Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2003

Sommario
Prefazione a cura di Umberto De Agostino - Marco Angella - Antonia Astarita - Elena Auddino - Paola Baccin - Maurizio Bacconi - Alessandro Bacigalupo - Sergio Baldeschi - Maria Rebecca Ballestra - Sergio Barbieri - Umberto Belardinelli - Claudio Bellini - Giuseppe Bertola - Elena Besostri - Maura Besostri - Vincenzo Bolia - Francesco Cacciotto - Marinella Caffa - Laura Calafiore - Gabriella Cantoni Bravi - Sara Capizzi - Sergio Caponera - Barbara Caprari - Rosanna Carabellese - Carlo Carrea - Antonella Chinaglia - Ferdinando Colzani - Cristiano Comelli - Carmelo Consoli - Maria Rosaria D'Alfonso - Andrea d'Amore - Maurizio D'Armi - Massimo De Mellis - Roberto Del Duce - Massimo Di Caro - Luigi Di Miceli - Gloria Di Salvo - Roberto Duca - Luigi Diego Eléna - Lucia Elli - Alessandro Fanfani - Anna Fazio - Marilena Ferla - Giacomo Ferretti - Paolo Fiore - Giuseppe Gambini - Maria Rosa Gelli - Vittorio Gelsomino - Piera Giangravè - Simone Grandi - Mariano Grossi - Federico Guardo - Maria Rosaria Guarini - Marisa Iacopino - Angelo Jonas Imperiale - Maria Antonia Jannantuoni - Antonio Lacquaniti - Diego Laurenti - Milvia Lauro - Chiara Antonella Lodeserto - Alessandro Maffei - Gabriella Manzini - Francesco Marcotuli - Maria Gabriella Meloni - Maria Grazia Molinelli - Sonia Morichi - Liliana Paparini - Chiara Perlini - Michele Piacenza - Aura Piccioni - Maria Grazia Pietroletti - Giulio Piras - Pietro Pisano - Paolo Ranghino - Ermano Raso - Luciano Ridolfi - Mariagabriella Ridolfi - Cristina Risso - Milena Rodella - Matteo Rolleri - Daniela Rusconi - Adriano Scandalitta - Giuseppe Scapellato - Laura Scaramellini - Giovanni Scilio - Rita Claudia Scordino - Paolo Serra - Giuseppe Sorrentini - Rosanna Spina - Stefano Tonelli - Michela Tucci - Mario Vecchione - Maria Teresa Zara - Elena Zasa

 
Antologia del premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2003 - formato 14x20,5 - pagg. 100 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-816-8

Risultati del Premio Antologia del premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2003

