Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
ii
Antologia del concorso letterario
Poeti dell'Adda 1999

INDICE
 
Introduzione, Giuseppe Agriesti, Fabio Aldrighetti, Valeria Amato, Franca Ascari Scanabissi, Marisa Baratti, Oscar Baruffi, Lidia Bellettati, Francesca Benevento, Eliseo Bertani, Maria Rosa Bertellini, Franca Bessoni, Massimiliano Bianchi, Raffaella Blasetti, Roberto Borriello, Franca Bossi, Valentina Braun, Antonio Bruno, Maria Bucciero, Simonetto Capponi, Gianluca Catalano, Silvia Catellani, Paola Ceci, Maria Rosaria Colazzo, Gianni Colombo, Luciana Cortellazzi, Giuseppe d'Onofrio, Rosella Daneri, Antonio Debidda, Milena De Giusti, Roberta Degl'Innocenti, Christian Deiana, Noemi Rupil Del Forno, Stefano Di Monda, Maurizio di Palma, Maria Luisa Farca, Gianni Ferrara, Giovanni Ferrari, Giulia Franchi, Mariangela Fumagalli, Gianpaolo Furioso, Marco Galli, Maura Gancitano, Licio Gelli, Enzo Gentile, Elena Guidi, Marco Iemmi, Gloria Larini, Donato Antonio Lauria, Bruna Luciani, Silvestro Luisi, Stefano Mallardi, Katia Marionni, Jmmy Alfonso Mauro, Ferdinando Menconi, Graziella Moi, Gianfranco Molinaro, Maria Mosca, Roberta Nagliati, Fernanda Nicolis, Vittorio Novelli, Maria Luisa Orsi Sigari, Tonino paliotta, Giuseppe Paternò, Carlo Pedretti, Susanna Pelizza Di Palma, Valerio Peracchi, Elisabetta Pieraccioni, Cristina Pitto, Maria Graziella Previti, Roberto Pugliese, Sonia Quintavalla, Filippo Rolla, Valentina Romani, Annunziata Romeo, Antonio Rossi, Floriana Rubino, Monique Sartor, Luciana Scaglia Grenna, Adriano Scandalitta, Sonia Scandella, Adriana Scarpa, Giovanni Tavcar, Pietro Trapani, Tiziana Vanoni, Giuseppina Varone, Pino Veltri, Moira Venturelli, Luca Maria Vicamini, Silvia Vigna, Franca Vinazzani, Michelina Zona.
INTRODUZIONE
 
Perché realizzare l'antologia di un concorso letterario? Facciamo un passo indietro. Cosa vuol dire antologia? Chissà quante volte
avrete sentito questa parola. Bene, antologia proviene dal greco e significa propriamente "raccolta di fiori".
Cominciamo ad avvicinarci al punto. Ogni poesia può essere paragonata a un fiore germogliato dall'anima del poeta e profumato di tutte le sue emozioni.
È un materiale prezioso che non si può lasciare appassire negli archivi delle passate edizioni dei concorsi. Va coltivato con dedizione, e l'unico modo per farlo è dare a quante più persone possibile l'opportunità di leggerlo.
Ecco perché abbiamo realizzato questo volume ed ecco perché Il Club degli autori tiene sempre a realizzare le antologie dei Premi letterari.
Le antologie sono libri preziosi da sfogliare, leggere, conservare o, perché no?, regalare…
Buona lettura.
 
 
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Marisa Baratti
Africa
 
Raccogliere le stelle
con le mani,
respirare il profumo
delle acacie, del pepe,
dell'incenso,
sempre nell'aria,
ubriacarsi di luce e di tepore,
ascoltare i suoni della notte:
vento, sciacalli, coborò lontani,
cercare l'orizzonte all'infinito
senza trovarlo mai, senza confini,
l'eterna primavera ferma il tempo
e giovane ti senti,
il cielo sempre blu s'imbizzarrisce
a un tratto, una sfuriata d'acqua
a catinelle e torna blu come
se niente fosse,
e prima di raccogliere le stelle
tutto s'incendia,
è una sfuriata ancora,
di rosa, viola, giallo, di arancione,
allora sì, si vede l'orizzonte
che il sole immenso
scende adagio adagio
dietro le ambe rosse
che allungano ombre.
Nell'intervallo grigio della sera,
brevissimo che presto si fa buio,
tutto è silenzio e pace
e poi ecco la notte
che canta le sue voci
che sfoggia le sue stelle,
milioni, luccicanti,
tanto vicine che te le puoi pigliare.
 
