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Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia del premio letterario
Il Club dei Poeti 2000
INDICE
 
Prefazione a cura di Gianmario Lucini, Francesca Airaghi, Cinzia Ambrosi, Massimiliano Badiali, Marco Baldin, Chiara Balena , Simone Barbato,Piero Bassu Paola Bavera, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Patrizia Berrini, Maria Rosa Bertellini, Carmen Bertozzi,, Massimiliano Bianchi, Oreste Bonvicini, Luca Bosco, Franca Bossi, Maria Bucciero, Simonetta Capponi, Carlo Carrea, Bruno Cavallari, Claudia Cefalì, Maria Maggio Cernigoi, Desi Chinellato, Roberto Cicero, Matteo Corghi, Alessandra Crabbia,, Antonella Crucitti, Giuseppe d'Onofrio, Nino de Totto, Alessandro Del Borrello, Fabrizio Del Re, Filippo Giuseppe Di Bennardo, Danilo Di Gangi, Emiliano Di Rosa, Marisa Elia, Marina (May) Fabi, Claudio Ferrante, Davide Ferrari, Gerardo Fornuto, Eugenia Forte, Marco Galli, Marco Gambuti, Arturo Giardinieri, Fabio Grelli, Nicola Iacono, Vincenzo Iannone, Stefania La Gioiosa, Bruna Luciani, Silvestro Luisi, Giuseppe Magenes, Maurizio Maglia, Livio Malusà, Elisabetta Marchetti, Anna Eleonora Marconato, Giuseppe Marra, Maurizio Mattioli, Daniela Modica, Matteo Molteni, Roxana Morsella, Maria Mosca, Fernanda Nicolis, Maria Luisa Orsi Sigari, David Ortolani, Marco Palma, TIziana Pannunzio, Claudio Perazzo, Maria Novella Perina, Amalia Perra D'Ambosio, Rossana Pesaro Giorgetti, Luca Petroni, Liliana Picchianti, Sonia Quintavalla, Ermano Raso, Antonio Rossi, Barbara Russo, Vincenzo Saccomandi, Christian Salandin, Silvio Sallei, Silvana Sarotti, Luciana Scaglia Grenna, Gea Scancarello, Adriano Scandalitta, Giovanni Scribano, Jolanda Serra, Elena Sideri, Roberto Silleresi, Giuseppe Spiotta, Carlo Tavani, Gianluca Testa, Anna Torre, Piero Trapani, Stefano Valeri, Daniela Viola, Carlo Vismara, Ivano Voinich, Antonio Zocchi, Alfredo Zona, Pietro Zovatto.
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
Se il lettore cercherà in questo libro un'eco o un'emulazione della grande poesia contemporanea &endash; che, al di là dei luoghi è viva e fiorente in Italia con nomi di maestri illustri come quelli di Giudici, Luzi, Zanzotto… &endash; forse potrà rimanere deluso da questa "minore", per così dire, più alla mano, meno dotta. Ma non è questo lo spirito adatto per leggere una raccolta come questa. Direi invece che questo libro deve essere letto come un documento, una testimonianza di come, in un preciso momento storico, alcuni uomini e alcune donne amanti della poesia abbiano inteso quest'arte e di come l'abbiano concretamente praticata.
Se l'abito mentale è questo, il lettore potrà fare alcune interessanti considerazioni che emergono dalla lettura di questi testi.
Una prima considerazione potrebbe riguardare ad esempio il cambiamento del linguaggio, ossia, ciò che viene considerato da questi autori "minori" come linguaggio degno di esprimere poesia. Si può infatti agevolmente notare che, accanto a linguaggi ancora imbevuti di suggestioni crepuscolari e decadenti, anche l'autore emergente cominci ad aspirare a un linguaggio più moderno, più vicino alla sua quotidianità linguistica, ma nello stesso tempo rappresentativo di una idea di "poeticità".