 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
Poesia è il suono dell'anima tradotto in parole, è un sussurro che fa battere il cuore, è la musica che alita dalle labbra. Sentimenti, emozioni, pensieri profondi hanno animato i poeti dell'ottava edizione del concorso nazionale di poesia "Ottavio Nipoti": ancora una volta l'iniziativa culturale della biblioteca comunale ha fatto centro.
Per commentare la lirica del vincitore, Claudio Bellini di Valenza, non ci potrebbe essere testo migliore di quello del poeta dell'infinito, Giacomo Leopardi, che nello Zibaldone scriveva: «Le rimembranze che cagionano la bellezza di moltissime immagini non solo spettano agli oggetti reali, ma derivano bene spesso da altre poesie, vale a dire che molte volte un'immagine riesce piacevole in una poesia, per la copia delle ricordanze della stessa o simile immagine veduta in altre poesie».
Presentando alla giuria "La rotta degli aquiloni", l'autore di Valenza ha scavato nelle pieghe più intime dell'animo colpendo per i sentimenti più reconditi, per il desiderio di pace e di infinito. L'ottava edizione della competizione letteraria, promossa dalla biblioteca comunale con la collaborazione tecnica de "Il Club degli autori", ha colto nel segno: decine e decine di autori, provenienti da tutta Italia, si sono sottoposti al giudizio dell'organismo preposto a individuare il testo vincente. Anche quest'anno non è stato facile, malgrado Claudio Bellini abbia saputo catturare i sentimenti dei giurati in maniera convincente. La giuria composta da Carlo Pusineri, Maria Santina Sozzani, Giuseppina Di Giovanni, Chiara Sala e Umberto De Agostino ha classificato al secondo posto Gabriella Cantoni Bravi (Gardone Riviera, Brescia), con "Solitudine", e al terzo Sara Capizzi (Cesano Maderno, Milano), con "Africa". Ecco gli autori dal quarto al decimo posto: Elena Auddino (Polistena, Reggio Calabria) con "Stella che non c'è più", Massimo Di Caro (Savona) con "Un uomo", Giuseppe Bertola (Torino), "Prima che il sole sorga", Francesco Cacciotto (Messina) con "Oltre il ponte rosso", Rosanna Spina (Venturina, Livorno), con "Senza parole", Elena Besostri (Sommo, Pavia) con "Esilio", e Sergio Barbieri (Voghera) con "Ho passato la mia vita". Dieci anche i segnalati: Alessandro Bacci (Tavarnelle Val di Pesa), Paola Bavera (Vigevano), Pompeo De Bernardi (Terranuova Bracciolini), Giuseppe Gambini (Garbagnate Milanese), Simone Grandi (Mordano), Giovanni Scilio (Scicli), Maria Antonia Jannantuoni (Napoli), Angelo Jonas Imperiale (L'Aquila), Maurizio D'Armi (L'Aquila) e Maria Gabriella Meloni (Morena).
Sabato 26 giugno 2004, alle 17.30, la biblioteca comunale di via Roma ha ospitato una cerimonia sobria, ma efficace, destinata a far prevalere il soffio dell'anima. È stato lasciato spazio alla poesia, al sentimento: la soddisfazione del sindaco Giovanni Fassina, dell'assessore alla Cultura Michele Bellesso e di tutti coloro che hanno lavorato per approntare al meglio le sale affrescate di palazzo Strada è stata unanime e sincera.
La biblioteca comunale è orgogliosa di proseguire sul cammino tracciato nel 1995: un cammino di poesia e di cultura.
 
Umberto De Agostino
 
Presidente della Biblioteca Comunale di Ferrera Erbognone
e Segretario del Concorso
 


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SERGIO CAPONERA
 
 
29 Giugno
 
prigioniero di te
notte incantata
lunga intensa
notte d'estate
 
magiche stelle
stanno a guardare
l'alba schiarisce
è ora di andare
 

 
Piove
 
Mi scivola addosso
dolce, leggera
mi sussurra
ricordi lontani
 
correvo felice, era,
pioggia di primavera.
 

 
Alba d'inverno
 
Piano, spegni le stelle,
Dai scintillio alla brina
 
Dall'uscio del mio cuore
Aspetto che sorga il sole
 
 
 
 

 ROSANNA CARABELLESE
 
 
Villaggio alpino
 
Abbandono
desolazione
silenzio
Equilibrio dinamico
di tegole, di tetti, di rami secchi
Detriti
Tracce di neve ancora
disegnano le cime
solitarie, silenti, mai stanche
 
Villaggio alpino
di un tempo che fu
rifugio selvaggio
del pastore errante
del turista smarrito
del mio animo in fuga
Immobile persisti
nel tempo
più paura non hai
delle intemperie
 
A una domanda sola
rispondi
tra le chiare luci del giorno
Riferimento certo
calore mattutino
punto di incontro
sei
pel viaggiatore
quale tutt'ora anch'io
alla ricerca
di una dimensione
della luce
di un punto fermo
o semplicemente di un sasso
su cui sostare


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 ANTONELLA CHINAGLIA
 
 
Al frutto del nostro melograno
 
Nell'ottobre fogliuto
tra uva e crisantemi
da un floreale imbuto
cento rubini qual seme.
In Te, mela incoronata,
dal rutilo fiore
per foscoliano amore
ricordo di dolore,
sull'esile pelle è tatuata
la Vita sanguigna:
un giorno un chicco
asprigno e ricco.
Mela granata
in palmo celestiale
di Bimbo, e di Madre,
cui il sacrifico è Sposo e Padre:
dai gigli cerchiata
qual prece virginale
del Botticelli vocata;
marmorea Passione nutrita
a peccato originale
dal Della Quercia scolpita.
Aspro succo della Vita
spremuto in coppa ambita
è citino amaro
per Chi di cor è avaro.
Anche nel Tuo cortile,
posto a fondo calla
si abbia un melograno
erto alla Vita che Noi rimpalla.
Il dì avanti sarà men gramo
con danzanti Angeli a file,
che tra foglie e rami
ti ricordino chi ami.
 
