Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Melegnano 2007

 

Indice

Prefazione di Benedetto Di Pietro - Albro d'Oro dell'edizione 2007 - Angela Ambrosini - Manuela Astori Omacini - Paola Azzimonti - Sergio Baldeschi - Giuseppina Barzaghi - Mattia Bertani - Wilma Bertasi - Matteo Bonfè - Giovanna Brancatisano Sciarrone - Stefano Bruno - Gianni Burroni - Vincenzo Calò - Filippo Campolo - Giuliana Di Gaetano Capizzi - Caterina Cassina - Antonino Causi - Stefano Chieregati - Isabella Coluzzi - Lina Cornia - Maurizio d'Armi - Giuseppe D'Uva Cifelli - Daniela Olimpia Danci - Gianluigi De Marchi - Valeria De Perini - Antonio De Rosa - Mario De Rosa - Bernardino Dell'Aguzzo - Vilma Dolmella - Giacomo Fumarola - Iride Enza Funari - Maria Rosa Gelli - Orazio Gennuso - Marco Ghergo - Nando Giangregorio - EloZ - Eleonora Grana - Mario Grecu - Rosanna Guerrera - Patrizia Guidone - Liliana Ianni - Lauretana Leonardi - Bruna Luciani - Lelia Lüscher - Giorgio Maggio Cavallaro - Elsa Marangoni - Carla Noro - Francesco Orciuoli - Stefania Paglia - Carmelo Parisi - Cleonice Parisi - Rosetta Puccio - Elisa Ramazzina - Ermano Raso - Liliana Rocco - Michela Salice - Anna Santarelli - Chiara Santilio - Luisa Sarullo - Linda Savelli - Massimo Savi - Elisabetta Settembrini - Mariannina Sponzilli - Carla Tedde - Carla Tombacco - Franca Trippodo - Emilio Vecchi - Sergio Viglione - Marta Vinco - Stefano Zangheri - Antonio Zannino - Nereo Zavagnin
 

 
Antologia del Premio letterario Città di Melegnano 2007 - aprile 2008 - 14x20,5 - pp. 80 - Euro 18,00 - ISBN 978-88-6037-5568
 
Come avere l'antologia
Prefazione


Nel variopinto e inquietante scenario mondiale, sia economico sia politico, che ormai coinvolge tutto il genere umano, spingendolo a reazioni incontrollabili, spesso insulse e paranoiche, c'è ancora chi trova la forza di alzare la voce per mettere in guardia. Ad esporsi in prima persona è il poeta con le sue idee libertarie ed universali, con la sua necessità di dissociarsi, perché sa bene che il tacere è sinonimo di correità.
I temi proposti dai poeti di questa edizione del Premio «Città di Melegnano» sono da una parte lo specchio della situazione in cui si trova l'uomo a seguito degli eventi politici internazionali, ma dall'altra, e sono la maggioranza, ci ripresentano liriche di carattere intimistico e rifiessioni non di rado filosofiche sulle necessità esistenziali. Il poeta, per sua natura, è interprete di tutto ciò che lo circonda e di tutto ciò che può turbarlo. Così lo vediamo alzare barriere protettive attorno ai bambini e ai vecchi; lo troviamo ad attendere sbarchi di clandestini per metterli in guardia che non sempre la terra promessa si rivelerà tale e dove troveranno «sicari di coscienze intessono ragnatele di filigrana / e tentacoli luccicanti adescano gli ultimi sogni» (S. Baldeschi, «A due passi dal mare»); si erge paladino in difesa della natura che «ora piange / come donna violata» (Mario De Rosa, «Natura violata»). La continua ricerca della libertà è connotata dalle molteplici liriche in cui è presente l'acqua che riconduce al liquido-rifugio amniotico materno. L'alienazione e la solitudine dell'uomo del nostro tempo sono evidenziate «in una folla sbadata e rumorosa» (Antonio De Rosa, «Parole imprigionate») e nell'amaro che ci riserva il futuro che ci vede anonimi «straccionin miserabili / [...] pitocchi arroganti / [...] mentre la noia gelida azzurrina / beve la droga dell'indifferenza» (Luisa Sarullo, «Indifferenza»). Ma la poesia non può e non vuole essere solo denuncia, così notiamo i suggerimenti che per essere liberi occorre rientrare in se stessi ed ascoltare la voce del cuore: «non permettere / all'odio di dimorare in te / [...] lascia che sia il coraggio a esprimere la vita / [...] Libera i fantasmi dell'incertezza» (Liliana Rocco, "Lascia che sia").
Come al solito, la Poesia è l'elemento rivelatore del disagio cui è sottoposto l'uomo nel suo vivere quotidiano. È un sentimento salvifico capace di condurlo alla fase liberatoria da ogni costrizione ed è pioggia purificatrice dell'anima, che lo esorta verso la rinascita morale e lo illumina affinchè scopra e consolidi la vera scala dei valori della vita.


