Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
ii
Antologia del premio letterario
Città di Monza 1999

Indice
 
Prefazione a cura di Maria Organtini,Ringraziamenti,Augusto Arrigoni, Marisa Baratti,Fabrizio Barbi,Mariù Baso, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Bruna Boschin, Franca Bossi, Valentina Braun, Vera Bristot, Pierangela Brugola, Clara Cafaro Caimi, Enrico Caltagirone, Paolo Camagna, Sara Capizzi, Maria Rita Cardarelli, Maria Luisa Castelli Ferraris, Marcella Catalano, Diego Caviola, Maria Cernigoi Maggio, Donato Cerullo, Simona Chiodo, Andrea Ciresola, Lorenzo Civinelli, Luigi Civita, Bruno Coen, Elisa Colnaghi, Riccardo Colombo, Livia Corona, Massimiliano d'Agostino, Alfredo D'Iorio, Monia De Bernardis, Milena De Giusti, Antonio Debidda, Patrizia Del Vecchio, Claudia Donzelli, Marisa Elia, Gianni Ferrara, Pino Forgia, Giuseppe Frigerio, Marco Galli, Elena Gandini, Paola Gandini, Marcello Gargiulo, Licio Gelli, Arturo Giardinieri, Benedetta Gizzi, Gianfranco Guidolin, Leonardo Inglese, Francesco Insalaco, Donatella Lanza, Angela Lobefaro, Francesca Lobriglio, Giorgio Maria Lodi, Luciano Loi, Mariano Luccero, Cesidio Macioce, Giuseppe Magenes, Aurelia Magni, Letizia Magro, Antonio Giuseppe Malafarina, Silvia Marcarini, Alfredo Guerrino Marchegiani, Cinzia Marchesini, Katia Marionni, Mara Marrone, Marco Martinelli, Vincenzo Mazzeo, Ferdinando Menconi, Gabriella Mosca, Maria Mosca, Fernanda Nicolis, Cristiano Paganessi, Mariarosa Pancaldi, Alessandro Paolini, Maria Pelliccia, Selene Perco, Giovanni Francesco Piano, Elisabetta Pieraccioni, Maristella Pirola, Vittorio Piscitello, Renata Piva, Roberto Piva, Vilma Porro Marchetti, Maria Mariella Potocco Barbato, Rosario Puglisi, Alessandro Rizzo, Antonio Rossi, Luca Rossi, Lucio Rossi, Ornella Sala, Silvio Sallei, Adriano Scandalitta, Luca Siccardo, Ambrogina Sirtori, Angela Tantini Lippi, Marco Tassini, Antonella Tilotta, Antonia Torchella, Fabrizio Torri, Stefano Valeri, Giovanna Vallese, Sergio Vannucchi, Veronese, Silvia Vigna, Daniela Viola, Cleto Virgili, Michele Zanoni
 

Ringraziamenti

Franco Langè - via Pineo, 33 - 17023 Ceriale (Sv) - Telefono 0339.64.34.655

 
Franco Langè, pittore e scultore, autore del disegno di copertina, è giunto all'arte figurativa attraverso una seria preparazione nel campo della fotografia grafico-pubblicitaria. È stato per diversi anni responsabile della sezione artistica del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza fino al suo trasferimento a Ceriale (Sv). Ha esposto in numerose città italiane e all'estero. Le sue opere si trovano in varie collezioni private e musei italiani: a Roma, Milano, Trieste, Monza, Messina ed anche all'estero.
Le sue opere si trovano in varie collezioni private e musei italiani: a Roma, Milano, Trieste, Monza, Messina ed anche all'estero: New York, Parigi, Stoccolma, Mosca, Ginevra, Bogotà.
Nel 1979 gli è stato assegnato l'"Ambrogino d'oro" per la pittura dal Comune di Milano, nel 1990 il 1° premio assoluto per la grafica "Biondi-Tesio in the world" Milano.
Opera nell'ambito del figurativo con incidenza simbolistica e particolare cura per l'equilibrio grafico.

