Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Il CLUB degli autori 2001-2002

Anna Aita - Guglielmo Amato - Paola Ambrosio - Fosca Andraghetti - Luigi Andriulo - Rosaria Anedda - Paolo Angeri - Gian Carlo Balatti - Emanuela Ballotta - Sergio Barbieri - Adriano Barghetti - Antonio Barra - Massimiliano Bartolini - Michela Bassi - Emilio Basta - Mirco Battistella - Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Alda Belletich - Alberta Bellussi - Egidio Belotti - Virginia Benvenuti - Carmen Bertozzi - Domenico Bisio - Dorotea Bonanno - Pinuccia Bonora - Maria Rosa Borgatti - Francesco Lunati - Antonio Bracale - Teresa Bresciani Perez - Massimiliano Brilli - Michele Brombin - Marta Brunetti - Serena Caciolli - Enrico Calenda - Enrico Camisani - Emilia Caponetti - Fiorella Cappelli - Simonetta Capponi - Roberto Caravaggi - Rina Santina Carli - Giuseppe Carnabuci - Carlo Carrea - Serena Cavallini - Mihaela Cernitu - Maria Francesca Cherubini - Marco Chiavistrelli - Angelo Ciciriello - Giuseppe Cogliandro - Wilmer Comin - Roberto Consiglio - Rita Coppola - Emanuela Corsello - Daniela Cortesi - Claudio Crimi Trigona - Marco Cuttica - Walter D'Angelo - Alfredo D'Iorio - Alessandro De Fusco - Graziella De Leo - Antonio De Lucia - Silvestro De Simone - Eduardo Delehaye - Gabriele Di Stefano - Aldo Renzo Duranti - Vincenzo Elefante - Diego Fantin - Ivana Federici - Angelo Feggi - Francesco Ferone - Pietro Ferraro - Maria Letizia Ferreri - Anna Sara Frasca - Simone Galaurchi - Gian Battista Gallotti - Leila Gambaruto - Gerardo Genovese - Matteo Ghirardi - Gianpietro Ghislandi - Sandra Giacobbi - Antonino Giardina - Giuliana Gilli - Giuseppe Gittini - Carlo Gnolfi - Davide Gorga - Nadege Marie Flora Goumba - Gian Piero Grasso - Cristina Grimaldi - Maria Gurreri - Stefania La Porta - Achille Langella - Alessandro Lanieri - Maria Cristina Latorre - Maria Laura Lencioni - Carlo Leoni - Matteo Lolli - Mariano Luccero - Erminia Luciano - Alessandro Lugli - Lucia Luongo - Tommaso Magri - Paola Mainetti - Antonio Maldera - Giove Mangano - Floriano Mangiantini - Roberto Marchetti - Graziano Marchioro - Giuseppe Marotta - Ilaria Masini - Giovanni Masobello - Deborah Mazzarello - Ludovica Mazzuccato - Ileana Mel - Pasquale Mongillo - Alessandro Mordini - Graziano Moretto - Roxana Morsella - Debora Murgia - Elena Mori - Christian Negro - Eliana Olivotto - Maria Luisa Orsi Sigari - Ivan Paci - Carmine Palmieri - Federico Panetti - Federico Parli - Stefania Paron - Rino Passigato - Carlo Pedretti - Susanna Pelizza - Martina Peloso - Massimo Petruzziello - Francesca Piazzolla - Giuseppe Pietroni - Maurizio Pivatello - Flavio Porta - Nicola Pragliola - Guido Procino - Orsola Procopio - Marco Proietti - Francesco Puppo - Nicola Raducci - Luigi Ragucci - Laura Ranzi - Ermano Raso - Mario Raso - Daniela Regondi - Alessandra Rigo - Chiara Rigoli - Mariena Rimpatriato - Daniela Rizzo - Raimondo Rocchetti - Annunziata Romeo - Maria Rossi Spillantini - Ugo Rubinelli - Luigina Stefania Saccani - Salvatore Celeste - Micaela Sansevero - Vincenzo Sarta - Marco Saya - Luciana Scaglia Grenna - Adriano Scandalitta - Salvatore Scoglietti - Vanda Sessa - Bruno Sparpaglione - Piera Spiller - Rossella Stefini - Michele Stuppiello - Marzia Todero - Massimo Toffoletto - Piero Trapani - Mauro Trapasso - Romano Trerè - Rossana Trinchese - Roberto Turrisi - Ilaria Emilia Vacca - Emilio Valpreda - Maria Vecentini - Barbara Visioli - Maria Zabban - Daniele Zanetti - Antonio Zocchi - Valentino Zurloni
 
Come avere l'antologia
VOTATE LE 10 POESIE CHE PREFERITE
 
In questa antologia sono pubblicate le poesie finaliste del concorso letterario Il Club degli autori 2000-2001. Queste opere sono state selezionate fra le centinaia di poesie pervenute, da una giuria che ha scelto quelle ritenute migliori.
Ora spetta ai lettori valutarle e votare quelle preferite per stabilire quali saranno i vincitori.
Ciascuno può votare, utilizzando l'apposita scheda che troverete pubblicata nell'ultima pagina di questa antologia, le dieci poesie che più gli sono piaciute.
Sottolineiamo che le poesie da votare devono essere tassativamente dieci, non una di più non una di meno e saranno considerate a parimerito.
Nella scheda di votazione bisogna indicare il nome e cognome dell'autore e il numero della pagina in cui vi è la sua opera.
Non sono ammesse schede fotocopiate e non complete in ogni loro parte. Ogni persona (anche gli stessi finalisti) può votare su di una sola scheda, è pertanto indispensabile che ciascun votante compili in ogni sua parte la scheda di votazione indicando le proprie generalità.
Ricordiamo che i primi classificati verranno premiati con la pubblicazione di un libro o di un quaderno

TORNA ALL'INDICE
Guglielmo Amato
 
 Frammenti
 
Pulsi nelle vene, come stretta che consuma
finché occhio dilatato non si spegne, ch'è finita,
pietra che fiorisce nella sabbia, sulla schiuma
di quel mare immenso ch'è l'amore di una vita.
 
Sento come un vento dentro al vuoto dei pensieri
e ho terrore di esser pago di me stesso e meno a lei,
sol che si inabissa in quei meandri carcerieri,
ansioso di riuscire e di capire i tempi miei.
 