Benedetto Di Pietro
Presidente della Giuria del Premio 

Albo d'oro dell'edizione 2007

Sono stati premiati lo scorso 19 gennaio dall'Assessore alla Cultura della Città di Melegnano Denis Zanaboni e dal professor Benedetto Di Pietro ed Antonella Montefameglio, gli autori classificati nella Sezione Poesia dalla Giuria della dodicesima edizione del Premio Letterario «Città di Melegnano». La manifestazione si è svolta con il Patrocinio della Città di Melegnano, presso il Teatro San Gaetano. La Giuria presieduta da Benedetto Di Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia per la Sezione Narrativa, ha decretato la seguente classifica finale:

Sezione Poesia:

  • Opera 1^ classificata: «Lascia che sia» di Liliana Rocco , Bresso (MI).

    Questa la motivazione della Giuria: «Con un andamento di calma esortativa, la poetessa Liliana Rocco affida alla sua lirica un messaggio d'amore verso noi stessi: in questo mondo potremo essere veramente liberi se saremo capaci di non farci dominare dai sentimenti di odio e di rancore. La condizione per il raggiungimento dello stato di grazia sta proprio nel liberarsi da ogni negatività e immedesimarsi in se stessi come parte integrante della natura che con tutte le sue manifestazioni saprà aiutarci a "varcare la soglia" per raggiungere lo stato di libertà interiore, cui mira la poesia, come condizione necessaria di ogni libertà».

    Benedetto Di Pietro

     

  • Opera 2^ classificata: «Indifferenza» di Luisa Sarullo, Sassari.

    Questa la motivazione della Giuria: «L'indifferenza è vista dalla poetessa Luisa Sarullo come causa di ogni male. La condizione umana è stata ed è quella di lottare l'un contro l'altro. E oggi, in particolare, i mezzi di comunicazione di massa ci presentano immagini di guerre fratricide. Sono immagini che ci fanno rifiettere sulla inutilità della guerra e su quanto l'uomo possa cadere in basso. Ma ciò che ci rende "pitocchi arroganti" e codardi è proprio "la droga dell'indifferenza" di fronte a tutto ciò che succede nel mondo. Un bel messaggio di giovanile solidarietà».

Benedetto Di Pietro


  • Opera 3^ classificata: «A due passi dal mare» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (PI).

    Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta Sergio Baldeschi affida alla sua poesia la penosa situazione degli sbarchi di clandestini sul territorio nazionale. Alla speranza che ha animato prima della partenza tanti uomini di poter realizzare i propri sogni fuori delle loro patrie a causa dell'ostilità della natura o della politica locale, si è presentata la delusione di essere approdati sopra un suolo in cui i Lestrigoni del fanatismo religioso e del razzismo sono lì per fagocitarli o rispedirli indietro. Il carattere sociale della poesia è un richiamo all'ordine affinchè l'uomo si dimostri tale e dia risorsa ai migliori sentimenti umanitari».