Prefazione

Quest'Antologia della prima edizione del Premio di Poesia Città di Monza, è il frutto di una scelta fra gli oltre duecento
partecipanti che da ogni regione d'Italia e dall'estero, sono giunti a noi per portare il senso della speranza, che ogni essere umano racchiude e coltiva nell'animo. Come scrive Massimo Scaligero nel suo Trattato del pensiero vivente "…L'uomo non è passivo ricettore dell'esperienza terrestre, ma cooperatore del suo compiersi… i cui stati d'animo non siano il gioco della natura in lui, ma la presenza gitante dello spirito".
Questo divenire della materia che nel poeta si tramuta nel verso ancorato all'esperienza umana, noi lo ritroviamo nella poesia risultata vincitrice: Le donne dei Taliban di Marisa Elia di San Pietro (Brindisi) che ha saputo esprimere la condizione femminile di quelle tribù perché simile e quella che ancor oggi vivono molte donne nel nostro Paese.
Il poeta è colui che percepisce le mutazioni, vive i disagi, grazie alla sua particolare sensibilità, ma sa anche cantare le gioie e la bellezza della natura. Tutto ciò si trova racchiuso in quest'Antologia realizzata con notevole sforzo editoriale.
La cultura poetica di Monza, ha trovato in questo Premio Città di Monza, l'occasione per portare a conoscenza i fermenti, le aspirazioni di tanti suoi figli che grazie alla collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e il Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza hanno potuto far conoscere il proprio pensiero, l'espressione unica del sentimento poetico e confrontarsi con tutti coloro che sentono, amano e vivono la poesia.
Il mistero dell'Uomo non finirà mai di stupirci, il suo pensiero può animarsi e vivere oltre ogni confine, superare tutte le barriere, esistere finalmente libero nei cuori nelle menti di ognuno di noi purché siamo pronti ad accoglierlo.
E Monza si apre oggi, con quest'Antologia, all'accoglienza per tutti coloro che vi hanno aderito sperimentando così la propria attività pensante nel senso del vero, del buono e del bello che sono racchiusi in ogni poeta.
 
Maria Organtini

Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza

 
MARISA BARATTI
 
La tua collana
 
Cercavo in un cassetto
un'altra cosa
e ho trovato la tua
lunga collana:
le giade verdi
perle rosate
e la catena d'oro.
La giravi intorno al collo
tante volte, e poi,
con il tuo innato estro,
formavi sulla gola
sempre diverso un nodo.
Non aveva fine la tua fantasia:
era un'opera d'arte
in un istante,
senza neppure rifletterti
allo specchio.
Le mani un po' mi tremano
mentre tra le mie dita,
come fosse un rosario,
scivolare lenta la faccio
e la mia mente conta:
una due tre quattro perle,
una giada, e ancora perle
e ancora giade e intervalli
di catena d'oro,
e ancora perle e giade e…
Piano la giro intorno al collo mio,
mi volto e nello specchio…
sono TE.
Identica ora sono, alla tua età
di allora.
Meravigliosa madre,
quanto tempo è passato?
 
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MARIA LUISA BECK-PECCOZ SPANÒ
 
Un mare di voci
 
Mi hai sorpreso
quando ho smesso
di sorprendermi.
Rifiutando
la mia morte
come un giudizio immondo,
ho navigato
sulla tua strada,
stordita
da un mare di voci.
Tu c'eri e non c'eri,
arrivavi e scappavi,
senza chiedere
senza volere
senza pretendere.
Sparivi
in un mare di voci
&endash; una cosa accaduta &endash;
affiorando subito dopo
da un silenzio di stelle.
Come se mai
ci fosse stato
qualcos'altro.
 
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opera segnalata
 
CLARA CAFARO CAIMI
 
Il tempo del timo selvatico
 
A occhi chiusi, nella notte in cui è caduta la sera,
ascolto veloci nubi scivolare stridendo in rapidi strati contrapposti,
mentre cercano di oscurare il campo blu e arrischiano la musica dei
ricordi.
Peccato sia buio e l'armonia immobile.
Solo il pensiero dà movimento e incide graffiti nella coscienza,
nel groviglio di secoli addensati in attimi irripetibili.
Ma ai bordi della voragine del vivere
calpestiamo la stessa polvere, respiriamo la stessa aria,
perché tutto è ancora un aperto percorso.
Così viene l'alba un'altra volta e nel risveglio spinoso
il timo selvatico si misura con un vento deciso
che porta nuovi spazi e barriere, fragori e silenzi
e insegna al cuore a superare gioie brevi, lunghe ombre e abbandoni.
Il tempo di dirti qual è il mio senso, il fatto, il lasciato, l'attesa…
e lo spazio chiuso delle parole diventa congiunto, illimitato respiro.
 
