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Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia del concorso letterario
La Montagna Vallespuga 2000
 

 

INDICE
 
Prefazione, Luca Aronne Bianchini, Guido Borlocco, Katia Bernacci, Angelo Gaetano Bianco, Carlo Borghetti, Giuseppe Casamaggi, Pier Paolo Caserta, Alessandro Centinaro, Maria Cernigoi Maggio, Classe III B IPSSAR, Mari Angela Comincioli, Antonella De Mattia, Dario Nardin, Paolo De Santis, Danilo Di Gangi, Pasqualina Genovese, Ilaria Giaconi, Leonardo Giuffrida, Norma Giumelli, Vittorino Greggio, Maria Lasi, Armando Librino, Domenico Livoti, Matteo Lolli, Marco Magni, Stefano Mallardi, Lucio Mandia, Laura Modina, Alessandro Montaguti, Roxana Morsella, Giovanna Mulas, Sergio Nardello, Gabrio Neri, Fernanda Nicolis, Carlo Pedretti, Tina Pellizzoni, Antonio Perna, Gerardo Picardo, Flavio Piccoli, Cristina Pitto, Ermano Raso, Enio Sartori, Giovanni Scribano
Elena Sideri, Ambrogina Sirtori, Maria Antonietta Sozio, Valentina Superchi, Stefano Valeri, Susanna Zago, Aldo Zanghieri
 

 
Prefazione
 
 
La giuria del premio indetto dalla Pro Loco di Campodolcino con il patrocinio dei Comuni di Campodolcino e Madesimo, della Comunità Montana Valchiavenna e della Provincia di Sondrio, con la collaborazione tecnica e letteraria de Il Club degli autori, era composta da Franco Melotti, Maria Organtini, Guglielmo Scaramellini e Francesco De Giacomi ha fornito le seguenti motivazioni alle prime poesie classificate:
1° classificato: Nazario Menato di Treviglio (Bergamo).
"La gioia di un mattino in alta quota è resa limpida con immagini chiare e sentite a livello di sensibilità poetica. Il discorso lirico prende forma rapida e sentita in forma d'attualità".
2° classificato: Angelo Gaetano Bianco di Chiavenna (Sondrio).
"Il poeta torna all'infanzia come momento magico dove i ricordi: '…tu conservi quei mattini / lo sguardo imbevuto d'aurore…' parlano al cuore e incantano l'anima perse nella grandezza della montagna ritrovata che rigenera lo spirito e conduce il poeta per le sue valli antiche".
3° classificato: Leonardo Previero di Firenze.
"L'inconscio si svela a contatto delle bellezze della Valle dove il poeta ritrova impulsi e sensazioni ataviche: '…nel groviglio di gole straziate…'. I versi nascono da momenti ed esperienze vissute sul luogo".
La prima edizione del premio di Poesia La Montagna Vallespluga ha decretato un grande successo sia grazie alle numerose opere pervenute non solo dalla Valtellina e dalle comunità montane interessate ma da tutto il territorio nazionale, sia grazie all'interesse che ha riscosso il tema della montagna e della natura in tutti i suoi aspetti.
Questo positivo riscontro si è avuto anche guardando la giovane età di alcuni partecipanti che si sono avvicinati con entusiasmo a questo concorso nonostante la limitazione del tema proposto.
Rivolgiamo quindi un grazie di cuore a tutti i partecipanti augurando una buona lettura e un arrivederci alla seconda edizione.
 
La segreteria del Premio La Montagna Vallespluga
 
 
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Luca Aronne Bianchini

 
La prima montagna
 
Ho un amico a cui non piace la montagna,
forse, perché non l'ha mai vissuta prima,
è sempre stato chiuso in un'aula magna,
solo attraverso delle foto ha visto la cima.
 
Quel giorno non gli ho detto dove eravamo diretti,
ho percorso lunghe strade per arrivare,
il sole era ancora nascosto dietro i tetti,
tanta strada per farlo addormentare.
 
