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Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia
Le più belle poesie del Premio
Il Giro d'Italia delle Pesie in cornice 2000
 

 

 

INDICE
Prefazione, Emidio Agostini,Cinzia Ambrosio, Geltrude Antonazzo, Marino Antonelli, Antonietta Apicella, Alessandro Bacci, Giorgio Baldi, Marco Baldin, Marisa Baratti, Simone Barbato, Fabrizio Barbi, Paola Bavera, Massimiliano Bianchi, Domenico Bisio, Antonella Bonelli, Franca Bossi, Marzia Braglia, Maria Stella Brancatisano, Valentina Braun, Silvana Brigandì, Daniela Buzzoni, William Calvanese, Mariano Canò, Sara Capizzi, Simonetta Capponi, Simonetta Cariolato, Carlo Carrea, Lina Carrieri, Camillo Catarozzo, Alba Cavalli, Matteo Corghi, Giuseppe de Rosa, Silvestro de Simone, Paolo di Biagio, Stefania Di Loreto, Francesca Di Nola, Giuseppe Esposito Corcione, Linda Falcone, Antonio Favruzzo, Augusta Ferraris, Maria Francesca Ferraris, Immacolata Forciniti, Marco Galli, Sergio Gandini, Filippo Giganti, Davide Gorga, Anna Maria Granato, Vittorino Greggio, Camilla Jannacci, Maria Lasi, Bruno Lazzerotti, Fausta Genziana Le Piane, mariano Luccero, Alessandro Lugli, Antonio Maldera, Rosalba Masone Beltrame, Anna Matera, Francesco Mazzamurro, Paolo Milano, Loredana Minoliti, Alessandro Montaguti, Yvonne Moosmüler, Dino Valentino Moro, Roxana Morsella, Adriana Mosca, Giovanna Mulas, Elisa Nunziatini Salhi,Luisa Orlandi, Maria Luisa Orsi Sigari, Assunta Ostinato, Rino Passigato, Giuseppe Paternò, Claudio Perazzo, Giovanni Francesco Piano, Liliana Picchianti, Luciana Piccolroaz, Elisabetta Pieraccioni, Giuseppe Pietroni, Antonella Pizzolante Fanelli, Sonia Quintavalla, Maria Racioppi, Ermanno Raso, Vincenzo Rondelli, Antonio Rossi, Alessandro Rufino, Silvio Sallei, Massimiliano Sbarsi, Luciana Scaglia Grenna, Caterina Scalcione, Adriano Scandalitta, Giovanni Scribano, Luca Simbari, Francesca Simonetti, Snjeska Soucek, Paola Surano, Carlo Tavani, Giovanni Tavcar, Gianluca Testa, Piero Trapani, Enrico Trimarchi, Giovanni Elio Tropea, Adriana Valletta, Giorgio Vinzoni, Tiziana Zago, Piera Zangara, Michelina Zona,Zahoor Ahmad Zafar, Renata Rusca Zargar, Rita Canepa De Franchis.
 

 
Prefazione
 
Probabilmente non è più necessario spiegare cos'è e come funziona Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice: giunto ormai alla settima edizione, questo originalissimo concorso letterario si riconferma come una delle manifestazioni culturali più vivaci e stimolanti che si tengono in Italia. Certo che la sua peculiarità, cioè l'esposizione delle liriche finaliste in varie località, non ha mancato di attirare qualche borbottio scandalizzato da parte di paludati critici per i quali la poesia è, evidentemente, una reliquia da custodire in luoghi di culto aperti a pochi eletti. Ma, d'altro canto, il crescente e innegabile successo di pubblico ci spinge a credere che la gente &endash; con tutto quello che di buono e cattivo comporta questo sostantivo &endash; ha davvero un gran bisogno e una gran voglia di trovare luoghi in cui comunicare in versi &endash; semplici o elaborati, dell'anima o del cuore &endash; la propria sensibilità e i propri pensieri. La propria vita, in una parola.
La poesia è generosa: è di tutti e per tutti. Noi, almeno, ci impegniamo perché sia così; insieme a noi ci sono, importantissimi, tutti coloro &endash; organizzatori e partecipanti &endash; che attivamente si sono impegnati per portare le liriche nelle piazze e nelle sale. A tutti loro, e naturalmente alle centinaia di persone che quelle piazze e quelle sale hanno visitato, va il nostro grazie, e arrivederci all'anno prossimo. Nel frattempo, buona lettura.
 
 

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EMIDIO AGOSTINI
 
Nel regno del caos
 
Un boato squarcia la coscienza.
La potenza assoluta
è melliflua forza di volontà.
 
