Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Angela Starace 2002

Sommario
Prefazione a cura di Antonio Spagnuolo - Maria Rosa Vittorini - Vittoria Aceto - Isabella Michela Affinito - Silvana Amadeo - Adriana Assini - Marco Buzzetti - Vittoria Caiazza - Anna Calossi - Giuseppe Carnabuci - Alberto Cerbone - Arianna Cervellini - Cristiano Comelli - Lanfranco Cordischi - Tiziana D'Ambrosio - Maurizio D'Armi - Elisa Davoglio - Maria De Michele - Emilio Dezani - Tina Filace - Giuseppina Fracchiolla - Raffaella Frese - Maria Teresa Giustiniano - Renato Golia - Simonetta Gravina - Pasqualina Iannello - Luca Incicco - Nunzia Latini Pressamariti - Annalucia Lorizio - Lia Manzi - Paolo Marzioni - Mauro Moretti - Ottaviano Naldi - Maria Luisa Nicodemo - Sara Passi - Roberto Piperno - Silvia Pizza - Franco Porcasi - Laura Ranzi - Ermano Raso - Renato Riccio - Michele Rizzo - Annunziata Romeo - Luigi Rossi - Mariano Saturno - Adriano Scandalitta - Giovanni Scilio - Sergio Scisciot - Giuliano Tani - Olivia Torre D'Ercole - Caterina Vastarella

 
Antologia del Premio Angela Starace 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 56 - Euro 15,00 - ISBN 88-8356-493-6

Risultati del concorso Angela Starace 2002

 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
 
In questi ultimi anni abbiamo assistito, inermi, ad un progressivo deterioramento della società che ci circonda, intenta oramai a sradicare ogni capacità di pensiero filosofico ed ogni fonte di creatività.
Fortunatamente esiste ancora il Poeta, il quale cerca disperatamente di rapportarsi alla "parola", per veicolare quei sentimenti, quei movimenti indefiniti, quegli esperimenti ritmici, intento ad uscire dal caos, sia per esigenze intime, sia per illusioni inaspettate, sia per emulare la ricca ed articolata aulicità dei secoli trascorsi,
Così ci ritoviamo innanzi ad autori sino ad oggi a noi sconosciuti, nella simpatica lettura di testi, che si offrono con genuinità e direi anche con semplicità, per una antologizzazione quale risultato ultimo del Premio di Poesia Angela Starace 2002.
Cosa sia la poesia è impossibile definirem, proprio perché arte del dire senza dire, arte del ritmo e della musicalità, arte della metafora e della immaginazione, arte del proporre irrealtà quasi fossero reali, in un fervido e smagliante messaggio, che ogni autore tenta di lanciare verso il vuoto o verso un sordo ascoltatore.
Il volume raccoglie alcune liriche di pregevole fattura: da Barlumi di Giuseppe Carnabuci, volutamente lontano da ogni sperimentalismo, per appropriarsi di un registro squisitamente melodicom, a Furor passionis di Maria Teresa Giustiniano, nel multicolore sentimento sotteso alla espressione, a Silenziosamente di Annalucia Lorizio, dal saporoso distacco che divampa nell'intima assenza, ad altro Silenziosamente di Pasqualina Iannello, giocato amabilmente con la quartina e la rima, a Canta Bambina di Cristiano Comelli, nella emozione elegiaca di un canto...
L'occasione ci spinge all'augurio di ritrovare per le prossime edizioni altri nuovi ed agguerriti autori, nella speranza di poter offrire al pubblico che ci segue un panorama sempre pià vasto e suggestivo.
 

Antonio Spagnuolo


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Vittoria Aceto
 
 
Sete d'infinito...
 
Abbracciami...
cielo terso!
...E il brioso soffio del vento
sfiorerà candidamente
il mio corpo!
Abbracciami...
...E finalmente esulerò
dal torpore
della tristezza!
 