 

 ANDREA D'AMORE
 
 
Stilla la goccia
nella vena
sale la bolla
 
guardo la farfalla
sul polso di plastica
immobile conduce
la goccia che stilla
nella vena
sale la bolla
 
gli occhi ritensi
cade la goccia
traccia la guancia
sale il sospiro
 
la donna prostrata
guarda la bolla
che sale
stilla la goccia
nella vena
 
sale la bolla
stilla la goccia
nella vena
sale la bolla...
 
 
 
 


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 MASSIMO DE MELLIS
 
 
Fontana alpina
 
Disseti e rinfreschi
con getto sincero
chi a te si rivolge,
semplice nel cuore,
attingendo acqua chiara.
 
Vedi sorridere giovani,
schiette figure riflesse
nel vago tremolio
della rustica vasca.
Li ascolti paziente
porgersi posate parole;
s'allontanano in breve
con passo emozionato.
 
E vanno via
nel tempo del poi,
mentre il tuo frusciare,
i monti, i forti boschi
scolorano rapidamente
fermi in quell'attimo
ormai già trascorso.
 
Nei cassetti dei ricordi
resti fissa anche tu
col tuo canto sussurrato,
quale immoto dipinto.
 
Solo un abete si chiede
ove mai sarà giunto
quel getto d'acqua limpida,
scorso in fretta
sui declivi della vita.
 
 

 ROBERTO DEL DUCE
 
 
Nel raro giorno
che spalanca la pianura
dalle foschie cineree
svela colori giovani
il grano
fino allo scuro dei filari
al netto delle poche vigne
e tutto si mostra
inenarrabilmente
 
tradite da questa
limpidezza
sacre montagne
s'apprestano
oltre ogni verità
e sgomenti ed assoluti
attimi di luce
precedono la mente
 
le case
sono tutte presenti
dove l'azzurro
non risparmia i margini
lontani
e il sole di disfa soffuso
 
quando arriva
la sera si perdona
come un approdo
di meritato declino
 
cade tramortita
la penombra
in una folla incancellabile
d'impressioni
 
 


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 Massimo Di Caro
 
Opera 5^ classificata
 
Un uomo
 
Siede curvo nel buio di una stanza
accarezzando le rughe di un viso
solcato ancora da un vago sorriso.
Siede in braccio al futuro, il quale avanza
ormai solo nel nome del passato,
gli affievolisce piano il respiro
e come in un torbido raggiro
si va riprendendo ciò che gli ha dato.
Siede ora, è stanco di speculare,
non ha più un frammento su cui imbastire
la verità sopra ogni altro dire
e non rimane niente da affermare,
niente che non sia già stato negato,
a un uomo vissuto per il passato.
 
 

Luigi Di Miceli
 
 
Rocce antiche
 
Rocce antiche
Di basalto bruno
L'una
Sull'altra
Per sconfiggere il tempo
Nuraghi
Mistero
Nel mistero
Origine
Di un popolo
Antico
Rocce antiche
Frustate
Da un vento
Millenario
Levigate
Modellate
Ma lì
Innalzate
Come
Impavide
Torri
Su cime
Deserte
Per proteggere
Queste terre
Dai nuovi
Invasori
Che non
Lasciano
Storia
In questo
Nuovo
Millennio.
 


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 Roberto Duca
 
 
 
Telegramma da Ribelle
 
Detesto
chi
ritiene necessario
risolver questioni
con logiche
deduzioni.
(Vittoria-realizzata-attraverso-barricata)
Lo Spirito
che or
la conquista
anela
con sgomento
rileva
come
a pancia obesa
il rivoluzionario
sia spento
e reazionario.
 