I colori straziano la vista
in un inferno di nervi.
 
Drogata di illusioni
è la mia giovinezza,
che il latte di femmine belle
non può disintossicare.
 
I sogni sono tarpati
dalla bellezza imbrattata
di voluttà.
 
I grattacieli crollano:
I relitti sono io.
 
mimmo ombra
 

 

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ANTONIETTA APICELLA
 
Costiera Amalfitana
 
Come la vita la costiera,
è acqua azzurra con chicchi di luce,
è sole che acceca
sulla strada
sinuosa e avvolgente.
È l'infinito che sento
guardando l'orizzonte,
la buganvillea che dopo la curva
incontro.
È il sapore del sale
e dei limoni,
la gioia di un tuffo nel blu,
la paura di cadere
sugli scogli,
e il dolore
per le ferite profonde
che, nude,
bruciano di più.
 
 
 

 
Il silenzio
 
Il silenzio della paura
urla dentro e fa male,
il silenzio dell'avvilimento
è rinuncia razionale.
 
Il silenzio dell'appagamento
è quello a cui aspira
il corpo e l'anima
ogni momento.
 
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GIORGIO BALDI
 
Remember
 
L'aspro odor del mare
e della pineta.
Il sapor del vento
all'aria aperta.
Quel borgo antico,
quel crocicchio,
quei rancori che non dico,
le tue lacrime
e i tuoi perdoni…
La chiesa e le case,
le corse a perdifiato
e tutte quelle cose
che non ho scordato.
Le canzoni
che abbiam cantato,
le grida, i lamenti,
le belle ore trascorse
e noi, contenti…
Questi ricordi uguali
vivon ancora in me,
con l'aria che li circonda,
fresca e profumata.
Il sussurrar dell'onda,
e la mareggiata…
Osserva queste foto!
Non trovi che il sentiero
dove noi s'andava,
or sia freddo e crudele?
La mia memoria
è di certo più fedele.
Essa conserva le mie gioie
e me le ridà
quando voglio.
Senza inganni,
ma col sapor d'un tempo,
quello dei miei vent'anni!
 
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MARISA BARATTI
 
 
Lettere d'amore
 
Nel tuo vecchio baule
serrato da trent'anni,
oggi ho trovato lettere d'amore.
Di una donna,
per te;
per te che rispondevi,
per te che alimentavi
un'illusione per lei
che non sapeva di me…
di me che mi cercavi,
di me che ti aspettava,
di me che non sapeva,
di lei.
 
Oggi lo scopro dopo tanti anni,
lo leggo in queste lettere trovate
e tutto il mondo
addosso mi è crollato.
Roba vecchia, è passato,
rispondi ora davanti
al mio dolore:
remoto, antica cosa…
Certo, è lontano
ma scopro ora soltanto
che non sei tu che amavo.
Terribile è scoprire,
dopo trent'anni insieme,
di avere amato tanto
un uomo con due facce,
un uomo che mentiva,
che forse mente ancora.
 
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ANTONELLA BONELLI
 
Avrei voluto
 
Avrei voluto essere
un piccolo puntino
per osservare la vita
che appare diversa
da quella che credevo.
Avrei voluto essere
un letto di un fiume
per portare via con me
il ricordo più importante:
"mia sorella".
 
 
 

 
Scrivere
 
Molte pagine bianche,
ho cercato di riempire
con i miei pensieri
ed anche con i miei sentimenti.
Ho lottato per dimenticare,
ma ho sempre stretto a me
quel piccolo spiraglio di luce
che da lontano
mi dava forza.
E da quel foglio bianco
mille parole
per continuare ad essere
sempre me stessa.
 
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MARIA STELLA BRANCATISANO
 
Barboni
 
Soli… abbandonati…
sporchi, non lavati, con
sudicie camicie, pantaloni
sgualciti, capelli arruffati…
Siete… come… non siete
Mai stati!
 
Con gli occhi tristi il passo
Stanco, senza nessuno al fianco,
poveri barboni, sembrate così buoni!
 
Vivete al freddo, al sole…
Nelle scatole di cartone, ogni tanto…
qualcuno… muore…!
senza che nessuno lo sappia… o…
gli pianga il cuore… siete barboni!
 
Gente che chissà cosa non ha avuto
Nella vita… mancanza d'affetto o… d'amore
O qualcuno che gli ha… rotto… tutto!
I sogni… un cuore… il tetto!… un letto…!
 
Poveri barboni miei… avete il mio affetto!
Siete l'anima peregrina del mondo,
di questo mondo… che più niente dà, di questo
mondo… che ti toglie tutto… anche il rispetto!
 