Dammi la tua mano, tra le vie delle tue dita
scivola la goccia verso il nostro firmamento,
lacrima di pianto, perla intenerita,
lacrima di gioia per il nostro sentimento.
 
Camminiamo allora lungo il vortice scavato
guardando noi oltre quei vetri già appannati,
bimbi in una favola e il finale disegnato,
noi ora grandi insieme, e i nostri sogni... già scordati...
 

Sergio Barbieri
 
 
Devi esistere
 
Devi esistere nella mia fiaba più bella.
Quella favola che mi sono raccontato
tante sere d'inverno davanti al camino
osservando le figure di fuoco
di pezzi di legna che bruciano
e divengono cenere azzurra.
 
Cenere da gettare sul ghiaccio
che si è formato attorno alla mia mente:
perché i pensieri non scivolino
nel deserto bianco che li circonda
e non ribaltino le situazioni e i limiti
di due occhi ancorati al loro passato:
che sognano fiabe e si raccontano fiabe.
Per continuare a credersi il fanciullo
che voleva cavalcare gli arcobaleni
del mattino.
 
Devi esistere.
Solo così un giorno davanti al camino acceso
portò raccontare ad un personaggio da fiaba
- con due occhi lucenti ed un sorriso
pallido - la favola di un eterno ragazzo
che dopo avere tanto atteso
si è creata una immagine reale
tutta per sé.
 
Che esiste.
E che ora gli siede accanto.
Mano nella mano.

TORNA ALL'INDICE
Massimiliano Bartolini
 
  
La mia ombra nella nebbia
 
Seguo
la mia ombra anatomica

annerita dalla fuliggine

dei discorsi

messi lì, a vanvera.

Cerco

di pestarla

quando si accuccia

nei miei piedi.

Cerco

luoghi bui

sinistrati da squarci

lunari.

Dormo.
Sogno

cirri circoncisi

da dardi di fuochi fatui

nel cielo senza ombre.

Sento

di essere un Peter Pan;

cerco

la mia ombra

per non trovarla.

 


Emilio Basta
 
La partita
 
In un tempo predeterminato,
su un rettangolo di gara,
un pallone gira
dietro regole prestabilite,
con triangolazioni dettate dal fato.
La fortuna talvolta
più della bravura
determina i numeri.
C'è chi vince c'è chi perde,
come nella partita della vita.
 

Preghiera
per un'amica
 
Confesso
di aver pregato Dio!
Ho pregato tanto,
per me, per gli altri,
ed ho imparato ad essere buono.
Vorrei essere cattivo
ma non ci riesco mai,
ecco il perché
di questa preghiera della vita
per un'amica mia,
ad un Dio che conosco solo io.
Preghiera che sarà esaudita,
cambierà la sua vita
e l'amica mia rimarrà
solo tale nei ricordi.
 
 
 
La fiumara
 
La mia fiumara
nasce dall'alto,
serpeggia fra salici piangenti
e campi di grano.
Stanca si perde
dentro un lago muto
e poi si disperde
fra verdi campi,
acerbi pescheti,
ed uve scialbe
come gli amori inutili.

TORNA ALL'INDICE
Alberta Bellussi
 
Impotenza
 
Indescrivibile
La sofferenza
Di guidare l'auto
Con la testa vuota
Tutti i pensieri
L'hanno lasciata
Si sono uniti a pensare
Al nulla.
Niente nella testa,
niente nelle mani,
e tanto amore che
non sa come fare nel cuore.
Tu soffri,
ti aggrappi alla vita guardandomi
e io nulla riesco a fare per te.
Prendi tutto ciò che vuoi di mio
Ruba le montagne, i fiori, gli animali
I volti delle persone a te care dai miei occhi
Ma io non riesco a far nulla per te.
Odio il male odio il cancro.
Dorotea Bonanno
 
 
Ragazzo
 
Non andare lontano
dai pensieri
dove muore la tua esistenza.
 
Non uccidere la tua voglia
di libertà.
 
Non lasciarti andare
facendoti morire
giorno dopo giorno,
no, non farlo.
 


TORNA ALL'INDICE
Maria Rosa Borgatti
 
Poesia
 
Poesia ed è l'ispirazione di un momento fugace.
Ho volato con ali di gabbiano nel mare infinito del cielo.
Su campi di grano maturato al caldo sole d'estate.
Tenere corolle, ho scorto di rosa canina dall'intenso profumo
ma irte di spine.
Ho placato l'arsura a fresche acque sorgive.
Ho cercato nidi di rondini
messaggere di cieli puliti.
Reali o sogni perduti
la speranza è che il bene s'insinui nell'animo,
perché è in noi che c'è tutto,
ascoltiamo il cuore
tratteniamo e trasmettiamo amore.
 

 
Sardegna bella
 
Irsuta terra plasmata dai venti
Acre profumo
Di pini e di mirto
Inebria il tuo paesaggio
Dolce o selvaggio
Cristalli di sole
Sulle acque smeraldo
Incessante odo la voce del mare
Che mi manda messaggi
Con le sue onde.
Emozioni profonde
Sardegna
Non ti ricordavo così bella.
 

 
Ciao Elena
 
Nomi gridati, invocati con forza
Librati ricordi
Sei nel tunnel di luce serena
Trasmigra l'anima
L'ultimo alito
Di vita terrena esala.
Teresa Bresciani Perez
 
 
Verrò domani
 
Nuvole bigie di pioggia
come una mandria impazzita
cavalcano il cielo
in un tuonar di zoccoli.
 
Nella grande pozza d'acqua
sull'asfalto grigio
il vento increspa
la chiara trasparenza.
 
Una sforbiciata d'azzurro
vi si specchia ora dentro
ed un timido raggio di sole
getta luminescenti magie.
 
Il mio sguardo segue
i dolci tornanti del passo
e aghi di pino stillano
ultime lacrime diamantine.
 
Verrò domani sul tuo crinale
abbandonerò le scarpe
ai bordi della mulattiera
e mi stenderò nell'erba tenera.
 
L'aria quassù
ha odore di libertà
e di beata solitudine,
è affondare in un mare verde
per riemergerne vivificato
di nuovo pronto e rinnovato.
 