 
 

Luigi Diego Eléna
 
 
 
 
Mamma e Papà
 
Mentre il tempo scolpisce il suo corso,
al canto della vita che mi segna dentro,
mi sento esplodere l'emozione d'esservi figlio,
mi lega forte il ricordo
a voi e per voi
e sarà ansia per una gioia,
più solo non mi coglierà il pianto,
all'alba al tramonto
pronto nella preghiera, aspetterò la carezza dell'appuntamento, per correre
a raggiungervi lassù, dove sorrideremo sempre.
 


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 Anna Fazio
 
 
Volando...
 
Come una rondine
volo verso il mio cielo,
mi nutro della sua aria
e felice, volando, vado.
Immersa nel suo colore
mi perdo...
non sono più nera
appartengo all'immenso
azzurro!
 

 
Danza
 
Il vento sussurra
col suo alito caldo,
nell'afa estiva diurna
e fresco è in serata.
Il mare risponde
con onde spumeggianti
che nel morire
danno vita ad altre.
Il vento soffia più forte,
le onde si alzano
e si intrecciano in esso
in una danza
di passione e d'amore.
 

 
Notte
 
Notte,
compagna di paure,
ansie e di lunghe insonnie;
amica,
capace di far vedere cose mai viste
dentro e fuori di me.
Notte,
che nel tuo buio
fai vedere la luce,
e nel tuo silenzio
fai ascoltare dolci musiche
mai sentite.
 
 

Giuseppe Gambini
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Ho visto...
 
Questa mattina, con tanta allegria,
felice ho lasciato casa mia,
sono andato in giro per il mondo
per cercare qualcosa di più profondo!
 
Ho visto un leone aggredire uno gnu
perché morir di fame non voleva più...
Ho visto un cacciatore con il fucile sparare
perché un uccello aveva voglia di cantare...
Ho visto una nave sul mare scoppiare
e dal suo ventre petrolio vomitare...
Ho visto sul mare nere macchie allargarsi
e tanti uccelli nel cielo non più sollevarsi...
Ho visto le spente stelle un po' soffrire
perché gli uomini non vedevano più gioire...
Ho visto nella notte la luna aver timore
perché non sentiva più il mondo parlar d'amore...
Ho visto una bandiera di pace sventolata
ma dal tutto il mondo purtroppo ignorata...
Ho visto un esercito andare ad ammazzare
perché il proprio fratello si voleva ribellare...
Ho visto un nudo bambino piangere disperato
perché, tra le rovine, i genitori non aveva più trovato...
Ho visto un uomo chiedere la carità
perché di lui nessuno aveva più pietà...
Ho visto un uomo un bambino sfruttare
perché la propria lussuria voleva soddisfare...
Ho visto intorno a me tanta ipocrisia
e disperatamente sono scappato via!...
 
Questa sera, con tanta malinconia,
triste sono ritornato a casa mia,
mi sono chiuso nel buio della mia camera
e sul viso è scesa una lacrima amara!
 


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Marisa Iacopino
 
 
A mio padre
 
I tuoi occhi di pietra
Inseguivano il mio terrore
Che li forgiava umani
Nella crudeltà
 
Apparivi all'improvviso,
Frugavi in quella stanza,
Rubando pure l'odore della miseria
In subaffitto
 
E la vita fluiva nell'accozzaglia
Di letto comò armadio tavola e stoviglie
Di carità, in cambio dei nostri migliori
Pignorati
 
Arrivavi frusciante nella seta
Di camicie e cache-col parisien
Prigioniero di bisogni urlati sulle nostre schiene
Piegate
 
Poi ammansito dal poco argento
Che tintinnava nelle tue tasche zingare
Tornavi libero, distratto appena dalle nostre vite
Spogliate
 
E a noi restava il decoroso niente
Apparecchiato sull'ara del sacrificio, colla croce
Depredata pure del suo Cristo, in quella stanza
In subaffitto
 

 Angelo Jonas Imperiale
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Forse una parola...
 
Vivo in un perenne stato
di razionalismo innamorato.
Quanto una parola può cambiare
quel ch'hai dentro?
Ora come un lento corso di mare,
brucia nel tormento
- di una disperata solitudine -
... sì, forse una parola:
è il cuore che ti salta in gola,
soffoca quel lamento
-- e piange e ride in un momento -
... è giunta l'ora
di stringerci forte nella magia,
- follia -
di un umano sentimento.
 