Emarginati, abbandonati, quasi mai
Amati, vivete con le vostre ferite, che
Vi portate nel cuore… e il vostro dolore, che…
Nessuno vuol lenire!
 
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SILVANA BRIGANDÌ
 
Alla Principessa Diana
 
Altera avanza,
il passo lento e sicuro.
Dolce un sospiro si leva,
e l'aria immobile
ora si flette gentile,
e un leggero, odoroso alito
l'avvolge, effluvio del cuore.
Ondeggiando i capelli d'oro
lievemente carezzano il viso.
Serio, chino lo sguardo
si volge appena d'intorno,
mentre, placida, una foglia
sospinta dal vento la sfiora,
e le coglie ora un breve sorriso.
 
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DANIELLA BUZZONI
 
Il tempo
 
Tutto col tempo va sistemato,
se così non fosse i dolori che la vita
ci riserva ci farebbero impazzire.
 
Le cicatrici però restano, a volte sono
peggiori del dolore immediato.
 
Esso deturpatore di anima, sentimenti,
pensieri.
 
 
 

 
Madre
 
Madre non piegarti come una spiga
di grano al vento.
Sii forte!
 
Madre! Fa' che i tuoi occhi non siano
fonte di lacrime ma fonte di gioia.
Sii forte!
 
Madre! fa' che il tuo cuore si apra
alla gioia e non al dolore.
Sii forte!
 
Madre! allunga le tue braccia alle mie,
guardami, scrutami,
ed insieme
percorreremo quella strada
che ci porta alla gioia
lasciando dietro noi dolore, amarezza,
ingiustizia, per quel figlio che tu
pensi morto. Madre, ci sono anch'io.
Sii forte!
 
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SIMONETTA CARIOLATO
 
 
 
Si conficca nel suo cuore come spina
e come sole canceroso e malato
si irradia lungo tutto il suo corpo
nord sud est ovest
fintanto ché
con lamentoso e pungente movimento
la vena scoppi
fino ad uscirne sangue rosso e vermiglio
del quale io possa dissetarmi
e mangiare della sua carne
fino a possederlo
 
 
 

 
Viaggio degli occhi nei tuoi occhi
e con giri concentrici
inseguire i tuoi pensieri enigmatici
solcare la tua mente
tracciare linee rette
su arti odoranti
far scorrere le dita
il cuore a cavarti
penetrarti le viscere
con le mani impastare
sangue sperma e sudore
e di tanto viaggiare
annusare, strappare, azzannare
brandelli di carne a sfamare
questo immenso amore
che cannibale s'è fatto
per poterti sopravvivere
 
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LINA CARRIERI
 
 
Il volto della guerra
 
Vecchio è il volto della guerra,
vile e intrigante,
di antica memoria sulla Terra…
Il ricordo di esso, è lacerante!
 
È spaventoso il volto della guerra… così stanco!
Ha lacrime amare
che solcano il suo fianco,
e la durezza di chi sa solo odiare!
 
Il volto della guerra è senza pietà,
spenti i suoi occhi di ghiaccio,
immagine riprovevole dell'umanità,
e l'unico che fa piangere… pagliaccio!
 
Fame e sete, sul volto della guerra… e indifferenza,
stordito da bombe micidiali,
purtroppo ancora oggi semina panico e sofferenza…
Continua a far strage di mortali!
 
"Che brutta faccia alla televisione,
la guerra mamma, mi fa paura!",
dice il figlio mio: "Mandiamolo in prigione
quel volto che la vita di ogni bimbo oscura!"
 
"Hai ragione, piccolo mio!" rispondo con voce tremante,
"È molto triste da guardare!"
"Ma solo quando tutti capiremo che ogni uomo è così importante
e prezioso, allora quel volto orrendo, con la Pace si potrà cancellare!"
 
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GIUSEPPE DE ROSA
 
Il grande sogno
 
L'avventura del grande sogno
a tratti diventa realtà
continua come in un gioco senza fine
 
S'alternano sensazioni ed emozioni
a volte strazianti a volte esaltanti
a volte di tutto straripanti
 
L'archetipo siamo noi
un sodalizio assoluto
imprescindibile ed inscindibile.
 
Un safari dell'animo e della carne
su e giù per la savana della mente
i sensi tutti attenti, una simbiosi irreale ma vera.
 
 
 

 
Il cammino
 
Onde maestose
spumeggianti e fragorose
sulla indifesa spiaggia
senza tregua s'infrangono.
 
Sentimenti contrastanti,
forti e devastanti,
sull'animo inquieto
senza sosta s'abbattono.
 
