Le antologie dei concorsi
de Il Club degli autori
ii
Antologia del concorso letterario
Marguerite Yourcenar 1999

 

Sommario
 
Prefazione, Oscar Baruffi, Maria Luisa Beck-Peccoz, Massimiliano Badiali, Antonella Bianculli, Marco Bini, Franca Bossi, Andreina Bracci, Clara Cafaro Caimi, Franco Cagnoli, Rosanna Cazzin, Paola Ceci, Lorenzo Civinelli, Edgar ettore Contesini, Giuliano Corsi, Monica D'Alessandro, Giuseppe d'Onofrio, Nicoletta Di Gironimo, Felice Espro, Gianni Ferrara, Donatella Ferrini, Francesco Fonzari, Maria Fumarolo, Elisabetta Ghiglieri, Fabrizio Gravina, Michela Imbrunito, Maria Filomena Incarnato, Nunzia Latini, Gianmario Lazzaroni, Ives L. Makaò, Igor Liberti, Chiara Longo, Elisa Macadan, Pasquale Manti, Graziella Moi Agos, Dino Valentino Moro, Eugenio Mosconi, Mario Nurchis, Tiziana Pannunzio, Pietro Peligra, Giovanna Pezzi, Liliana Picchianti, Cristina Pitto, Sonia Quintavalla, Paolo Ripamonti, Annunziata Romeo, Idelfonso Rossi Urtoler, Christian Saladin, Piero Saldari, Monique Sartor, Adriana Scandalitta, Sonia Scandella, Silvia Scrivani, Barbara Serdakowski, Daniela Tabanelli, Piero Trapani, Luca Maria Vicamini, Mara Vitale Santoni, Giovanni Zappalà, Antonio Zocchi.
 

Prefazione
 
Cosa possiamo ricercare in una poesia? O per meglio dire: come possiamo usufruire di un testo poetico quando abbiamo la
fortuna di leggerlo?
Un'antica poesia degli Indiani del Sudovest "Il canto del vento" recita così: 'Ora il vento comincia a cantare'. Ripetendo: 'Ora il vento comincia a cantare'. Poi prosegue: 'La terra si stende davanti a me/ davanti a me si stende lontana…'. I suoi versi, come un tam-tam di tamburi lontani, crea la magia del vento che aumenta ritmicamente poi torna a defluire fino ad estinguersi: 'fra le bianche foglie dei cactus/ Io vengo correndo a quel luogo…'.
Nelle poesie che leggerete in quest'antologia del Premio Letterario 'Marguerite Yourcenar 1999', vi capiterà d'incontrare il senso del poetico relativo 'fatalismo' di un'epoca, di un popolo, come quello espresso nella poesia degli Indiani. Forse perché siamo alla fine del secondo millennio? La fragilità umana assume spesso degli aspetti sorprendenti e ripetitivi che è solo perché siamo indaffarati a rincorrerci da mane a sera, che non ci è facile riconoscerli.
Ancora una volta, mi sorprendo nel leggere questi versi che giungono da diverse regioni italiane e che sembrano avere una radice esoterica dove il conscio incontra l'inconscio. Per questo è logico prevedere che l'Uomo di domani sarà più umano fintanto che i poeti sapranno evidenziarne i limiti, valorizzarne i meriti.
Quanto la poesia sia 'voce interiore' lo si comprende leggendo i testi di questa settima edizione del Premio Yourcenar dove troviamo "L'alito del tempo", "La mente nuda", "Attimi di liquefazione volontaria" oppure "Dell'essere e della differenza" ma potrei citarne molti altri ed è facile capire la 'svolta' importante che i poeti sentono imminente alla trasformazione dell'uomo protagonista perché la poesia è una voce: "La voce interiore, cioè muta, dell'Uomo che ricorda le sue origini".
 
 
La Presidente della Giuria Sezione Poesia
Maria Organtini
 
 
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 MARIA LUISA BECK-PECCOZ SPANÒ
 
A mia figlia
 
Ti ha creata
la luce.
Da un paradiso trasparente
ti hanno plasmata
mille dita di angeli
nevicando
sulla tua pelle
natali di bellezza,
trasportando la grazia
nella tua mente
e sul tuo cuore.
La luce
che ti ha creata
ha illuminato
il riflesso
della mia ombra
sulla terra,
che ha imparato da te
statura e proporzioni
senza inganni.
Vorrei tenerti
sempre
a un passo da me
per non restare
mai
al buio.
 