Abbiamo qui voluto inserire anche testi che, a rigore, non sono rappresentativi di un gusto moderno e aggiornato nello scrivere poesie (anzi, in alcuni casi decisamente vetusto), proprio per far balzare all'occhio questo passaggio che è di notevole interesse, non solo sociologico. In un'epoca infatti nella quale imperversa lo slogan, la frase fatta, la banalità e la frivolezza del linguaggio mass mediale, questa ricerca ha il sapore di una rivolta intellettuale e perfino morale.
Una seconda considerazione riguarda i temi che questi poeti affrontano: alcuni (pochi in verità) riconducibili a un sentire che potremmo considerare non eccessivamente originale, forse un po' logoro e in alcuni casi dall'esito scontato; ma in altri casi si nota un deciso salto di qualità nella ricerca di temi che siano rappresentativi di una sensibilità contemporanea e nello stesso tempo universale, al di là di un tempo storico preciso. E questa osservazione è riferita anche alla poesia che tratta di sentimenti e di amore o relazioni interpersonali; a testi che comunque, anche nei casi di più integrale osservanza di una certa "tradizione" o a una poesia di maniera, tendono a staccarsi da luoghi comuni e frasi fatte, per cercare una originalità di tono, evitando di cadere nella solita banalizzazione "cuore, amore, dolore", e superando il mero esternamento di un disagio o di una esaltazione personali, logori ormai da molti decenni.
Questo sia detto al di fuori di considerazioni sullo stile di ogni autore, che in alcuni casi mostra una certa conoscenza del "mestiere" o dell'armamentario linguistico del poeta (e dunque uno studio sugli autori e una lettura critica delle diverse forme della poesia, un riferimento a modelli tradizionali o contemporanei, uno sforzo stilistico rivolto alla metrica, alla fonoprosodia, ecc.).
Il lettore quindi potrà fare un bilancio di ciò che legge, e poter operare un confronto con quanto viene offerto oggi dall'industria editoriale nel settore della poesia e trarne le sue conclusioni (e noi confidiamo che questa raccolta esca a testa alta da questo confronto). E se è egli stesso poeta, potrà giovarsi di questa lettura anche per un confronto con la sua stessa poesia, senza provare quell'angoscia e l'annichilimento di cui spesso un poeta soffre dopo il confronto con i testi dei maestri &endash; e se da una parte questo è comprensibile e perfino giusto, dall'altra, alla lunga, è difficile da sostenere.
L'edizione che qui presentiamo di alcune delle poesie che hanno partecipato al concorso letterario "Il Club dei poeti 2000" vuole dunque essere uno strumento, modesto ma dignitoso, di lavoro e di comunicazione, con la convinzione che la poesia, nella sua intenzione sorgiva, sia un modo per unire le menti in un dialogo e in un confronto, su un "ulteriore" che rappresenta l'unione vera degli esseri umani, il solo territorio che essi possano condividere senza sbranarsi, e dove, anzi, la condivisione è proprio lo scopo e il premio di una pacifica conquista.
 