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MARIA RITA CARDARELLI
 
Perla
 
Scende la lacrima, singola, solida, punto.
Ultima. Niente più.
Riga di pianto, linea dall'occhio al mento,
curva,
andamento lento verso il collo.
Si è persa, si è sparsa.
Lenta la pelle l'asciuga.
Tutto torna come prima.
La seconda sgorga. No. Rientra.
Bilico. Scende.
Più grande perché trattenuta.
Macchia di sale cade sul foglio.
Diventa gonfio.
Metto la penna al centro.
È una piccola bolla di cielo.
 
 

 
Collante
 
Dall'animo lenta sale la luce,
sprofonda, ritenta.
Si appiccica ai bordi, aderisce,
stenta, morde.
Rosicchia qualcosa laggiù,
profondo, silente,
nel buio la luce trafigge,
fa male, è perdente.
Di nuovo s'incolla,
unisce, confonde,
non più solo luce,
è un magma che brucia,
compatto, viaggiante.
 
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MARCELLA CATALANO
 
A mia nonna Bruna
 
Bigio
il filo
dorme abbandonato
sull'arcolaio.
Stanco,
pagliuzze cineree ne avvolgono l'anima.
I bracci
dello strumento di lavoro
ripiegati malamente
su se stessi come ali di pipistrello.
E la polvere sottile
e grigia che copre ogni cosa
come la neve ora il tuo corpo.
Assieme a te, nonna, se ne sono andati i miei sogni di bambina.
 
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DONATO CERULLO
 
I figli carnefici
ghignavano compiaciuti
"Padre perché mi hai abbandonato?"
Il figlio di Dio,
la verità che si è fatta carne,
trema di fronte alla morte
dispera nella sofferenza.
 
In mostra su un patibolo
la nostra storia;
chi rise ora implora,
avvolto nella sua croce,
uno sguardo esausto
tende verso l'alto
sussurra "perché?"
…il tuo abbandono.
 
L'uomo che ha proseguito nel martirio,
visto speranza nella fine;
osservo il campo in cui
con successo si coltivano i mali,
fiori accecati devoti alla degenerazione,
compare il tuo nome
l'impassibile &endash; indaffarato &endash; padrone
o chi insegna con la libertà?
 
Ho rincorso il tuo volto
come la luce del sole,
non più indaga
l'ingenua anima irrisolta;
fermo,
i miei occhi colmi di nuovo amore
rivolti al mondo,
svanisce tutto
defluire di pensieri
verità è amare.
 
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LIVIA CORONA
 
L'ospizio
 
Sono entrata e li ho visti
appoggiati a grigi muri scrostati;
visi immobili
come vecchi quadri ingialliti
senza più cornici.
Gli occhi sembran vuoti
come i loro sorrisi
per alcuni son già morti
per altri mai esistiti.
Solo le mani
guizzano impazienti
se le ascolti le senti:
"Avvicinati, non aver paura
non ti posso far del male
voglio solo toccare".
Le mani si piegano
come artigli spuntati
di vecchi falchi feriti:
"Voglio solo toccarti.
Non lasciarti ingannare
dai nostri corpi stanchi.
Sapremmo ancora amare
se solo potessimo ricordare
il calore di una mano
tra le nostre mani
una carezza sul viso
impietrito da un cuore
da troppo tempo malato…"
 
Sono tornata
e ritornata ancora;
a quell'appuntamento
ora
non potrei più mancare.
 
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opera segnalata
ANTONIO DEBIDDA
 
Gratitudine
(a Albert Sabin)
 
C'è una piazza in città
ancora senza nome
e altre vie in villaggi sconosciuti
ancora innominate.
Sopra seni di terra c'è il mio borgo
infiorato d'alberi e di spighe
dove la mia corsa
nel seno di mia madre
lontana da te un giorno s'è fermata.
S'ode da queste rive
un'onda d'allegria
e una brezza lieve lieve
spira un canto
e voci d'una festa.
Sublime il tuo ingegno
è come un dono d'ali
offerte all'intera Umanità
per amore dell'uomo
senza pegno.
 
Da ogni impensabile luogo
da ogni piazza, vicoletto o sito
s'ode una canzone di fanciulli in gioco
Albert
chiamata Gratitudine.
 
E il tuo nome.
 
