Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
M° Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello 2004

Sommario

Prefazione a cura della Giuria del Premio - Albo d'oro del Premio - Silva Alba -Marco Angella -Elena Auddino -Elena Azzerlini -Sergio Baldeschi -Pacifico Battaglia -Massimo Bellotti -Vincenzo Bolia -Maria Antonietta Borgatelli -Gabriele Bozzani -Giusi Bugia -Barbara Caprari -Vincenzo Cardone -Carlo Carrea -Pietro Catalano -Claudio Cianchella -Ivano Alessandro Ciardelli -Chiara Maria Pia Colli -Ferdinando Colzani -Patrizia Cozzolino -Sonia Curto -Maurizio d'Armi -Giovanni Dacò -Diego Fantin -Gianni Fassina -Angela Fullone -Angela Fullone -Giacomo Fumarola -Gian Pietro Genta -Amedeo Giordani -BandoleroNero -Carlo Grigioni -Carlo Grigioni - Lucia Patrizia Indiano -Diego Laurenti - Calogero Lauria -Mariano Luccero - Alessandra Maltoni - Andrea Mancuso -Tiziana Marini -Silvia Martinengo -Chiara Melloni -Maria Gabriella Meloni -Maria Grazia Molinelli -Gianluca Mollo - Pietronilla Notarantonio -Francesca Pantalei -Aura Piccioni - Franco Porrera - Carlotta Veronica Puccetti -Cristiano Ravasi -Rina Ravera -Luciano Recchiuti - Giovanna Renga - Alessandro Rivaroli -Raimondo Rocchetti -Giorgio Rolfi -Gabriella Rolli Fantini - Elena Ruvidi -Michela Scabbio -Adriano Scandalitta - Antonio Semprini -Vanda Sessa -Roberto Silleresi -Mario Sirotti -Daniele Uboldi - Paola Urso - Luca Vagnato -Tiziana Zago -Michele Zanella -Valentina Zerbi -Giuseppe Zetta -Piera Zucchella - Piera Zucchella

 

 
Antologia del Premio M° Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello 2004 - formato 14x20,5 - pagg. 84 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-854-0

Risultati del Premio M° Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello 2004
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 

 

La prima edizione del Premio di poesia indetto dalla Biblioteca di Tromello trova la sua motivazione più vera nella volontà di ricordare la figura umana ed il ruolo culturale del maestro Raffaele Burchi nel decennale della sua scomparsa.

È stato per lunghi anni insegnante esemplare, amò la sua terra, le cose semplici, la gente ed i bambini, cui cercava di trasmettere curiosità e voglia di apprendere.

Nel presentare il volumetto di liriche di una poetessa tromellese ebbe modo di dire:

«Non so le parole dei critici, abili tessitori di giudizi, sempre sicuri nelle scelte.

di contro, so per certo quando una combinazione di parole, per magico accostamento, diventa poesia autentica. E so che l'accostamento dipende dallo stato di grazia di chi scrive...

L'uomo che presume di conoscere tutto ha, oggi come in passato, bisogno di conoscere se stesso soprattutto se stesso».

Le giurie coinvolte, dopo un attento esame dei testi e la scelta di quelli ritenuti più validi per coerenza di contenuto e vivezza di immagini, hanno espresso vivo compiacimento per il largo consenso dato a tale iniziativa che ha evidenziato quanto la riflessione sull'esistenza ed i suoi valori trovi ancora oggi efficacia espressiva attraverso l'ispirazione poetica.

 

La giuria giudicante

 

Anna Cuzzoni

Maria Luisa Torlasco

Fabrizio Travali

Maria Grazia Pazzi

Carmen Baldi

Alfio Castiglione

Pierangelo Colomabani

Paolo Verlucca

Marisa Dondi

 

 
 
 

 
Silva Alba
 
 
Le tenebre
 
Nella notte buia
gli occhi si chiudono
svanisce nel nulla l'insonnia
ed i pensieri volano
tra le tenebre
impigliandosi tra i sospiri
che fanno da uragano.
Fuori il vento soffia
e s'accompagna
a una pioggerellina
che lenta cade
rumoreggiando sui tetti
per poi lentamente
scendere giù per il canale
e dolcemente scomparire
silenziosa
fra quella terra umida
nel buio delle tenebre.
 

