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Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia del concorso letterario
Club degli autori 1999 - 2000
 

 

INDICE
 
Isabella Affinito, Anna Aita, Cinzia Ambrosio, Tiziana Angelino, Gilberto Antonioli, Claudio Assenza, Alessandro Bacci, Simone Barbato, Fabrizio Barbi, Barbara Barisione, Annunziata Bortolotta, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Massimiliano Bianchi, Tanya Biondi, Carlo Borghetti, Walter Borghisani, Roberto Borriello, Bruna Boschin, Luca Bosco, Simonetta Capponi, Andrea Caputo, Amelia Carlucci, Andrea Carrara, Pier Paolo Caserta, Camillo Catarozzo, Maria Rosaria Cau, Bruno Cavallari, Paola Ceci, Maria Francesca Cherubini, Iole Chessa Olivares, Lorenzo Civinelli, Gianluca Cola, Rosario Contarino, Francesco Conte, Giuseppe d'Onofrio, Milena De Giusti, Giuseppe De Rosa, Silvestro De Simone, Riccardo Del Sole, Marco di Mauro, Franco Donati, Vincenzo Elefante, Michele Fabbri, Isotta Farnea, Antonio Favruzzo, Patrizia Fazzi, Claudio Fichera, Maria Letizia Filomeno, Franco Fiorini, Isabella Flego, Maria Antonietta Fontana, Michele Fonzo, Elisa Foschi, Marco Galli, Rocco Gentile, Elisabetta Ghiglieri, Emilio Grollero, Mila Lavorini, Stefania Lena, Alessandro Lugli, Silvestro Luisi, Zoran Majkic, Antonio Maldera, Valter Malenotti, Katia Marionni, Giuseppe Marra, Maurizio Mattioli, Donatella Mecca, Agostina Messaggio, Alessandro Montefusco, Fernanda Nicolis, Maurizio Paganelli, Giovanni Palillo, Maurizio Pannini, Rino Passigato, Carlo Pedretti, Susanna Pelizza di Palma, Alessandro Perfetti, Antonio Petri, Giovanni Francesco Piano, Gianna Piano, Francesca Piazzolla, Gerardo Picardo, Elisabetta Pieraccioni, Lidia Pieri, Cristiano Poletti, Giuseppe Pupillo, Sonia Quintavalla, Ermano Raso, Rina Ravera, Giuliana Righi, Antonio Rossi, Lucio Rossi, Idelfonso Rossi Urtoler, Alex Rusconi, Christian Salandin, Silvana Sarotti, Luciana Scaglia Grenna, Adriano Scandalitta, Salvatore Scollo, Giovanni Scribano, Myriam Vittoria Sebastianelli, Fausto Serpagli, Jolanda Serra, Mariano Serrecchia, Ambrogina Sirtori, Giuseppe Spiotta, Carlo Tavani, Gianluca Testa, Ezio Testa, Angelo Tondini, Federico Topa, Olivia Torre d'Ercole, Piero Trapani, Stefano Valeri, Adriana Valletta, Simona Vecchini, Pascal Vecchio, Maria Santina Venditti, Luca Maria Vicamini, Giovanni Zappalà, Alfredo Zona.
 

ALESSANDRO BACCI
 
Campane della sera
 
Suono distaccato dal fragore del mondo
quasi di altri tempi,
assonanze che tornano di lontano
tra gli echi di antiche preghiere
perse tra i ruderi di una vecchia chiesa di campagna
che poggia le sue mura su questo immobile tempo
silenzioso come l'icona di una ruvida cartolina.
 
A chi giova tale cantilena o lagna?
forse di conforto a chi non ha ritorno,
loro che all'ombra schiudono gli ultimi applausi della sera.
 
Il vento corre tra gli alberi spettinati
e rapisce lo sguardo che si perde nel verde,
un vasto mare che ha colline per onde
e isolate luci sparse qua e là
incastonate nel buio mosaico della notte
come tante stelle a specchiarsi in esso.
 
Il cielo sembra rovesciarsi nel vuoto,
un comprensibile disorientamento si prende gioco di me
orfano di un orizzonte a dividere in due la notte
mentre dalle tenebre sorge il campanile come un faro
ad indicare la strada col suono delle sue campane:
un punto di riferimento nel niente.
 