TORNA ALL'INDICE
Emilia Caponetti
 
Primo contatto
 
La penombra mi portava i tuoi contorni
risvegliando
con moto intimo di rivoluzione
i chiaroscuri del turbamento
riflettori danzanti
in molli tessuti odorosi
invasori prorompenti
delle mie fessure dormienti
 

 
Alito materno
 
Brezza isolana
sbocciata anche per noi
così avvolgente e fluttuante
stella polare sei.
Luce di luna
ambrata e splendente
ombra di tenebra trasparente
la ferita ingombrante non mente.
Esausta e suadente
ti posi
sulla distesa naturale
dolce fedele compagna
del tuo risveglio ogni mattino
per rispondere al tuo pensiero
per melodiare il tuo desiderio
per illuminare il senso della vita
che è in te.
 

 
Muro
 
Molle muro
trasparente luminoso
barriera fantasiosa
pagina velina
sulla quale posso scriverti
sulla quale puoi leggerti
via di comunicazione telepatica
ponte di sospiro e di respiro
fra noi...
innamorati a distanza.
Fiorella Cappelli
 
11 settembre 2001
odissea sulla terra
 
L'incredibile cos'è
è l'incubo di una realtà inverosimile
l'apprendere l'esistenza di un odio senza limite
invocazioni di pietà interminabili
occhi fissi, senza lacrime...
nel cuore sgomento ed inquietudine...
mondi che crollano
seppellendo battiti di vite aggrovigliate
che innalzano muri insormontabili
verso una pace irraggiungibile.
 

 
Incognita
 
Svegliarsi all'alba di un vergine giorno
nell'incognita di un mattino qualunque
chiedersi cosa trasformerà questo nuovo giorno
in frammenti di vita vissuta...
chissà quanti e quali momenti lo attraverseranno
se e quali emozioni
faranno proprie le ore che in esso racchiude...
tra poco... i toni di grigio
si trasformeranno in colori con l'aiuto del sole
e noi lasceremo aperto il cuore...
per farcelo entrare.
 

 
Menzogne
 
E tu svanisci
lasciandomi a contemplare il nulla
del nulla in mezzo a noi non ti accorgi
e mancano le parole
a riempire questi silenzi
scorrono
muti
torrenti tra noi
straripano
menzogne.


TORNA ALL'INDICE
Giuseppe Carnabuci
 
 
L'urlo della città
 
L'urlo che hai sentito nella sera,
al di là di quiete persiane chiuse,
oltre i davanzali di marmo agglomerato o naturale,
e dietro i vetri infrangibili degli
infissi di PVC o di legnoalluminio,
è urlo di dolore,
lacerato dal silenzio delle allodole
e dallo stridio uniforme, assorto
delle cicale.
Lama di coltello, entra nel cuore
delle carni, recide vasi e vene,
tocca zone sensibili, dolorifiche,
traumatiche.
L'urlo della città assomma
in un'umica eco mille pianti
fasciati di silenzio, colorati di paura,
come graffi d'unghia su una pelle arrossata.
È chiodo di tortura nell'angoscia di chi geme,
è sale su piaghe vive, è bruciore
di squarcio su ferita aperta.
L'urlo della città non lo puoi ignorare:
silenzio per molti, turbine di suono per altri,
si sente distinto, vivo, lancinante
quando intorno c'è pace e tutti paiono dormire,
ma affonda dappertutto come un'onda lunga,
vigile, sottile, stridente,
e ti avverte che qualcuno
in quel momento soffre senza scampo.
 

Mihaela Cernitu
 
Mio caro e... il caro dell'altre
 
Sto con te nel mio pensiero da qualche minuto,
sto senza confini, senza vestiti,
mi fa caldo, mi va tutto bene, mi fa... miracolo,
mi fa tanta estate attorno,
come nei sogni colorati delle tue braccia
sensuali, carnali, giovani.
Che odore di uomo!
ah, questo odore
mi eccitaaaaaaaa!
 
Ti voglio tanto, ti voglio spesso,
tu mi fai smarrire in un nuovo mondo,
sconosciuto, senza margine,
senza mura, senza tempo, senza me...
neppure non cerco di trovarmi,
sono..., ma trovami tu sempre,
perdimi, baciami, amami!
con passione,
come non hai fatto con nessuna!
Quanto tempo perso!
Alla fine ti ho trovato.
 
Vienimi accanto, a cacciare il tempo,
per essere un immenso inizio,
io e tu insieme
un solo corpo doloroso di piaceri,
di... stagioni senza ritorno, senza porte, senza finestre,
senza... geometrie conosciute da millenni.
 
Sto davanti a me e guardo il cielo
infilato nelle montagne,
con tutto l'azzurro rovesciato
sopra di me,
come in un eterno orgasmo.

TORNA ALL'INDICE
Maria Francesca Cherubini
 
Corre il cervo...
 
Corre il cervo delle mie paure
lungo notti senza sponde...
 
Fuggi, cervo delle mie pene...
travalica notti d'assenti chiarori!
 
Rifugiati, cervo delle mie ansie
presso i roseti dell'alba...
 
...mentre la notte sui monti ti rincorre...
 
 
 
Mare
 
Alito di vento
s'insinua in dolcezza
in bianche conchiglie vuote.
 
Corre veloce nelle spire
musica soffiando
di note eterne.
 
 
 
Il Volto
 
Nel fondo delle pupille
c'è il volto di chi amo.
 
Lo accarezzo ogni volta
che chiudendo gli occhi lo penso.
Roberto Consiglio
 
Trafitto
 
La cupa ambascia,
l'oscura costernazione,
il senso di vuoto,
di sgomento,
di vergogna,
ha travolto la mia persona indifesa.
 
Quest'odissea mi ha colpito
nell'epicentro di ogni sentimento,
trasformandomi in un'odiosamato,
diretto all'inverosimile,
esasperazione.
 
Tacita è l'invettiva,
invano lottare,
il buio ha oscurato la luce
che viveva in me.


TORNA ALL'INDICE
Emanuela Corsello
 
Ricordami...
 
Chiudi gli occhi
e cercami nella cornice di un tramonto,
velato di rosa.
Cercami là, dove il cielo e il mare si toccano
e sembrano due amanti abbracciati.
Ascoltami nel fruscio del vento che solca le onde e le anime.
Ascoltami tra i tuoni di un tempo,
deluso da noi.
Ritrovami nella speranza di un nuovo mattino,
illuminato di sole.
Ritrovami nella certezza di una notte che torna.
Ricordami tra gli odori e sapori della tua vita.
Ricordami e quando aprirai gli occhi,
continua a cercarmi,
ad ascoltarmi,
a ritrovarmi
e a ricordarmi,
anche se non mi vedrai.
 