Diafana
è la tua freschezza...
...E già mi trascina
-enfaticamente-
nell'illibatezza eterea
-del sogno!-
 
Abbracciami...
cielo Terso!
...E angeli fiabeschi
accarezzeranno teneramente
i miei capelli!
Abbracciami...
...E dolcemente accoglierò
le sublimi gioie
dell'anima!
 
Leggiadro
è il senso di tripudio...
...Che m'inebria
-divinamente-
nell'incanto eccelso
-dell'infinito!-

Silvana Amadeo
 
 
Tracce d'infinito
 
Nell'anima che cerca la luce
in fondo alla sua malinconia,
nel silenzio del tempio semi cupo;
nelle risposte a lungo cercate
che sbocciano nel cuore all'improvviso.
Nei gesti delle mani
volti a propagare amore
o risanatrice energia,
unica energia che impregna
ogni atomo del cosmo.
Nel mare, vecchio antico mare,
che cupo ruggisce nella notte
o discreto, adagio, si posa sulla riva:
l'immenso si avvicina all'infinito.
Su una vetta,
più prossimi al cielo,
ad osservare globi stellati,
dispersi occhi siderali,
sfere di fuoco:
regni di alieni, di spiriti celesti?
E lì dove l'origine si perde
fantasticare sul brodo primordiale...
Ed il piccolo cuore si esalta
in proiezione verso l'infinito
nella certezza dell'immortalità.
 


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Marco Buzzetti
 
 

(Ai miei amici: Alessio, Franco, Gasparre, Italo, Luigi)

 
Abbiamo traghettato
oltre quarant'anni
uno strappo al vivere
 
Insieme ordimmo trame,
e pensammo colti da sconforto
di regalarci un sosia; un duplicato
 
Poi ricominciammo la dissepoltura
tra le gore, raschiando ghiaia
 
Appianando sentieri già levigati
forgiammo più certi la rotaia
 
Oggi prigionieri... scivoliamo
senza deragliare al nuovo inizio
 
Dove un propagare di radici
genererà ancora insieme, una risata,
un rintocco... un altro celato tempo
 
 

Giuseppe Carnabuci
 
 
Opera 1a classificata
 
Barlumi
 
Sconfinano dai tuoi occhi
piccoli barlumi di coriandoli lucenti,
guizzano come lampi di magnesio
in una foresta di stelle,
cercano una strada
tra implumi girandole di luci,
chiedono un'alba tutta loro,
tra notturni sentieri scoscesi
inargentati di brina,
assommano desideri compressi,
volontà velate,
alchimie inespresse.
 
A volte, resuscitano un cammino
in luoghi dimenticati di memoria,
traspaiono, fra pensieri dimessi
che non s'attendono un alito di conferma,
sfrenati propositi d'assenso,
danno luce ai miei occhi,
affondano nella speranza d'un sogno,
apertosi d'incanto
nel precipizio d'un destino.
 
Come spilli pungono e trafiggono
la rinascita d'un mito
che s'arena nell'onda alta
d'un rimpianto, cercato, affannato,
squarciano il peregrinare d'un dubbio
tra maglie aperte di respiri
che si nutrono del giorno sfatto
nell'attesa, vivida, vicina,
d'un tuo sguardo,
d'un tuo sorriso.


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Lanfranco Cordischi
 
 
Per un attimo
 
Per un attimo, una vetta troppo sublime
ho raggiunto e serpeggiante allora,
a guardare dabbasso,
alla gola la nausea m'ha invaso,
di saliva la bocca m'ha colma,
risalendo alle radici del naso,
ché al cielo troppo vicino, ignaro,
m'ero scoperto.
Sopraffatto, ho indietreggiato
e a terra seduto mi sono,
rabbrividendo,
e, quando me stesso ho ritrovato,
sorpreso mi sono di nuovo,
senza parole, nella valle lì sotto,
con gl'inutili, forse, postumi
della passata tempesta.
 