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PATRIZIA DEL VECCHIO
 
Eternità
 
Quante volte,
sull'albero pieno di rosse cerase,
io ti ho visto leccarti le dita,
furtiva e vivace.
Quante volte,
nel bosco dipinto di mille colori,
io ti ho visto in ginocchio raccogliere
esili fiori.
Quante volte,
sul dorso del cigno nel lago tranquillo,
io ti ho visto girare
e la sera poi farne giaciglio.
Quante volte,
dalla linea infinita di un tramonto autunnale,
io ti ho visto gloriosa tuffarti
nelle braccia del mare.
Quante volte,
alzando lo sguardo veloce e fugace
t'ho sorpreso a bere in coppe di gigli
il nettare opale.
Quante volte,
nella notte, in segreto, dal tuo cielo stellato
t'ho sentito poggiarmi materna
la mano
sul capo.
 
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Opera 10° classificata
PINO FORGIA
 
Grazie, Monza
 
Son anni e anni ormai, non è un mistero
ch'io arrivai a Monza forestiero,
della Sicilia avevo nostalgia
e dentro al cuore la malinconia.
 
Iniziai il cammin della speranza
verso te, capital della Brianza,
città insigne e molto laboriosa
di figli bravi madre generosa.
 
Nei primi tempi invero fa ben dura,
non trovavo in alcun un'apertura
adatta ad accordare comprensione
a chi proveniva dal meridione.
 
Superato che fu lo smarrimento
avvenne un graduale inserimento,
poi, a pieno titolo, con umiltà,
entrai nella monzese società.
 
Ed ora che da oltre quarant'anni
son presente al dì di San Giovanni
lieto d'esser monzese d'adozione
auspico reciproca comprensione,
 
dando ai pregiudizi l'ostracismo
e bandendo ogni forma d'egoismo,
vivendo tutti in pace e armonia
in questa bella Monza… e così sia.
 
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MARCO GALLI
 
Brera
 
La luce rotola fresca, fra i chiari fiori,
nel tempo che, fra i nostri affanni sospeso,
precede il dolce, velato, sonno del Sole;
svaniti sono i tremori, i tuoni, le angosce.
 
I tavolini nei viottoli ricercano
il significato smarrito del mondo e poi
volgono il guardo a una trasognata bellezza,
da incastonare eterna su pallida tela.
 
Fresca, e chiara, la luce ancor rotola
sui ciottoli, e poi si ferma, e mi avvolge,
impalpabile, indefinibile colgo
sul ciglio l'insostenibile felicità.
 
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ELENA GANDINI
 
Sant'Alberto di Butrio
 
Lieve s'attorce il fumo di un lume vivido
mosso
dal fiato amaro del vento
e nelle buie navate
trascorre
il tempo di un giorno
come una corsa d'anni.
Non riesce il sole a rompere
l'incantesimo
del profumo d'incenso, fitto come il buio
che chiude
le limpide vetrate
in silenziosi abissi neri.
Appena è notte
nelle serene valli del cielo
si aprono i pensieri
e Dio riposa solo.
 
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PAOLA GANDINI
 
Tu
 
Il tuo spirito assorto
sonnecchia
nella dolce rugiada
che avvolge il mattino.
Mi guardi senz'occhi,
mi parli dal cuore.
Composto e sospeso
il tuo amore per noi
sorride.
 
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MARCELLO GARGIULO
 
Poesia: verbo dell'anima
 
Quando il pensier s'inonda di vivido splendore
quando dal nulla emerge incontrastato ardore
mentre d'arcane musiche giungon soavi note
parto di sentimenti non più parole vuote
 
quando l'auror t'appare splendida nel suo manto
quando tombal silenzio mistico emette un canto
mentre inebriante pare s'elevi a Dio il tuo spirito
teso a lenir gli affanni del tuo salire irto
 
quando rosso il tramonto pare di sangue intriso
quando luminescenza sfolgora sul tuo viso
mentre il sopir del giorno cheta il ruggir d'ognuno
quasi a scrutar nell'anima con far poco opportuno
 
È allor c'appar d'innanzi la musa ispiratrice
che di pura poesia l'anima rende autrice
per rammentar che il ruolo ad essa congegnale
è di far sì che il bene mai ceda il posto al male
 
suo peculiare aspetto, per sua propria natura,
è render l'uomo eletto e perciostesso è pura
media fra questa e l'altra divina dimensione
impone la realtà, dilegua l'illusione
 
scintilla del buon Dio sa d'essere alla fonte
quindi divino e umano unisce a mo' di ponte
ed in tal guisa esercita immenso il suo potere
conduce l'uom per mano pur se non dà a vedere
 
non può mai, quindi, esprimere se stessa senza rime
quando, giunto lo stimolo che forte la comprime,
si estrinseca immediata, persegue la sua via
e allor sfoggia il suo verbo nel declamar poesia.
 