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Eliseo Bertani
 
Perle
 
Piccole e delicate perle, saltellando vagano su specchi umidi
paiono cadute dal cielo
Tintinnando rapide e veloci scivolano verso angoli sconosciuti
Saettanti e a tratti luminose corrono come su autostrade deserte
Paiono smarrite a volte perse
Sono segno di collera di forzata tensione
se son schizzate c'è una ragione
Una mano forte le ha strappate da un esile collo
un segno in apparenza virile ma in fondo più che altro infantile
Paiono ora ferme e lacerate ma soprattutto sole e smarrite
come mille emozioni
che correndo nel vuoto non hanno trovato ragioni.
 
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Gianluca Catalano
Per me solo
 
Riempiono di solitudini la nebbia sottile
nei giorni di pioggia, con eco lontane.
Cantano le balene di là dalla scogliera
scivolando lente sulle rotte ed i giorni di Febbraio.
Lacerano il cielo delle mie grida i gabbiani,
fantasmi nella bruma fredda,
tagliano l'aria e con ali di velluto il vento.
 
Eppure risuonano caldi i miei pensieri in lontananza
come tuoni dispersi tra le mura di una stanza
e senza una poesia per scaldarmi il cuore
cerco qualcuno a cui dire semplici parole;
ah se fossi capace di volare come sono
ma solo non so star lassù senza nessuno
ed anelanti i miei occhi guardano i gabbiani
come ingenue le orecchie ascoltarono gli umani.
Ci sarà pure un qualche verme che non sia volgare,
un posto dove l'amore non sia un peso da portare,
un posto qualunque per quanto sia banale
dove non si guardi all'uomo come a un temporale.
Ah quanto cara mi sarebbe una critica sincera,
un insulto, una violenza, sol che fosse vera,
un cannone che non ammazzi per la pace
o qualche pazzo che per non mentirsi tace
e quanto odio le parole stanche della legge,
quelle che non spiegano, colei che non protegge.
Eppure sotto sotto provo ancora un po' di pena
per la vostra mente piena, per le vostre facce dure,
per il sarcasmo nei sorrisi a nasconder le paure
e dei cadaveri squadrati sugli schermi per la cena
sento ancora a volte le bestemmie amare
però scusatemi, adesso devo andare,
ho ancora una vita e un universo da capire
e ancora un altro amore, mistero da scoprire.
 
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Christian Deiana
Oblio
 
Lasciatemi
in una stanza buia
che io
non possa distinguere
il bianco dal nero
non fate rumore
così che
non possa immaginarmi
una festa
non pensatemi
così che possa già morire
nella vostra mente
non abbiate
né pietà
né pena
così che
possa sentirmi abbandonato
lasciatemi perdere
non ho voglia d'esser
tantomeno d'esistere.
Così che
la morte
vedendomi così sofferente
abbia compassione
e mi porti con sé
più di buon grado.
 
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Stefano Di Monda
1° classificato
 
 
Mattinata allegra
con Silvia e Federica
 
Bosconero, 4 aprile 1999
 
Ed è disteso il verde e quieta gli occhi
e il cuore
e una chioma color dell'oro a mezzo
metro da quello del muschio
prime corse di nuove primavere
saggio di volo ora librato, ora al battere
d'ali
uccelli di campagna, cornacchie
e gazze ladre
code al vento di boccoli e riccioli
ad un metro dal guanciale terrestre
entusiasta esplosione di sei primavere
trenino diesel di una sola carrozza
spacca in due la distesa del campo
dimensione di esistenza più lenta
 
faccio in tempo ad essere parte
della terra sulla terra disteso
sgambettano giochi infantili
mi coprono d'erba
mimetizzano il padre ed il prato
e crescono improvvise
arrestano la corsa
divorano con gli occhi un'oasi fiorita
boccoli e capelli d'oro, tuffi e abbracci
sulla chioma terrestre
e dai filari di pioppo ritorna la voce
dell'eco
vivifica l'essenza delle nuove e delle
vecchie primavere.
 
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Giovanni Ferrari
La lunga attesa
 
Ti aspetterò sempre
niente mi fermerà,
passeranno buie stagioni
e venti dal deserto,
ma la mia anima inaridita
saprà trovare l'acqua
per dissetarsi
e riprendere il suo cammino.
Ti aspetterò sempre,
ad ogni angolo io ci sarò,
raccoglierò i tuoi gesti
e sentirò le tue parole,
ti sarò accanto
ma non mi vedrai,
sarò un'ombra lunga
lontana dai tuoi passi.
Ti aspetterò sempre,
anche quando sarà troppo tardi,
perché l'amore aspetterà per me.
 