Benedetto Di Pietro

 

  • Opera 4^ classificata: «Parole imprigionate» di Antonio De Rosa, Mercogliano (AV).
  • Opera 5^ classificata: «...E parla il mare» di Bernardino Dell'Aguzzo, Giulianova (TE).
  • Opera 6^ classificata: «A mia madre» di Angela Ambrosini, Città di Castello (Pg).
  • Opera 7^ classificata: «Sfiducia» di Carla Tedde, Quattro Castella (RE).
  • Opera 8^ classificata: «Dolce nella memoria» di Giovanna Brancatisano Sciarrone di Reggio Calabria.
  • Opera 9^ classificata: «Natura violata» di Mario De Rosa, Marano Calabro (CS).
  • Opera 10^ classificata: «Uno sconosciuto» di Chiara Santilio, Cividale del Friuli (Ud).

Opera Segnalata dalla Giuria con Attestato di merito:

  • «Dissolvenze» di Mauro Domenella, Castelfidardo (AN).
PAOLA AZZIMONTI

Notte al mare

Nero di pece l'orizzonte, stracci di nubi scure.
Il mare una chiazza di china.
Foschi pennelli volteggiano in un ballo intrigante.
Grondanti di nero, zuppi, percorrono cielo e mare.
Dolcemente spietati.
Blu che languisce, indifeso.

Spiccano nell'ombra gazebo bianchi e azzurri,
nicchie quadrate sulla rena.
Piccole pagode accoglienti, tutte in fila,
apparente intimità di persone lontane.
Luci vaghe sulla riva ancora una volta illudono.
Il fascio del faro dona lampi di verità.

Grinze di onde spandono il profumo del mare,
danza perfetta dell'acqua in disuguale sincronia.
Nei calici, danza del vino: fresco, terso, delicato.
Giallo paglierino, fruttato e dolciastro.
Tiepido stordimento,
intreccio di aromi che i sensi non distinguono.

Vivaci melodie provengono dal chiosco.
Blande carezze di vento, fresche sulla pelle.
Brivido sottile che non dispiace.
Gioventù innamorata che s'allaccia,
facili promesse d'amore sulla magica terrazza.
Nel buio, in mezzo ai tavoli, passa un ragazzo nero.
Occhi e denti biancheggiano, perle stupende su un volto color bronzo.

In un calice trasparente, un liquore opaco si abbandona.
Rosa carico, insolita tinta, amalgama di frutti colorati.
Un po' acre, un po' dolce. Densità che piace.
Zuccheroso, amabile, suadente.
Sul bordo di vetro, il giallo di un frutto esotico è una promessa di calore.
Una fragola rossa e panciuta curiosa nel bicchiere.


WILMA BERTASI

La carezza di rugiada

Fuori il ciliegio è maturo
si apre a ventaglio
sopra un cielo che dirompe
nella luminosa luce.
Qui nella vita di terra
una foglia è caduta in silenzio
rapita nella tenera luce.
Nell'occasione di un tempo lontano
quando salivo sui rami
mi riempivo la bocca e odoravo
del sapore di polpa rossa.
Era la mia dolce sosta, sospesa
tra cielo e terra.
Il sole di maggio lambiva
il cinguettio nel fruscio che sapeva
di letizia e candore.
L'eterna fragranza di ragazza
spuntava dall'alto, in silenzio
guardavo il campanile abbracciata
a una fortezza mi sporgevo
verso un giovane prato.
Ora rimango in equilibrio, ascolto in silenzio,
nessun suono di parole mi attende,
solo rumore che batte nel ricordo
di una vita staccata
così serena nel suo divenire.
E qui rimango con il sole che seduce il ciliegio.
Nella memoria di vento guardo una carezza
vuota di rugiada, custodita sulla ciliegia da campo,
un tempo rosso rubino,
ora lasciata al colore dell'aurora.