Il sole è spuntato da dietro i monti acuti,
poche curve prima di arrivare all'inizio del piano,
per far vedere al mio amico i monti astuti,
scoprendo quella valle vicina al mondo urbano.
 
Preferiva attaccarsi al suo telefono che ad un sasso,
camminare sul duro asfalto che su un prato profumato,
voleva essere riportato indietro senza un altro passo,
non riusciva a credere che avessi osato tanto.
 
Volevo portarlo a osservare la vita vera,
fargli vedere che ad una foto manca la consistenza,
udire i suoni della montagna in primavera,
odorare i fiori che posseggono ancora la loro essenza.
 
Far conoscere quel mondo meno contaminato,
dove gli animali vivono liberi nel loro spazio,
che la vita non segue un orario predeterminato,
e la morte non viene pubblicizzata per dazio.
 
Camminare in sentieri non permessi alla moderna cultura,
angoli di mondo dove il tempo sempre fermarsi,
vivere quel ciclo giornaliero stabilito dalla natura,
e ritrovarsi, in un mondo nuovo e diverso, immersi.
 
Ora ho un amico a cui piace la montagna.
 
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Guido Barlocco
 
La mia vetta
 
Vedo finalmente
quel lontano manto nevoso che brilla,
le immense valli imprigionate,
e quel pennacchio di roccia,
che sembra tocchi il cielo.
 
Nella pace di questa vetta,
si ode soltanto il vento,
e lei parla…
Con la neve e nella bufera,
urla, grida...raramente tace.
 
Mi guardo intorno,
e vedo altre vette più alte e possenti,
parlano tra loro,
una accanto all'altra,
imponenti, maestose, toccano il cielo.
 
Coi suoi mille volti,
ora chiari, ora scuri,
si nascondono tra le nuvole,
sembra si muovano…
 
Sì, perché questa montagna
è viva!!
Ogni vetta ha un cuore che pulsa,
ha bocche che parlano,
ha sangue che circola,
ha un volto che cambia,
e un carattere come ogni uomo:
non si conosce mai abbastanza.
 
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Katia Bernacci
 
Montagne silenti
 
Difeso ha la nebbia il passato
Nascosto la bramosia di cuori smarriti
Veli neri dalle profonde trasparenze
Anni, in cunicoli freddi che s'intersecano e s'inseguono
 
Nebbia, nell'istante infausto in cui
sia pure per un gioco del destino
Ella si perse
Nel cielo di un blu lattiginoso
Cercando nei meandri di una coscienza che nulla poteva
Montagne, si stagliano ai margini del mondo
 
Ella si perse davvero,
mentre osservava il vuoto baratro che l'attendeva
In questo era assorta
Mentre il vento giocava tra i rami scheletrici degli alberi
Riflettendosi ai piedi delle vette silenti
 
Rivoli argentati
Di anime bianche turbinavano tra le rocce posate ad arte da una mano invisibile
Le menti invocano altre menti nel grigio del mattino
Tutto intorno la natura, desiderosa di ricevere nuovamente la vita,
In trepida attesa di gemme future
 
Ed ecco si apprestava a gettarsi in quello stesso blu
Dove il suo corpo si sarebbe stagliato,
Nel riverbero che scivola in pieghe di abiti
Che hanno visto tempi migliori
 
E penetrano, i sogni
Mentre ella giace a terra,
difesa unicamente dall'infinito e dalle cime innevate alle sue spalle.
 
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Angelo Gaetano Bianco
 
Haiku, Tanka, Shintaishi
 
Tenero cembro,
or di te profumano
ruvide vette. (5-7-5) Haiku: creste di Valle Spluga.
 
Dolce Valle immota, dormi,
sepolta da neve recente.
Solo il falco, affamato,
con fischi rabbiosi, dissente. (9-9-9-9) Shintaishi: Valle del Drogo.
 
Cime severe,
smaltate di neve: vi
abita il vento.
Ma un nuovo "trenino",
ci porta! Così vicino...(5-7-5*) - (7-7*) Tanka: da Campodolcino.
 