 
Gianmario Lucini
 
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FRANCESCA AIRAGHI
 
solo una strada diritta
e verde intorno
fino all'orizzonte
verde e torba intorno
 
è così bello che fa paura
 
la mia anima sulla mia pelle
cento farfalle ho nello stomaco
mi voglio buttare da queste scogliere
ripide immenso golfo
nell'orrido sì
senza cadere
volare
lasciarmi cullare
è come un orgasmo
scossa elettrica fino al midollo
flauto dolce nelle vene
alberi che si chiudono ad arco
è verde anche il mare
 
danzare con le mani
al suono di te
soffici come petali
le tue parole carezze sul mio viso
 
solo le stelle della mia anima ti voglio dare
 
guarisco da questo male d'amore
mi esplode il sole
dentro
CHIARA BALENA
 
Bambini
 
Con il sorriso a luna, a onde crespate del mare
con gli occhi accesi, velluti indaganti
vi ho preso per mano a cantare
correndo tra fiori dorati e pensieri volanti.
 
I vostri nomi profumano di sole, di lampo
ma non sfuggono dall'aria
tra vetri colorati, legno basito; il furtivo campo
spinge in melodia varia.
 
Splendido quadro vibrante
colma la rimembranza
nell'adusto deserto scrosciante
di me, anacoreta in comune stanza.
 
 

 

 

 

 

 

 

 


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Carlo Carrea
 
Ricordo:
lungo via Balbi
il vento ridendo
sbatteva maltrattava
i tuoi riccioli rossi.
Strizzavi
a volte
gli occhi offesi
nella tempesta di capelli.
Sul volto un certo sorriso,
(la mia strana presenza?)
le tue corte parole
prese nel turbinio,
indistinte,
i tuoi no decisi
e ancora quel sorriso.
Camminavo al tuo fianco
voltato
per non perdere nulla,
nemmeno un refolo,
di tanta bellezza.
 

 
Se cerchi troverai
qui dentro
qualcosa di pulito,
di chiaro, sincero.
Se frughi ancora
e getti qualche bugia
sotto, sta certa,
si aprirà tutta
alle tue piccole dita
la mia anima intera.
SIMONETTA CAPPONI
 
Un angelo
 
Un volo d'angelo.
Un volo libero dai pensieri.
Precipitare giù nel vuoto,
nel nulla di una mente
che più non possedevi:
Distratta, assente, sfigurata.
Un segno su quel volto
che prima sorrideva.
Risate contagiose, cara Laura,
che lasciavi dietro te
e dietro noi.
Nebbiose e tormentate
le tue manie
e senza via di scampo
sei sfuggita alle mani
di un bandito
che t'ha rovistato l'anima.
T'ha mangiucchiato il cuore
E senza ali sei volata giù…
Un angelo sei,
che già conosce il paradiso.

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MARINA (MAY) FABI
 
Estate
 
Splende nel cielo infocato
il sole dorato.
Riscalda il mio corpo bruciato
e la pelle che vibra
al richiamo ribelle
dei sensi.
Mi brucia
la carne la sabbia rovente
e la sfiora tremante
un tiepido soffio eccitante
che scende, mi accende,
fa fremer le fibre che prende
aderenti la sabbia.
E la rabbia di stare impotente
mi preme nel petto.
Si mesce
alla smania e al diletto che cresce
ed esplode nel corpo fremente
bruciato dal raggio cocente
del sole.
L'odore del mare e del sale
mi pizzica il naso.
La voglia di amare ha invaso
il mio corpo che scotta.
La lotta
col brivido che mi divora
è strenuante, eccitante,
mi sembra aderire all'amante
nel manto di sabbia
che il corpo accarezza.
E la brezza
mi sfiora con dolce carezza
sul collo, sul seno,
sul ventre che piano dimeno
nel letto infocato
di sabbia.
ALESSANDRO DEL BORRELLO
 
Il Pagliaccio
 
Nel suo buio camerino
Di un sobborgo di città
Truccandosi da vita
Alla sua altra metà.
Un gran sorriso rosso
Ed una faccia bianca,
Ma negli occhi s'intravede
La sua anima stanca.
E ha inizio lo spettacolo
In quel grosso tendone,
Luci, salti e balzi
La sua unica ragione.
La folla sugli spalti
Ignora di chi sia
Quella buffa faccia bianca
E quella lucida follia.
Ma poi finisce tutto
E si spengono le luci,
Si spengono le grida
E si spengono le voci.
Si torna al camerino,
Un mondo di balocchi,
Ma un inferno impossibile
Davanti a quei suoi occhi.
Si siede e si strucca,
Adesso non lavora
E sotto una maschera
Una maschera ancora.

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DANILO DI GANGI
 
Falce di Luna
 
Falce di luna
canti la vita o la morte
di questo azzurro angolo di cielo
trafitto dalla guglia granitica
che immola,
per la notte avanzante,
l'antico sacrificio alle forze dell'aria.
Finestra sul mondo
&endash; mutevole opera che segui il viaggiare
del sole &endash;
richiami la bellezza della dea
nei sacri solstizi dai fuochi velati.
 