Spiagge chete,
animi sereni,
vite ignote, sussulto alcuno
percorrono il cammino.
 
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STEFANIA DI LORETO
 
 
Come un desiderio
 
Fidente
nel mio cuore
anima mia perduta
non andartene
dai miei ricordi
non divenire ombra
muta
confida nel sorgere
del sole
che sconfigge
la nebbia
la paura
e come un desiderio
fiducioso
allunga il passo
nel tedio
dell'anima
e riporta speranze
perse.
 
 
 

 
Al mio angelo
 
Parlava
con i miei silenzi
Capiva
il mio nulla
Sussurrava al mio animo
sillabe in carezze
Padrone del mio cuore
per sempre.
 
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LINDA FALCONE
 
 
Leonardo
 
Un giorno,
prenderò un altro treno
fino a quella piccola Vinci
che ti allattò.
Solo per vedere se anche lei
porta un sorriso enigmatico.
 
Tu,
un altro giorno
dipingevi un sentiero
che la Saggezza poteva percorrere
attraverso colline fiorentine.
 
Con ogni tocco,
il tuo pennello capriccioso
dipinge un orizzonte sempre più alto,
un paradiso in cui volare.
 
E così invitare,
con cordiale impazienza,
il tuo uomo a cinque punte
ad essere la prima stella.
 
Quella che noi tutti cerchiamo
per esprimere desideri.
 
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AUGUSTA FERRARIS
 
 
 
Occhi ludici
a mio marito
 
Sento la tua dolcezza
scivolarmi dentro
silenziosa.
Rasserena i pensieri
e mi sussurra speranza.
Grazie amore mio
per quei tuoi occhi lucidi
sul nostro altare,
per quella tenerezza
che profuma
i nostri respiri…
Grazie perché i tuoi battiti
mi esortano a trame di luce
sempre nuove,
serbandomi fedeli premure.
Sei lo sguardo gentile di Dio
su di me.
Senza te,
confesso,
mi sentirei
messaggio smarrito
e sospeso
nell'unisono scisso.
Segno
senza pieno significato.
Semplicemente,
intensamente grazie,
amore mio.
 
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MARCO GALLI
 
La vita è sogno?
 
Se la vita è sogno,
lasciatemi sognare.
Se dolce sogno è la vita,
lasciatemi vivere.
Se immerso in morbido sogno
posso estasiato respirarle accanto,
non destarmi, mondo, dal mio sonno.
Se vana illusione è la soave armonia
della sua voce,
o i caldi acquerelli ambrati dei suoi occhi,
non destare, mondo, la mia mente,
lasciala dormire,
che non sia che col velo delle palpebre,
anche le carezze di questo stato
in un soffio svaniscano.
Se sì seducente è vivere immerso
in questa fluida bruma,
non condannare me giammai ad arida
morte, col ridestarmi.
 
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SERGIO GANDINI
 
 
 
Cosa dicono i morti
i vivi che potrebbero aggiungere
si limitano a frasi superflue
i morti hanno voce di foglie
quelli ancora stretti al ramo
quelli congiunti ormai alla terra
quelli che schioccano sotto i passi
quelli che brillano di colori
prevale in tutti il legame antico
l'occasione di vita
 
 
 

 
Quando ascolto il Poeta
temo sempre il termine
mi angoscia lo spezzarsi dell'ala
proprio quando più corrisponde all'Intimo
dubito della forza di tensione
prenderà la parola
strade traverse lirica banale
emozioni superflue di un altro
ma il dire essenziale
appartiene all'Altro.
 
 
 

 
L'annaspare del Tempo
rorida la Parola
raggela proprio all'apice
del Pensare non reca
niente di essenziale
è là fiore di ghiaccio che si screpola
o squama di silenzio sul crinale
laccio di sguardo
che si allarga
e si dissecca
 
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ANNA MARIA GRANATO
 
 
 
Amare il mare
 
Il mare non sa attendere
e lambisce la sabbia, lei gli sfugge poi rotola
e languida si adagia,
lui la rincorre ansante,
lei ritira un istante
la sua tenera coltre,
il mare scorre e rapido
oltrepassa il confine del cedere e non cedere
per la sabbia è la fine…
ma ancor tenta il ritrarsi,
barriere di conchiglie proteggono i suoi lembi
si adira il mare, alza le onde
e nembi di argentei spruzzi gelidi
cadono su di lei.
La sabbia emette un sibilo
quasi un gemito lieve,
l'ode il mare ed inquieto,
l'insegue, lei non cede.
Ad un tratto si placa il turbinio del vento,
il mare perde forza, appare stanco,
lento nel suo agitarsi di perenne scontento,
la sabbia segue piano ogni suo movimento,
poi gli giace vicina, quieta, senza sgomento.
Il tramonto infuocato
stempera nel violetto di un crepuscolo arcano
a scolorar le vele che ondeggiano lontano…
La sabbia e il mar si cullano
uniti all'infinito,
nel perenne ripetersi
di un rituale antico.
 