 
Il cerchio del destino
 
Il cerchio del destino
è l'insieme vuoto
che mi divide da te,
ora che sei l'unico cibo
che mi dà sostanza.
 
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Mariangella Fumagalli
 
Te deum1
 
Sotto il mantello nero,
avverto ancor la mano
calda e vigorosa2.
Sento l'andar deciso
sui gradini3, che da casa
mi portano alla Chiesa.
La sera era già profonda4
Pe' i miei poch'anni,
ma nella mente mia
nulla è cambiato;
era la sera del: "Gran Te Deum"5.
La Chiesa piena di colori scuri…
e s'affollavano tra i banchi
uomini e donne
in ben distinte file,
che alternanti e con voci possenti,
immersi totalmente in lor cantare,
la mente attanagliava6.
Il profumo d'incenso
che alto saliva fra le colonne e i lumi,
misterioso rendeva il mio capire.
Te Deum laudamus
anche per voi o sassi
elevati al cielo a mo' di braccia!
Dentro di voi, ben custodite sono
le speranze dei molti,
che qui osannando
i sacri canti al ciel laudaron!
Salvum fac populum tuum Domine
e a tutti coloro
che in Santo Giacomo saranno
ora e sempre…
Er benedec hoereditati tuoe…
per tutti i popoli a venire,
Te Deum, dal profondo del mio cuore!
 
1. Nella Chiesa di S. Giacomo di Bellagio (Co). In stile lombardo con abside rivolto oriente. Le imponenti colonne centrali sono costruite con pietre di Moltrasio, mentre per i capitelli, per le basi delle colonne e per le pietre ornamentali delle porte, venne usato il granito che abbondante si trovava in massi erratici su tutto il territorio del Lario. - 2. Il padre che l'accompagna in Chiesa. - 3. La "Salita dei Cappuccini", è una strada in salita tutta a gradini. - 4. Inoltrata. - 5. L'ultimo giorno dell'anno. - 6. Assorbiva, occupava. - 7. Due grandi rosoni collocati nel centro della navata principale; ognuno contenente dodici ampolle che in quei tempi erano funzionanti ad olio.
 
 
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Marco Galli
Mezzodì
 
Scarpe confluiscono da qua da là
nell'assolata piazza,
si intrecciano, afone, si avvolgono,
quali di un'Idra dissennate spire,
non si ricercano, non si scorgono,
scarpe prive di occhi per leggere nei cuori.
 
Ma, nello stesso istante, nell'angolo,
lesto raccoglie i suoi versi il poeta
e già l'orecchio tende
alle attutite note di romanza.
Ed al viaggio riappresta il suo alato calzare.
 
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Elena Guidi
Terra mia
 
Un'emozione m'assale
nel ritornare alla mia terra;
la ritrovo nei visi gioiosi della gente,
di uno spirito romagnolo
allegro e spensierato
sebbene nel cuore
la povertà e la lotta
fonte siano state di pensieri.
L'amore per il ballo
&endash; sfogando così il dolore &endash;
aiuta l'animo a sfuggire
l'amarezza di un triste momento,
di un ricordo passato,
di gloria sfuggita.
Eppure in me serbo
la voglia di tornare
e rivedere i volti giocosi
&endash; ma segnati di rughe e sudore &endash;
delle antiche nonne romagnole
che davanti al camino acceso
raccontano fole di altri tempi
mentre cucinano l'ennesima piadina.
E noi fanciulli…
affamati soprattutto si sogni
seguivamo impazienti
lo schioppettio della legna arsa,
allungando le mano per saziare
più gli occhi che la gola
ormai figli di una generazione
che mai più fame avrà
e che mai più per un ideale
morire potrà!
 
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Stefano Mallardi
Torna
 
Appare e scompare
quel tenue bagliore
dietro quelle nubi tumultuose.
Le lacrime del cielo
cadono fitte e silenziose
su tutte le cose.
Inquieto cerco l'orizzonte,
e non vedo più
quel quadro colorato
che mi ha sempre rasserenato.
Il sole, il nostro sole
somiglia a quel chiarore:
corre lontano lontano
dietro le nuvole nere
che vagano nei miei pensieri.
Soffiando in mille flauti
ora giunge il vento;
si agitano i vecchi ulivi,
e dai ciliegi cadono
le foglie rosse e gialle
volteggiando come farfalle.
Invisibili son gli aghi
che m'iniettano dolorosa nostalgia,
e prego, piango, e grido:
torna, torna da me, Maria.
 