 
Valentina
 
Valentina
il Tuo sorriso
è come un dolce fiore
la Tua pelle è profumata
come una rosa appena sbocciata
sei vivace come una farfalla
e vorresti posarti su ogni spalla
ma poi con gran velocità
volerai tra le braccia
di mamma e papà
con un dolce sorriso
come un Angelo del Paradiso
 
 
 
 
 

 
Gabriele Bozzani
 
 
Di notte riflettendo
capii di aver perduto un sogno
che chiudendo la mano avevo in pugno
dopo molto tempo passato nel regno
il palmo lasciai sempre spalancato
ed il destino si tramutò in fato
una farfalla mi sussurrò
che una volta volò
dal palmo di una mano
felicemente lontano
ma lo stesso calore
non riuscì a trovare
e sul palmo tornò
ma un pugno incontrò
e le ali donò
perciò
la mattina mi svegliai
ed il palmo sempre aperto lasciai
 

 
L'idolo del cuore
sei tu o crocifisso mio signore
che dal tuo amare
ti sei donato con amore
per tuo volere
sapendo il valore
di quel gesto
che sarebbe diventato ben presto
un punto di riferimento
in tutto il mondo
ed essendoti grato
non rinuncerò mai al tuo viso
rimanendo ammirato
dalla bontà del tuo animo e
dalla bellezza del tuo sorriso
 
 
 
 


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Barbara Caprari
 
Per una sola volta
 
Porto a spasso i miei pensieri
nella strada semispoglia
di una domenica all'ora di pranzo
 
camminando vedo
ciò che era invisibile nelle mie stanze
lancio sguardi brevi
catturando pezzi di azzurro dal cielo
e pezzi di grigio dal cemento
 
porterò a casa qualche volto sconosciuto
che si è insinuato senza il mio volere
nella mente
a cui forse piace troppo scherzare
o forse
la curiosità non le dà pace
 
quando si fissa
a catturare i possibili pensieri
di un volto affacciato a una finestra
che appoggia lo sguardo curioso
sulla mia immagine vagante
che vorrei nascondere da tutto
 
per azzardare passi buffi e goffi
passi di danza di un clown senza trucco
assaporare
per una sola volta
la solitudine silenziosa e pulita
di una strada cittadina
 
e mi ritrovo a camminar diritta
come i pali che sorpasso
sul tic tac dei miei tacchi
come si conviene
quando non si è più bambini
 
 
 

Vincenzo Cardone
 

 

L'inquieto vivere

 

Scorre lento nelle vene, il fiume impetuoso di un ricordo sfumato oltre l'orizzonte...
Attraversa l'anima, il fremito inconsapevole di un Amore incapace di vincere il tempo:
"Ma quale volto prenderà forma da queste parole? E quale mano cercherò di stringere in questa stagione di solitudine?".
Muore invano e troppo in fretta l'adolescenza!
Muore, lasciandoci l'illusione di essere ancora parte di noi,
Muore, mentre il vento della sera la sospinge verso altri occhi,
verso braccia capaci di volare libere nell'immenso...
Sullo sfondo, il dolore lacerante di una bocca ancora avida di baci; inquieta e malinconica come un sogno svanito troppo in fretta...
"Ma quale sorriso, ricorderò su tutti, l'ultimo giorno della mia vita?
................e quale stella brillerà sulle altre prima che tutto sia?".
Un rumore! sono là, tra un cielo che piange e un mare che langue...
Sono là, tra un'alba senza fiato che stenta a nascere e un destino baro che tarda a manifestarsi...
Muore invano e troppo in fretta l'adolescenza;
Muore......................
rapita da altre braccia, rapita da cuori, ancora capaci di cercare l'immenso......