Aria
 
Respira
&endash; nel cuore di un salice piangente &endash;
l'aria tiepida
smossa dall'incontro notturno
di due astri cinerei.
In fondo agli occhi,
dietro la facciata della vita,
insegue l'irrealizzabile volo di un Pegaso alato
in un deserto primitivo di nebbie e risonanze.
Sul limitare di un cielo iridato
apre con le sue carezze
fonti di gigli bagnati d'amore
e libera
parole d'inchiostro
dietro la volta notturna.
EUGENIA FORTE
 
La farfalla prende il volo
 
Lì sola davanti a quel buio muro
tra la realtà e la fantasia,
non so che fare
l'anima, come l'invisibile velo di leggerezza
e quell'odore di primavera, come suono di rondini
e quella tempesta di emozioni, silenziosa
come un piffero di magia.
Io un giorno volerò per la mia strada
e mi butterò nel mare in tempesta
come un marinaio con la sua barca.
E lì che il coraggio dell'uomo si scontra
Faccia a faccia con il signore di tutti i tempi
Il mare…
Ondeggiare di farfalle e di rondini
e la barca con le sue vele spinge
il nostro destino.

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Opera 10° classificata
 
MARCO GALLI
 
Eos
 
Una piccola ombra, impalpabile.
Così si rende al suolo la foglia del cortile.
 
Cigola lenta la carriola, le spente
foglie traghettando al di là del muro.
 
Poi giunse la notte
di cobalto,
poi giunse la notte
e sorrise.
 
E nell'ora di Ecate
il vento notturno, diafana Selene,
spazzò lontano con impetuoso vigore
le nostre bieche meschinità,
il decadente male,
il tetro grigiore che paralizza insensibili.
 
Eos dita rosate mi ritrovò supino
nel sacro quadrato a rimirar dei ed eroi.
NICOLA IACONO
 
Quando arriverai
 
E non siamo mai distanti
sempre nei nostri bei rimpianti
pieni di nei e dolori
nelle nostre deboli sofferenze
perché a guardare il mare
a sognare cullati tra le stelle
a godere nei rossi orizzonti
sappiamo d'esser uomini
senza dover scappare via
e lasciare una scia
da far svanire
o da seguire fino in fondo
correndo in mio amore
segui i tuoi passi
e vai verso il tuo cuore
per rallegrare e gioire
tra carezze di onde
che non sbattono forti
ma s'adagiano sulle guance
del tuo splendido viso
valle di mille lacrime
che colano nel gran lago
da cui io mi bagno
da cui io mi nutro
da cui io mi amo
amando te, nel sorriso
di un amore già deciso
che deve solo nuotare
senza tornare.

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MAURIZIO MAGLIA
 
Un sottile, tenero
legame ombelicale.
che non lascia.
che non sembra mollare.
Ciò che temo
non mi sembra
così terribile,
perverso
Una serie di storie
vogliono lasciarsi essere.
le lascio scorrere
con calma e pazienza.
Sono un vero saggio
e negherò sempre di esserlo.
Sono un amante
ma non voglio sapere.
Un uccello cattivo
falso e traditore.
Sono uno scrittore.
e ciò che scrivo
muore scrivendosi.

LIVIO MALUSÀ
 
Rovigno
 
Ricalco sassi e polverosi sentieri
che giovin mi vider felice.
 
Rivedo l'intenso verde degli ombrosi pini
ed il maestoso svettar degli aulenti cipressi,
che spesso cornice m'han fatto in amore.
 
Rivedo quell'albo monte
salito più volte col cuore in tumulto,
tenendo per mano i verdi miei anni.
 
Rivedo quei luoghi di vecchie emozioni
calcati da nuove, più fresche intenzioni,
ed acuta mestizia d'un canto m'invade:
invidia provo per quel mondo felice
dal qual or lontano mi sento.
 