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SIMONE BARBATO
 
La sconfitta
 
Al suon del suo tocco,
amara morte
fece la lotta e la speranza.
 
Poi nell'occhio avversario
della vittoria conobbi le virtù.
 
Quando dal capo chino
con sdegno,
della sconfitta
diventavo il segno.
 

 
La vite e il contadino
 
La vite rugosa nel segno del tempo,
fu cresciuta
dal tocco d'arte che la natura inventa.
 
E d'un uomo le sagge cure,
l'amavano
sin dal lontano tempo.
 
Fin che il contadino
della vite riflettea l'aspetto.
 

 
La natura sognata
 
Avea la pace più sperata
nel cuor mio che sempre l'indica.
 
E mentre lontana gemmea nel mondo,
solo imitazioni d'essa sapevo.
 
Nei tristi giardini
e delimitati parchi.
 
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MARIA LUISA BECK-PECCOZ SPANÒ
 
Minuto
 
Minuto.
Stella cometa,
nascita e allarme.
Girandola
di pienezze
per me,
padrona e schiava
del presente.
Nuoto
in quest'incanto,
sirena maldestra
di un oceano improvviso
di richiami.
Minuto,
$passato
e futuro splendente,
regalo
e appartenenza
di altri,
ingiustizia
e guadagno indiscusso.
Giubilo di momento
da godere umilmente,
inginocchiati
nella polvere corrotta
&endash; e scintillante &endash;
di un'essenza
timidamente
mistica,
inaspettatamente resuscitata,
illusoriamente
immortale.
 
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TANYA BIONDI
 
La vecchia scuola
Che anni fa
Mi angosciava come una caserma
Ora risveglia
La muta nostalgia di un rifugio.
Il tempo lascia così
I suoi indelebili segni
Nell'anima
Le sue dimensioni ci sono estranee
Ma i suoi sentimenti
Non possono essere taciuti
Le grida dei bimbi
Tutti i bimbi meravigliosi
Che la storia ha visto
&endash; I soli che il tempo pianga &endash;
L'inconsapevole infanzia anch'io rimpiango…
Non la mia,
Che mi sorride estranea
Da immagini nella memoria impresse,
Quella sua
Del mio bambino
Che lui non comprende appieno
Ma ha nel mio cuore
Radici profonde come la stessa terra
E col tempo mi struggo
Per il suo vago andare.
 
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CARLO BORGHETTI
 
Un uomo per caso
 
Quante cose ho visto nella mia vita
Quante volte ho sorriso, scherzato, pianto
Quante volte ho visto i sorrisi della gente…
 
Mai ho pensato di vedere quel bimbo
Mai ho pensato di vederlo arrivare dal Kosovo
Mai ho pensato che vi potessero essere bimbi già grandi
 
Sono cresciuto guardando un bambino negli occhi
Sono cresciuto vedendo quegl'occhi
Sono cresciuto per caso
 
Ora sono un uomo e quel bimbo lo era già
Ora è cresciuto, per caso, per essere nato nell'odio
 
Nessuna colpa
Nessuna scusa
Nessuna legge
 
Solo un uomo… un uomo per caso.
 
Poesia inedita scritta per la guerra.
 
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MARIA FRANCESCA CHERUBINI
 
Come albero divelto
 
Come albero divelto
dal suo prato,
me ne sto
in un canto gettata,
in attesa
che le mie folte chiome,
mute ormai
di cince e rosignoli,
si riempiano
dei corvi
della sera.
 

 
Tra le dita rinserravo…
 
(A mia madre)
 
Tra le dita rinserravo uno smeraldo
era l'animo tuo coi suoi fulgori.
Poi tempesta venne a depredarmi
e rimasi dita vuote verso il cielo.
 
Ma il ricordo della tua luce materna
quel tuo animo finemente cesellato
dà ancora forza alle mie stanche stagioni
e il volto illumina nei giorni di burrasca…
 