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STEFANO BRUNO

Ponte Carlo

Ho sentito un soffio
a Ponte Carlo, dove
il vecchio Jirì pizzica
la Vltava su un'arpa
antica... nel profumo
della nebbia, tra i lampioni
di notte, nella sua barba
bianca e nei suoi occhiali
spessi... la vita scorre
sotto quegli archi,
come un letto molle
per i gabbiani,
ogni incontro
un giro in barca
e un nodo in gola
di nostalgia, quando sul
fiume non trovi più
il barcaiolo
e il passeggero
va via.



Josefov

Poso un sassolino
sotto la pioggia
a Josefov,
dove dorme
"la gente del deserto"
Nascerà l'erba
domani, tra il
disordine di mille
lapidi, ma ora
viene sera
e ascolto
i suoi canti
e quelli della
solitudine


GIANNI BURRONI
 

Come in autunno

In fondo all'anima,
foglia morta che ondeggia senza toccare il fondo,
tenera e leggera,
candida come l'amarezza della vita,
docile come la dolcezza di un sorriso.
Il bambino osserva con timore,
freme in questa abulica mattina autunnale.
Brama.
Desidera la fioritura della nuova stagione.
Ad ogni sconvolgimento dell'anima la resurrezione,
gloriosa si impone con tutto il suo fasto.
Egocentrica non passa inosservata.
È l'arrivo della stagione nuova.
Così ondeggia il pensiero in tutta la sua essenza
ricolma di sconvolgimenti ed incongruenze,
così si abbandona alla ricerca della serenità:
docile malinconia o magica allegria.
Corre via con le risa sguaiate di un bambino,
se ne va via coi giochi fantasiosi dei ragazzi,
con i primi entusiasmi,
con i primi amori adolescenziali.
Se ne va il pensiero come un vagabondo,
ricerca esperienze
che rendano meno vuota l'esistenza.
Come in autunno,
la foglia morta cade a terra con la sua cadenza,
leggiadra in cerca di clemenza.



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CATERINA CASSINA

Nei meandri dell'anima

Non li han mai visti,
non li hanno conosciuti,
ma sono là,
come una nuvola,
nell'immensità.
Si rincorrono in cielo,
colgon fiori,
non conoscono il male,
né i clamori.
Angeli, angeli,
sospesi in un respiro,
angeli nati solo
nel pensiero.
Son quattro petali
colmi di dolcezza,
vogliono perdonare,
pensano, sussurrano
la sola verità:
- Ci siamo, ti amiamo,
un legame segreto
ci unirà. -
P osano un bacio,
asciugano una lacrima.
Fragili tesori,
luci nell'eternità,
sono rimasti anime,
intrise di celeste
e di bontà.

ANTONINO CAUSI
 

Sensazioni

Sensazioni. Impulsi d'animo
gioie e speranze di un lungo cammino
brividi sospiri e amorevoli carezze.
In una fresca sera d'estate
due cuori in fiamme
per una passione rovente.
Amore sbocciato che esplode
come un dolce naufragio.
Dove il tuo aiuto
mi rassicura e mi rinfranca.
Sensazioni. Giochi di sguardi
audaci di una inebriante conquista.
Sussulto di fragorosi
desideri nascosti.
Fra tenerezze e sconvolgenti
emozioni in un maestoso
mare della tranquillità
mi perdo perché la mia essenza
è bramosa di... sensazioni.


Un sorriso

Confuso tra mille sguardi della gente
mi perdo in un sorriso travolgente.
Lo seguo ostinatamente...
...ma è una gazzella che sfugge via
e correndo seguo la sua scia.
Fermati! Incanto dell'anima.
Accendi passioni ed esaltanti amori
audaci e brillanti di forti clamori.
Possiedimi con tutta la tua magia.
Regalami tante sane emozioni
e non stupide privazioni.