Sulla marmotta,
l'ombra dell'aquila:
un fischio d'allarme. Haiku: Val Febbraro.
 
Un santuario
sorge sopra un masso,
straordinario:
miracol di Fede, la
Vergine vi pose piede. Tanka: a Gallivaggio.
 
Sommarovina:
un tragico nome, ma
vista divina. Haiku.
 
Fischia il falco:
chi sale sul monte, si
sente più solo. Haiku: Val Loga.
 
Giovani, maliose, bionde fate
o decrepita, bonaria strega,
d'Inverno, sbiadiscon nella "scega":
per comparir, gradite, nel novero,
in fole antiche di Val d'Avero. Shintaishi: fate e streghe d'Avero.
 
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Carlo Borghetti
 
Come una culla
 
Correvo, saltavo e mi sedevo sul rio
quel rio piccolino che a valle porta acqua
a tutta pianura.
Una marmotta mi guardava…
Un'aquila mi volava sulla testa…
Uno stambecco si nascondeva…
Ho visto una croce…
Ho visto una cima pienissima di neve…
Ho visto il verde…
Ho visto una stella alpina…
Sono rimasto solo a vedere
Sono rimasto piccolo sulle mie montagne
Sono rimasto sbalordito
Sono rimasto piccolo piccolo
tra le braccia di Madre terra.
Ecco la mia montagna…
una culla…
un rifugio…
una mamma.
 
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Giuseppe Casamaggi
 
La cima degli spiriti
 
 
Presto, con il giorno
aperto alla vita
passai la crepa di ghiaccio
vicino alle nuvole.
Come una mano
rattrappita nel freddo
s'aprì la valle,
ma l'occhio si perse
nelle cime innevate
dove il vento strisciava.
L'aria pungente
mi toccava dentro
con dita bambine,
soave
come un vecchio ricordo
e poi forte,
come un richiamo.
Non ero estraneo
in quel candore immenso,
ma io in lui
e lui in me
e qualcosa di più segreto
venne
e m'invase prepotente
come una slavina
staccata dalla montagna,
quando nel freddo
passai il crepaccio
sotto
la volta del cielo.
 
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Classe III B IPSSAR
"Crotto Caurga"
 
Dryas octopetala: il fiore della solitudine
 
Portami lassù, amore, dove spunta
un fiore magico, un'Erba Argentata,
otto petali bianchi di ghiaccio
attorno a un cuore giallo di sole.
Portami, amore, ai margini dei nevai
dove timide ninfe dei boschi
si mutarono in candidi boccioli.
Non ho paura della tua solitudine
sui picchi innevati delle Alpi,
temo che una Driade rubi il tuo cuore,
che un camedrio stanco di esser solo
catturi e geli il tuo alito di uomo!
 
 
 

 
Pian dei Cavalli
 
C'eran chiazze di stelle alpine
là sul selvaggio Pian dei Cavalli
dove antichi fuochi si accendevano
forse per arcani riti iniziatici.
C'era un silenzio assurdo tra i prati
e misteriosi buchi nel terreno.
Le marmotte fischiavano al vento
e stralunate pernici sbandavano
come ombre sorprese alla luce.
Ma soprattutto c'era magìa
una speciale ansia di vita
una palpabile voglia di capire
una voluttuosa carica sensuale.
 
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Paolo De Santis
 
Il crepuscolo degli Dei
 
Urla vittoriosa la roccia
e lento il sangue scivola via
dalle mani degli Dei
sulle sue grigie lenzuola.
Penetra nelle carni del cielo
e infeltrisce la bianca lana
che protegge le rocce dal gelo.
Arrossa di gioia e fatica
la nuda montagna, diventa
opalescente ai miei occhi,
violentata dal tempo,
stuprata dai suoi canini
nella dolcezza del vento affilati.
 
E in questa tua vendetta
osservo il crepuscolo degli Dei.
 