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IOLE CHESSA-OLIVARES
 
La sorgente prima
 
Annegava la notte tra le stelle
e un carrozzone andava tremolante
su malcerti tralicci di un ponte.
Muti incantesimi trascinava con sé
nella presa di un tempo sempre uguale
e sonnacchioso. Lo conduceva un vecchio
pagliaccio mai stanco di spiare l'infinito
mai stanco di attendere "un qualcosa"
che doveva giungere all'improvviso
e condurlo oltre il limite del cielo
alla "sorgente prima".
A un tratto sul ponte, proprio dove tralicci
sopraffatti dagli anni stavano per cedere
vide un lucore prima incerto poi più vivo
dare forma a un funambolo che lo invitava
a saltare sul filo disteso come strada celeste.
Il pagliaccio avvertì dentro di sé l'eco
del crepuscolo, vide colori, distanze
uguali sull'orizzonte e rapito da improvvisa malia
si lanciò in braccio al funambolo, con lui si confuse.
In quell'attimo credette di essere giunto
al limite del cielo là dove nasce e si perde
l'immenso ma in quel vorticare e baluginare di luce
il gemito inatteso di un piccolo passero l'avvolse
d'oblio ancor più innalzandolo e la "sorgente prima"
non vista s'adagiò su altri occhi, su altre labbra,
su un cuore redento dalla deriva del sogno.
 
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LORENZO CIVINELLI
 
Se vuoi
 
Ogni attesa valorizza il significato,
nell'incontro si è verificato
quel preteso avanzare
nel riscoprire un atteso amore,
oh! quanto valore do a me stesso.
Se vuoi anche tu amare,
questo reciproco amore,
valorizza i nostri animi,
nel ringraziare,
per il dono della vita.
 

 
Conoscere l'altro
 
Un mio simile di essere umano si prende spazio di me ravvicinandosi,
considerando il mio essere.
Il mio interesse in lui si ferma,
il capire di altrui rende il mio essere in rapporto di apprendimento
per conoscere una mente dove ad ognuno di noi apparteniamo.
Ad un solo inizio e unica fine,
questa susseguirsi viene alimentato
con vuoto misterioso,
che la nostra mente non ha il possesso.
Come l'orizzonte e il tramonto
e il firmamento delle stelle,
così l'infinito della nostra mente
è come guardandoti allo specchio,
che immagini
ma "senza esserci".
 
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GIANLUCA COLA
 
Mondo beat
 
Guardavo l'infelicità
con occhi che non vedono
ascoltando il vuoto
del suo silenzio.
In questi disperati vortici
che chiamiamo vita
si vive e si muore
o si muore e poi si vive.
Non c'è via d'uscita
non ne esiste un'entrata
dentro o fuori,
siamo solo attori spettatori
di noi stessi.
Anime solitarie
perse nel caos nella confusione
d'etnie miste di colori.
Cristiano Buddisti
sbronzi di erba sacra
che cercano felicità
nei loro sogni.
Eterni vergini al futuro
pazzi drogati di re papavero
hippy, rocchettari, omosessuali e puttane
falsi preti ed inutili credi.
L'amore ed il dolore
passeggiano sottobraccio
per le strade degli amanti.
 
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GIUSEPPE D'ONOFRIO
 
Allegoria
(d'un giorno e della vita)
 
T'affacci ancora, mimesi dell'aurora,
al divenire blu dell'orizzonte.
Io gaio accorro lieve, riemergendo
dal mio scrosciare d'anima silente.
Pronto, altro non aspettando
che il conosciuto palpito di sirena.
 
Ma al limitare d'una (mia?) domanda
sospesa resta e fluttua
la futile onestà di quel sentire.
Amore insiste e m'imprime sul volto
la saggia anonimia di cartapesta:
mi ristupisco allegro a carezzare
la trista libertà che tinge il mondo
di canti e suoni e voci e cuori in festa.
 
Fino al prossimo vento: già lo vedo,
tende elastici d'alberi lontano
sperde reliquie e pagine e pensieri.
Aria dolce di morte poi sulla desolata
pianura stanca
cade.
 
La grazia a sera prego d'una mano
calda e bianca d'intonaco sull'anima.
E sorge il buio
con stelle o senza stelle ma da sempre
di graffiti di sogni trapuntato:
tanta poesia sprecata si disperde
nell'indaco dell'alba e trascolora
lungo il sentiero opaco del ricordo.
 