 Fiocco di neve
 
"Mio prezioso fiocco di neve,
ti raccolgo, ti guardo
e penso alla tua semplice bellezza
e il mio cuore si stringe"
 
Amai da subito queste parole e la bocca che le pronunciò.
Da subito desiderai ascoltarle ancora e per sempre.
Durò un attimo,
e un attimo bastò per non dimenticarle.
Così, ogni giorno le ripeto al mio cuore come se fossi tu a pronunciarle.
Tu, che per un istante mi hai regalato un sogno e un motivo per essere felice.
Tu, che mi ha tolto poi, ciò che mi avevi donato,
lasciandomi soltanto e per sempre un motivo per piangere.
Silvestro De Simone
 
 
Vita
 
Ho visto
il sole levarsi
nel silenzio dell'alba
 
e sotto le stelle
partire una vela.
 
Ho udito
la voce del vento
vibrare fra le foglie
 
ed alto nel cielo
il grido dell'aquila.
 
Ho conosciuto
la dolce malinconia
delle brume autunnali
 
e l'incanto delle rose
nelle sere di maggio.
 
Per quali sentieri di luce
condurrai ancora
la mia anima?
 
Sulle rive
di quale mare azzurro
lascerai il mio cuore?


TORNA ALL'INDICE
Diego Fantin
 
I sogni
 
Cantano, velati di azzurro e di blu,
e chiudono gli occhi immergendosi
nel vento di maestrale, ascoltano
attenti il frangersi nervoso delle onde
sulla sabbia ancora bagnata.
Grondano sudore al caldo sole africano
e tendono l'orecchio, proteso a captare
ogni sussurro, ogni sospiro, ogni parola
dell'antica saggezza del mare.
Verrà presto la sera e tra il cielo
stellato di fresco fioriranno nuvole
appena rosa che improvviseranno
antiche danze mai scordate. Poi
la sapienza del silenzio prenderà
il sopravvento ed i sogni si distenderanno
esausti sull'antica terra di Sicilia.
 

Sono
 
Sono aghi di pino
intrecciati le collane
che ti posso donare
e come fermaglio
poche parole d'amore.
Sono occhi che brillano
accesi nel vento
i pensieri che corrono
dentro alle menti
e quelli più dolci
sono sogni confusi
tra le luci dell'alba,
immersi in sorrisi
perduti nel sempre.
 

 Oggi
 
Sto vivendo tra
passato e futuro
e mi vesto di sogni
e speranze deluse.
Ivana Federici
 
Nuvola
 
Nuvola che vai
e rispecchi l'azzurro del cielo
e il verde dei prati
e regali gocce di felicità
e risvegli la capacità di amare in cuori assopiti
che fanno capriole come quelli dei bambini
e li riempie di gioia ed emozioni...
Nuvola...
nulla può fermare il tuo andare
in questo cielo infinito,
prati montani verdi e silenziosi
aspettano le tue gocce d'amore
ed io sollevo gli occhi
e come per magia si perdono nell'azzurro cielo.
 

 
Vivere la vita
 
Scopri te stesso e i tuoi desideri
e fai in modo che qualcosa si avveri.
Non lasciarti trascinare dal tempo,
vivi appieno ogni momento,
così mai potrai dire
di aver sprecato la tua vita
e il tuo avvenire.


TORNA ALL'INDICE
Francesco Ferone
 
Oltre l'immagine
 
«Ciò che cerchi non è qui...
...Alba di un altro domani terreno.»
Si vendica il sogno:
ombre, visioni senza tempo, luogo d'altri mondi...
Respiro immutabili richiami all'eterno,
proiezioni dentro te.
 

 Visione onirica
 
Il giorno s'avvia pallido,
una candida apatia senza soli.
Finanche il notturno cielo costellato s'era estinto...
Cosa ne sarà dell'unico irripetibile giorno presente?
Se vuoterai calici all'avvenire
di caduche gioie e tristi passaggi melodici
intrisi di sogni distorti,
non potremo più condividerne la nostalgia.
Ansia di vita
sospinge ad un quieto sonno
sulle sponde delle tue fantasie.
 

 Giostra (impressioni di una serata)
 
Grida, risate, lampioncini multicolori, volti confusi...
...Ebbrezza di spiriti infantili.
Voci di folla leggere come vento s'agitano attorno.
Tu con malinconica dolcezza smuovi la giostra
e i nostri sguardi s'incontrano,
si perdono, in attimi densi di significato nel nulla circostante,
che sempre più appannato vortica attorno.
Visione sfocata d'un passato
recante effimere gioie intrise d'incertezza.
Ancora la giostra continua ad andare
e le nostre vite a sfiorarsi
ed io a desiderare l'eternità di un attimo, un sogno,
o forse quella consapevolezza che uccide gli animi spensierati.
Pietro Ferraro
Voi, che ogni secondo apparite come visione nei pensieri miei,
come il più irrisolvibile degli enigmi e la più dolce delle tentazioni,
voi che sciogliete eterni ghiacciai al vostro puro e nobile sorriso,
che traspirate purezza dai profumi vaporosi che vi precedono ogni silenzioso passo.
V'amo, come potrei amare la perfezione della semplicità o la purezza dell'intelligenza,
potrei amarvi nei deserti oziosi, nei momenti vani, tra distese fiorite all'alba.
Vivrei d'aria per la sola certezza di vedervi ogni giorno, un secondo.
Cos'è d'altronde il tempo, mia dolce amata?
È la certezza, la prova inappellabile che v'amo e che sospiro
ogni qual volta apparite in lontananza, nella vostra tonica esilità,
ogni qual volta fuggite l'insignificanza dei burattini che ci circondano
conscia quanto me della loro mancanza di vita.
Vi ho vista triste e ho pianto, vi ho vista bianca come la paura,
tremante per colpe che non vi appartenevano, frutto solo della durezza della vita.
Voi, esile nei confronti del canemacchina che imperversava come una trappola per volpi
dietro ogni porta, sotto ogni falso saluto, finto sorriso.
V'avrei amata su prati di cielo tra nubi erranti e sagaci cinguettii,
voi sola, dolce come il silenzio ad un tramonto sul lago,
voi sola come pennello di emozioni invisibili.
Adoro la vostra umanità, il vostro "sentire",
la vostra fugacità come stella cadente, come scintilla.
Sentite ciò che sento quando attraversate altari di latta, sentite come me
che il mondo andrebbe dipinto perché a volte è un grigio colorato, inodore, insapore.
Per un vostro bacio scriverei le più belle fiabe dell'universo,
raggiungerei la luna con una barca a remi,
perché se è vero che l'incestuosità del libero arbitrio in una decadente invertita scala di valori,
ha reso ogni letto teatro della più triste delle illusioni e della più amara delle sconfitte,
a me, di vostra grazia, basterebbe tenerla per mano, stare un po' con lei,
che fugge tra milioni di impegni e poche cose che ama, per cancellare un mondo attorno
che non le piace che ha un decoro troppo finto per essere considerato.
Dunque, senza veli e senza maschere mi presento dinanzi al vostro giudizio
cosciente della vulnerabilità che ho adesso nei vostri confronti, ma anche di ciò che sento,
madama, che io giammai abbia da pentirmi di non averlo espresso,
questo fuoco di emozioni che mi tormenta e mi rende vivo.
A voi, dodici mazzi di ogni specie di fiore, che adornino il vostro sguardo,
che la rugiada al mattino rifletta il vostro viso. Quello che spero, un giorno, sarà mio.