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Ferdinando Colzani
 
Tramonto sulle Calanche
 
Su abissi di rocce,
una luce sghemba
trascolora la rupe
ingorda di sole.
Una breccia tra le nubi
squarcia l'orizzonte
incendiato dall'astro.
Ammiro...
Un occhio di cielo fa cenni
d'intesa all'imminente luna.
Fremo...
Nel vespro, una brezza
agita i profumi del bosco.
Si ridestano nostalgie
di gioie irripetibili.
Trasalisco
nell'intimo sconvolto.
Ma la sera preme
e tra le ombre
danzano memorie e rimpianti.
Piango...
Veglio le stelle tremule
nella notte silenziosa,
profonda...
Ascolto...
L'usignolo improvvisa
dolci notturni,
delicati e languidi;
sussurra melodie lusinghiere,
come il respiro del mare.
Sospiro, ...amo.
L'infinito attende l'alba
messaggera di speranze
rigeneranti per me,
che ancora vivo di te,
per noi due, per sempre.
 
 
 
 
 

Lucia Patrizia Indiano
 
 
Gli amanti
 
La luce fredda del pomeriggio
ferisce i loro corpi e li scolora:
s'incontrarono ieri,
nel mezzo di un naufragio:
in un attimo si sono rivelati,
e anche senza nome, senza storia,
un tempo incessante li possiede.
Non il presente che a ciascuno mente,
non il passato, che non ci appartiene
ma il tempo, sacro, delle cose eterne.
 

 
Mattino
 
È una culla al risveglio la città
e ineffabile un fremito
(felicità? esser vivi?)
accompagna il riemergere dal sonno:
questa stanza, questa casa,
il rumore di auto lontano,
quest'essere nudo, palpitante, senza nome,
cosa viva, innocente:
oh, ci sarà nella notte,
in quell'altra?
 
 
 
 
 
 


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Calogero Lauria
 
 
Se sapessi
 
Per gioco per scherzo
la trappola è tesa
mi trovo un po' perso
ormai l'anima è presa
da dove mi arrivi
dall'alba al tramonto
ti annidi sicura
fin dentro le vene
se solo sapessi
come uscire da te
liberarmi dal giogo
respirare di nuovo
e librarmi nell'aria
come un falco in amore
...se solo sapessi.
 

 
Il salice piangente
 
Il salice in ginocchio
si cala nella risacca
dondolante
carco di pensieri
si protende
dal vento spettinato
si contorce
non s'ode cinguettio
i rami striminziti
accucciati sull'acqua
solo foglie sfarfallanti
e il lago che si sveglia
al sole di primavera
timidamente.
 
 
 
 
 
 

Alessandra Maltoni
 
 
Nulla
 
Nulla è il borbone accasciato
su una panchina,
nulla è il suo respiro affannoso,
nel nulla il suo lamento
si perde... Nessuno scorge
nulla perché nulla
è la sua vita.
 
 
 

Art
 
Un pennello
consunto
delinea
i miei lineamenti.
Il tratto
è di color scuro.
Così
scelse il pittore,
rispecchiava il mio umore.
Colorava i miei occhi
e le mie gote;
usando
tempere ed oli.
La sua fatica
non pagata.
A stento vive
ma
lui continua
lui crede in sé
...e mi dipinge
con armonia:
lui è l'artista
mio grande amico!
 
 
 
 
 


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Pietronilla Notarantonio
 
La Bambina
 
Piccola, minuta, sottile,
si affaccia sui grandi orizzonti della vita,
un po' impaurita...
Perché, mamma, perché?
e poi subito via,
ad inseguir con gli occhi il tepore del sole,
l'azzurro del cielo, il colore dei fiori,
il volo di una farfalla.
Perché, mamma, perché?
di nuovo via,
incontro al vento, nel verde dei prati,
nello stormire delle foglie fra i rami di un albero.
Perché, mamma, perché?
Tra i sassi del vialetto, nel rosso del tramonto,
nelle luci dei lampioni, nel luccichio delle stelle.
Perché, mamma, perché?
Nella quiete delle mura,
tra le fresche lenzuola, tra le coperte morbide,
nei sogni di bambina.
Perché piccina mia non so,
perché è la vita.
 