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STEFANO CHIEREGATI

In fin dei conti

In fin dei conti alla fine della giornata non m'importa di star bene,
ciò che voglio è vivere.
Vivere in te, vivere in ogni forma,
vivere in un pensiero, tra la tua coperta.
In fin dei conti ho scoperto che non esisto.
Non esisto perché sono fatto di soddisfazioni,
non esisto perché tesso le mie stelle lodi,
non esisto perché è più semplice spiegare lo stupore della mia perenne inutilità.
In fin dei conti il leggero rancore chi mi hai attaccato dentro non conta.
Domani, dopo il sonno, lo cancellerò.
Cancello sempre tutto quello che di sbagliato c'è qui,
elimino ogni cosa che credevo un tempo mi potesse servire.
In fin dei conti è passato un altro anno,
e forse, magari, domani svegliandomi mi accorgerò di essermi fermato prima,
finalmente capirò perché, dopo il mio ultimo compleanno,
tutti se ne escono da casa mia in punta di piedi.


La rosa nera

L'ombra tra le nebbie,
il frastuono dell'asfalto,
la rosa nera,
due labbra su di essa,
mentre tu vuoi i colori
appagati tra i concetti
del tuo scuro sapore amaro.
Inerme,
confusa in canzoni sprecate,
sparsa tra le tue pietre sacre
nel respirare il tuo ultimo amore.
Di tutto,
cellulosa intrisa di pigmento,
io rimango.
A Laura,
perché non ti conosco.


ISABELLA COLUZZI


Sogno

Ci vuole il sogno
perché la menti respiri
e il cuore palpiti con forza.
Ci vuole il sogno
per osare laddove
il buio fa paura e inquieta l'anima.
Ci vuole il sogno
come il vento che spazza le nuvole
come l'acqua che lava la terra
come il sole che scalda le membra.
E sognando la vita che realmente ci avvolge
forse potremo ancora
ascoltare dentro e fuori di noi
la sublime voce del cuore.


Tempo

C'è stato un tempo
ora è tempo
verrà un tempo.
Da sempre noi viventi
in compagnia del tempo
quale intrinseca essenza
ci avventuriamo verso l'ignoto
dove unica certezza:
il tempo si fermerà per noi.
In un attimo eterno
sfidando l'ancestrale paura
da sempre nostra compagna
il soffio vitale
sollevato in un vortice
ma ormai libero
seguirà l'eternità del tempo.



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DANIELA OLIMPIA DANCI

Lettere d'amore
I

I miei sensi amano
ciò che l'altro
vuole
nascondere.
Identifico la tua
provenienza
nei miei versi
Di fronte all'impossibile
corri nelle mie vene
deserte prima
dell'alba.
Così
il mio abbraccio
prenderà in considerazione
la tua obbedienza
silenziosa.


Lettere d'amore
V

Ti devo chiudere dentro,
tanta è la dismisura,
ovunque, immensa
si accumula tra di noi
mentre ci stringiamo
l'uno all'altro
per non vedere
ciò che da ogni parte
ci minaccia:
può venire da te,
da me,
dai nostri corpi
perché si nutrono le nostre
anime di
tradimento.


BERNARDINO DELL'AGUZZO


Opera 5a classificata
 
...E parla il mare

Muove le onde,
il vento sull'acqua.
S'avviluppa, una,
stramazza,
del lungo viaggio stanca;
ma ecco dietro, un'altra,
altera,
la cresta già imbianca.
...e parla il mare
ai sassi muti,
ai gabbiani al vento
e alla vita nel grembo
dei nostri sogni reclusi.