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GIANFRANCO GUIDOLIN
 
E abbiamo bisogno
 
L'oscura ombra prevale
e abbiamo bisogno di luce.
Ghiaccia l'aria un gelido vento
e abbiamo bisogno di calore.
Annega d'acqua l'umida terra
e abbiamo bisogno di sole.
Macchia di rosso il bellicoso sangue
e abbiamo bisogno di pace.
Annebbia l'odio le confuse menti
e abbiamo bisogno d'amore.
Travolge la vita l'irruente moto
e abbiamo bisogno dell'eterno riposo.
 
 
 

 
Mal d'amore
 
Cos'è il dolore fisico al suo apparir
al cospetto di un cuore spezzato.
È un travagliato modo
a sopperir della cardiaca breccia.
È un lieve malanno
a deviar della sofferenza il danno.
È un sopportabile piacere
a sublimar dell'amore le pene.
 
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LEONARDO INGLESE
 
Gioia e dolore
 
Il dolore non è sempre negativo
in molti casi è anche positivo,
penso a una mamma che sta per partorire
e il dolore che deve sopportare la fa soffrire,
ma poi quando ode finalmente piangere l'infante
quel dolore diventa rilassante,
sente dentro di sé che quello non è un pianto
ma un vero canto…
…una dolcissima melodia
che tutti i dolori le porta via.
È come se scendesse un angelo
a cavallo di una stella
per illuminare il cammino
al suo nuovo, piccolo inquilino.
 
 
 

 
L'autunno
 
Autunno con la scusa che sei grigio e nero
nessuno ti prende mai sul serio,
parlano di te come un male di stagione
perché il tuo tempo cupo ci stringe il cuore.
 
Parecchi parlano a tuo favore
e ti aspettano con gran fervore,
dicono che finalmente si può mangiare,
camminare e dormire senza sudare.
 
Ci fai fare la vendemmia del buon vino
che non sarà più mosto a San Martino
inoltre ci prepari alle feste più belle dell'anno,
il Santo Natale, l'Epifania e Capodanno.
 
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FRANCESCO INSALACO
 
Una nuvola indugia
nel silenzio dimensionale
delle tinte più piene e protettive
 
In un attimo sento tutto l'ardore di
questa terra
[ed il suo amare il Sole]
assalirmi fino alle estremità dell'esistere.
 
(20-21 agosto 1998, Sestri Levante)
 
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FRANCESCA LOBRIGLIO
 
A mio padre
 
Con l'amore dell'artista che forma
la sua opera
tu mi dipingi
Io sono viva
Lascia che la mia anima mi colori
 
 
 

 
Quanta forza per sostenere questa debolezza
Quanta per tenere il bavaglio del tuo amore
per sciogliere i nodi del dolore
Quanta forza in questa solitudine
per calmare il cuore
Sentire contorcersi le grida
Trattenerle in un gemito
per non ferire chi non sa
di avermi fatto male
Un male da vivere, per non morire
E sentire questo mio esistere
che non osa… essere
 
 
 

 
Nelle mie segrete l'ho rinchiuso
Quando chiama non lo ascolto
Se mi parla, non capisco
Quando piange, lo cullo
perché lo prenda il sonno
Tempo ne è passato. È cresciuto
ed ora urla, scalcia, colpisce
coi suoi pugni mi gonfia il cuore
Sono stanca
Faticosamente cerco la chiave
per liberare l'amore.
 
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GIORGIO MARIA LODI
 
Cerchi
 
Piccoli cerchi increspano
l'acqua immobile
del lago
 
la tua anima
ascolta in silenzio
e si immerge
nelle sue profondità.
 
 
 

 
Frammenti
 
Ho accarezzato i miei sogni
aspettando
il rosso dell'alba.
 
Ho lasciato che la poesia
inebriasse
la mia anima.
 
Ho sperato che la purezza
di una musica dolce e lontana
lenisse
le nostre amarezze.
 