E allora, e poi? Ma sì, ritorni ancora,
mimesi dall'aurora, all'orizzonte:
e io gaio accorro lieve, galleggiando…
 
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GIUSEPPE DE ROSA
 
La mente
 
Indignata tu sei per l'umana nequizia
La profondità del tuo animo intangibile è
Non avere mai dubbi sul tuo grande intelletto
Il pensiero t'è caro
 
Splendidi scatti d'illuminata bellezza
La tua mente pervadon
La ragione, prepotente,
a te s'accompagna
 
nessun attacco frontale
sconfigger potrebbe
tali compagni
attenta però
 
preparata non sei
a tanta pochezza
annichilire potrebbe
il tuo scrigno prezioso
 
assisto orgoglioso
al tuo incedere fiero
nulla può abbattere
tanta creazione
 
sii l'essenziale
per chi lo ritiene
nulla regala
a chi degno non è
 
a chi capire non può
tanta sagacia.
 
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ISOTTA FARNEA
 
Malinconia
 
Oggi la malinconia si è chiusa nel mio cuore
e ha gettato via la chiave,
è proprio decisa a starsene lì,
credo che ci farà il suo angolo preferito.
 
Il vento mi alza i capelli e non mi permette di scrivere,
il cielo è tutto azzurro e va sulle sfumature bianco-blu,
di qua e di là c'è qualche buco profondo
illuminato da un raggio di luce,
il suono delle campane si fa sempre più forte
e sempre più piano…
 
Basta, è finito, ora c'è silenzio
il canto degli uccelli mi fa ricordare i campi.
 
Ora si sente la gente tossire,
il rumore delle chiavi e
il chiudersi delle finestre,
buio a destra e a sinistra,
la luce scompare e io con lei …
 

 
La musica naturale
 
In un tempo lontano
quando non c'erano ancora
le orchestre con gli strumenti,
i violini erano i venti
e i cavalli che galoppano nella prateria
i tamburi della batteria
e c'era in quella musica naturale
la grancassa del temporale,
il lamento della bestia ferita,
il canto del fringuello.
 
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MARCO GALLI
 
Novecento
 
Pensoso percorro le perimetrali
calli di un fuggente terso sentimento,
un pedone da ferma mano sospinto
sul limitar ignoto della scacchiera.
 
E lì, il piede or smarrito abdicante
nel procelloso vuoto del rimembrare,
indietro mi volgo, implorante e incerto,
e gran menzognera temo la promessa.
 
Tu nera Regina ammaliante a mezz'aria
altro non pari se non gran mesto addio
ai giorni del mio lieto animo compagni,
ai romanticanti passi nella notte.
 
Nebbioso Novecento, adultera prole
del vagheggiante mare dello spirito,
orfano mi lasci ora alle colonne
mitiche, in faccia a Scilla nudo e inerme.
 
L'Allegria, 10 novembre 1999
 
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STEFANIA LENA
 
Tra il crepuscolo, un tuo sospiro
 
Più cresce l'erba e più mi manchi.
Più si infrange il mare sulla riva
e più il tuo ricordo si fa rumoroso.
Si schiudono le rose
e il dolore sboccia tra il crepuscolo dell'autunno.
Più sospiri
e più tuona la solitudine,
in un cielo di stelle annoiate dal mare.
Più ti allontani
e più si avvicina il ricordo, i sospiri, i giochi,
che nelle tenebre degli anni,
fanno tremar di infanzia
un cuore fermo ad ogni battito.
Più il cielo si fa blu
e più ricordo il tuo viso.
Il tramonto è uno sbocciar di risa
che si arrotolano come allora
tra il silenzio dei giochi.
Amore!
Ogni tanto nel mio cuore
c'è il silenzio.
La morte è stata un onda
che ha raschiato, avvolto, colpito, girato,
i ricordi e i sospiri.
Scagliandoli.
Frantumandoli.
Tra cuore e anima
con rabbiosa spuma,
ad ogni batter d'ala,
ad ogni sospiro di foglia.
Resto ferma
in questa notte di cicale,
dove in ogni cosa
si coglie te.
 
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VALTER MALENOTTI
 
Il lago e le stagioni:
 
Primavera
 
Il lago si sveglia gioioso
solcato da tiepidi raggi
e saluta con un sorriso
il cielo, i monti ed i fanciulli
che giocano sulle sponde
cosparse di fiori gialli.
 
Anche la rondine è tornata
e tutto palpita, di vita.
 

 
Estate
 
Tutto è luce, calore:
due innamorati
accarezzati dal sole
se ne stanno sdraiati
sulla rena chiara
fino a tarda sera.
 

 
Autunno
 
Cadaveri di foglie tristi
stramazzano sull'acqua ferma
e sulla riva sabbiosa non v'è orma.
Dell'estate, qua e là, solo resti.
 