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VILMA DOLMELLA

Gli anni

Poi un altro anno sarà passato...
Arriverà l'autunno
Di rosso e di bruno adornato.
Si consumerà l'inverno
Azzurro, grigio, ghiacciato.
Serpeggerà la primavera
Rosata, verde, sospirata.
Squarcerà l'estate
Il giallo, il caldo, temporalata.
Poi un altro anno sarà passato...
I miei capelli tinti
Spettinati, rossastri, sciolti.
La mia pelle chiara
Più rugosa, rarefatta, amara.
Le mie mani svelte
Indaffarate, consumate, lente.
Il mio corpo snello
Palpitante, invecchiato, bello.
Poi un altro anno sarà passato...
E poi un altro e un altro ancora
E poi un autunno e un inverno
E poi una primavera e una estate
E i miei capelli e la mia pelle
Le mie mani e il mio corpo.
E il mio pensiero nella polvere
E un altro anno sarà passato.
Inverno
Polvere
Passato


EloZ

Ode alla ribellione

Ho chiesto al mio cuore dolente consiglio
il male interiore risponde creando un ribelle
dell'uomo di oggi non sono un buon figlio
non so sottomettermi, vendo cara la pelle.
La mia posizione sociale l'ho ben valutata
scoprendo d'incanto il mio lato più vero
rabbioso mi oppongo alla strada sbagliata
non riesco a mediare debbo esser sincero.
Esplode il magma nel mio vulcano attivo
ne son cosciente e non lo so fermare ora
ma più che erutta e più mi sento vivo.
Mi posizione contrario anche al ciclone
son sognatore e farò una gran brutta fine
per sempre fiero della mia ribellione.



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ELEONORA GRANA


Solitudine

Vago per oscurità infinite,
spirito tormentato.
Le speranze tradite,
dov'è l'astro tanto agognato?
Memorie crudeli mie compagne,
non m'abbandonano.
Sola su alte montagne,
ove le luci non si trovano.
Di lunghe notti
colma la vita mia.
Vane le lotti,
persa nella pazzia.
Urla nero, immenso furore
l'anima impaziente.
Cammino con timore,
gridando il dolore sofferente.
Una gelida arma io userei,
come liberazione.
Via il cuore porterei,
a te mi riunirei con passione.
Dolenti, mortali stille scarlatte,
questo vorrei mirare
sul perduto corpo color latte.
Il patimento infine placare...
Ma so che il coraggio io non avrò
per spegnere il viso.
E speranzosa l'ora attenderò
di rivederti in Paradiso.

MARIO GRECU


Rientravo
con gli stessi
jeans,
molto più
consumati,
dalla mia conquista
del mondo.
Ma, non ho capito
perché,
sulla soglia
di casa,
mia madre,
comunque
felice,
sembrava
abbracciare
i resti,
delle grandi
idee,
di un'altra
generazione
sconfitta.


Bacio

Quello scrigno
di perle
che m'apri
custodisce
anche gemme
che ad una
ad una
trafugo.



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BRUNA LUCIANI

Pezzetti di specchio

Raccolgo pezzetti
di deformanti specchi
in cui la mia vita
spesso si rifiette
e mi vedo ridotta
in mille parti
differenti e simili
come le mie contraddizioni.
Li raccolgo e mi ferisco,
ma non col vetro,
bensì con le particelle
che sembrano uscire
da lì a fiotti.
Esperienza folle
d'un sogno vano
ad occhi aperti
che lacera lo spirito
e sembra disperderlo.

2.12.04


Mondo di sogni perduti

Osservo il cielo
trapuntato di stelle
e cerco tra esse
la speranza di un mondo
fatto di fantasia
ove poter trascinare
i miei sogni perduti.

3.1.05


LELIA LÜSCHER
 

Autunno

Quando l'estate finisce,
e più scura vien la sera
udite dei suoni lontani?
Sono le fate che ho visto d'estate,
splendide cose hanno narrate,
ora se ne vanno danzando dove?
Grido loro: sto ancora aspettando
le cose promesse! Sto ancora aspettando!


Le Viole

Eccole lì nel prato
viole che abbiam cercato
ora le abbiamo trovate,
questa è la vostra stagione,
nessuno vi piantò
vi soffiò il vento,
guardate il cielo blu,
fate un inchino al curioso bambino.

Cimitero d'estate

Sete di silenzio
quando ci strazia la noia,
tombe di pietra ebbre di sole,
c'è un ponte d'argento,
è una ragnatela
congiunge due tombe
meraviglia della natura,
gaudio dell'anima.



