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Antologia concorso letterario
Sartirana Lomellina 1998
 
 
 
 
INDICE
Prefazione, Affinito Isabella, Angiuli Rosalba, Barbieri Pierina, Beck-Pecoz Maria Luisa, Bellini Claudio, Bosco Nello, Bucciero Maria, Busca Germetti Giorgina, Caverzan Marina, Colomba Gianni, Danesini Claudia, De Simeone Silvestro, Degl'Innocenti Roberta, Derenzini Lilia, Esposito Marcello, Ferraris Augusta, Fullone Angela, Gaia Enrica Luisa, Ghigna Davide, Gilardetti Franco, Gnan Valeria, Latini Teresa, Milanese Simona, Nebbiolo Alberto, Monte Stefano, Morotti Silvia, Quinale Maria Clara, Sartor Monique, Scandalitta Adriano, Scatola Paola, Secchi Maria, Spanò Silvio, Tosca Pino, Truffo Visconti Anna, Veronese Moreno, Vicini Angelo, Vitali Consuelo, Voncina Antonia, Zago Tiziana, Zoico Silvia
 
 
 

PREFAZIONE
 
A Sartirana ha trionfato la poesia, veicolo privilegiato per la comunicazione di sentimenti puri e genuini. E la palpabile emozione si è estesa come per magia anche alle fasce d'età &endash; giovani e anziani &endash; che, più di tutte, possiedono la facoltà di recepire sensibili moti dell'animo quali sono i versi di una lirica. È stata infatti il fresco ambiente della casa di riposo «Adelina Nigra» ad ospitare, nell'afoso pomeriggio di domenica 19 luglio 1998, la cerimonia di premiazione del primo concorso nazionale di poesia «Francesco Moro», che il Comune e la biblioteca comunale hanno voluto significativamente intitolare allo scomparso professore sartiranese, eminente figura di studioso della cultura, della lingua e delle tradizioni lomelline. In una folta cornice di pubblico, fra i compiaciuti «nonnini» misti a poeti, parenti e semplici cittadini, una dozzina di ragazzi ha declamato con estrema naturalezza le poesie vincitrici, infondendo un soffio di vitalità e di gioia all'interno dell'istituto assistenziale di via Cavour. Un palcoscenico di certo inconsueto per una manifestazione culturale, ma scelto proprio per gettare verso gli anziani un ponte di solidarietà, di calore e di affetto, con l'unico strumento adatto per la circostanza, il suono o dolce e soave del cuore. Un tema, quello del sentimento, sicuramente caro a Sartirana, che, dopo lo scontato successo dell'estemporanea di pittura, ha nutrito da quest'anno l'esigenza di affondare le proprie radici anche nel campo dei componimenti poetici dando vita alla prima edizione del concorso «Francesco Moro». E lo slancio emotivo manifestato dalla giuria nella selezione delle opere vincitrici è stato di certo pari alla soddisfazione di aver portato a termine un'iniziativa meritoria, che Sartirana aspettava da molto forse troppo tempo. Nel corso della serata in cui dall'urna sarebbe uscito il nome del vincitore, il fitto scambio di opinioni, punti di vista, commenti ha piacevolmente animato i membri della giuria (il sindaco Paolo Pasini, il presidente della biblioteca Luisa denari, il professor Giuseppe Castelli, il poeta dialettale Felice Martinotti e il pubblicista e segretario del concorso Umberto de Agostino), alla fine trovatisi concordi sui nomi di Lilia Derenzini per la sezione «italiana» (con Silenzio nel Kent), e di Angela Fullone per quella dialettale (con Al cadrighin adla nòna). Sì, perché Sartirana ha il dialetto lomellino nel sangue e, nel ricordo del suo dialettologo più illustre, Francesco Moro appunto, ha colto l'occasione per portare alla ribalta il suo vernacolo, ormai deriso a più riprese dai rappresentanti della cosiddetta «cultura colta» oppure elogiato a parole in conferenze pubbliche, ma in privato ritenuto volgare e indegno di essere parlato in una società alle soglie del Duemila. Ed è con il medesimo spirito che i membri della biblioteca hanno rinnovato il loro fervido impegno sul fronte culturale, bandendo la seconda edizione e fiduciosi che l'iniziativa verrà raccolta anche dalle commissioni che ne raccoglieranno l'eredità.
 
Umberto De Agostino
Segretario del Premio
 
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Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
Ancora e ancora
 
Quando
negli slarghi
del tuo sovraffollato tempo
incontrerai il mio ricordo,
l'immagine che io ho reso sbiadita
del mio ricordo,
allora
sali sul cavallo infuocato
dei desideri impossibili,
attraversa in volo
le rare pianure
di angoscia e di sogno,
scocca una freccia morente
con le dita che tremano
puntando ai miei pensieri.
Quando la tua falsa freddezza
ti abbandonerà per due attimi
e sarai di nuovo
grano e uva e sole sulla pelle,
guarda la luna
nel cielo deserto sopra di te,
riconosci i mille fiumi
che mai trascorreremo insieme,
circonda tutte le terre
che sempre abbiamo abbandonato
vestiti dei nostri ricordi
frantumati, perduti,
come una colomba agonizzante.
Salva i nostri ricordi,
caricali sulle tue braccia riluttanti
portali sempre con te
che l'incanto del silenzio
possa farli splendere.
Ancora e ancora e ancora,
per il tempo sottile
delle nostre piccole vite.
 