Un vecchio rugoso
seduto su una panca
di pietra, con i ricordi arranca
pescando pensieri a ritroso.
 
Le rondini sono in partenza.
I sogni son partiti da un pezzo,
rimane la speranza.
 

Inverno
 
È uno specchio grigio
rotto dalla brezza
che soffia; gelida carezza
sotto un cielo grigio.
 
Un'anatra starnazza
affamata, rivolta alla panca
vuota, agghindata di bianca brina.
Nessuno più, la nutrirà di tenerezza.
 
Il freddo paralizza in sordina,
ora la speranza è parte del sogno
ma tanto, non ve n'è più bisogno.
 
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AGOSTINA MESSAGGIO
 
Natale
 
Si accendono i cuori
ci sentiamo più buoni
ricorre l'evento sublime
è nato Gesù!
 
Aria di festa e di pace
luci addobbi a colori
scambi d'auguri e di doni
gesti d'amore e di più.
 
Il viver virtuoso speriamo
perduri anche dopo la festa
nel nostro animo cresca
non sia solo gioia di un dì.
 
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ALESSANDRO MONTEFUSCO
 
Ad una sconosciuta
Del viso non ricorso, ma di pelle,
Ad oscurar vista v'è il profumo.
Tu m'avvedi in luoghi sconosciuti
Sospirar di te, amor forestiero,
Cantar a te di parole i suoni.
Infiamma passione ch'io non fermo,
Al tuo passare rendi omaggio
Colui ti conosce, e tu che leggi,
Leggi ch'io continuo a parlar di te.
Non dar di te vista ma proteggila.
Non scottar d'amore che vive in te,
Tiepida è la tua vicinanza.
E tu che leggi, non avere paura.
E tu che leggi, pensa d'amor vivo
Ch'io sto per guardar con le mani a
Sostener il mio viso, nel veder
Il tuo, da curiosità sospetto.
 
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MAURIZIO PAGANELLI
 
Piegato insonne alla ringhiera
La fronte appoggio,
nell'assoluto ascolto
I respiri di ogni donna.
 

 
Il Sonno
 
Continuo in questo raggirarmi
Divelte ho coperte e pene
Maledetto oscuro sonno
Veleno che mi percuote
Nel silenzio l'anima.
 
Come un ombra straniera
Sul ciglio di ogni notte
Tu, corsara figura
Dal corpo mozzafiato
Di donna priva di testa.
 
Grata, nera al crepuscolo
Doni profusa
La bocca, la pelle, ghiacciata.
E lasci
un'instabile presenza.
 

 
Sgrana il sogno
Alla notte
Guardo le stelle
 

 
All'ombra del tiglio
Beve il cielo
Il profumo sottile
 

 
La luna è incappucciata
su un'onda bizzarra
Il mare assonnato langue.
 
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CARLO PEDRETTI
 
Disperazione
 
(dell'amico che ha perso la vista)
 
Col mattino laborioso, azzurro,
Venne la notte ai tuoi occhi azzurri,
Ahi la terribile notte!
Venne la morte ai tuoi sogni azzurri,
Ahi la terribile morte!
 
Il mattino si squarciò col grido
Che sopravvivevi a te stesso
E solo ti lasciò col tuo dolore
Ad invidiar la morte ai morti.
Era l'eco del terribile sogno
Incubo della tua vita distrutta
E non era sogno, non era mattino,
Nel freddo, azzurro mattino.
 
Tu gridasti che era notte,
Ed era soltanto mattino,
Azzurro mattino.
 
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FRANCESCA PIAZZOLLA
 
Cambiare il mondo
 
Coprire
di candidi veli
le ombre
di vite
nefaste.
 
Lavare
con acqua sorgiva
i muri imbrattati
che piangono
ingiurie.
 
Cancellare
l'incerto cammino
tra pietre
che segnano
il tempo.
 
Rafforzare
l'essenza dei bimbi
perché siamo… un giorno
la palingenesi
di nuova vita.
 
Per cambiare il mondo.
 

 
Poesia di un vicolo
 
Fioche luci
illuminano
un vicolo
lungo e stretto.
 
S'ode…
una nenia.
Incanta
le pietre stanche.
 
Una mamma
canta
per il suo tesoro.
 