TORNA ALL'INDICE
Gerardo Genovese
 
Un angelo nero
 
 Vento che cigola
 
Sei la porta
del tempo
arrugginita
a certe
emozioni
sei la stella
che m'ha
inondato
 

 Tacite acquiescenze
 
Rami
contorti
terre battute
contese
ormai donate.
 

 Vino e caffè
 
Uno
lava l'animo
l'altro
ritempra
lo spirito
entrambi
completano
il cosmo.
Sandra Giacobbi
 
Il nulla nei cuori,
attoniti,
colmi di rabbia e di pianto.
Sanguina
la pace ferita
dall'ignobile demone
ideatore malvagio
di questo folle gesto.
L'aria
è intrisa di morte
disperazione,
di polvere,
macerie,
di sogni stroncati.
Rimane il silenzio...
Non trova la mente
nemmeno la forza
di vendicarsi.
Inerti
annebbiati dal cupo dolore,
impotenti
davanti alle grida
alle preghiere
ai voli disperati nel vuoto,
agli addii soffocati
lungo le linee telefoniche,
alla coscienza della fine
ai perché senza risposta.
 
Al di là dell'oceano
grida di vittoria.
 
Quanto siamo diversi.
Quanta diversità dimora nel mondo.
Per noi
Rimane il silenzio...

TORNA ALL'INDICE
Antonino Giardina
 
Ad una Preclara Dama
 

 (del Santo Sepolcro di Gerusalemme)

 
Con indosso quel vestito nero
accollato con lunghe maniche,
il mantello di velluto di seta nera
con la Croce di Goffredo
in panno scarlatto, d'oro filettata,
- emblema della casa del Buglione
che il Gran Sepolcro liberò di Cristo -
e sul capo la preziosa mantiglia
che lasciava trasparire i biondi capelli,
sembravi una vezzosa nobile damina
del Settecento veneziano.
E mentre il Cardinale Gran Maestro,
là nella Chiesa di San Giuliano
dell'affollata via dei Crociferi,
sospesa nel tempo e nello spazio,
con bianchi mantelli, di spade e speroni
di Cavalieri in corteo per l'Investitura
ti costituiva e proclamava Dama
del millenario Equestre Ordine
del Santo Sepolcro di Gerusalemme,
io ti guardavo incantato ed estasiato
avvinto dall'onestà rifulgente del tuo viso,
dalle tue preclari virtù,
dalla casta, serena, dolce bellezza
andando ai tempi antichi,
quando le bionde, belle eteree madonne
così conquistavan l'invitto cuore
dei ferventi Crociati Cavalieri
che con elmi, corazze e grande fede,
- dopo la Veglia d'Armi -
con in bocca il Santo Motto
"Dio lo Vuole"
partivan con slancio a liberare
gli oppressi Fratelli d'Oriente
e a conquistar di Cristo la Santa Terra.
Gian Piero Grasso
 
Non piangete
 
Piove, il mondo dorme e io resto
solo a guardare queste fotografie.
Mia madre respira affannata,
nel cuore ha lacrime amare.
Piove e io resto ancora sveglio,
non posso dormire, non posso
dimenticare i giorni difficili
i giorni felici, i giorni con
il cuore tra le mani.
Tutto questo ho visto nello
sguardo di un bambino che
non sa mentire.
Sono piccoli questi bambini
ma hanno il cuore cresciuto.
Non piangete bambini,
vorrei darvi il sole,
vorrei darvi l'arcobaleno
per farvi correre con la fantasia.
Non piangete!
Non piangete, il mio cuore è lì da voi
ad a carezzarvi, a fare il pagliaccio
per farvi ridere.
Costruirei l'anima con queste parole
per non farvi più soffrire...
Non piangete!


TORNA ALL'INDICE
Maria Gurreri
 
Nel deserto
 
Questa mia notte
è
voluttuosa
serena
febbrile
Il Tempo
si arresta
nella sua
corsa sfrenata
Mi regala
un numero
inimmaginabile
di Stelle
tutte per me
ma sono
troppo sola
a contemplarle
in questo
Deserto
Silenzioso
Immenso
e sempre nuovo
All'improvviso
ti cerco
ti vorrei
accanto a me
a proteggermi
da tutta
questa Immensità
Carlo Leoni
 
 
Padre
 
Suonano le campane
sordi rintocchi persi
in un aria satura
di lacrime di pioggia.
 
L'ultima nenia di preghiere
confusa tra singhiozzi soffocati
accompagnano lenti passi.
 
Passeranno le lacrime
si annebbierà il tuo viso
tra mille giorni e
tra mille ricordi nuovi
 
Ma su questa tomba
cercherò sempre me stesso
nella speranza che un domani
mio figlio, sulla mia tomba
cerchi se stesso.


TORNA ALL'INDICE
Giove Mangano
 
 Il tram a Vicenza (03-12-1992) "I"
 
Qui a Vicenza il tram è una scoperta
parlo della rete trasporti urbani
che s'estende ai Comuni non lontani
viaggiandovi ti tien sempre all'erta.
 
Gli itinerari hanno una sorpresa,
non per tipo di gente trasportata,
studenti sempre pronti alla risata
o massaie che vanno a far la spesa,
 
ma per il fatto della bella vista:
tanto verde e l'architettura abbonda;
porte, archi e basiliche d'artista;
 
si costeggia il fiume Bacchiglione;
si osserva persino la Rotonda.
È un tram da diletto e istruzione...
 