Pagine
 
Pagine, un insieme di pagine bianche,
tante, troppe, numerose come minuscoli granelli di sabbia
a segnar lo scorrere del tempo
bianche pagine per bloccare il tempo
per fermare un'emozione
per fissare momenti ormai fuggiti via;
parole che non ho detto;
storie che non ho vissuto;
pagine bianche che resteranno bianche
come sabbia lambita dal mare
ed io, sabbia, solo sabbia sarò col tempo.
 
 
 

Franco Porrera
 
 
Opera 5a classificata
 
7 giugno 1991
 
Sei uscito dalla mia vita
senza parlare
Hai cancellato le tue abitudini
dalla mia quotidianità
che non ti aveva ascoltato
Sei uscito chiudendo la porta
come fa un ospite modesto
come una comparsa
conscia del proprio ruolo
Come un'amante fedele
non mi hai tradito
non mi hai soffocato
con le tue idee
Non hai preteso
ciò che ti spettava
ciò che avrei dovuto lasciarti
alla tua partenza
Non hai alzato il capo
quando mi sono sentito superiore
Non mi hai guardato negli occhi
per non impaurirmi
per non umiliarmi
Sei uscito dalla mia vita
per non tornarci mai più
Sei uscito dalla mia vita
come un maestro dall'aula
senza sapere se la lezione
l'avevo imparata davvero.
 
(a mio padre)
 


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 Carlotta Veronica Puccetti
 
 
Le cose che sai
 
Sai tante cose tu
essere saggio
di sapienza innata
ed acquisita
in una vita
vita.
Sai tante cose tu
che a volte non ci credi e chiedi
chiedi conferme
figlie d'insicurezze strane.
Sai tante cose tu
ed alcune dici
sperando che mettano radici
per quando è brutto il tempo.
Sai tante cose tu
ed altre nascondi per paura
paura
figlia di saggezza
figlia del sapere.
Sai tante cose tu
ma così tante
che il tuo scoprire non è imparare
soltanto rivelare
ciò che sapevi già.
Sai tante cose tu
e di certo sai
che certe persone ti rendono migliore
è il loro dono
tirare fuori il buono che c'è in te.
Sai tante cose tu
ma questo lo sapevi amore mio?
E se non lo sapevi
amore mio
per questa volta te lo dico io.
 
 
 
 
 

Cristiano Ravasi
 
 
Opera 1a classificata
 
Dolcezza
 
E tu attardavi
A discoprir luna nuova
Che stancamente rischiara
Il lucernario solenne
Con latte di luce e di cera;
 
Raccolgo le stelle nel letto
E le sere stregate
Vanescenti discinte comete
Cipriate di dolce chimera.
 


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Giovanna Renga
 
 
 
 
Il mare
 
Ti ho visto cupo, con le onde impetuose che infrangevano
contro le rocce e che ritornavano indietro
per poi giungere più travolgenti che mai,
lasciando sulla sabbia una spuma bianca e ondeggiante.
Ti ho visto calmo
e ho sentito lo sciabordio delle onde
rifare quell'unica nenia che si ripete ormai da secoli,
il sole illuminare quell'immensa conca cerulea,
facendomi sentire un nulla davanti
a tale spettacolo della natura.
 
Come vorrei riempire con la tua stessa calma
le mie giornate uggiose,
avere la tua fluttuante perseveranza
e la tua discreta saggezza,
essere umile e silenziosa,
come quando cantilenando riporti le tue onde sulla spiaggia,
avere la tua stessa forza
per risalire la china ogni qualvolta cado.
Vorrei che tu donassi al mio volto
e al mio sguardo
la chiarezza delle tue acque
e lo splendore della tua spuma
e che illuminassi con il tuo sole la mia vita,
per poter poi essere luce per gli altri.
 