Maurizio D'Armi
 
 
Non dirmi
 
Non dirmi
che la fanciulla del parco
perderà il sorriso,
che orizzonti sconfinati
più non saranno
i suoi occhi,
che la promessa
d'un incontro
resterà solo un ricordo,
che presto, anche per lei,
il sole del mattino
volgerà al crepuscolo.
 

 
La poesia
 
C'è qualcosa
che si spinge a scrivere,
a dire, a essere;
c'è un'acqua rara che zampilla;
per un attimo
il mondo si ferma e pensa.
 
 


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Tina Filace
 
Viaggi
 
Dopo le selvagge scogliere lampedusiane
e i "dammusi bianchi"
a picco
-sul mare in tempesta-
con il vento che "fiero"
scolpiva il paesaggio
austero
nella sua lunare rudezza.
Dopo i crepacci e i seracchi
del ghiado ghiacciaio
meraviglioso...
si sentiva "rapita"
distaccata dalle cose reali...
Poi...
Inevitabile...
il misero ritorno alla quotidianità.
 

 
La zolla
 
Varcò quel silenzio...
palpabile
piacevole
quasi irreale
una voce le disse:
"giardinetto 14"
Arrivò...
neanche una stele
ne un fiore
solo un mucchietto di terra che aspettava.
Si abbassò e con la mano
impresse la sua emozione
su quella zolla
e...
in quella corrispondenza
di amorosi sensi
erano di nuovo insieme.
 

Giuseppina Fracchiolla
 
 
 
Solitudine
 
Cara solitudine,
che rabbia descriverti,
perché darti nobiltà?
Per quel vuoto che emerge
ogni volta che penso
a quei ricordi tormentati.
Sola sono precipitata
nelle montagne silenziose
scoprendo così la natura,
come una guerriera che conosce
sentieri, strategie vincenti
per i tuoi attacchi vili
io ti ho saputo sfidare
perché di te
ho fatto un impero fervente:
creatività,
bellezza dell'anima,
amori viventi.
Io sono nobile
per non inseguirti più
tacitudine inespressa.
Solitudine, sii grata a me:
ti ho fatto sorridere.
 


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Raffaella Frese
 
La corrente del fiume
 
S'incammina, con tante promesse;
"la nostalgia".
Spuma dalle onde i segreti del tramonto.
Regina della notte,
riesuma i secoli andati,
mentre dolce e colorata d'argento
viola lo spirito della luna.
S'incammina tra singole voci,
costruisce le dighe;
con giorni
e vele d'azzurro!
Appare all'orizzonte
mentre il mare sì colora di rosa,
ed un usignolo s'intona col fruscio del vento.
Corre; corre nel silenzio solenne
giù per antichi monti
irrorandosi di candida luce,
prosegue, e va verso sud
dove sì genera un momento
e l'uomo tace.
 

Estasi
 
Nel labirinto della mia mente
ossessioni offuscano i miei pensieri,
che mascherati dai ricordi
confondono la realtà con un banale sogno,
cioè l'ebbrezza della vita
che Schiava della tentazione;
coltiva un desiderio avverso,
nascosto bene, dentro mille vesti d'illusioni.
Piango e rido; come un folle poeta,
per le sue prose
per le sue muse!
...cerco e non trovo, ciò che sono,
chi sono,
quello che vorrei essere:
un dì meraviglioso, ciò che non sarò mai.
 
 

Maria Teresa Giustiniano
 
Opera 2a classificata
 
 
Furor passionis
 
Affondo nei tuoi occhi:
profano matrimonio di ambizioni.
 
L'ossessione del desiderio,
avida di piaceri;
 
il furore del desiderio,
Orlando che inscena la sua follia.
 
Le mani, gli sguardi, le labbra,
languidi giochi negli antri oscuri
della notte,
 
il senso di essi nascosto
nei labirinti del silenzio.
 
Sono una fontana dalle acque
fresche e limpide, bevi alla mia fonte,
risorgi a nuova vita, rigenera
il tuo corpo con nuovo argenteo vigore.
 