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VITTORIO GREGGIO
 
 
Emozioni e pensiero
 
Nostalgia
 
In un borghetto di campagna,
nell'epoca ancor serena
ed incontaminata,
tra verdi prati in fiore
e orti coltivati,
un Habitat da fiaba,
chiamato "Radusel".
 
Una casa di ringhiera, cortile e giocobocce,
una vecchia osteria,
con bersò di uva nera.
 
Di arbusti eran le siepi costellate nel cortile,
di rose rosa e rose bianche
e gladioli colorati.
 
Solidale il rapporto tra la gente di quel luogo,
cui regnava dignità,
fratellanza ed armonia.
 
L'allor valori della vita
con rispetto si viveva e
con dolcezza ed allegria
si godeva quel che c'era.
 
Ora tutto è mutato!
 
L'esigenza del progresso
col cemento ha fatto scempio;
di quel semplice piccolo mondo,
che natura ci donò.
 
Ma in memoria della gente
che ha vissuto in quell'ambiente,
i bei ricordi di quell'era,
in cuor per sempre,
li vivrà.
 
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MARIA LASI
 
O mia città
 
Luccica il mare ai
riflessi della luna,
cullata dalle onde t'addormenti.
Vecchia Ravenna,
Ravenna del duemila, solenne
è la tua storia,
ovunque i segni della tua leggenda.
Passa ogni giorno il turista
per le antiche vie:
Declama al Mondo l'onere
a te dovuto.
Ed io con umiltà davanti
a te m'inchino,
o mia città ricca di storia bizantina
ove un dì Dante in esilio
trovò dimora.
Sommo poeta di un'alba
che mai vide tramonto.
Vigilano i cittadini con orgoglio
la fonte di tanta maestria.
La terra di Romagna lo respira,
meravigliosa terra di genti
laboriosa e allegra,
terra dai boschi infiniti
e di colline in fiore,
campagne coltivate con sudore
ove nasce dal cuore
rispetto e cortesia
o dolce, cara, amata, terra mia.
 
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ROSALBA MASONE BELTRAME
 
 
E sale
 
con l'ascensore sale
La sera
(A tutte le ore)
 
Chi sei?
 
Nell'ascensore sale
E sale
E sale
E sale
 
Sale l'ascensore
Fino dove?
Dove?
 
Un abisso vuoto
e nero
e &endash; nella forma del mio spazio &endash;
l'inesorabile salire
Ancora
Ancora
Un'ossessione forte
come ombra cupa
Nera come il volto di ciò che è e fa terrore
Abisso
Brividi che stordiscono
Un brivido sull'anima
tramortita. Morta.
E sale.
 
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ANNA MATERA
 
Il Paradiso
 
Chiudi gli occhi
e immagina anche tu
il mondo intorno a te.
Come vorresti che fosse.
E non così com'è.
Violento, stolto, ingiusto, sporco…
Chiudi gli occhi e scopri com'è facile
ottenere tutto e subito.
Non è forse ciò
un angolo di Paradiso?
Tutto questo, è forse il Paradiso
che si specchia?
Ma allora, se esiste l'immagine del Paradiso
è altresì vero che esiste il Paradiso.
Ma forse è Paradiso
proprio perché non è tangibile.
Ma se invece si toccasse
così come si sta tentando di fare,
allora tutto svanirebbe, si dileguerebbe,
si allontanerebbe, approdando in guerre,
inciviltà, e barbarie varie.
Ciò non è bello,
ciò non è il Paradiso…
 
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LOREDANA MINOLITI
 
Tre Aprile
 
Nel cimitero del mio paese,
sulla sinistra, dopo tre gradini malandati
c'è un piccolo prato
con delle piccole croci infilate nella terra.
Non ci sono nomi ma solo numeri progressivi
Non ci sono marmi
non ci sono foto
non ci sono date.
Solo terra.
 
Nel cimitero del mio paese c'è un piccolo prato…
…dove lei passa le sue ore
attenta a non calpestare le zolle coltivate a morte
attenta a non disturbare quel coro di piccoli angeli.
 
Nel mio paese c'è un piccolo prato…
dove lei passa le sue ore…
e impasta la terra che vi ha tenuto lontani… dal suo seno…
la terra… che vi ha tenuto al riparo… dalle favole cattive…
e accarezza quei fili d'erba nati… da un sorriso mai nato
e sente quel pianto… che non ha avuto il tempo di piangere.
 