 (03 - 06 - 2001) "II"
 
Ritorno sui tram qui a Vicenza,
dopo, giusti, otto anni e mezzo,
io, invero, ci penso da un pezzo
a quello che dirò, in confidenza:
 
gli itinerari sono gli stessi;
resta il diletto e l'istruzione;
scorre sempre lì il Bacchiglione;
archi, ponti e fiumi restano lì messi.
 
Cambia invece la gente trasportata:
le massaie son sempre di meno;
gli studenti non fanno la risata;
 
aumentano i neri e gli indiani
che insieme con i gialli fanno il pieno.
Si palpa neo cultura con le mani...
Ilaria Masini
 
Rinascere
 
Nulla ti danneggia come i ricordi di
una vita mai vissuta.
Ricordi aleggiano nell'aria
come cenere nella brace.
Una brace mai respinta dal vento,
mai espulsa dalla memoria,
lo so,
hai paura di far vedere il dolore
di quel fuoco che per anni ti consuma.
Quelle cicatrici che non ti abbandonano,
ti perseguitano ovunque tu vada,
ovunque ti nasconda.
Molti tentano di curarsi o di essere curati,
ma nessuno può capire che
solo tu puoi essere l'unico ad aiutarti
l'unico ad evadere da questo incendio.
Perché non prendi nelle tue mani
questa maledetta sofferenza
e non poni fine alle tue ustioni giornaliere?
Esci da te stesso e osservati dal fuori, vedrai...
c'è un'altra vita che ti attende
assieme alla tua anima.
Rinasci!!


TORNA ALL'INDICE
Giovanni Masobello
 
Notte
 
Notte lontana che viaggi nel tempo,
come i ricordi remoti,
chiusi fra le mura di chissà quale speranza.
Notte pallida che ti nascondi nel cielo,
dietro grattacieli d'imprendibili illusioni.
Fredda notte d'Ottobre,
difettosa d'opache stelle,
confuse nell'inverno della mia anima.
 

 Tramonto
 
Grigio profumo di un'onda lasciva,
dolce ferita di un corso alla deriva.
Sole senza stelle in un giorno di luna,
muto lamento di un tramonto.
 

 I sogni?
 
Ascolta i colori della luna,
i profumi della notte sincera.
Le anime si perdono,
e poi si rincontrano.
Il sole risorge,
ma senza fretta,
come un guerriero mai stanco.
I giorni aiutano a vivere.
Ma i sogni?

Eliana Olivotto
 
Fili
 
Fili di pensieri
da liberare in alto
aquiloni di fragile colore.
Fili da legare stretti
in mano,
per trattenere l'allegria
di cento palloncini
che poi lascerò andare,
fiori nel cielo.
Fili rossi,
per lanciare ami di parole
a chi le sa capire.
Fili tesi
a sollevare momenti di malinconia...
Fili forti
per ricamare foglie di silenzio,
se la parola taglia ogni legame.
Fili aggrovigliati,
quando il buio è troppo nero,
fili riposti,
raggomitolati
in un cassetto chiuso
da un'antica chiave.
Fili
su cui stendo ad asciugare
sogni bagnati nella nebbia della notte.
Fili spezzati,
che solo la memoria annoda.
Fili ondeggianti ancora
alla brezza della sera,
fili trasparenti di luce settembrina,
fili d'erba gialla
lucenti di rugiada...
Una rete di fili...
per tessere i giorni
della vita.

TORNA ALL'INDICE
Carmine Palmieri
 
Kabul 2001
 
Le notti a Kabul sono lunghe
come gli inverni artici
e hanno un respiro enigmatico
che fa tremare i polsi dei cieli
di tutti i Continenti.
 
Là il tempo si logora
come nel suo morbo
un malato terminale,
e si misura con il numero
dei missili e dei morti
che svuotano la città,
delle fughe e dei profughi
che non sanno dove andare.
 
Là ogni giorno che passa
è un passo verso il Big Bang
conclusivo dell'estinzione
antropica e biofisica.
 
Là dai tetti sclerotizzati
delle vecchie case
si alza lo stesso sole
cui non sarebbe dispiaciuto
portare in giro per il mondo
anche il sorriso eliotropico
e rassicurante delle Torri Gemelle.
 
Là il dolore è globale.
E vibrante come il mio cuore
che non sa più come amare.
Né come morire, per non veder morire.
Federico Panetti
 
Quale infinito
 
Quale infinito c'è
Se ogni volta
Che tendo la mano
Tocco una rosa
Una cosa,
Un pensiero
Chiuso in un ricordo
O in un desiderio
Già appagato?
 

 Il cannocchiale più potente
 
Una boccia tracannata
All'altezza degli occhi
Lascia vedere chiaro
Lontano oltre orizzonte.
 
Assaporo la scoperta
Tra il tramonto
E prima che il sole
Sorga nuovo.
 
Ma a giorno fatto
Mi ritrovo
Con il vetro ancora pieno.
Il vino è stato tramutato in acqua.


TORNA ALL'INDICE
Federico Parli
 
Mina
 
Crescendo
Ho imparato a parlare
Ho imparato a leggere
Ho imparato a scrivere e vivere
Amandoti
Imparo a crescere
 

 Credo
 
Abbandoniamo le nostre paure
Nella cristiana cerimonia
Per poi ritrovarle
Nelle briciole
Di un pane ormai troppo secco
Pasto
Delle anatre del Demonio
 

Trauma
 
Pioggia di fiori
Lacrime di petali
Ieratico personaggio dai profumi d'ambra
Nicchia tetra
In un bosco effervescente
Saremo ancora vivi
Dopo tutto questo?
Riposo
Non voglio essere stanco.
Martina Peloso
 
Pianto
 
Sfiorano, brividi di tenerezza,
l'acquosa foschia delle pupille e
l'iride, penetrata d'amarezza.
 
Di rugiada, stille tremanti,
nella timidezza dei corpi lenti,
cadono come stelle,
dall'acquario siderale degli occhi
delle nere pupille,
in mille cieche bolle.
 
E le gote, trapunte di diamanti,
son cieli di cristalli frangibili...
E lacrime di luce, d'urla e canti,
sono il feto di parole mai dette...
 
Rigano il viso con unghie taglienti
comete in agonia;
nei dolci amori e negli odi violenti,
piovono, cristallizzate e raccolte e
s'infrangono al suolo in fiumi di pianto:
lacrime morenti in onde d'acanto.
 

