Le mie bambole

di

Alessandra Cipri


Alessandra Cipri - Le mie bambole
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 32 - Euro 6,50
ISBN 978-88-6587-1317

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In copertina illustrazione di Alessandra Cipri


Le mie bambole


Tempo
scorri veloce
troppo veloce
tu che hai rubato i miei giocattoli di bambina
morirei senza le mie favole
io che non voglio crescere
mi rifugio tra le mie bambole
con il mio cuore di fanciulla
che rinasce ogni giorno in una lacrima
che disegno su un foglio blu
ripensando a quel labirinto magico
dentro cui mi perdevo a sognare.


Madre
come non amarti
il tuo ventre
era il mio albergo
hai trasfuso il tuo sangue nel mio
il battito del tuo cuore
era il mio battito
con il tuo pane mi hai sfamata
con la tua acqua dissetata
la tua voce mi ha cullata
tra le tue braccia ho riposato
non dimenticherò mai quel calore.


Il mio silenzio
brucia
il mio silenzio urla
tu hai toccato la mia solitudine
e hai visto la mia anima
specchiarsi
hai compreso
quel buio
hai rapito il mio cuore.


Dentro ognuno di noi
c’è un pezzetto
di cuore di bambino
puro che non vuole crescere
e sporcarsi con i mali del mondo.
Ma a volte quel tenero cuore vola via
e ci contagia il mondo con le sue brutture
e crescendo dimentichiamo i nostri sogni
e dentro di noi un vuoto incolmabile
pura desolazione.


Stammi vicino ma non con le parole che la clessidra
del tempo consuma
ma con cuore
pazzo e selvaggio
che ignaro delle ore
ama felice
fino all’ultimo battito.


Una gigante immensa luna
ci sovrasta già
e le corse la mattina
quando andavo a scuola
fumi di scarico
a masticare la nostra età
ma quando tu sorridi
il grigio asfalto della città
si riveste di luce.


Odio quell’ombra riflessa sul muro
la parte oscura della mia anima
l’ignoto e la sua incomprensibile essenza
come neve ai monti cosi la notte è calata
sul mio cuore
e in questo inverno di sentimenti
neanche un fiore a consolarmi.


Nuda come lacrima
forse solo la scorza è indurita
a non rivelare
il cielo primordiale.


Ceneri di un passato antico
fossilizzato
i fantasmi ancora non mi abbandonano
lo sguardo perso nel vuoto mi sprofonda
il buio mi ingoia,
ma aldilà la speranza
non mi arrende.
C’è un senso
di solitudine nell’aria
il buio si è deposto
sopra le nostre case.
Qualcosa corre nel mio cuore.


Il mio corpo è cera
e il mio cuore
cade sul selciato
proprio ieri sera
è stato divorato.

[continua]


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