Ah! Se lei fosse un fiore… si nutrirebbe della vostra essenza.
 
Vita!
È tutta qui, la vostra vita.
 
 
 

 
Malinconia
 
È una fredda sera di gennaio,
in una casa ci sono due mani malinconiche
che si cullano lente,
e buttano di tanto in tanto
brandelli di noia nel camino.
 
 
 

 
Donna di cuori
 
Voi non avete un cuore… signora mia.
Bevete troppo… ballate poco.
Voi non avete gioco… signora bella.
Mischiate le carte…
…ma…
barate coi cuori.
 
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ALESSANDRO MONTAGUTI
 
 
 
Pescatore
 
C'è sempre un pioppo
o un'acacia
che staglia l'ombra di sé
sull'acqua increspata
che si insinua
confondendosi e mescolandosi
nel suo grembo materno
nella corsa verso il mare.
Lì con i suoi problemi
con le sue contraddizioni
fuggendo la realtà
anche se solo per un pugno di minuti
c'è un uomo che rinasce
stringe in mano una canna
che volteggiando nel cielo
disegna con linee e curve
fantastiche fuggenti figure
invidiate dai poeti del pennello.
Lontano anniluce dal mondo moderno
dalle sue tecnologie e dallo smog
il pescatore
timidamente si avvicina ai pesci
confondendosi con la natura.
 
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DINO VALENTINO MORO
 
 
 
Caino,
subito dopo,
con le mani
lorde di sangue,
cercò, tutt'attorno,
un bonsai
a cui impiccare
i propri rimorsi.
Non ce n'erano.
 
 
 

 
Non ci sarà più nulla di dire
quando nostro padre morrà.
Il nostro, allora, sarà
l'ultimo abbraccio.
Piangeremo.
Oh sì!
Piangeremo
e sarà fino
ad avere gli occhi arsi
e sarà pianto
anche se non ci saranno
più lacrime.
Un giorno dopo l'altro, poi,
saremo più lontani.,
abitando uscio
contro uscio,
non ci saluteremo più,
distanti.
Vivremo vite su continenti
diversi, senza scriverci
neppure per Natale,
fin quando un nuovo dolore
ci riunirà.
 
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ASSUNTA OSTINATO
 
 
Piccola bambina mia
 
Piccola bambina mia
sei un pargoletto di piuma
nelle mie mani.
Queste mani che ti sentono
aumentare di peso
giorno dopo giorno.
Queste mani dopo il peso piuma
poco per volta
portandoti per mano poi
fino a lasciarti sola.
Piano piano staccandoti da
queste mani però
sentendone sempre il bisogno.
Bisogno di una carezza.
Una carezza fatta
da queste mani sincere
bambina mia.
 
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LILIANA PICCHIANTI
 
 
 
Non sento mia la vita
 
Uscii dal grembo
materno, piccola
ignara di essere
nel ristretto spazio
di tempo assegnatomi
da millenni di avi.
La mia sola possibilità
per tutti i secoli a venire
di vivere, passeggiare
gioire, soffrire,
sul bellissimo pianeta
azzurro dorato dal sole.
Non ho chiesto io
di arrivare nel tempo
di tante scoperte
e innovazioni,
 
dove l'uomo preso
dal suo grande progresso
non si accorge dei valori
in lento continuo regresso.
Non sento mia la vita
che mi è stata donata
gratuitamente con amore
Vengo dall'infinito
e cammino rapida
verso il traguardo.
La morte sorella della vita
mi segue con passo felpato
illudendomi sulla distanza
ma altri continuano
ad arrivare da molto lontano
bisogna andare…
Non sento mia la vita.
 
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LUCIANA PICCOLROAZ
 
Istantanea
 
Fotogrammi di te
e un'istantanea salverei
mentre ti avvii con Scaglia, Velo e Replay
e non ti ferma né l'ardere dell'aria che abbaglia
né la tenaglia della neve e del gelo,
quando sussulta la tua accumulata voglia di libertà
e già programmi un balzo verso i monti.
Fonti, ponti per altri orizzonti.
 
Fotogrammi di te
con la cascata forte dei tuoi capelli sciolti
dove teneri fili di seta platinata
rimbalzano di luce quando ravvivi la chioma spettinata
e ne accarezzi le fiamme &endash; anguille &endash; tra le dita.
Mi chiedo se, chissà perché,
ti vedo più simile ad un "cavaliere
della montagna" o ad un poeta
con tutto il suo incalzante volere,
col tuo vestito sempre nero, che ti avvolge come involucro di seta.
Negli occhi ti esplode una spremuta di cieli
di cobalto liquido come i laghi brevi
lassù in alto, in fermento
dopo i ghiacci lunghi dell'inverno.
Guarda! È concentrata sul tuo nome e ne svela il cuore,
anche l'antica leggenda ladina, che sai.
 