Rinfrancata dalla pioggia,
scivola dai tuoi fianchi
una pura e silente acqua
simile al pianto di un uomo tradito.
E nel possedermi, sovrana,
mi culli con le tue profonde e
suadenti vertigini.
E solo inchinarmi posso
dinanzi al tuo cospetto.
 
In te rivedo la mia forza.
 
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Vittorino Greggio
 
Passione di montagna
 
Grossolane le sue scarpe,
arrossate le sue guance,
la bella montanara sull'altipian vagheggia.
 
Scendendo le valli tra fiori e silenzi,
il din don delle mucche,
fa eco tra i monti.
 
Di flora e di bosco il profumo montano,
e fumi nell'aria di baite gli odori;
svegliar l'appetito d'amor di polenta.
 
Coperte di bianco le cime dei monti,
d'immenso bagliore, i loro tramonti,
e con sguardo profondo d'amore e passione,
la bella contempla, la muta Montagna.
 
Sia verde e rocciosa o bianco il suo manto,
d'amor di Montagna; morire si può.
 
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Maria Lasi
 
Dolomiti
 
Imponenti dirupi che
dominate valli,
l'aquila nidifica
sulle cime bianche,
la neve lassù rimane pura,
giocano a nascondervi
nubi informi e scure.
Nel suo mistero il sole
vi riscopre,
vi avvolge nel suo manto
di calore
raggi indiscreti s'infiltrano negli angoli più scuri?
Lassù l'arcobaleno
ha più colore.
Il vento soffia e intona
nenie strane,
son storie tristi
o canti allegria
di secoli remòti o
di futuri incerti.
Vecchi dirupi nati con
il mondo,
lassù le stelle fanno
il girotondo,
la luna si nasconde
e poi riappare.
A voi vola stasera
il mio pensiero,
l'amore per la Pace
e la natura.
A voi che siete eterne
ed io andrò via,
vola lassù quest'umile
poesia.
 
 
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Armando Librino
 
Alpigiano solitario
 
Te vidi: il più bel fior della montagna.
Anima desti ai prati smeraldini
nella mia valle, alle rocce solenni,
alle lame lucenti dei ruscelli,
ai perlacei riflessi dei perenni
ghiacciai nell'infinito a noi vicini,
al calmo volteggiar dei grandi uccelli,
d'intorno, a tutto ciò che luce bagna.
 
Ti vidi ai pié del maestoso pino
sognante con un libro aperto in mano;
vicino venni a te per ammirarti;
tu gli occhi alzasti e m'invitasti accanto;
mi dicesti: - Sei tu il mio principino?
- E tu la mia regina d'un lontano
sogno sempre rincorso per amarti!
E da quel dì, per noi tutto fu incanto.
 
Trascorremmo felici due stagioni.
Un vecchio boscaiolo, alla cascata,
ci salutò: - Salve, sposini buoni.
Tu ne fosti commossa e poi turbata:
chiesi perché. Dicesti tu piangendo:
- Non saremo mai sposi; non sapevi?
Il cuore mi si strinse comprendendo
che alla favola bella fin ponevi.
 
Son passati tant'anni, la natura
pota tue tracce in ogni piccol calle,
che allor tutto mi fu dolce promessa;
ed erra insieme a me la tua figura
sedicenne, che vidi in questa valle.
Ora che vecchio son di vita stressa,
io vedo in giro il ben che non perdura
e te, nel cuore mio, sempre la stessa.
 
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Domenico Livoti
 
Le parole che vuoi tu
 
Dove troverò le parole che vuoi tu,
quando s'incrociano gli spasimi dell'amore
e si toccano i due cuori in un singulto!
Le coglierò sul ghiacciaio del Tambò
quando rimbalzano i raggi del sole.
Le chiederò alle nivee stelle alpine
dell'inquietante Pian dei Cavalli.
Le mendicherò ai tremuli arcobaleni
delle magiche cascate della Valle.
Le cercherò sui colori di cielo
degli incredibili laghetti alpini.
Le ruberò ai tramonti rosati
che trionfano sopra il Pizzo Stella.
Le scaverò nei candidi nevai
che ricoprono le selvagge erte montane.
Le annuserò tra le resine dei boschi,
le ascolterò da una cima inebriante.
Le pretenderò dai picchi conquistati,
le attingerò dagli abissi inesplorati.
Ritornerò da te dagli alti monti
con l'animo traboccante di parole,
le affiderò al tuo cuore d'amante
perché tu possa sceglierle a piacere
quando gli animi restano muti
troppo sconvolti da un momento di passione.
 