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FRANCESCO ORCIUOLI


Radici

Mute distese
- di frumento e girasoli -
dipingono la valle,
assorta,
come sbiadita immagine,
in morbida
cupa luce di giugno;
nell'ombrato orto,
alberi tersi di nettare,
estendono i propri rami,
di pesche traboccanti,
i quali, in vetusta danza,
si lasciano guidare
dal vento, placido,
del tardo pomeriggio.
Rondini planano
su acque fangose
di torrente spianato,
albicocche e fragole
si bagnano, gaiamente,
sotto i raggi scoloriti
d'un sole distratto e velato.
Con anima, sublimante,
m'appresto ad attraversar il viale,
polveroso,
profumato d'un odore
misto a lacrima di melograno,
conservando tra le labbra un fil d'erba,
ed a piccoli passi m'inoltro
nel cespuglioso luogo,
- tanto caro ai ricordi passati -
e così, in profondo respiro,
mi perdo all'orizzonte,
io - solo -
e la solitaria atmosfera
che colma l'immenso.


CARMELO PARISI

Il bel paese e la sua gente

Guardiamo spesso il nostro bel paese
di cielo, mari e monti ben fornito
che al mondo intero di scoperte rese
noto e presente sempre ogni saper forbito
il cielo volle a noi dare contento
l'ambiente più celeste in terra dato
e vide gli uomini di questo segmento
rispondere con fede e tanta foga al suo donato
di Dante la sua commedia ha del divino
e di Leonardo, oltre che la mirabile Gioconda,
ogni suo scritto codice, scienza a cui m'inchino,
ha reso ogni realtà ancora più feconda
umili, silenziosi poco, e soddisfatti di canzoni
spesso non conosciamo di cultura i nostri eroi
'che del parlare tra i grandi del Manzoni
o del D'Annunzio gli scritti tralasciar non puoi
paese di poeti e d'inventori, uomini aitanti
di scelte di azioni ed anche di amore
che tra loro furon molti e coraggiosi i santi
ma anche comandanti eroi pieni di ardore
popol di uomini di scienza e di lavoro
'che tanto onore a lor virtù fu dato
e di medaglie in petto, argento ed oro,
ognun di loro ha sempre meritato
e se qualcun mettere può le mani avanti
'che in suo saper, non sono mai mancati,
vi siano con dolor dei lestofanti
sappia, ad onor del vero, questi sono contati
e quindi riguardo riserviamo senza scuse
a questo bel paese dal quale siamo nati
e poi gridiamo osanna a quelle muse
che tanto ci han donato e loro siamo grati.



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MICHELA SALICE


Le mani premute

Tace la belva
adagiata su un fianco
dalla parte del cuore,
è paga ormai satolla da giorni
non geme non canta.

Ha lo sguardo sazio
di chi non cerca
e il respiro sereno
di chi non vive.

Ora aspetta una preda
distratta ingenua,
o di nuovo il mio amore
i miei affiati le mie suppliche.
Mi ha succhiato il midollo
riducendomi inerme
mi ha trafitta da parte a parte
lasciandomi esanime,
asciutta.

E ora giaccio,
adagiata su un fianco
ma non dalla parte del cuore,
sono io stessa
le spalle alla belva quieta,
le mani premute
sul taglio del corpo.