Sol il fresco abbraccio del mare
sembra ridare al mio spirto provato
l'illusione d'esser rinato.
 
E torno a sperare.

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DAVID ORTOLANI
 
Geometria
 
Seduto
In riva di quel laghetto,
in acqua il rumore
dei miei sassi scagliati,
uno
due
mille
cerchi concentrici,
uno
due
mille
ricordi,
memorie
di gioie perdute
taglienti
penetrano la mia mente;
rugiada che scende
dai miei occhi,
uno
due
mille
cerchi concentrici
in acqua.
 

 
In anima
 
Se ne va
lontana
l'ultima oscurità,
emerge in cielo
una stella,
fascio di luce
che abbatte
l'estrema barriera:
leggere l'anima altrui
un limpido riflesso
in uno specchio,
un atto semplice e sincero
come un fiocco di neve.

MARIA NOVELLA PERINA
 
Aridità
 
Addio amico mio,
perché non vuoi
che io frantumi
le lastre di ghiaccio
sul tuo cuore,
che io apra
uno spiraglio
nella rigida corazza
erta a difesa
del tuo male antico.
 
Addio amico mio,
perché ho scambiato
alle origini dell'amore
per magico potere
l'onda impetuosa
della mia tenerezza.
 
Addio amico mio,
perché ho sentito
che, nella guerra senza resa,
si allargava anche su di me
il tuo ghiaccio livido.
E svaporava
La vita mia.
 
Addio amico mio,
perché non cerco più
la forza
se figlia dell'ARIDITA'.
 
Vicenza, 20.01.1999

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LILIANA PICCHIANTI
 
Non è mia la vita
 
Uscii dal grembo
materno, piccola
ignara di essere
nel ristretto spazio
di tempo assegnatomi
da millenni di avi.
La mia sola possibilità
per tutti i secoli avvenire
di passeggiare vivere
gioire soffrire
sul bellissimo pianeta
azzurro dorato dal sole.
Non ho chiesto io
di arrivare nel tempo
di tante scoperte
e innovazioni
dove l'uomo preso
dal suo grande progresso
non si accorge dei valori
in lento continuo regresso.
Non sento mia la vita
che mi è stata donata
gratuitamente con amore.
Vengo dall'infinito
e cammino rapida
verso il traguardo,
la morte sorella
della vita mi segue
spesso devia giocando
illudendomi di dimenticarmi.
Ma altri continuano ad arrivare
da molto lontano:
Bisogna andare…
Non sento mia la vita.


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ANTONIO ROSSI
 
Biancaluna
 
Lunghi cavalli stanchi sono andati verso il mare,
con grappoli di uva legati alla carotide,
stanotte trotteranno nelle anfore del suono
e poi berranno l'anima dei mitili giocondi.
 
Dolci carezze d'oro sono salite sopra i tetti
con teneri gattini dal pelo delizioso,
stanotte dormiranno nel fiume dei ricordi
e poi si ciberanno di mele claudicanti.
 
Ma tu non hai capito il mio pensiero, Biancaluna,
sei figlia di una favola di nichel,
sei candida se il cielo si fa triste,
sei aquila se l'alba si fa rossa.
 
Sei aquila in un vento di meduse,
sei upupa incarnita dentro il sole,
sei l'acqua di un petalo di rosa,
sei sposa di un angelo di vetro.
 
Lunghe cipolle ragno hanno vinto i biancospini
con armi di corallo legate alla mascella,
stanotte arriveranno nel ventre dell'amore
e poi cadranno pigre nel vuoto della mente.
 
Lunghe cicale foche hanno invaso l'universo
con stelle di carbone vegetale damascato,
stanotte danzeranno con i fiori di cristallo
e poi si specchieranno nel fegato dei cigni.
 