Fotogrammi di te.
Occhi, specchi, coppe pronte per essere versate
quando, a fuoco sulle mie parole,
divampano i tuoi silenzi.
 
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MARIA RACIOPPI
 
 
Profumo di pane
 
Profumo penetrante della mia
infanzia ricca di sapori
di echi affioranti da parole
dissolte, di fuoco a legna campestre
vivide le fascine ed acre il fumo
imperioso a violentare i sensi
nell'aria dorata di settembre
pregnante il profumo del pane
che lievita e alimenta la vita
 
Pane caldo di forno a pinzimonio
condito con l'appetito famelico
degli anni di corse sfrenate
di risa di canti e di letture
profumo di oro denso dei frantoi
esaltazione di fermenti vitali
al domani protesi come braccia
di angeli ad invocare il cielo
 
Profumo di terra dai mille aromi
sprigionanti dal mallo delle noci
che anneriva la pelle come marchio
dai rossi pomodori ad essiccare
al sole e da corone di fichi
trafitti come perle della zolla
 
Profumo di vendemmia e primo mosto!
 
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ANTONIO ROSSI
 
La fata della notte
 
Adesso lei si alza con grappoli d'uva sulla testa,
è la fata della notte che sparge fiori di luna,
è contenta di esistere e di vedere i granchi ridere,
lei si alza e gioca a carte con la vita.
 
Lei si alza con ali di rondine assopita,
prende i bachi da seta e li trasforma in perle,
vola con le farfalle in un dolce girotondo,
lei vive in un mondo di sogno e di poesia.
 
Lei è l'arcobaleno che attraversa la mia anima,
la incita, la libera, la coccola,
la riempie di sostanza generosa,
la bacia sull'unghia del cervello.
 
Lei ama le fiabe e le racconta al mare,
ai giunchi affusolati che oscillano nel plancton,
li piega, li spoglia, li strizza,
li odia dal profondo della pancia.
 
Lei porge l'altra guancia agli infelici,
ha molti amici in cielo e fra le stelle,
assaggia caramelle rubate agli ermellini,
è ruvida e scattante come una gatta matta.
 
Lei è la fata della notte che sparge fiori di luna,
adesso lei si compra un mantello di velluto,
è stufa di quel liuto che suona assurdamente,
è stanca dei tramonti che oscurano la mente.
 
Lei ama il sole rosso trasparente,
le spose bianche ornate di mimose,
le sbuccia, le mangia, le sputa,
le butta nel secolo del sangue.
 
Lei ama le gonne parigine,
i fasti e le forze universali,
lei cade dentro un sacco di farina,
si agita, si corica, s'imbratta.
 
Lei è la fata della notte che sparge fiori di luna.
 
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ALESSANDRO RUFINO
 
 
 
La solitudine
 
Sensazione morente,
del corpo e della mente,
effetto allucinante,
di una vita così presente.
 
Inutile il formular parole,
vaganti nell'aria da sole,
l'eco di nessuna risposta fa male,
repressa la gioia fuoriesce un'angoscia totale.
 
Voglia di fare, cose da dire,
con la gente discorsi solo da immaginare,
persa la battaglia del presente per conquistare,
la guerra futura sarà la sfida per continuare.
 
Ombreggia l'ansia dentro,
stato d'animo in fermento,
dal più profondo dell'anima un forte lamento,
tormento,
per ogni represso sentimento.
 
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LUCIANA SCAGLIA GRENNA
 
 
 
… Albero spezzato…
 
Avevi una verde, ombrosa chioma,
eri situato in una distesa sconfinata,
davi rifugio e protezione
a migliaia di allegri uccellini,
poi, un giorno,
un arcigno tagliaboschi
in cerca di fortuna
si avvicinò a te
e decise,
con rapida sequenza,
di tagliarti in due
lasciandoti senza chioma
e con un piccolo moncone
in attesa di un futuro germogliamento
che non avrà più modo
di essere.
 