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Maria Luisa Orsi Sigari
Carezze
 
Piano ti accarezzerò
il cuore,
lo proteggerò dal gelo
dell'indifferenza,
lo vestirò d'amore.
Sarò leggera come nuvola,
discreta,
e ti aiuterò a dimenticare
i tuoi dolori.
Poi, in un silenzio propizio,
ti darò un abbraccio.
 
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Carlo Pedretti
Il mare
 
Il fiume è la strada dell'acqua
Che lontana corre affannosa
Dove cessa di essere fiume e il fiume
Cessa di essere strada: il mare,
Il mare!
 
Il mare che è pioggia
Quando stanco si affida
All'onda affannata dell'acqua
E riposa…
 
Quando riposa e si affanna
Continuo nell'onda che pioggia.
 
 

 
L'alba
 
Muore la notte e quasi è l'alba.
Ora il silenzio ha sapore di brezza
Che increspa superfici di lago;
La strada è scarna e deserta
E sembra un fanciullo solo;
Le ombre che fuggono
Sono sogni che cessano,
Il cielo sereno
È una giacca turchina.
Io sono un fanciullo solo
Ed amo il turchino
Nel cielo dell'alba.
 
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Antoni Rossi
Come vele alla deriva
 
Ci stiamo allontanando
come vele alla deriva,
voliamo verso l'ultimo tramonto
come aquile di neve.
Forse nel letto della luna
troveremo i nostri cuori
che giocano bambini;
allora un fiore d'oro
ci bagnerà la fronte di rugiada
e i nostri occhi avranno lacrime di seta.
Poi cercheremo il nido dell'amore
ancora colmo di piume di colombe
e lí riposeranno i nostri corpi affaticati;
piú tardi sarà un angelo
a svegliarci con un bacio,
stupendi arcobaleni si doneranno al sole
e inventeranno eclissi di usignoli e di colori.
E dopo sarà il vento a prenderci per mano
e andremo incontro al mare dei ricordi
fatto di lunghe onde aperte al sogno
che accoglieranno vele alla deriva.
 
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Floriana Rubino

9° classificata

Attesa
 
Attesa,
immaterialità del tempo
che bussa
alla porta dei miei pensieri
senza requie,
remoto varco
trasfuso fra le sagome
dei mortali viventi,
sfocato dall'acre odore
di secreti lochi.
Là torna e ritorna
Incessantemente
Bisognoso e vagabondo
Il mio sguardo
Come perenne
È il ribelle susseguirsi
Delle ore,
il felino incalzare
alle mie spalle
di tutte le cose
a me ignote,
l'eterno viaggio
delle sempiterne stelle
la cui morte
squarcia luminosa
la volta celeste
e cavalcando l'essere
giunge
ai miei occhi
rivolti al cielo
di una risposta
supplichevoli.
 
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Luciana Scaglia Grenna
Mani
 
Mani capaci,
protese verso un corpo privo di elasticità
somigliante ad un contorto pezzo di legno,
mani robuste,
sicure,
pronte a dimostrare che tu corpo
pauroso e reticente
hai ancora la possibilità
di muoverti lentamente
a modo tuo.
Mani che, con la loro potenza,
riescono a modellarti
superbamente
facendoti asumere movimenti
quasi normali.
Mani che sanno consigliare con sottigliezza
se tu sei così abile e attento
ad assorbire l'essenziale
sempre con nuove idee strabilianti
per migliorare la voglia insaziabile
colma di entusiasmo e interesse.
 
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Michelina Zona
Ad un ragazzo adottato
 
Il tuo sguardo lunare,
misterioso, lontano,
nasconde la ribellione
verso il mondo che ha
confuso le tue origini.
 
La brunita mano fruga
nelle viscere buie
ove nascesti mentre
svogliato, alla deriva vai
di stranieri fiumi.
 
M'accora la solitudine
in cui anneghi, fantasticando
sul volto uguale al tuo
che ti negò l'amore.
 
Non chiedere più alle stelle
che non sanno perché
hanno segnato il tuo destino
e le mani che ti nutrirono
non respingere.
 
 

 
Poesia
 
Nevicata di pensieri,
dolce canto di suadenti
suoni sospesi ad una rima.
Fioco scroscio
di bianche danze
nell'aria ammutolita
che sui labbri gelati
smalta parole fresche
come rugiada:
del profumo dell'estasi,
dell'ebbrezza di voli astrali.
Solamente tu, poeta,
dischiudere vedrai
le porte del paese dove hai
sempre desiderato andare
se scordare saprai
d'essere immagine fugace.

 

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