Ma tu non hai capito il mio pensiero, Biancaluna.
LUCIANA SCAGLIA GRENNA
 
…Gioia e Dolore…
 
Gioia è poter fare colazione,
insieme,
seduti ad un piccolo tavolo,
con al centro una splendida rosa rossa profumata,
bighellonare insieme
la domenica
per la città deserta
senza meta
tenendosi per mano
come due ragazzini,
ammirare le verdi siepi ornamentali,
gli alberi con il nuovo vestito di giovani foglie,
dolore è sapere che qualcuno non sta bene,
dolore è andare dal dentista,
dolore sovrumano è
sapere che un'amicizia
che tu speravi di avere
non esiste più,
è sotterrata come vecchie cartacce
che non servono più.
 

 
…Noia…
 
Girellare per casa
come un'ubriaca,
passare da una camera all'altra,
cercare, avidamente, qualcosa
che non riesci a concretizzare,
osservare dalla finestra
la gente che passeggia
e decidere,
senza pensarci troppo,
di uscire di casa,
scendere le scale,
andare via,
lontano,
dove non so.


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GEA SCANCARELLO
 
L'incubo ricorrente
di un'afasia irreversibile
mi spinge a vaneggiare
il bagno nel Lete.
Gli spettri che mi rincorrono
contribuiscono alla consapevolezza
di ciò che è compiuto,
dell'aver liberato,
perso
tutto.
Ed ora, come un uccello senz'ali,
il peso della realtà
incombe ed opprime
e la ricerca
è ormai
solo quella
dell'oblio.
 

 
Il mio disagio esistenziale
barricato in un muro di silenzio
mascherato da un amaro sorriso;
l'apice del dolore,
l'impossibilità di comunicare:
sola,
la Tristezza come unica compagna,
il gelo che mi trafigge
mentre vagabondo per le strade
&endash; per alcuni sorridenti,
per me,
drogata dal veleno sorseggiato,
informi mostri incapaci di inghiottirmi &endash;
delle infinite possibilità.
 
Nostalgia e rammarico,
insensatezza,
un'unica tormentata,
incessante,
domanda.
 
Nessuna risposta.
GIOVANNI SCRIBANO
 
Notte in città
 
Della città colsi l'essenza: luci sgranate, fredde insegne, dedali
di vie, inutili catene sotto le stelle.
L'arte nasce fredda come farfalle su fogli, ma tende alla passione.
All'alba si lustrano gli ori della metropoli e gli smalti famigliari;
intanto le ore canute addolciscono il viaggio.
Colgo il carico acerbo della notte che tutto compenetra, coltivo
le chiavi della luna, basteranno a cancellare il silenzio.
Oppio d'amore; trattengo un grido.
Domani un freddo sole lontano sorgerà sul nostro futuro.
 

 
Deliquio
 
Nel vuoto sguardo traspare l'asciutto tramonto, ologramma d'un
frammento di terra;
in penombra, spirale allungata prede fuoco;
lentamente ardon le stelle,
strie nella caligine;
un profilo di luce s'allunga nel vuoto come spigolo nella notte,
come aperto brandello di nuvola.
Nella rotazione delle sfere, il cielo si riflette e fuliggine ed
Acqua spruzza sui tronchi; lentamente ritornano l'ombre.


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ELENA SIDERI
 
Pensieri di madre
 
Guardo i miei figli
e mi chiedo come sarai con loro.
Li osservo e mi domando
quanto a fondo
graffierai il loro cuore
e con quale emozioni
gli curerai le ferite.
Quanti sogni gli farai vivere
e morire in un solo giorno,
e quanto a lungo li premierai
con affetti e amori
che li seguiranno lungo la via.
Quanto scaverai nella loro anima
e per questo li renderai forti
e capaci di ricevere e dare.
Quante volte ti chiederanno
e risposte non gliene darai
per poi farlo a sorpresa
ed avranno il cuore colmo
e il fiato spezzato dalla meraviglia.
Quanto amore riporranno in te
in quello che faranno
nelle persone che incontreranno
e quanta forza avranno
per non cedere alle lusinghe dell'egoismo.
Li ho guardati
ed una cosa ho chiesto a Dio
che non smarriscano mai
il desiderio di viverti fino in fondo
con nel cuore la certezza
di avere in te il tesoro più prezioso.
ANTONIO ZOCCHI
 