 
Lampi di vita
 
Vento di ombre
tra i ruderi di un teatro,
resti intrappolato
in nuvole di gelo.
Freddo di "inumanità"
congela le mie vene e
resto immobile.
Vivo tra i lampi
di un tentativo di vita che
dalla quotidianità
spesso troppe volte
scivola oltre l'infinito o...
... s'incanta
nella bellezza di questo mondo finito.
Realtà che
tuona eterna
- nell'indefinito -
di un paradosso,
di un sorriso.
 
 


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Diego Laurenti
 
 
Primo vere
 
Di nuovo
il sole di primavera
batte le corti
in cerca
di schiamazzi di giochi
e le nutrite erbe
dei fossi
brado
dileggia il vento...
 
Quante memorie mosse
nell'intento
di sedar vecchi rancori
sordi d'inedia,
agri di sapore...
 
La terra
giace cruda
in solitaria attesa
d'un dio che la fecondi
e la rinnovi.
 
E in una sacca di vento
si ridesta l'anima
scoprendo
l'alba dischiusa
di un ciliegio in fiore.
 
 
 

Milvia Lauro
 
 
La selva
 
Gli uccelli delle torri
hanno reciso
i gigli della selva
tra volti senza occhi
sotto lividi ponti.
La selva
quella che custodiva
la guancia delle viole,
quella del sogno
e dei misteri
non ha svegliato,
col suo grido verde,
i tamburi del sangue,
le braccia moltiplicate
e il miele della luce.
Ha lasciato assassinare
i gigli
senza un sospiro.
Indifferente.
 


7 dicembre 2002)

 


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Maria Gabriella Meloni
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Caleidoscopio
 
Vorrei fermarmi, sostare
per cogliere il riflesso
di un'immagine
sul prisma sfaccettato del mio cuore.
Notare il rifrangersi del ricordo,
lo scintillio fatuo della memoria,
il gioco variegato di questo caleidoscopio.
Ma non è il momento,
non è l'ora.
M'incalza un lungo cammino,
una voce imperiosa mi vieta
ogni indugio.
 

 
Precarietà
 
Non essere altro
che il sogno di un'ombra,
avere la consistenza impalpabile
della nebbia lattiginosa
che in un mattino d'autunno
avvolge ogni cosa,
che la luce del sole disperde.
Rimanere in balia
di una folata di vento.
Voler esorcizzare la fragilità,
tentare di sottrarsi
alla condanna della precarietà,
protendersi verso l'alto
in uno slancio disperato,
inseguendo qualcosa
che sottragga alla condanna
cui l'uomo è ancorato.
Coagulare l'attimo,
travestirlo col sembiante dell'eterno.
Illudersi di arrestare
questo flusso all'uomo destinato,
annientare la vertigine
dell'essere stato.

Maria Grazia Molinelli
 
 
Giocoliere di memoria
 
E anche se ti odio
io non ti ucciderò
parte di me
che sei visione e poesia.
Combacia la tua mano
con la mia,
uguale è il solco
delle nostre vite.
 
Quando tu odori
il vuoto delle voci,
gli occhi si cerchiano
di replicanti io,
le labbra sono avide
di subito e ancora.
Non vedi strada e luci
nei tuoi occhi
e solo presagisci
paure d'abbandono.
 
Ma se plasmata
riposi in vele gonfie,
l'anima naviga
appesa al cuore.
La pelle si fa ambrata,
si unisce ai pescatori
e sonda i sogni nel blu del mare.
 
Ti chiami ansia
e ad ogni mio risveglio
sei giocoliere di memoria.


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Sonia Morichi
 
 
Calde emozioni... mi sfiorano
 
Ineguagliabile rifugio
d'emozioni
... il tempo si ferma
e tu mi accarezzi ancora una volta...
un bacio eterno sfiora
le mie labbra e poi...
interminabili note
risuonano tutte intorno
come canto d'angeli,
una sola parola...
tranquillità,
racchiude il sentimento che provo
restandoti accanto,
quando anche solo se per un breve attimo
mi sfiori...
giustizia e ingiustizia
lottano fra loro,
ma nessuno potrà mai sapere
i caldi e dolci sentimenti
che mi avvolgono
quando mi stringi forte a te...
non lascerei che passasse
nemmeno un secondo
per bloccare l'istante magico,
ma poi tutto scolora
come in un fantastico "SOGNO"...
e svaniscono
queste calde emozioni che mi sfiorano.
 