 
 

 
Pizzo Stella
 
Andar su in cima
è un piacere solitario!
 
Inadeguate sono le parole,
più vicino all'assoluto
è il silenzio!
 
Galleggio in una bolla di stupore
e il tempo è un'invenzione degli dei
per proibirmi di scalare
il cielo!
 
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Stefano Mallardi
 
La mia montagna
 
Questa pianura è la mia vita,
e in questa terra rossa
ho le radici, come questi ulivi
che non abbandonerò mai.
All'ombra di quel ciliegio
trascorro le ore più calde
dei lunghi giorni estivi;
e quando i miei occhi vagano
oltre l'orizzonte, e sognano,
in quell'azzurro lontano
appare la mia montagna.
Solo allora non sono più qui:
sono su quella cima bianca,
ebbro di libertà;
e nelle mie braccia,
nelle mani che elevo al cielo
ho tutta la mia gioia,
tutta la mia felicità.
 
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Laura Modina
 
La grotta di Cristian
 
È caduto un giglio…
è caduto su un prato
di neve e di roccia in un manto ghiacciato
è caduto un fiore giovane e bello
sulla roccia dura ora è sepoltura.
Tra la neve soffice s'è adagiato
come un sonno profondo
nessuno l'ha disturbato
voleva salire, voleva entrare,
voleva arrivare
e non sapeva che per volere ciò
nel burrone profondo il suo corpo trovò…
lui era lontano da lì
tra stelle d'argento
e della luna i fili d'orati s'impadronì.
Nella grotta più bella - sua - dorata
felice lui danza, ora beato
nel canto dell'amore,
la vita la sente così.
"Montagna dorata ora non sono con te,
mi hai tu conquistato
e sono il tuo Re".
 
 
 

 
Montagna…
 
Incendio beato tra i rami sul prato…
di un tramonto il bagliore m'inonda
il cuore.
Il cammino è sicuro la metà è vicina
l'aria mi sfiora…
la brezza mi tende il dolce sogno
di donna ancora
immerso nell'amore;
alla tua natura o valle...a me cara,
dove umidi piedi nell'erba molle
di passo sereno, l'amore mi colpì.
 
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Alessandro Montaguti
 
Tramonto a Vallespluga
 
È sera,
il sole lentamente scema all'orizzonte
ed il cielo, magicamente
come se osservassimo il vetrino di un caleidoscopio
cambia configurazione e colore ad ogni istante.
Le vette più alte, s'insinuano in un coacervo di colori in movimento:
prima rosso, poi rosa, viola, arancio, azzurro
creando figure fantastiche
divine o diaboliche
secondo l'interpretazione che ciascuno di noi con la fantasia
interpreta, o più verosimilmente, vuole che sia.
Poi ancora, colori che si sovrappongono
nascondendone altri,
riflessi dorati, prima forti abbaglianti, poi tenui più pallidi, che il sole
chissà dove, riflettendo sull'oceano ancora ci fa dono.
Un gioco di luci ed ombre che rallegrano a volte
incutono rispetto/timore altre.
Il nostro "io" in quest'immagine surreale prende coraggio
e piano piano ci libera dai rospi, purificando l'animo.
Lontano anni luce dalla televisione, dal cellulare, dal traffico e dallo smog,
in intimo contatto con l'infinito riscopriamo d'esser uomini.
Il sibilo del vento soffocando ogni rumore
riporta un'atmosfera austera in tutta la valle,
cambiano in un batter d'occhio gli scenari:
l'atmosfera celeste, da surreale a stellare,
i sentieri con le sue ombre lunghe e ricche di voci
diventano sempre più spettrali.
La montagna vede tutto e silenziosamente,
si addormenta aspettando il domani.
 
