
di fare l’amore con un altro.


L’orizzonte sonoro

La luce delle parole
una scatola secca,
spesso rubata,
che svuota
con molta pazienza
l’orizzonte sonoro,
imprigionando
le vie spaziali,
il silenzio dell’ombra umana,
l’angolo ristretto della paura.


Un nuovo rifugio

Il genere umano
cerca di creare
i suoi spazi
dentro le
onde tumultuanti,
come un nuovo
rifugio
del tempo,
che rinasce
i sistemi
paralleli,
ma nello
stesso tempo
anarchici.


Nel caos

Il pensiero nomade
entra nel caos
con un solo
impulso,
di cimentare
il ruolo
sociale.
Un territorio
scelto
per caso,
con più
di mille orizzonti.


Le rovine

Un sistema antiquato,
che irrompe
dentro i tempi
attuali,
come l’illegalità
di un patrimonio,
che si espande
sopra le rovine
della moralità.


Le vele estese

La sfida dei nostri
conflitti,
una nave spaziale
che vola
con le vele
estese
dentro
i nostri timori.


La stessa debolezza

Certe idee
ti portano
sopra le nuvole.
Dove il mondo
si vede ridotto
e insignificante.
Solo il cuore
della società
ha la stessa
debolezza
davanti ai nostri
occhi.


Un’età

Il fine della modernità,
un crollo
di un’età
che non ha
saputo
mantenere
in salvo
una speranza,
ma ha creato
mostri
con nomi
di astri.


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