Aura Piccioni
 
Le nostre parole
 
La luna, spettrale presenza...
Abbiamo le parole per comunicare
l'Eterno e l'Universale,
ma non bastano.
Nascono dalle labbra,
si sfiorano;
suonano la musica dei poeti,
le melodie dei Serafini.
Ma il cuore, perché non vola?
Dovrebbe allargare la ali,
il cuore...
Ha paura delle lusinghe,
il cuore,
e si perde nella notte,
tra il vento, inascoltato.
Le parole restano,
allora, lì;
mute, silenziose...
Anche quando pregano il Cielo,
anche quando vogliono centrare
il Sole.
 

 
Avrei vissuto secondo
il mio cuore...
 
Se sapessi cantare,
canterei l'elogio
di questo cielo
che dischiude
abissi di serenità
inattingibili...
Se sapessi volare,
volerei fra le stelle
per fugare ad esse
un raggio
che rischiari
i freddi abissi
della morte...
Se avessi potuto vivere,
avrei vissuto
secondo il mio cuore...
 
 

 


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 Maria Grazia Pietroletti
 
Cantico d'Amore al Creatore
 
Tu sei nella letizia
dell'animo di chi si
fa Tuo servitore.
Tu sei nel suo cuore,
nel suo occhio e nel
suo orecchio Tu sei,
e nella sua mano.
Tu sei nei suoi piedi,
che vanno al lebbroso
o battono strade alla
cerca per chi non ha.
Tu sei nella sua voce,
che tutti chiama in amore,
e nella Luce sei, Che
illumina la sua
preghiera. Tu, sei, Amore.
 

 
Ritorni d'azzurro
 
Il prato brillante
da un raggio d'oro...
odore di erba
bagnata...
da oscuri abissi
lievi salgono
immagini azzurre
della mia infanzia,
quando erano miei
gli Infiniti...
trasparenti
luminosità
empivano le ore
dei miei giorni...
e la mia casa
era una bolla
di cristallo...
si era leggeri...
e si volava...
alti...
 
 

Luciano Ridolfi
 
 
TU
 
E mi dissi:
un giorno l'amore verrà
e porterà il colore dei tuoi occhi.
 
Quando la tua mano stringerà la mia,
quando le tue labbra si schiuderanno
come una rosa al sole del mattino,
quando mi scriverai t'amo sulla sabbia
e le onde non potranno più cancellarlo,
allora il cielo si spalancherà
alle mie lacrime di gioia.
 
Sarò felice
come un fiore che in autunno
invece di morire comincia a vivere,
come un gabbiano che radioso
grida in aria la sua libertà.
 
In quel giorno,
finalmente unite,
le nostre anime voleranno
oltre le montagne della paura e della razionalità.
 
In te
il mio cuore s'annullerà
per risorgere a nuova vita
in un mondo fatto d'emozioni e sensazioni purissime
che doneranno al mio spirito l'agognata pace.
 
In te
m'abbandonerò
ed i tuoi occhi saranno le stelle
che mi guideranno sul mare della vita.
 
Sì, oggi l'amore è venuto
ed ha un nome: il tuo nome.


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Maria Gabriella Ridolfi
 
La vita

C'è un sole, che scalda le viscere della terra.
C'è una luna, che illumina le tenebre della notte.
C'è una stella, che dà speranza all'avvenire.
C'è il calore dell'azzurro del mare.
C'è il verde affettuoso della collina.
C'è il canto soave d'un usignolo.
C'è il pianto dolce di un bambino.
C'è l'affetto di due mani, che ti accarezzano.
C'è il sorriso, che gonfia il cuiore.
Ci sono i tuoi occhi, che sono la mia vita.