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Marina Caverzan
 
Vento
 
Come amo il caldo o gelido vento!
Lo amo più di tutte le cose che conosco
che mi sanno scuotere fin nel profondo.
Perché bellissimi sono i mari calmi
e incantevoli i placidi azzurri laghi,
ma quando il respiro del vento li increspa
allegro o furioso che sia il suo corso,
allora sì che diventano vivi; soffrendo!
E maestosi sono sempre gli alberi ritti
nei piani e nei monti, e superbi
che estasiata a guardarli mi incanto,
ma quando son presi dal turbine
quando gridano e piangono il loro dolore,
quando al soffiare del vento si piegano
io per loro mi commuovo dolente.
Ma a quel grido io non saprei rispondere
se non vivessi il loro stesso tormento.
Tu vento che mi schiaffeggi in viso
che ti beffi del mio animo agitato
solo tu mi rendi parte del mondo intero,
solo tu non dimentichi mai che io esisto,
solo tu mi fai vibrare insieme al tutto!
 
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Augusta Ferraris
 
A Paci, nel segno di un sentimento
che è divenire insieme
e insieme sorridere alla Vita
 
Sorrisi
 
Sorriso nato per gioco
arguto e soave nel suo fiorire
rifulgente nel suo colore
allicito da pollini
d'innocente speranza,
rincorso da un altro
e da un altro ancora,
da essi raggiunto,
senza fatica,
in un giocoso trasporto…
Sorriso di un gioco beffa
alliso nello scoglio del reale
deluso dal Tempo
e non solo da quello,
incalzato e raggiunto
da lacrime amare…
…spento
nella sfida di quelle stesse.
Sorriso di un rinnovato gioco
risorto con calore ed entusiasmo
vivo e vincente
alla sagace ricerca di qualcosa
che va oltre l'effimero
al di là
di labili appigli,
di fugaci speranze.
 
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Teresa Latini
 
Signore, a Te dovrò parlare
 
Signore, a Te dovrò parlare,
per questa gente che Tu
hai voluto dare
l'opportunità di vivere e creare,
per loro ch'io Ti chiedo aiuto;
smarriti ora nella loro terra,
senza tetto, senza domani,
e pioggia e fango, freddo e miseria,
ancora questa terra trema!
 
Signore!
So le pene da pagare,
questa gente in Te vuole sperare,
guarda bimbi, i malati e vecchi,
che colpe brutte avranno questi?
È vero non è questo il nostro posto,
tu lo sai, lo so anch'io,
ma troppo bello il creato,
con mani da scultore,
l'hai plasmato,
non pittore Ti ha mai uguagliato
nel dipingere i colori,
con quanto amore l'uomo l'ha rispettato?
 
Signore!
Non badare ai misfatti,
l'uomo sempre tanti ne ha fatti!
Guarda il cuore in pena,
la paura di se stessi,
aiuta questo popolo di oppressi!
 
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Simona Milanese
 
Il sole cala dietro i monti,
una moltitudine di stelle
si accende nel cielo.
Gli animi si colmano di speranze:
«Domani sarà un giorno migliore!».
Ma poi…
torna il sole
e le illusioni muoiono
in attesa di un'altra notte
e di altre stelle
che possano riaccenderle.
 
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Ho osservato una stella,
le ho parlato di te e
lei mi ha risposto…
specchiandosi in una mia lacrima.
 
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Come mare in tempesta
con onde impetuose,
terrorizzanti e senza posa
il mio cuore
urla e impazza
di tristezza e di gioia.
 
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Bocciolo di rosa
non ancora nata,
chiudo gli occhi e…
ti sogno,
ti aspetto e
già ti amo.
 
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Pino Tosca
 
Alla nonna Bianca
 
Cara nonna Bianca,
proprio adesso mi hai lasciato,
adesso che le piante germogliano e
rinverdiscono,
adesso che l'aria si è fatta tiepida.
 
Solo ieri ti vedevo fra le tue rose,
fra le tue piante, fra la tua verdura,
fra le tue zolle, fra la tua erba.
 
Solo ieri tribolavi con la tua vecchia
stufa,
con le tue pentole.
Mi davi grandi, saggi, caldi ed
affettuosi consigli.
 
Cara nonna Bianca, potevi spettare!
Adesso che fa caldo ci sedevamo in
cortile a chiacchierare,
e l'aria tiepida ci accarezzava.
Più ti guardavo e ti ascoltavo e più mi rilassavo
e mi riempivo di serenità,
di soddisfazione, di pienezza.
 
Cara nonna, potevi aspettare
a lasciarmi d'inverno,
quando la morte si mescola con l'aria.
 
Quando tornavo da Po, snervato
e sfiaccato,
ti vedevo lontano nell'orto
e con il mestolo che immergevi
nell'acqua del secchio,
dacquavi l'orto, dacquavi il giardino.
 
Che bello che era vederti alle sei
del pomeriggio
con i tuoi pennacchi in testa.
 
Com'eri svelta nella tua cucina!
 
Adesso cosa faccio io!
 
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Tiziana Zago
 
Risveglio
 
Se nel mio cielo
s'esaurisse il mondo,
lascerei un sottil filo di speranza
penetrar nei sogni
e una cupa sorda malinconia
filtrarmi il cuore,
ma nel risveglio
come a nuova vita
lascerei ogni stella parlare di sé.
 
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