 
 
 
 

 Alessandro Rivaroli
 
Opera 3a classificata
 
Dove le cicale cantano
 
Pesto il suolo renoso,
alle spalle il bar conosciuto e la gente
ebbra a ballar;
avanti un calcare granoso,
criptico costrutto guardiano del sale;
 
di mezzo le foglie arse di mirto,
nell'acqua nera di notte, che Selene cinge
di gocce d'argento,
non scorgo ninfe, non Divinità
giunte ad un segreto convivio.
 
Odore salmastro e suoni di festa;
tutto è allineato per la vita, lontano,
lontano da qui ov'è notte;
 
finché in un attimo
scorgo il canto lamentoso delle cicale,
e vi sono immerso irrimediabilmente.
 
Dormire, oggi,
non è possibile.
Il geco ancora è immoto
ed io, non posso uscire da questo
silenzio
 
come quando il vento spirava in riva al mare
sulla capanna di secchi arbusti,
ed io usavo dormire,
ignaro che la notte, il cielo
è vuoto.
 
 
 


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Elena Ruvidi
 
Corrida
 
La morte cavalcava
il toro nero
giù nell'arena.
Aveva una mantilla
sotto quella piangeva.
E quando il toro
stramazzò martoriato, trafitto
gli occhi arrossati
di furore impotente,
di un dolore stupito
ed innocente,
scese leggera
dalla sua groppa immobile:
la mantilla fiorita
di sangue.
Tra le urla
della folla eccitata
baciò sulla bocca
il torero dorato.
 

 
Il tempo figlio mio
 
Non sono io
figlio del mio tempo.
Esso è mio figlio,
mi costringe al futuro.
Mi cresce in grembo,
si nutre di me,
di tutto quanto avrò saputo dargli
del mio essere uomo.
E anche del mio attimo di vita
potrà essere eterno.
 

 
Una storia
 
Forse la vita
è soltanto una storia,
la tua,
che ti viene raccontata
per farti addormentare.
 


Antonio Semprini
 
 
 
 
I rumori del silenzio
 
Dietro la fila nera dei fichi d'India
sul margine alto del muro che guarda il cielo
scivola lieve il pallido chiaror di luna
prima timido nel buio del silenzio
poi deciso vincitore delle tenebre.
 
Il buio luminoso della notte rischiara
con fredda luce il sentiero di campagna
ed i cespugli dei rovi tenaci e rigogliosi.
Sembra l'argenteo chiaror voler cingere
con tenero abbraccio d'amore
il mirto fiorito, l'ibiscus vermiglio,
il gelsomino odoroso aggrappato al vecchio muro
e la siepe alta di rosmarino che cinge l'aiuola.
Ma sento che i fiori disdegnano
un così freddo abbraccio.
 
E nel gelido chiaror non suoni, non voci.
Presenti solo le luci del vecchio cimitero
sulla collina lontana a dominare il mare
ed i grilli da soli con ritmo monotono
stanno a ricordar la vita.
 
 
 
 
 