L'acqua continuerà a scorrere
chiara
e ci cullerà
come i bambini di un tempo.
 
 
 

 
Dove alberga la poesia
può fiorire anche la pace
 
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CESIDIO MACIOCE
 
La favola ambita di Marco e Cristina
 
Ho sognato una vita di sogno
quando il sole allietava altri colli;
ho sognato i prodigi più folli
quando ho avuto di te gran bisogno.
 
Un sorriso d'incanto m'ha avvolto
e una mano la mia ha accaldato;
per un tenero vezzo ho esultato
e un "t'amo" gentil m'ha stravolto.
 
Un fremente baciare vorace
ad amplessi ha condotto grandiosi
mentre affetti e pulsar vigorosi
han smarrito i segnali di pace.
 
Sto vivendo un sogno di vita
or che il sole ridente vezzeggia;
sto vivendo il tuo Amor che verseggia
con il mio una favola ambita.
 
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AURELIA MAGNI
 
…ancora il cuore, invano!
 
Son passata stasera
dalla casa antica
il cuore invano
non si dà ragione.
 
Spio dalla strada il limitare
dove la mamma
era solita sostare,
e il balconcino
dove il babbo
soleva riposare.
 
Invano cerco voi
che ormai non siete più.
 
E così, mamma,
più non verrò per la calura
fra i tuoi rosai e i biancospini.
E non vedrò più
girovagar nella verzura
i miei figli gioiosi e piccolini.
 
Sopra la casa antica
stasera tremano le stelle.
Passano gli anni e le stagioni
mancano sempre al cuore le ragioni.
 
 
 

 
Dedicata
 
Il 7 marzo 1981
te ne sei andata!
…nel tuo giardino
sbocciava la prima viola!
 
(a mia madre)
 
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SILVIA MARCARINI
 
Chjacki
Speranza di pace
 
Chjacki, dove nascondi le tue mani impaurite ed imprecanti,
in un mondo dove le grida degli uomini giacciono nei ricordi delle menti,
ormai perse nel focolaio del dio povero, quello degli uomini, "gli affamati",
dove la mente induce a sognare, quei sogni non ancora concepiti dalla fantasia di bimbo.
Dove è il tuo cuore?
Cercalo; non è gettato nella violenza degli animi che popolano la vita!
Tu che diventato uomo, avrai casa nel cuore della vita, consumata dalla sete di potere,
dai piccoli uomini nascosti nella vergogna di pensieri ormai morti per la vita.
 
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VINCENZO MAZZEO
 
Vivere il tempo
 
Sulle creste
di nubi scure
compaiono luminosi
i colori del sole
 
Stupito
oltre quella fascia
immagino un mondo
incantato
 
Strisce di fuoco
attraversano il cielo
 
Uno stormo di uccelli
danzando
vola verso la meta
 
All'orizzonte
i monti sorridono
al chiarore della sera
 
Una anziana donna
muove i suoi lenti passi
sull'uscio di casa
 
Dei ragazzi
veloci corrono
su bolidi senza meta
 
Domani spunterà
ancora l'aurora
 
L'anziana donna
le nubi
le montagne
gli uccelli nel cielo
pazienti attenderanno
il giungere della sera
 
Solo quei giovani volti
vivranno ancora
tra assordanti rumori
falsi eroi
e bolidi senza meta.
 
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ALESSANDRA PAOLINI
 
143 bis - La cura
 
Dalle maree
dei miei inverni
ritorno
(canto d'alba
fra le messi)
a questa terra
che m'ama
più d'ogn'altro.
 
 
 

 
120
 
Incappucciati
di grisaglia
e silenzi
bardano
il cielo,
offuscando
le foglie,
la luce,
a volte,
anche me.
 
 
 

 
119
 
Foglie perse
da chissà
quali inverni
spezzano la via
ai nostri sogni
 
restiamo
a domandarci
come mai
 
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MARISTELLA PIROLA
 
All'angolo della via
(al Bottaccio)
 
Stanno sedute all'angolo della via
le solite donne a chiacchierare,
guardano verso la discesa del paese
e non sanno cosa stanno ad aspettare.
Portano un fazzoletto nero
che nasconde i radi capelli,
che un tempo avevano
lo splendore del grano,
ed un vestito informe
a coprire un corpo ancora generoso.
S'assomigliano un po' tutte
le donne dell'angolo della via:
raccontano dei figli che sono lontano,
di quel che fanno,
di quando torneranno,
e con gli occhi lucidi vanno a ricordare
un passato greve ma gioioso
dal sapore della gioventù.
Ogni tanto manca una donna
all'angolo della via,
il cuore si è fermato.
Le altre continuano a chiacchierare
e piano piano per tutte
arriva la sera.
 