Ti renderò immortale, sogno maledetto,
ingannevole miraggio in un deserto di fuoco
che brucia in questa notte meravigliosa...
 


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Simonetta Gravina
 
 
 
L'industria dei disperati
 
Un'orda di cervi,
braccati,
scandiscono la follia,
con i zoccoli sordi,
del loro terrore,
fuggono,
oltre il confine
della realtà,
inghiottiti,
nella porpora
del loro sangue,
sulle ali nere
di un sogno.
Soli,
con la rabbia
del mare.
 

Nunzia Latini Pressamariti
 
Materia di luce
 
Fugge la luce del sole
si scioglie in molecole fini
incontra un campo di more
e per gioco
si cala ridendo
tra gli aspri sentieri di spini.
Sviene all'istante
aggredita dal nuovo dolore.
Soggiace al delirio di fuoco
per atroci momenti
secoli
o forse
ore.
Quando riprende un po' di vigore
solleva la testa
o meglio
quello che resta
dell'idea primordiale.
Offuscata la vita risale.
Cade. Si alza. Si arresta.
poi ancora si muove,
ma piange i colori
e il dolore-materia
muta le lacrime d'oro
in veleni mortali.
Respira il soffio.
E il vento.
E poi lo sgomento che tutto pervade
quel tempo oscuro, irreale.
Vorrebbe tornare nello spazio-profondo,
ma ora non può
c'è tutto un mondo
un figlio nuovo che deve cullare.
 


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Mauro Moretti
 
 
Cavalli nella notte
 
Poi voleranno
i cavalli nella notte
per portarmi
dove riposano i miei sogni,
senza paura
mi lascerò sollevare
e le stelle lontane
mi seguiranno interessate...
 

 
I sogni...
 
Chi la lasciato
aperto il rubinetto dei sogni?
Li ho visti scorrere perplessi
lungo l'altipiano fino a
perdersi nella valle
stanotte
uno
dieci
cento bimbi
si gireranno
tra le coperte senza conforto.
 

Renato Riccio
 
 
L'addio
 
... e mo' t'aggia lassà...
'a via mia me porte a 'n'atu pizzo,
ca, penzo, forse tu già saie qual'è
e ca' me porte luntano, luntano... luntano 'a te!
'Stu core mio ne soffre, jà sapè,
cchiù assaie 'e quante può immaginà.
Scusame si te sto' danne 'o "tu",
ma sule accussì riesco a te parlà,
pe' te dì tutt' 'o bbene ca' je voglio a te,
pe' puterte dì "Grazie pe' tutto chello
ca' tu 'e fatto 'nfi a mo' pe' me."
Tu si stata comme... e meglio 'e 'na mamma,
si stata, si' e sarraie l'angelo mio
ca' m' 'a guidato e me guidarrà
pe' tutt' 'a vita mia, pe' sempe.
Tu si' 'o cchiù bellu sciore ca 'O Signore puteva crià,
chino 'e calore, culore e bellezza
e je, farfalla nuvella,
'ncoppe a 'stu sciore me so' pusate
e m'aggio pigliato tutto chello
ca tu si' stata disposta a me da'.
Pe' chesto so' crisciuto accussì
e pe' chesto mo' me n'aggia j'.
E primmo ca' 'sta vita c'aggia affruntà
'e po' cagnà, si 'nce riesce,
te lasso tutt' 'e penziere mie
'e cchiù belle ca' pozzo tenè,
'nu core chino 'e ammore puro e sincero,
e 'nu ricordo 'e me cu' 'e bracce stese,
dduje uocchie vuliuse 'e sapè,
cchiù lucente pe' 'na lacrema d'addio,
(e ca te guardano senza maie se stancà)
e 'ncopp' 'a 'sta vocca l'accenno 'e chillu vase
ca nun songo maie stato capace 'e te da.
 

Alla mia cara Maestra

un alunno della quinta elementare

 


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Ins. 03-06-2003