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SNJESKA SOUCEK
 
 
 
Il giovane Nicola
 
Il giovane Nicola è scomparso
e non vedremo più
il suo limpido viso
né sentiremo
la sua allegra voce
solo ci ricorderemo
del suo cordiale saluto
del suo bel sorriso
 
Per ore
per giorni
al sole al vento
le reti rattoppava
sempre assieme al padre
piegato lavorava
 
Non rivedremo più quel timoniere sicuro
portare al largo al sua barca
non rivedremo più quel pescatore bravo
tirare dal mare reti piene
 
Ormai solo dalla foto
posta sopra il timone
sorride Nicola a suo padre
 
Giovanissimo è scomparso
 
Ma la sua vita rimarrà impressa
nelle nostre
 
come una promessa
 
che la sofferenza sarà solo una breve sosta
e poi al largo
 
per sempre.
 
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ENRICO TRIMARCHI
 
 
A Sara
 
Come quando fuori pioveva
e giocavamo a carte nel salotto
sotto una luce bassa
di timido fuoco
e di una lampada antica
e ci accompagnava in altri mondi
il roco blues di Louis Armstrong
 
Ridevamo
e sbagliavamo ogni mano
armati di lontani pensieri
stroncati da qualche bicchiere di vino
tornavamo allor nel nostro buio
a bagnarci nel fiume ininterrotto
del piacere
rompendo qualche cosa:
una bottiglia, il quadro
di un attivo mulo giovinetto
un posacenere di cotto…
… e fra le cose rotte e cotte…
… Buona notte…
 
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GIOVANNI ELIO TROPEA
 
 
 
L'amore è dono
 
Perché sempre insoddisfatta sei?
Perché non ti accorgi che intorno a te
il mondo pulsa, vive, muta,
s'illumina e s'oscura?
Il sole ti bacia e non te ne accorgi,
l'usignolo canta, il passero cinguetta,
e non ti domandi se saltellano
ancora tra i rami degli alberi!
Al tuo risveglio ancora dimorano
sull'erba brillanti di rugiada,
tanti variopinti fiorellini l'adornano,
insieme ti vogliono far ghirlanda,
e tu? Tu non immagini più, che esistono.
Non ti domandi più se le foglie muoiono
e poi rinascono, non ti accorgi più
dei profumi dei fiori che si susseguono.
Affacciati ancora una volta sul mondo,
mentre i tuoi occhi, finalmente,
godono le bellezze del cielo e del mare,
del sole cocente e della luna lucente,
del verde chiaro dei prati,
del verde cangiante degli alberi,
dei variopinti colori dei fiori,
e di frutti selvatici dai forti profumi;
le tue orecchie ascoltino
il cheto scorrere delle acque
che nei loro letti, cantando,
lentamente vanno verso il mare;
immagina le care onde accarezzare
le sabbie docili delle spiagge,
mentre abbracciano il tuo corpo.
Assapori il tuo cuore il loro amore.
Sei come terra arida che dà linfa
al seme d'amore che non sarà mai pianta.
Abbandona la tua frenesia e lasciati amare,
fai crescere il tuo amore e fammene dono.
 
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ADRIANA VALLETTA
 
 
Da qui
 
Ho sognato di correre
su un prato di viole.
Nel sogno ho portato nel cuore
il calore di terra, del suolo.
Correvo nel prato fiorito,
scalavo un ulivo nodoso.
Gioivo e saltando e correndo…
… la corsa non è mai finita…
Or guardo da questa stanzetta
le cose che 'or' vorrei fare,
le piccole cose del giorno:
potersi da solo lavare!
Il cuore che è pien d'energia,
il corpo che più non risponde.
La voglia di andare, venire,
il sogno di correr nel vento.
Che faccio di questa energia?
Io posso soltanto sognare
Scalare montagne, viaggiare
ma solo con le fantasie!
 
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MICHELINA ZONA
 
L'attesa
 
Appena nata era quest'anima
quando abbacinata si rifugiò
tra le pareti della nostra carne.
Fu allora che cominciò l'attesa.
L'andirivieni del tempo dietro
i gabbiani, risacca estenuante
che da un groviglio di galassie
ci sospinse sulle perdute origini,
ci ha solcato e levigato come sassi.
Laggiù, tanto tempo fa noi bevemmo
alla coppa che odorava di vita
anche polveri biancastre d'ossa sfatte.
Oltraggio sentire l'oscura presenza
quando nell'incanto di verdi silenzi
e azzurri spazi, ci pasce e ci matura
il sole, come fichi gocciolanti miele.
Oltraggio l'attesa che si fa fremito
d'ali mozze, paura sulla pelle.
Tempo è forse a scrollarci di dosso
inutili ambizioni di immortalità,
gusci vuoti sbavati da lumache.
All'io nostro resta d'aver coraggio
a reggere l'urlo delle creature
quando lasceremo il nome sulla lastra
a dir che fummo prima che il corpo
sfranto fosse.
 
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