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GIUSEPPE PUPILLO
 
Universo
 
Basta che non siano falci
a levigarmi il viso, deriso.
Mi è sufficiente meno:
vedere ogni sorso d'acqua che ingoi e rinfrescarmene il cuore;
o meno ancora, guardare il sole in faccia
e, accecato, vagare
nel buio luminoso dove tutti sono ma non sanno.
Cercare un cipresso.
Graffiarlo con la nuca scendendo in calce.
Assopirmi con la bramosia
d'essere stimolo
del mio piccolo universo.
Risvegliarmi con il muschio
sulle gote, parte del terreno
che m'accoglie.
Basta!
 

 
Aleggi fra questi cumuli di cemento, sparsi;
in quest'andirivieni di poesia, in macerie;
la veemenza del tempo
scarnifica i tuoi alfieri
selvaggiamente globalizzati
dal pensiero dell'esilio.
Non ti dai pace senza lotta,
lungaggini di procedure assurde
inguainano i tuoi sospiri.
Avanti! Tocca il sangue,
porgi il tuo facile ideogramma
alla morte, l'orgoglio alle vittime,
le medaglie alle madri.
Tu eri abile a compiere, o oggetto
della vigliaccheria.
Un profumo di terra schiantata
ti farà da fanfara
e un esercito di anime
ti seguirà fedele.
 
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RINA RAVERA
 
Mano alzata
 
Una mano alzata
un volto spaventato
un segno sulla guancia
un pianto disperato.
 
Una mano tesa
senza più veleno
un bacio a fior di labbra
un bimbo sereno.
 
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GIULIANA RIGHI
 
Nuovi tempi
 
Ti ascolto, ti osservo, ti odoro
Parole nervose urlate con occhi duri
Profumo falso e il vestito nuovo
Corri veloce sull'asfalto rovente
 
Ti ascoltavo, ti osservavo, ti odoravo
Stanco dal pesante lavoro nei campi
Chino sotto il peso delle reti per la pesca
Nero per il carbone nelle miniere
Lunghi silenzi sussurrati con occhi tristi
Odore vero e il vestito vecchio
ondeggiavi lento camminando per viottoli
 
Ti ascolterò, ti osserverò
Parole sconosciute raccontate con occhi stanchi
Nessun profumo e il vestito uguale
Correranno le dita impazzite come artigli sulle tastiera
Fulmini di colore schizzati, e tu sarai qui, lontano.
 
Io c'ero, ci sono e ci sarò
 

 
Acqua
 
Acqua, semplice acqua
Scorre dolce sul tuo corpo sotto la doccia
Scende fresca lungo la tua gola ardente
Allieta spumeggiante la tua anima triste
Luccica piccola sulla tua guancia
 
Acqua, semplice acqua
Azzurra nel limpido cielo in un'estate
Verde nell'erba nuova in una primavera
Nera nel fiume in piena in un autunno
Bianca nella neve in un inverno
 
Acqua, semplice acqua
Spreco gioioso per la vanità di una fontana
Gioiello prezioso per la borraccia del beduino
Strada profonda per il viaggiatore antico
Calda casa per l'uomo del freddo
 
Acqua, semplice acqua
 
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ANTONIO ROSSI
 
Oltre quel cielo
 
Come posso chiamarti, amore?
ma forse non è giusto,
perché l'amore vive
oltre quel cielo che vediamo;
vogliamo amore, sempre amore,
ma l'amore è un'alba bianca
dove volano le rondini smarrite.
E in quel volo di rondini
sta tutta la dolcezza dell'amore;
l'amore che a volte ama
e che a volte odia.
Ma poi saliremo, lievi,
oltre quel cielo che vediamo
e lì non ci saranno più confini,
né sogni che si infrangono al mattino,
ma solo il grande fiore dell'amore,
che noi senza incertezze coglieremo.
 
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LUCIANA SCAGLIA GRENNA
 
… Oscurità…
 
L'imbrunire sta avvolgendo la tua persona,
barcollante,
i tuoi movimenti si fanno lenti,
incerti
perché i tuoi occhi non riescono a vedere
quasi più.
Ti provi a muovere,
sei attanagliata dal vuoto
che hai tutto intorno,
sei infastidita
perché non sai quello che ti aspetta:
mani che ti accarezzano dolcemente
o mani che ti urtano prepotentemente?
Tu sogni momenti infuocati,
carezze desiderose,
abbracci magici che ti fanno avanzare
e ti fanno dimenticare
il tuo corpo traballante e incerto.
 