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Carlo Pedretti
 
Alta montagna
 
La rondine azzurra
Del pensiero
Rasenta il mondo fisso
Della dimenticanza.
 
Ogni lacrima,
Essenza di parole,
È senza storia:
Sconfina in altro mondo
La memoria.
 
Un grido a fondo
Nell'eco immota.
 
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Flavio Piccoli
 
Montagna d'amore
 
Quanta rugiada hai pianto, Montagna,
per quell'Uno che non fece ritorno,
scivolandoti,
tra le tue verdi braccia a fronde?
Quanto ridi, Montagna,
nell'osservar il gioco dei tuoi scoiattoli,
puri e semplici,
che corron su alberi, di mille secoli appena?
Quale calore offri, Montagna,
nei tuoi rifugi,
agli arditi dei tuoi fedeli?
quale Vetta semplice diventi, Montagna,
alcova di teneri, dolci Amanti,
nell'eco della loro passione!
Quale sentiero diventi, Montagna,
quando illumini a torcia
i tanti tuoi fiori,
per creare sicure tracce?!
Quanto inebri, Montagna,
oltre l'ossigeno che non sappiamo respirare!
Quanto diventi pensiero, Montagna,
per le madri dei giovani boy-scout
che nulla di te conoscono
come diventi roccia dura nei loro pensieri!
Come sei tasto di velluto,
per chi si sa aggrappare fino alla tua cima...Montagna.
Quella più alta, l'Uomo di te vuole.
Curioso è il volto suo.
Forse qualche Angelo d'Oro, pensa,
lassù giocherà con me.
E poi mi abbraccerà,
tirandomi fiocchi di lucente neve.
 
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Enio Sartori
 
Sulla riva del mare
sull'argine del fiume
sulla soglia del monte
si fa il cammino
frontiera o meta.
 
Rallenta il passo
che forse è lieve declivio
annuncio di monti
piane che schiudono
porte d'aria e di vento.
 
Là, il limite del bosco si fa più scuro.
Poi è corpo poderoso, nervo e muscolo
remoto e profondo luogo
di sedimenti osceni
Là, anima e sogno ribollono
in echi di arcaici sacrifici
e stupri rovinosi,
sangue e sepolcro.
 
Sulla soglia il bastone bussa
alla montagna che risuona.
Ondeggia la cima in esitante dondolio
del passo sulla soglia.
 
Poi è il monte che guarda,
signore della soglia,
confine dell'anima,
sigillo che la bocca
suggella.
 
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Elena Sideri
 
Montagna incantata
 
Le nuvole scesero
ed abbracciarono la montagna.
Curiose si insinuarono
fino alla terra umida
tra alberi di un verde cupo.
Accarezzarono arbusti, funghi e felci.
Lentamente si fecero strada
lungo torrenti chiassosi,
salirono per sentieri ripidi,
danzarono intorno a tronchi
di altissimi abeti.
Corsero rapide a coprir le valli.
Spinsero l'uomo a far ritorno al paese
e tutto avvolsero nel silenzio.
 
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Maria Antonietta Sozio
 
Monti perduti
 
Ho perso
tra il verde degli alberi
e le case diroccate
i silenzi di neve,
l'abbraccio rassicurante dei monti.
 
Di passaggio
viandante dimenticato
gli alberi non tenderanno
i rami annosi
né gli uccelli
persi nei loro voli
mi seguiranno
per salutarmi
quando passerò l'ultima volta.
 
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Aldo Zanghieri
 
Spluga
 
Improvviso sentii un breve
canto del cuculo
mentre salivo i boschi dello Spluga
non era l'arrogante ottusa
musica di legno di molle di metallo
che a volte udii nelle case degli uomini.
Era un canto lontano
di foglie
soffiò leggero e astratto
scivolò nei muscoli dolenti
mentre salivo i boschi dello Spluga
li sciolse un poco come balsamo d'aria.
 
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