INTRODUZIONE
L’autrice di questa raccolta poetica, attraverso l’utilizzo di versi ritmati e leggiadri, riesce a descrivere l’armonia e la bellezza della natura, soffermandosi sulle intricate piante penetranti e gli austeri arbusti imponenti che cercano di raggiungere i deboli raggi solari nella poesia NELLA FORESTA..., nonché sugli alberi definiti le colonne portanti del tempio del creato in ARBUSTI, mentre una lirica intera è dedicata al verde rigoglioso abitante di Roma e del suo litorale, il pino.
La natura è protagonista in quasi tutte le poesie della raccolta, dedicate ai suoi elementi come l’acqua, definita sia l’essenza della vita passata e futura in ACQUA che come scrigno di variegati gioielli, le creature marine, NELL’ACQUA... Vi sono poi riferimenti ai prelibati doni del bosco, i funghi, alle piccole gemme preziose, come le more, ribes, mirtilli, ecc. in FRUTTI DI BOSCO ed infine, al piccolo frutto sospeso nel folto grappolo appeso, l’uva, nella poesia CHICCO D’UVA.
Prosegue con la descrizione delle stagioni e dei momenti della giornata in FOGLIE D’AUTUNNO, dove il movimento danzante delle foglie annuncia l’arrivo dell’autunno, in PAESAGGIO INVERNALE dove il cielo è grigio e senza nuvole e… gli elementi della natura si fondono e si confondono mentre il fitto mantello stellato… illumina d’argento tutto il creato in NOTTE ESTIVA e ancora, in CIELO MATTUTINO, quando al risveglio, l’azzurro cielo vanitoso si specchia sulle limpide acque del Tirreno.
Non mancano pertanto, i riferimenti alla corsa inesorabile del tempo, che si ha l’illusione di fermare o meglio di catturarne una parte nei ricordi, soprattutto quelli più lieti e felici che permangono nella nostra mente, come emerge nei versi contenuti in I MIEI NONNI, LAGO D’ISEO e LA MAGIA DELL’INFANZIA, tutte liriche dedicate allo spensierato periodo dell’infanzia e agli affetti più cari che costituiscono un punto di riferimento sempre presente della nostra esistenza.
In una raccolta così sentita e profonda, l’autrice dedica versi anche al suo paese l’Italia e a Roma, la città natia, definendo il primo, nella poesia ITALIA, sede di ingegno e di gloria, dove l’ambita e sofferta unità ha contribuito a farne uno Stato, le cui gesta storiche vanno oltre il tempo e lo spazio. L’unicità del territorio italiano traspare in numerosi altri versi, come ad esempio in COSTIERA AMALFITANA ed anche in LAGO D’ISEO, che descrivono con poche e concise parole, alcuni tra i più belli e suggestivi luoghi della penisola.
Il lettore, sfogliando le pagine, potrà assaporare anche l’idea del viaggio, del movimento, della partenza del treno che, percorrendo la ferrovia, proietta il viaggiatore nell’affascinante percorso sul collinare paesaggio italiano, cosparso di ulivi e di girasoli, descritto nella poesia DAL TRENO...
Al tema del viaggio, si ricollegano altri due temi molto cari all’autrice e sempre presenti nelle sue opere poetiche, quali la pace intesa come rispetto della diversità, e a tale messaggio sono dedicate le liriche PACE e PRESEPE, poi il concetto di libertà, intesa essenzialmente come volontà di allontanarsi dai vincoli imposti dalla terrena esistenza, per poter avvicinare l’anima e la mente a ciò che piace, appassiona e che troppo spesso, si è costretti a sacrificare per dedicarsi ad altro, come traspare dai versi di AQUILONI, IN VOLO... e ancora di più nella poesia IL LAVORO. Infatti, l’elemento che accomuna tali versi è il riferimento all’aria, alla possibilità di estraniarsi da tutto il resto.
La poetessa romana sa volgere lo sguardo altrove, riesce a “sentire” nella realtà passata il percorso di un cammino futuro e proprio questi ingredienti sono alla base di una osservazione attenta del mondo e di tutto ciò che ci circonda. La poesia è come la fotografia, o meglio la tela di un pittore che attraverso le parole, i colori scelti e sfumati, cerca di descrivere non soltanto il paesaggio osservato o il sentimento provato, ma anche l’emozione, l’effetto che suscitano nell’attento osservatore.
Significativo, a tale riguardo, è il titolo della raccolta poetica ROMA DALL’ALTO..., che prende il nome dall’omonima poesia in cui il suggestivo panorama romano osservato dall’alto del Vittoriano, manifesta tutto il suo splendore, così anche le poesie IL TEVERE, TEMPIO DI ADRIANO e APPIA ANTICA esprimono il frutto dell’ingegno di un passato mai tramontato, in cui l’antica, e allo stesso tempo, attuale via fluviale, il prezioso tempio e la maestosa strada selciata sembrano accompagnare il lettore in un immaginario viaggio nel tempo tra i meandri della civiltà romana.
La poetessa sa ben cadenzare le parole, misurare i versi, introdurre rime per trasmettere un’emozione che ci porta a riflettere sulla natura, sull’arte, sulla storia e sul mondo per invitarci a guardare e comprendere oltre…
Emanuela Ferrari