 Un altro volto
 
Ed eccomi cadere
su giochi di dama, di ruoli finiti,
recisi di lama, con
abiti e maschere, quali non sono,
ma che sono loro, senza risuono.

TORNA ALL'INDICE
Francesca Piazzolla
  
Non chiamateli Vecchi
 
Sono esseri umani.
I più sacri.
Vi sembrano tristi.
Sono solo stanchi.
Hanno visto
albe... su albe
tramonti... su tramonti.
Dispendiano sorrisi
a chi elogia
la veneranda età.
Prova a chiedere
consigli
per sanare
una società malata
in cui vivono
turbati e... spaventati.
Ti sfileranno
una corona
di antichi proverbi
che li ha portati
a tanta saggezza
ad una vita
sana e... serena.
Vecchi!!
Chiamateli Saggi.
Racchiudono
nella mente e nel cuore
il Tempio Sacro
della saggezza e della prudenza.

Flavio Porta
 
 L'ultima nota
 
Cosa ne sarà di me?
 
Vivi la tua vita giorno per giorno.
Non importa.
Ogni giorno è diverso da quello precedente,
ma uguale ad un giorno che è già stato... e che verrà.
Un susseguirsi di eventi, di sensazioni,
alternarsi di gioie e malinconie,
la tua vita unica ed irripetibile
semplice e impossibile...
devi osservare, piangere, sorridere, correre,
volare a volte...
volerei per sempre se solo potessi...
atterrare e combattere,
vincere e perdere,
passioni e dolori,
amore e odio,
e giorno e notte.
Godere di ciò che è lieve
sopportare ciò che è pesante e continuare.
Su in alto e poi in basso per risalire.
Siamo fatti così.
Una musica composta di ritmi profondi e sottili,
ma anche di rumore frenetico incomprensibile.
È questa la nostra musica.
La componiamo giorno per giorno,
aspettando la nota che non esiste ma che verrà...
la nostra ultima nota.
Posso immaginarla,
un ultimo dolce lieve respiro sussurrante...
 
La fine?
 
No... è solo l'inizio.

TORNA ALL'INDICE
Mario Raso
 

A S.S. Giovanni Paolo II

 
7 maggio 2001
 
Mercanti d'Arabia
Vendono sale
a Gaza.
Acquile da Giuda
scrutano il mare
di Tiberiade
mentre Pietro
cerca tra gl'ulivi
spirito di pace
 
Oltre i colli
verso l'occidente,
cembali e suoni
mandano messaggi
forse, un dì
chissà, sarà
la PACE!
Daniela Regondi
 
11 settembre
 
Spalancati gli occhi del male,
accecato il rivale trattiene il respiro...
Anime si liberano in volo,
anime nuotano nel fiato del cattivo,
anime tendono la mano verso il mondo,
ora tinto di bianco...
nessuna...
nessuna abbraccia con affetto il destino.
Un urlo spalanca la porta del cielo,
ed ora,
sotto il simbolo infranto...
il silenzio.


TORNA ALL'INDICE
Chiara Rigoli
 
Lancinante
 
inaspettato, insicuro incontrarsi
invano rincorso per giorni infiniti
subitaneo

abbagliante

il riverbero del caso

dilagante

tremare come timida puledra
nervosa tensione di recrudescenze
è primavera

non mi vorrai mai?

lancinante

gelosia

e gelo sia

se di altrui voci i soli
ti illumineranno
se anche lei voleva

e io, penosamente ignara

serrato, tagliente stupore
stranito, diffuso
precipitare.

Ugo Rubinelli
 
Sole purpureo che emana i suoi raggi, brucia l'aria che ho intorno
Infliggendo una torrida pena alla pietra bruna e siccata
In lontananza da un torrente scorre acqua gelata
Che spezza il bollore degli aridi grani di fine stagione
Davanti ai miei occhi immagini di un panorama sfocato da onde d'estiva calura
I miei passi rimbombano a terra
Sollevando infinite particelle di polvere in un volo scomposto
Unendo i frammenti della mia passeggiata d'agosto
Mi incatena in un istante la tua voce
Certezze smarrite in un mare di prose
Riposi soave e mi ridoni la luce
Quella che persi sopra il cammino
Lungo la strada del fato smangiata dal tempo
 
Mi ridoni la luce
Quella smarrita nei miei pianti d'infante e d'adulto
Nel ricordo di un giorno che ora si sgrana come carta nel fuoco
 
Mi ridoni la luce
Quella che si era ormai spenta negli occhi del giovane
Nel pensiero costante di una notte stellata da sogno trascorsa da solo
 
Mi ridoni la luce
La stessa luce
Che ora rivivo
In ogni tuo gesto e sorriso che creano la pace

TORNA ALL'INDICE
Vincenzo Sarta
 
Lettera dalla Musa
 
Più di un anno ormai è passato
da quando la sua mano scrisse
sul foglio che tengo dinanzi.
Il destino m'ha negato di conservarne
lo sguardo ed il sorriso
nel ritratto che avrei sempre voluto donarle;
né posso osservare la sua anima
in una lettera scritta a cuore aperto,
se non nei fugaci messaggi
che un tempo ci scambiavamo.
Non ho alcun privilegio
fuorché un oggetto che le è appartenuto,
un dono e le poche righe rimaste nelle mia mani:
sono termini freddi,
un linguaggio che non le appartiene.
Quando il Fato l'ha voluto
ho sempre cercato fra quelle parole
un segno celato
dalle ingiustizie del mio mondo,
ho tentato disperatamente di sfiorarle l'anima,
ma vago confuso e preda del superfluo.
Forse brucerò questo logoro pezzo di carta
e vedrò diradarsi col suo fumo
i residui di un amore
così forte da apparire inutile...
Forse no,
non ne avrò il coraggio.
Ebbene vivo oggi un sogno allucinatorio
in cui i miei sensi recepiscono
curve d'inchiostro
come larghi fianchi
e labbra polpose;
se la vita e l'amore hanno delle forme
sono quelle mediante cui
lei ne traccia le parole.
Marco Saya
 
 
Troppe volte
 
Troppe volte
 
Giochi di bignè su bocche voluttuose
Massaggi di carezze accennati in discesa
Sale la febbre di giocolieri impazienti
Scacco di un re ad una regina che aspetta
 
Troppe volte
 
Viso d'angelo sonnecchi, ridono gli occhi semichiusi
Labbra appagate soffiano appena
Una chitarra sul letto strimpella nuda
Menestrello di corti boccaccesche pizzica altre corde
 
Troppe volte
 
Il gioco ricomincia su arpeggi sfiorati
Melodia suadente su una pelle di velluto
Pause di istanti anticipano note d'amore
Libera l'improvvisazione l'ultimo assolo di piacere
 
Troppe volte
 
Ricordi di un sapore lontano
Gusto di un sesso che manca
Stanco il menestrello suona su un letto vuoto
Aspetta un vassoio di bignè e nulla più.