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GIOVANNI SCRIBANO
 
Angela
 
Tintinnano gli orologi;
un moschetto e due bombe stupiscono le lancette esplodendo.
Addio sole, addio Angela, devo andare;
devo sui tetti gridare, niente ho abbandonato;
un suono di regali campane infuria e nello spazio le trombe.
Occhi strabici m'imbarazzano, non lo nego; mani malvagie applaudono fantocci.
Angela! Il cielo mi chiama.
Mitragliatrici inchiodano le nuvole, guardie abbandonate tremano;
zingari nel cortile come gnomi danzano.
Chiamami, non posso scappare.
non servono fanti e regine, Angela.
Ci rivedremo seduti, in cielo.
 

 
Il barbone
 
Nessuno è passato; addormentato, coperto di giornali, in un
androne sul freddo marciapiede.
Guardava in alto, cavallo azzoppato, faccia scura come la notte;
un buco nell'asfalto il suo cuscino.
Il giorno è andato, la casa è il suo passato, la fogna il suo
futuro, l'attesa non ha nome.
 
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FAUSTO SERPAGLI
 
La fede
 
Pur se l'io è triste come tenebra
dal cuore sale sempre la speranza
nell'immenso amore del suo Dio
pel sospirato domani migliore.
 
La vita è un attimo fuggente
va incontro a ciò che più spaventa
ma confida nella somma verità
che germoglia in fondo al cuore.
 
Quella speranza verità sublime
dà senso all'esistenza umana
accende e illumina la mente
presta aiuto nelle difficoltà.
 

 
Non si vende né si compra
non s'impone ma si sente
è la forza più potente
fortunato è chi ce l'ha.
 
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AMBROGINA SIRTORI
 
Ricordi d'infanzia
 
Guardavamo il mare
Dal sommo d'uno scoglio
Le onde
Come giovani cavalle
Dalle morbide criniere
Schiumanti
E i candidi gabbiani
Gioiosi abitatori
Di quella infinità.
 
Un desiderio urgeva
Dentro il cuore:
sentirsi abbracciati
all'improvviso
dal morbido seno dell'onda
correre tra la schiuma
incorporarsi
a quella liquida, lucente
immensità.
 
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GIUSEPPE SPIOTTA
 
La mia nuova casa
 
La mia nuova casa
Era nel suo cuore
All'inizio del muro
Della felicità
Vivo adesso in una capanna
Tra vecchi salici
Spesso percorro la sua via
E guardo non visto da lontano
Il vecchio muro
Che nulla ha più del passato
Incurante l'altro dopo di me
Che non sa della mia malinconia
Viene e va calpestando i ricordi.
 

 
Quando
 
Quando
Non dovrò più niente al futuro
Correrò fuori dalla mente
Dove ogni cosa
Incontra il suo contrario
Per capire
Il perché delle stelle.
 
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CARLO TAVANI
 
Vado via
 
Ti ho visto, ti ho ascoltato
e quelle parole che hai detto,
corte e poche,
nel sonno si sono allungate
il tempo della notte,
buia come loro.
 
Hanno chiamato a sé storie strane
di affetti lontani e simpatie perdute,
hanno chiamato te che vagavi.
Hai chiamato me,
arrivai,
c'era ancora il tuo profumo,
c'era un biglietto, ma tu non c'eri più.
 

 
Ritorno
 
A volte,
dei sogni del sonno
mi resta il ricordo.
A volte,
solo lo strascico
di tristi tormenti
e di dolci destini.
 
Sento dei sogni passati
la gioia
ed insieme, la gioia
dei passi rifatti con te,
di quelle parole e te dette
e delle tue sentite.
Si fondono insieme,
riempiono il vuoto della solitudine passata
e torna l'infinito… ci sei ancora.
 
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EZIO TESTA
 
Onda d'odio
 
Ondate di odio
su muri che paiono occhi
aperti allo stupore,
e restano impotenti alla minaccia
ogni volta, come la prima,
proponendo un sorriso
ma solo a quella marea che sa avvertire
d'ogni dettaglio, l'espressione.
 
E la crepa,
e la tinta ceduta all'onda,
gridano la loro innocenza,
pace!
vorrebbero offrire da bocche mute.
 