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ANTONELLA BIANCULLI
Felicità
 
Nella calma piatta del giorno appena nato,
nel silenzi dell'alba sulla piccola antica piazzetta,
il mio sguardo scruta l'azzurro del mare,
il bianco delle lontane montagne,
e vaga, su oceani infiniti,
volando al di sopra della terra.
Niente affanni, né rumori,
nè dolori, nè sofferenze.
Vivere,
galleggiando all'infinito.
 
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MARCO BINI
Assolo
 
Fermiamoci un attimo
e abbassiamo i vetri di quest'auto opaca.
 
Come fosse una sola stanza
contiene solo cose nostre
e anche i nostri fiati.
 
Arie di parole
che tutte insieme
appannano il parabrezza
togliendoci dal mondo
almeno per un momento.
 
Rigira intorno questa tua risata
rimbalza sul sedile ed il cruscotto.
Arriva quasi stereo
come un bellissimo assolo.
 
E dopo questa volta
(non vorrei mi riprendesse il panico)
se potessi… ti bacerei
ma già vuoi ripartire
ed anche il motore
ora
canta.
 
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4° classificata
CLARA CAFARO CAIMI
PARALLELE CONVERGENTI
 
Questa notte, pensiero per pensiero,
smonterò ogni contrasto tra paure e sogni,
mentre si snoderanno rotaie mai percorse;
e anche se la luna all'alba sembrerà tramontare,
gli ultimi fuochi aspetteranno il giorno,
perché l'ombra possa scambiarsi col sole.
 
Voglio aprire con te nuove strade
per osservare passaggi di cielo riflessi nei vetri,
momenti di luce tra le gallerie,
e avere un orizzonte da inseguire.
Oltre quest'attimo, progetti paralleli
riuniranno frammenti di sguardi e di parole
 
in un discorso lungo e silenzioso
che saprà aiutarmi ad affrontare
lo smorzarsi del giorno e l'accendersi della notte
sopra un groviglio inestricabile di passi,
che avranno bisogno di camminarti nell'anima
per riuscire a sciogliersi e avanzare.
 
E mentre viaggiamo sotto la città, il battito delle emozioni
non chiede altro che di potersi annullare,
 
per poi riaffiorare tra le luci della sera,
percorrendo in equilibrio, insieme a te,
sagome di abbaini appese alla luna,
che illuminano il cielo di questa notte di aprile.
 
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LORENZO CIVINELLI
La sorgente della vita
 
Nella moltitudine dei popoli io sono
presente,
ma se riesco solo un istante entrare
all'interno del mio essere,
sono il solo che rappresento l'universo,
tramite Colui che mi alimenta.
 
 

 
Una tappa della vita
 
Nel percorrere la vita le diverse fasi ci appartengono:
l'età degli amori è un punto base
dove l'essere si sente manifestare
nella mente e nel corpo un bene da donare,
questo richiamo vien spontaneo
ed è così prezioso che ti porta ansia e gioia.
Quegli occhi che tu incontrerai
e quella carezza che s'avvicina
è la vita che tu doni e dall'altro tu ricevi.
Questi amori quando sono veri risanano ogni cuore
e il sorriso si rivela in quegli occhi luminosi
infondendo dentro al cuore tanto amore e tanto affetto.
 
Questi due pieni d'amore
diventano un sole di calore e una luna di passione.
 
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10° classificata
MONICA D'ALESSANDRO
X
 
Calde le tue parole nella sera
come un vociare sommesso
di ruscello sereno.
Tenere le tue parole nella sera
come lo sguardo di un bimbo
appena nato.
Serene come il cielo azzurro
e terso.
Bagnate come le mie lacrime disperate
delicate come il profumo della vira
bugiarde come la ferita del dolore.
Inquietanti come l'attesa
come l'odio sferzante o l'amore come grido.
 
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NICOLETTA DI GIRONIMO
L'urlo del silenzio
 
Violacei colori
di labirintiche onde
coprono l'oscura alcova graffiante
da cui urla
il poema della lacerazione
e dell'ossessionante enigma
l'immagine di Munch.
Nell'originario nucleo
di umana inconsistenza
dove larve mostruose senza pace
nel baratro spingono all'infinito;
a volte, sfavillanti antiche ombre
trasognate balenano.
Del magma silente il profondo incavo
sullo sfondo ondulante
incontra l'umano.
Si materializza.
E volti occhi interroganti
svelano carichi
d'accecante angoscia.
 