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Paola Urso
 
Silenzio
 
Ascolta, è il silenzio degli astri errabondi,
mentre supremo il cielo l'immagine in
somma e divina quiete appare, e quando
il fulgente crepuscolo ogni tua parola si porta
nella segreta notte, solinga m'inoltro nel
tempo per rifulgere ancora di un tuo sorriso.
Odi, è il silenzio del grande affluire dei
fiumi, quando echeggiando i mari insaziabili
ristorano d'onda cristallina, e mentre alle
soglie del primo albore pallido e immobile
il mare si mostra, solitaria i piedi nudi sulla
fredda sabbia inseguo le tue dolci orme.
Senti, è il silenzio dei beati e divini canti,
quando soave il vento l'immacolata neve
in su le creste volta e rivolta, e laddove
d'onirica visione antiche anime dinanzi
a Dio danzano, l'anima ebbra del tuo sogno
raccoglie ogni perduta leggiadra nota.
E silenzio è il corso d'un fragoroso ruscello
che spumeggiante sulle pareti della mia
dimora s'infrange, ed ancor silenzio è lo
sbocciar dei frutti che la superba e fiera
terra rinnova, quando dall'immortal fluido
solare scaldata, le porte della vita dischiude.
E silenzio è il mio ardente e triste pianto
quando ogn'ombra agli occhi svanisce, e
sola, la ove la mia voce parla nel tacer del
vento, ove il mio oscuro canto sugli scogli
s'abbatte, ove il silenzio è muto e nunzio di
misteri infiniti, sospesa in sogno e tormento,
celare vorrei l'animo mio e smarrir in oscura
solitudine, ma ti cerco, ti cerco nel silenzio, e
ancor bramo i tuoi che a me si nascondono
sui bordi della sera, la tua mano che più non
racconta i suoi ricordi, e la tua anima che
in remota connubio ancor m'appartiene
 
 
 

 
Luca Vagnato
 
 
 
 
Sorgente di vita
 
Sorgere al mattino, quando la fresca rugiada,
si posa delicata e, come acqua di vita, sui fiori che mille,
tra i campi nel mondo sbocciano.
 
Nascere dai pensieri di una notte di luna,
sia tu, come un fior loto, la mia sorgente;
sia tu, che preludi dal vespero contagio, l'incauta passione,
che la sera s'apprende.
 
Ed è così, che l'amante iniziato,
poggia sul talamo imbandito di gigli e seta,
che con dovizia ed eccellenza, ricoprono gli irti promontori,
le caste forme, è il suo roseo corpo, che in me la mente inebria,
e in essa mi abbandono.
 
Svegliarsi al mattino, e sentir di lei,
il profumo sopito, dell'amore consumato,
e del suo fertile corpo, vestito di alloro..
ne assaporo gustando, le fragranze del tempo;
e sia così, che di esso il giorno germogli, nel frutto coniato,
abbracciando l'amore.
 
 


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Piera Zucchella
 
Opera 1a classificata
 
Trentacinc àn insama
 
Dasiandm i sta matena a rent a tì,
al me pensier l'è curs a cal dì là,
quant suma incuntrà in Cesa par di 'd si,
pe d'entusiasmo e tüt emusiunà.
 
Me co 'l me vestì bianc,
ti co la müda scüra
e tüt i nos parent
ch'im fevan da curona.
 
Hö mis in ti to man i me vent'an,
parchè am pareva c'at j'eva merità
e ti, pasanda in mes aj intemperi,
t'jè tgnü tant me un tesor e t'am jè cunservà.
 
Sum dài da man in ti mument dificil,
um vivü insama i mument püsè bèi
e in tal nos cör, dop trentacinc àn,
sum rastà ummò me quant gh'evan vent'àn.
 
 

Trentacinque anni insieme
(traduzione)
 
Svegliandomi stamattina vicino a te,
il mio pensiero è corso a quel giorno,
quando ci siamo incontrati in chiesa per dire sì
pieni di entusiasmo e tutti emozionati.
 
Io col mio vestito bianco
tu col vestito scuro
e tutti i nostri parenti
che ci facevano da corona.
 
Ho messo nelle tue mani i miei vent'anni,
perché ero convinta che li avessi meritati,
e tu, passando in mezzo alle intemperie,
li hai tenuti come un tesoro e li hai conservati.
 
Ci siamo tenuti per mano nei momenti difficili,
abbiamo vissuto insieme i momenti più belli
e nel nostro cuore, dopo trentacinque anni,
siamo rimasti come quando avevamo vent'anni.
 
 
 
 

 

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Agg. 10-11-2005