Ma l'onda, dietro l'altra, incalza.
E schiaffi di bile sviliscono
l'espressione d'offerta
in prodiga mestizia.
Morte e rinascita
ad ogni sputo.
 
Mani, ambirebbe possedere
per porgere a preghiera,
esplicita offerta
in embrione d'abbraccio.
Ma resta immota tavola,
piatta muraglia nuda
e l'onda, fenice infame,
la percuote cieca.
 
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FEDERICO TOPA
 
Aurora ad Osimo
 
Un latrato
percorre le stelle
tra ulivi assopiti;
un gallo cristallino
canta ancora
il suo inno prematuro
ed intorpidisce
il silenzioso profumo
della acacie e della mentuccia.
Riemergono
da luci d'artificio
i morbidi declivi marchigiani
e le pensose dimore dell'ocra.
 

 
Funerale a Villa Torre
di Cingoli
 
Rintocchi assolati
seguono i passi
delle bianche strade
bollenti di polvere
e di dolore sudato.
Si perdono
le voci sommesse
nell'afoso respiro
dei volti abbronzati;
mani tozze di terra
sollevano il faticoso corpo
con smorfie di rughe profonde
bagnate di pianto e fatica.
 
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OLIVIA TORRE D'ERCOLE
 
La mia mente:
un arcobaleno
in bianco e nero
 
Incontri
 
Ti penso amore
mentre aspetto
seduta
sul muro dei pensieri.
Non albeggia
oramai
da troppo tempo
e notti interminabili
solcano deserti d'ombra
e di silenzi.
Stelle impazzite
tagliano il cielo
laggiù
fino a morire.
Non è
notte d'agosto
né primavera
tiepida o frizzante.
Eppure amore
li ho veduti:
oltre il sentiero
immensi spazi
dove l'erba ha la forza
d'un respiro
e mille volti si somigliano
come il mare
e le sue onde.
Dove ogni incontro
può andare
anche
oltre l'Amore.
 
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ADRIANA VALLETTA
 
Ritrovarsi
 
Ti ho riavvicinato… "in punta di piume"
sfiorando il tuo dolce sguardo,
la tua diffidenza, il tuo orgoglio ferito.
Il cuore battendomi diceva:
"Vai piano, non ferirlo,
cammina con delicato tocco
avanzando verso di lui
come la carezza leggera del mattino".
Ho accarezzato lo scudo
che avevi eretto per schermarti al dolore,
per allontanarmi dal tuo cuore ferito.
Ho sentito "sciogliere" i nostri cuori
che si sono ritrovati avvolti
nella nuvola della nostra eterna amicizia
Ho sentito la carezza del giorno
che illuminava il tremore del cuore
… E… ti ho ritrovato…
ho ripreso il nostro affetto ferito
l'ho cullato come si culla un bimbo,
ho aperto a te il mio cuore
ti ho descritto parte del mio dolore,
quello che il mondo mi ha donato,
senza parlarti di quello che mi ha dato l'esserti lontano
Senza dirti di ogni attimo in cui la vita
mi ha rapito a vita dandomi la morte!
Ho saputo vederti e amarti così,
senza affanni ed interni tormenti mostrandoti il mio cuore
… E tu… mi hai riaccolta così…
teneramente tra le tue braccia, senza abbracci e carezze,
senza dirmi a parole ciò che mi dicevi col "ritrovarsi" così
come se nulla fosse accaduto,
a piangere e ridere, di me, di te, del mondo!
 
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MARIA SANTINA VENDITTI
 
False pieghe
 
Livellare le false pieghe
travaglio del corpo imbrigliato.
Ali Tarpate
sguardo vacuo
nel finito
l'olocausto
si è trasformato
in gocce lucenti.
Anime nobili
illuminano
guidano.
La loro abnegazione
è il sole della terra.
 

 
Contesa
 
Cadi grandine
pioggia, bagna le mie ossa
vento di tramontana spezzami
solo l'involucro
nulla scalfirà l'anima
nel muto dialogo con il Padre.
 
Mani fraterne si serrano
nel grande abbraccio
e la rugiada scioglierà
gli odi e i rancori
per non soffocare i nuovi germogli.
 
Colombe bianche
con rami di ulivo
voleranno su noi.
 
Non ci saranno orizzonti
noi saremo in essi.
 
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