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FELICE ESPRO
Morte cruenta
 
L'aria è assai fresca sfrecciando veloce
rimango in agguato, zitta e mordace
il pilota ha sfiorato il pulsante rossastro:
ho lasciato l'aereo, sono luce di astro
Cavalco un destriero assai intelligente,
colpisce soltanto ciò che vuole la mente
che comanda dagli Usa e dispone da Aviano
osserva da Londra e uccide dal cielo
Le schegge impazzite non hanno controllo;
con loro io godo e succhio il midollo
ai militi esempi di cupa lealtà
Il capo li guida, non hanno pietà
Li osservo dall'alto, li vedo scappare,
formiche impaurite, mi stanno a guardare
Mi gusto la danza, mi viene la fame
Il destriero ora è stanco, va verso le tane
Espando il mio manto, spalanco le braccia
Esplode la bomba, comincio la caccia
raccolgo le anime, le strappo dai corpi
non distinguo l'età e il sesso nei volti
I loro occhi mi parlano: uomini spenti,
aliti di vita strappati dai venti
 
Guerra dolcissima, guerra soave
ti attendo ogni ora, non sono mai sazia
Dell'orgasmo divino tu celi la chiave
al dolente mortale porti mestizia
Siedo nell'ombra, avvolgo i soldati
illumino la mira di cecchini esaltati,
guido i proiettili sparati da terra,
sui corpi bruciati mantengo la fiamma
Mi annido tra i profughi stremati da stenti,
diffido da chi sparge pacifici intenti
Il mio mondo è tangibile, coloro rosso sangue
S'immolano in tanti sull'altare acre e pingue
Non regalo speranza, chi mi attende si penta
Bramo tutti senz'ansia, sono la morte cruenta
 
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DONATELLA FERRINI
Il viandante
 
Mi sono vista
stanotte
attraverso l'acqua
diafana,
e
ho ascoltato il mio cuore
parlare,
sussurrare in silenzio il messaggio
dell'anima.
 
Mi sono persa,
oltre la ragione
eremita in cerca di me stessa
dondolando nel tempo
sospeso al ricordo.
 
Resto appesa a mille coscienze
che mi attraversano il respiro
frammenti di vite che questa notte
svela al silenzio.
 
Sono il viandante che
nell'oblio
violerà i segreti dell'essenza
e sbattuto dalle onde
supererà i labirinti del cuore.
 
E così danzando con le stelle
ritroverà l'incanto di un sorriso.
 
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MARIA FILOMENA INCARNATO
Ri-torna
 
Dove sono mentre
sogno
 
non volendo mi abbandono
lego i mie pensieri e quel tempo
passato
nella mia coscienza
diviene ricordo che sogna
 
sento il dolore che cresce e rivendico
ciò che fu
ma tu non hai più memoria
qualcosa si è perso
volevi l'amore senza emorragie sono
naufragata alla fine del mondo
 
tu
consumasti tutto i resto dei resti
ma
se tu ri-tornassi sorprenderesti
ancora
il mio corpo
 
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1° classificata
 
NUNZIA LATINI
Verso la morte
 
Hanno abbassato la luce.
Penombra accompagna la vita
ora.
Non più rumore
nei giorni che la polvere ignora
e ancora non mangia.
Non canta il cuore
non piange
non urla
né si dispera.
Ascolta i grilli
che consumano a morsi
gli ultimi lampi di sera.
Fruscio d'ali
poi niente, nessuna parola.
Il buio avvolge le siepi
ora.
 
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IVES L. MAKAÒ
Il cacciatore e la preda
 
Il cacciatore festante
sull'imbrunire della sera
lustra l'arma con nobil cera.
 
 
 

 
All'albeggiar dell'aurorale
mentre incurante dorme il sole,
già lesto scruta la brughiera
l'auspicale battitore.
 
 
 

 
D'un tratto, guizza la selvaggina
spaurita dalla bronzea carabina;
con pronto slancio
s'accoscia il cacciatore,
infierendo il colpo dritto a ferire.
 
 

 
Nella fitta nebbia bruma,
scatta lesto lo Spinone
che balzando di zolla in zolla,
addenta la preda in fin d'azione.
 
 
 

 
Austero riporta il fedel cagnone
l'ancor tremolante cacciagione;
rientra celere al casolare
l'incosciente cacciatore,
per a tutti, fier mostrare
l'infausta preda, agonizzante.
 
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IGOR LIBERTI
Grotta gotica
 
Tra coste mediterranee
nelle calde terre a meridione
si erge a picco sul mare
un'alta parete di scogliera
 
Da basso, nelle fenditure tra le rocce
negli anfratti scavati
dalla furia ondosa di mille inverni
si arriva all'enorme bocca
a un oscuro portale, che ci introduce…
alla grotta gotica
nel cuore della scogliera
nel silenzio bluastro di sciacquii echeggianti
di gocciolii e stalattiti spezzate
 
Antichi pensieri mi si presentano
scuotendomi interiormente
che penso a mitologie elleniche
a una nave romana qui approdata
forse, millenni orsono…
 
In questa buia volta gotica
ognuno di noi è preso da timore
il mare ha sigillato l'entrata
Quando riemergo nel suo interno
l'occhio si deve abituare
a questa oscurità
a questo arcano timore
di proseguire…
nelle viscere del tempo.
 