(a mio figlio Leonardo)


Milena Rodella
 
Sciogli le parole dal tuo disordine,
nuota dalla dimensione muta verso la luce,
sgrovigliati dai fantasmi,
esci solenne dal cuore del bosco
 

 
Sacrificio
 
Lago che immagini,
Lago che sogni
fra verdi colline
memoria di faggi centenari,
e di verdi castagni.
Lago che celi,
lago che sogni
nascondi i sussurri dell'onda
li risucchi e li riporti fra l'erba
 
Lago,
fulgida impronta di antiche saghe,
risvegli sapori
agli elfi ed alle montagne;
ti coronano di cose
ma tu ancestrale forza pagana
ti liberi di loro
e ti prendi al solstizio
la tua vittima sacrificale
 

 
Ad un'amica scomparsa
 
Mentre lento si rifrange l'eco dell'onda
respiro di mare sulla notte d'alabrastro
cospargo i miei petali
lacrime di oggi
pozzanghere di sogni,
ricordi
 
Ancora ti tengo la mano
mentre il tuo sorriso caldo rimane
splendida luce in una sera d'inverno...
So che sei qui,
splendida stella
anche se mai - forse mai più -
rivedrò più
il tuo viso
 


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Paolo Serra
 
 
Un'era
 
Me ne vado silenziosamente
Poiché l'uomo può salire e scendere
Nella scala del vento
Pieno di ritratti e di specchi
Poiché può aprire e chiudere
Il silenzio
Il libro dei Salmi
O quello del
Calcolo Infinitesimale.
 
Salirò sulla cresta,
Come prima,
Leggendo sui solchi pietrosi
Di madrepore astrali
Pazienti atti quotidiani
Buche per l'ulivo
Discorsi fissati con l'acqua.
 
Non mi siedo sulla vetta,
Voi lo sapete.
Io canto solo per lo spazio.
Nel tempo invece
Ritrovo le aurore
Avvolte di morbide penne,
Sogni pesanti e tronchi millenari.
 
Me ne vado silenziosamente
E lungo la cresta
Guarderò ancora
Come prima,
Con amore,
Come sempre
Il vostro cammino quotidiano
Verso il sorriso dell'anima.
 

Giuseppe Sorrentini
 
 
Cime
 
Cime lontane,
vette biancastre
di roccia e neve...
Cime lontane,
occhi che scrutano,
cuori che vibrano
e, nell'oscurità,
menti che pregano.
 

 
Ricordi
 
Ricordi e sogni in dissolvenza;
ansie nel buio e nel vento
sospinte dal passato
con tenere speranze...
e ricammino lento verso l'alto
fra il bisbigliar dell'acqua,
come di preghiere.
 

 
Elegia
 
Brandelli di ricordi
illuminati da sogni
ricorrenti
e ingenui tormenti
propongono silenzi
di felicità
nel sole che tramonta.
 
 


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Stefano Tonelli
 
 
Il temporale
 
Fuori è temporale forte.
Scrosci d'acqua e nuvole nere
in questa oscura mattina
sbattono imposte e spingono
le fronte degli alberi
in una folle danza macabra.
 
A letto piango e tremo,
bambino impaurito,
povera anima rapita dal vento
sacchetto vuoto impazzito nella bufera.
 
Non vorrà dunque qualcuno di voi
- Padre, Madre, Fratello -
accogliermi nella luce solare di un abbraccio?
Non potrò addormentarmi appeso
al vostro collo, sul vostro petto,
cullato dal vostro respiro?
 

 
Epigramma
 
Ero un bambino dagli occhi profondi e pensosi,
bellissimi - mi dicevano tutti.
I miei occhi, la mia bocca, i miei capelli non ho mai saputo di chi fossero
mia madre mi abbandonò appena nato.
Ho sempre vissuto di pensiero, di immaginazione, di speranze,
in attesa di una vita che non è arrivata mai.
Ora sono stanco, la mia gioia giace scordata, lontana,
inaridita nel limbo delle vane attese.
Quest'esistenza sta svanendo tra le mie mani
anch'io vorrei un po' di luce.
Angeli, Maestri, molto mi volgo a voi, molto vi invoco,
ma voi a lungo mi lasciate solo.
Vorrei dissolvermi trafitto dai vostri raggi
in un abbraccio rigeneratore, che tutto sanerebbe.
 
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Agg. 07-03-2005