CHIARA SANTILIO


Opera 10a classificata

Uno sconosciuto

Esitando sull'immagine di ciò che è stato e ora non è più,
mi figuro la spensieratezza che muove le tue gambe
appena ti aggiri nella ripetitività consolidata delle tue certezze.
E un incontenibile assalto di sollievo
pervade il susseguirsi delle ore
adesso che ti riappropri finalmente
di una libertà tutta intera.
Quando quel che era presente ed ora è già ricordo
tramuta gioie condivise in atmosfere sgretolate,
sento gravare su di me il sospetto
per cui l'amore è perfezione finché giace nella mente come idea,
ma, straripando oltre gli argini del pensiero,
non diventa altro che un'amara suggestione...
e appena la realtà inghiottisce quell'idea,
di un bacio non resta che la memoria
di una fastidiosa collisione di labbra,
di un abbraccio soltanto l'asprezza tagliente
di una costrizione di corpi.
Forse, l'unica cosa veramente nostra
è stata un'imperfezione congenita e irreparabile
che ha aggredito l'amore col linguaggio della perplessità,
che ci ha finti vicini
quando eravamo disperatamente lontani...
che ha illuso me di dover esser amata
perché amavo.
Che ha illuso te di riuscire a non avere più paura
semplicemente amando.



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LINDA SAVELLI

Desertika
(09/05/2002)

La sabbia ha invaso gli argini
del rivo che scorreva.
Sterile è ormai
il letto di questo fiume,
vena inaridita dal Tempo,
in altri giorni fonte incantata di vita.


Kouros
(05/05/2007)

Parli
e la tua voce è la mia vita che scorre
Danzi
ed il tuo corpo che si muove
è il tempio in cui prego.


MASSIMO SAVI

Cimiteri di conchiglie

Sconfiggi odio e brama di vendetta
che è in te
o il re nero
terrà prigioniero il tuo cuore
per sempre.
Bava spumosa
increspa l'onda
e batterie di eserciti aggressori
contro litorali terrestri,
concludono in ritirate sommesse
lasciando in battigia
contorni di lingue bianche di rabbia.
Rifiuto della furia del mare,
restano, postumi campi di battaglia,
cimiteri di conchiglie e mitili.
Attraversa il vento cieco
e li erode
e li sotterra.



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MARTA VINCO

Sei tu

Galleggia il mio cuore
su nuvole cullate dal vento
per un fulmineo incontro
un magico fondersi.
Sei tu pelle d'ebano
e sorriso d'avorio
che mi hai inondato di sole
di brividi di attese.


Fioritura

Nuvole bianche
ancorate
al verde risveglio.


STEFANO ZANGHERI

Sulla spiaggia deserta
si nasconde
l'ultima ora della sera
ritorna
con i capelli sciolti
la voce di una sirena di sabbia
non torna
quell'abito a strisce
che assaporava
le brezze di scoglio
portate
da un lontano sospiro
raccolto nei boccoli
di un volto all'orizzonte
le labbra
che hanno sorriso
al lento calare del sole.


La strana voglia
di dolcezza improvvisa
nascosta nell'angolo
più intimo del vivere
appena intravista
dai rotondi oblò del tempo
si rifiette negli occhi
come immagine capovolta
allargando le braccia
a un orizzonte di luce
sulle pallide distese
di dune di erbe selvatiche.



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ANTONIO ZANNINO

Guardati, uomo!
(incendi in meridione, luglio 2007)
 
Paura della morte,
disprezzo per la vita;
decidi pur la sorte
d'un'anima impaurita,
a volte senza cuore.
Non hai sempre ascoltato
le grida di dolore
che s'alzan d'ogni lato.
Ti credi onnipotente,
guidato dal Signore
nel corpo e nella mente
e degno del Suo amore.
Ma guardalo il Bisonte!
Che pascola ogni giorno...
s'abbevera alla fonte
con tanti lupi intorno.
E guarda il re Leone!
In mezzo alla savana...
E dorme il Licaone
nascosto nella tana.
E guarda il cielo azzurro,
ascolta pure il vento,
quel placido sussurro
che porta ogni lamento...
guarda nel profondo,
immergi il tuo pensiero
nell'angolo di mondo
che spetta per davvero.
Sei schiavo di te stesso,
del turpe e vil denaro,
ti senti un po' perplesso
e ancor più triste e avaro.
E intorno lasci il vuoto
Con tale tracotanza.
E vai, verso l'ignoto.
Ti segue la tua ombra...
Ti segue... l'ignoranza!



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Agg. 27-05-2008