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CHIARA LONGO
Violenza carnale
 
Pugni serrati
ad afferrare lo spazio,
occhi sbarrati
a fissare che compare
dei capelli oscuri.
 
Trafitta nel profondo
da un fioretto
condotto con prepotente
impulso alla
perfida violenza
piango lacrime di ghiaccio
che cristallizzano il momento.
 
La resa,
la surreale calma
che sovrasta dopo
la penetrante ingiuria
è una difesa estrema
alla rottura in pezzi
di una esistenza
vinta dall'orrido coltello
della maschia crudeltà.
 
A leccare le ferite
resto in fredda compagnia
di un'avvolgente
forma di ribrezzo
che vomita dal petto
il seme acido e travolgente
di un contatto carpito
con cruenta strategia
da un uomo non sospetto
eppure assai vicino:
mio marito.
 
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ELISA MACADAN
 
Aspetto le mie rughe
per farmi felice
di sera
riposerò
su una di loro
d'avanti agli specchi di Venezia
infranti in mille pezzi
vedrò il mare
nel verde dei miei occhi
stanchi tutti e due
come dopo una notte d'amore
con uno sconosciuto
nell'andar via chiuderò
la porta dietro di me
 
lancerò la chiave in su
l'ultima follia che mi concederò
 
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MARIO NURCHIS
Incoerenze
 
Mutiamo parvenza e sostanza
per timore di perdere
qualcosa di noi
 
Turiamo facili orecchie
al reclamare giustizia
e non parliamo d'amore
se ci costa
 
ridiamo forte a pranzo
per chi viene preso in giro
e pur se il gozzo è pieno
ingurgitare ancora.
Paghiamo sempre al bar
per chi ne ha di più
e per culto di massa
facciamo maggioranza
con chi ha più potere
 
Ignoriamo con professionale rigore
zingaro e mendicante
come pure il chiaro rosso
del semaforo
 
e alla fine del giorno
ci troviamo all'ovile
così, senza pastore
prendendoci a cornate
per la reazione inconscia grande frustrazione
per non aver accolto
l'amore e la ragione.
 
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LILIANA PICCHIANTI
Liturgia della natura
 
Ancestrale liturgia
della natura morente
abbellita dai colori
magici dell'Autunno
Le foglie cadono
volteggiando con le ali
invisibile del vento
lasciano albero madre
per tornare alla terra.
Foglie creature indifese
si staccano ingiallite
vissute una sola stagione
Gemme toni di verde
stupendo sbocciate
nella dolce Primavera
fra nidi di alate
creature fiori frutti.
Liturgia della natura
che tutto crea
sempre nuovo
e tutto distrugge
Perpetua nei secoli
la vita e la morte.
 
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PIERO SALDARI
Al mio amore che a sera
 
Al mio amore che a sera immagino
in casa seduto sul bordo
del divano, al mio amore con sembianze
di Luna non piace o non vuole amare,
piuttosto
seguire con i suoi occhi belli
le fusa ruffiane del gatto
fino all'ultima luce del giorno,
e in quelle zampine che vanno e vengono,
senza una apparente riposo,
lei vede
racchiuso tutto il mistero del mondo.
Si gratta la testa e parla di sé con il gatto
quasi come un gatto
pensando alla bottega del salumiere,
e in un silenzio rosa solo suo ride
con il suo corpo ben fatto piegato in due
e parla di sé in terza persona.
 
Amore mio, soli si muore
se si ha paura di amare.
Gli occhi si abituano a distillare
lacrime,
ed in due occhi belli come i tuoi
più non vi sarebbe musica, raggi
di luce né
la tua anima pulita di fanciulla
in due occhi belli.
 
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ANTONIO ZOCCHI
Piccolo fiore
 
Piccolo fiore,
inutile cogliere
quel tuo tenero stelo.
Dolce fiore,
d'odore sublime
che ubriachi il mio cuore
nel letargo d'amore.
Dolce fiore,
che impari a parlare,
con la voce del cuore.
Fiore, che segui
ogni raggio di sole,
resta ben saldo
e non farti strappare.
 
 
 

 
Alla natura
 
27/2/99
 
Fiore, colore,
dona amore
al mio cuore.
Terra, materna
dona pace
al mio inverno;
riscalda condensa,
il mio corpo
che chiama:
impossibile, eterna,
pennellata
al mio cuore.
 
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