Specchio della memoria. 31/1/99
 
Nell'inutile susseguirsi d'attimi
si snoda questo tempo,
che accozzaglie d'istanti
creano momenti incomprensibili.
Ed allora penso,
ed immagino la calma,
riordino il castello di carta
che cedette sotto il peso
di una brezza leggera.
E cerco nuovi incastri,
tentativi che ridonino
un'immagine normale
a quei troppi buchi neri
che risucchiano l'immoto.
Ed allora provo a scrivere,
riportando alcuni sibili,
che miraggi avevano supposto
strani mondi oltre l'invisibile.
Ed alla fine,
immagini s'affacciano
allo specchio della memoria,
che ammoniscono che le guarda,
e cercano di ridere sapendo d'esser vive...


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PIETRO ZOVATTO
 
Caritas
 
Volesse il cielo
che un singolo ancora
levasse un canto nuovo
alla eccelsa "caritas".
 
La carità è ignuda
e pia, vive di speranza,
riposa nella fede.
È casta e splendente
come matrona
d'antica classe;
è generosa e vigilante
come buona popolana.
Ha la bocca d'oro
e dolce, sopporta
e piange in silenzio.
 
Un grido percuote
il Terzo Millennio:
Le prostitute
vi precederanno
nel regno dei cieli,
o nuovo sinedrio, assiduo
ai precetti ingombranti.
Un Dio gentile
è per ogni uomo
di buona volontà
libera grazia.
 

 
Elevazione
 
Bella è la carezza
divina nella infinita
tavolozza dei frantumi
della fede. Nel rito
la parola esalta
il vino in sangue
nelle mani che vibrano
di parola onnipotente.
Sento nel petto
fremere la tunica
di fuoco e l'occhio
tramutarsi in pianto.e ammoniscono che le guarda,
e cercano di ridere sapendo d'esser vive…
CARLO TAVANI
 
Ciocche di capelli
 
Son cresciuti
pianin pianino
come sei cresciuto tu.
Han posato
su morbidi guanciali
come hai dormito tu.
Han volato nell'aria,
insieme a te che hai corso,
che hai saltato,
con la tua
voglia di vivere.
 
Oggi
li ho visti spezzarsi,
cadere e fermarsi
sul freddo pavimento.
Li ho visti mischiarsi ad altri,
di un anziano signore
già stanco.
Li ho visti confondersi
nella polvere
di una vecchia bottega.
 
E più li vedrò
quelli,
intrecciarsi alla mia mano
nelle carezze d'amore
paterno.


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NINO DE TOTTO
 
Chissà
 
Io vivo in te.
Ogni gioia
ogni piacere
è un dono che tu cogli
senza neppure chiederti il perché.
 
Serenità
di una magica intesa.
 
Un alito di brezza
sfiora le nostre mani
scompone i tuoi capelli
solleva il tenue lembo
della tua veste.
 
La tua bocca non sa
altro contatto che il tremore lieve
delle mie labbra,
non sanno il seno e il grembo
che ora tu mi schiudi
se non la mia carezza.
 
Eppure già domani,
chissà, noi forse ci diremo addio.
 
O sarò io
destandomi all'aurora
con un pensiero insolito e discorde
a non sentir la trepida certezza
la smania di voler vederti ancora.
 
O sarai tu a svegliarti domattina
nella torbida ebbrezza
di un tuo sogno stregato
sconvolta da una voglia dissoluta
di malsane e viziose novità.
 
È fugace la sorte
ed è effimero il moto d'ogni cuore.
 
Fedeltà, fedeltà,
patetica virtù che si conquista
soltanto appieno
con il tacito avvento della morte.


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Se non la trovi nella tua libreria puoi ordinarlo direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al numero 0298233100
 

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