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MARIA MARIELLA POTOCCO
 
Per non dimenticare
 
Triste e inumana fu la loro sorte,
senza giustizia condannati a morte.
Si vivevano giorni di terrore,
nessuno prevedeva tanto orrore.
 
Famiglie intere furon prelevate,
non fecer più ritorno, infoibate.
Giorno e notte s'udivano i lamenti,
non si potea lenire quei tormenti.
 
Terra rossa dell'Istria, terra amata,
fosti del sangue martire bagnata.
Nessun punito fu, chi può ancor tace
e quella terra rossa non ha pace.
 
In quella terra rossa abbandonata,
la lor memoria non venga profanata.
Cristianamente cerchiam di perdonare,
umanamente mai e poi mai dimenticare.
 
La dolorosa storia sia narrata,
sui libri d'ogni scuola sia studiata.
Forse potrà la gioventù capire
perché tanti anni fa dovem fuggire.
 
Spesso mi assale tanta nostalgia,
così lontana dalla terra mia,
così lontana dal mio casolare
ma grande è la speranza di tornare.
 
Ascolta, buon Signor, la mia preghiera,
che torni il tricolor su l'Istria intera.
Italia, Italia laggiù sento gridare.
Peccato, è un sogno, mi debbo risvegliare.
 
Restan soltanto semplici pensieri,
vibranti di passion, sono sinceri
e con amor li voglio dedicare
a quelli che non posson più tornare.
 
TORNA ALL'INIZIO
 

ANTONIO ROSSI
 
Come le nostre ombre
 
Quella notte eravamo molto tristi
e allora scendemmo laggiù,
sulla rossa scogliera dei nibbi dorati;
tu, io e le nostre ombre
che si specchiarono sul mare vestito d'argento.
Scendemmo laggiù per scrutare le stelle
già stanchi e timorosi di non rivedere l'alba,
di non poterci più baciare dolcemente
sulle labbra solcate dalle profonde rughe.
Ma le nostre ombre, stranamente,
erano agili e danzavano sul mare
che continuava a vestirsi d'argento e di bianco;
il vecchio giovane mare
che non aveva onde,
che non aveva rughe,
che non aveva età,
come il nostro amore,
come le nostre ombre.
 
TORNA ALL'INIZIO
 

MARCO TASSINI
 
Nostalgia
 
Sordi ricordi,
di liuto un pianto,
s'inarcano
tra noia e dolori.
 
 
 

 
Assenza
 
I tratti del tempo
tingono il giorno
d'ingiallite memorie.
 
Quale folla
perpetua il cuore
d'idee atone…
 
L'angoscia si stringe
d'appresso alle intenzioni,
ché il vuoto s'avverte
virulenta vescica
polluta d'ignobile nulla.
 
 
 

 
Risveglio
 
E subito schiude
e dispensa di luce
un dedalo d'odi.
 
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ANTONIA TORCHELLA
 
Carissimo
 
Carissimo,
conservare
illusioni
desideri
speranze
è tutta qui
la vita.
Rincorrerli
anche se
una malinconia
sottile, indicibile
va tessendosi
intorno.
Vincerla
è necessario
non può essere
sempre così.
Carissimo,
pronunciare
questa parola
fa bene al cuore
e non solo.
Carissimo
perché sento dolore
e voglio
liberarmene.
Non ho concetti dotti
da esprimere.
Ho solo questo
stramaledetto
sentire
che mi abbarbica alla vita
ad ogni creatura
e soprattutto
a te
Carissimo.
 
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SERGIO VANNUCCHI
 
Pensieri estremi
 
L'assoluta estraneità
Dalla realtà,
Danza nella mente.
 
Come in un tunnel
Senza uscita,
T'inoltri, nei
Pensieri estremi,
Inspiegabilmente affascinanti:
 
T'innamori
T'odi
Ti temi
 
INTENSAMENTE!
 
Sei ormai allo stremo
E, come da una folgorazione
Vitale,
T'accorgi di esistere.
 
INTENSAMENTE!
 
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RISULTATI DEI CONCORSI

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