TORNA ALL'INDICE
Luciana Scaglia Grenna
 
 Senza sapere
 
Sei partito per una destinazione,
ignota,
senza sapere.
Peccato!
In te è rimasto
un dubbio atroce...
quello...
di non essere stato
amato
e invece no!
Lo struggente amore
ha preferito non farti sapere
ma tu,
per questo silenzio,
hai sofferto troppo
e il tuo cuore
non si dava pace.
Sei riuscito a perdonare?
No... si.
chissà
forse un giorno...
...lo sapremo!

Rossella Stefini
 
Certi occhi
intagliati nel ghiaccio
si sciolgono
al tepore del mio petto
in sonni improvvisi
e sorridenti bambini.
 

 Raccolta
tra la pietra calda
e il vento ondoso
osservo
il mare verticale
piegarsi
alla legge dei miei occhi
chiusi sul fragore
delle mie cento vite.
 

 Ci fa sfiorato la carne
e precipitati in mancanza assoluta
di noi, privati per la pietà
della vita che deve venire.
 
Sono stata oltre il tempo
 
ho visto la mia vita mancare
 
i tuoi occhi di vetro
nascosti ai miei baci da pietre,
 
e ho pianto tutto il dolore.

TORNA ALL'INDICE
Marzia Todero

Medusa

 
Siedo.
Bussano alla mia porta.
C'è qualcuno?
Dietro la porta.
Risponda qualcuno.
Coraggio.
Alzati.
Vieni ad aprire.
La solitudine si appesantisce.
Siedo e ricordo.
Ricordo quando correvo
coi sassi tra le mani.
Ricordo che mi porto via.
Non lasciarmi. Non lasciarmi.
Saltavo la grande pietra
mentre l'ingenuità
mi veniva strappata di dosso.
Chiamo. Chiamo.
Ho la febbre
i pensieri e il volto roventi.
Nessuno
niente
c'è solo il mio corpo
esausto.
Volevo urlare
avrei voluto. Avrei dovuto.
Dove sono i miei sassi?
Le mie mani
sporche di terra?
Parole murate
dolore immobile
di un teatro interiore
depredato del suo mathemata esistenziale.
Romano Trerè
 
Pronto soccorso
 
Distesa di lettini nel corridoio
Tintinnio di bottiglie
Come alberi che gocciolano
Volti speranzosi cercano conforto
Verso il cielo
Sguardi rassicuranti
Verso il basso
Frenetici slalom di camici bianchi
Grazie.


TORNA ALL'INDICE
Roberto Turrisi
  
Il mitomane
 
Nel sogno, in cui dimora la speranza
vive quest'uomo e tutto il suo pensare
e voglia non è ciò di stravaganza
ma null'altro dal disio di campare.
Fantasmi vede e folli sensazioni
nell'aria... sente spesso riecheggiare,
tra il fumo e la poesia di un'emozione
lì sempre lo vedrai... immaginare.
 

È ancora giorno
 
È ancora giorno tra queste montagne
ma stranamente il sole non vedo
mentre il muto veston le campagne
e nel vento... non si cela che un segreto.
 
È ancora giorno negli occhi dei bambini
ma nei miei occhi il sole non vedo
perché nascosto si è forse tra i pini
o forse è solo... il mio male consueto.
Ilaria Emilia Vacca
  
Aetas
 
Anima nella notte
volgeva al cielo gli occhi
grigi di lacrime.
Raccolse un fiore nero
brillante di rugiada
e si allontanò
per il lungo irto sentiero.
Anima nel giorno
volgeva al sole gli occhi
bruciati di fuoco.
Raccolse il bianco abito
e discese
per il lungo irto sentiero.


TORNA ALL'INDICE
Emilio Valpreda
 
Il mio amore è una gatta
 
Tutti gli animali
sono un dono meraviglioso di Dio
Un uccellino intenerisce il cuore
del delinquente più incallito.
La mia gatta lenisce
la mia solitudine.
E quando mi tiene compagnia
durante il sonno
arrotolata contro il mio corpo
non mi sento più solo.
E quando mi capita di svegliarmi
e sento il suo respiro
per un attimo ho l'impressione
di avere ancora accanto la mia donna.
 

 Il rimpianto
 
Ero come un'esile pianticella
che stentava a vivere
E quando grazie a te
arrivò a fiorire
Tu te n'eri già andata
La tua curiosità si era spenta prima.

Barbara Visioli
 
Il volto
 
Naufraga dopo la tempesta
sola
nel buio di un'eclissi durata troppo a lungo.
 
Sono frammenti del mio passato.
 
Adesso
la luce
un volto
il tuo.
 

 La voce
 
Nella stanza riecheggia il suono di singhiozzi attutiti,
solo chi soffre nel silenzio
conosce questa voce.
 
La voce
può essere solo suono
o molto di più.
 
Musica.
 
La musica di un violino
con una corda spezzata,
che, nonostante tutto, continua a suonare
al meglio che può.

TORNA ALL'INDICE
Antonio Zocchi
 
Il vortice (la mente)
 

17 novembre 2001

 
In un vortice
è il mio ricordo,
dove la mente
consuma parvenze d'istanti:
e si ciba di tutto,
anche d'invisibile,
saziando la sua sete d'immenso
in ogni riflesso.
Per ogni sospiro,
si riempie di sogni.
Forse la vita
le tende le mani,
forse la vita
le mostra miraggi.
Forse la notte
le nasconde i colori,
per poi donarglieli se c'è la luna.
Forse i suoi giorni
si levano stanchi
tra le pieghe del cuore.
La mente, così,
instancabile vive.
Con sonno o destrezza
sempre cammina.


TORNA ALL'INDICE
Se non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al numero 0298233100
 

RISULTATI DEI CONCORSI
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei mesi)
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA DEL CLUB
E-Mail:
concorsi@club.it
 
Ins. 22-08-2002