Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Monza 2004

Sommario
Prefazione di Annalisa Bemporad - Prefazione di Maria Organtini - Sergio Gandini - Rigraziamenti - Albo d'oro - Angela Aminicci - Sandro Andreozzi - Marco Angella - Lucia Arnese - Elena Auddino - Erik Baracani - Ranieri Barghigiani - Elena Bartone - Maurizio Bassani - Alda Belletich - Vincenzo Benincasa - Giulia Victoria Bersanelli - Eugenio Bolia - Rina Eugenia Bonanomi - Bertilla Bortolon - Carlo Angelo Brambilla - Clelia Brambilla - Pasquale Brizzi - Domenico Bulfaro - Angelo Cabiati - Vittoria Caiazza - Stefano Calafiore - Cesare Cantù - Antonio Capriotti - Cristina Cardone - Carlo Carrea - Paola Carrozzo - Celestino Casalini - Giovanni Caso - Caterina Cassina - Giuseppe Castelli - Marco Casula - Alfonsina Caterino - Anna Cerisola - Lavinia Cioli - Giorgia Serena Cipelli - Valentina Cipriani - Alessandro Cividini - Franco Cocco Fresi - Bruno Vittorio Colaiezzi - Rita Coppola - Pasquale Corsaro - Margherita Costanzini - Ada Crippa - Daniele Crotti - Angela D'Ambra - Francesca De Leone - Andrea De Palma - Maria Antonia Dei Negri - Clara Demarchi - Simona Di Dio - Antimo Di Donato - Paride Di Federico - Filippo Di Giovanni - Maria Grazia Di Grazia - Francesco Di Ruggiero - Giuseppe Diotto - Salvatore Doddis - Alice Dorattiotto - Claudio Dorenti - Ambrogio Dossena - Elena Eleuteri - Gianluigi Enea Spilimbergo - Veronica Fabbri - Diego Fantin - Anna Valentina Farina - Giulia Farinella - Gianni Fassina - Vanes Ferlini - Barbara Ferrari - Federico Ferraro - Maria Luisa Ferroni - David Fini - Giacomo Flussi Cattani - Giovanni Fontana - Pino Forgia - Daniela Formiconi - Giuseppe Fulco - Giulio Fumagalli d'Osnago - Giacomo Fumarola - Vladimiro Furlan - Susanna Galimberti - Rosanna Gallo - Giuseppe Gambini - Patrizia Garofalo - Ines Gastaldi Carretto - Annamaria Gatti - Barbara Gattinoni - Carla Francesca Ghisani - Pasquale Giannatempo - Giuliana Gilli - Ilaria Girolami - Chiara Giuiusa - Mariateresa Giustiniano - Marco Gottardi - Simonetta Gravina - Giovanni Grifa - Antonella Guidi - Renato Iacomino - Alessio Iovino - Santina Laganà - Maria Cristina Lala - Marisa Landini Sardella - Giuseppe Lapenna - Gabriele Lastrucci - Alessandro Lizioli - Margherita Lo Russo - Ettore Locatelli - Pamela Lodato - Mariano Luccero - Paola Luparelli - Erica Mallimaci - Lena Maltempi - Marcella Mancuso - Ottavio Marandino - Elena Marchionno - Pierangelo Marini - Giovanni Mariotti - Enrico Masiero - Concetta Massaro - Emma Mazzuca - Maria Gabriella Meloni - Irma Minotti - Giuseppe Mollica - Anna Maria Monchiero - Maria Sveva Morelli - Adriana Moretto - Luisa Multinu - Nicola Nicoletta - Lorenzo Nocentini - Antonia Oggioni - Daniela Ori - Giacoma Pace - Orsola Papa - Domenico Parlamenti - Marialuisa Pastò - Antonia Petrunti - Luca Pia - Mariacristina Pianta - Maria Teresa Piccardo - Aura Piccioni - Annamaria Pieralisi Da Lio - Maria Piras - Elisa Poletti - Giovanna Poma - Nunzia Ragonesi - Ermano Raso - Roberta Raso - Cristiano Ravasi - Alessandro Regazzoni - Antonella Renegaldo - Maria Pia Renzi - Marco Righetti - Giulia Rinotti - Gianpaolo Ripamonti - Margherita Rocco - Gemma Maria Romano -Annamaria Ronzio - Andrea Rota - Chiara Rovaris - Lucilla Santini - Domenico Santoro - Adriano Scandalitta - Daniele Paolo Scarpazza - Marco Scarponi - Giovanni Schiera - Miriam Scimemi - Piero Selmi - Jolanda Serra - Maria Teresa Sica - Filippo Silva - Pasquale Sinesi - Veronica Spedicato - Rosanna Spina - Antonino Stampa - Sebastiano Taiti - Dr. Roberto Tamagnini - Maurizio Tantillo - Laura Tiburzi - Giacomo Tommei - Stefano Tonelli - Mauro Trapasso - Claudia Turco - Lucia Anna Tuscano - Paola Urso - Marco Valeri - Maristella Vandelli - Alberto Vargiu - Silvana Varotti - Accursio Venezia - Linda Verginella - Ivan Vicenzi - Cristina Vignoli - Andrea Virga - Leonardo Vitto - Valeria Zanella - Michela Zanini - Roberto Zanobini - Michele Zappa - Maria Chiara Zippel - Riccardo Zironi - Antonio Zocchi - Anna Zucchinali
 

 
Antologia del Premio Città di Monza 2004 - formato 14x20,5 - pagg. 216 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-934-2

Risultati del Premio Città di Monza 2004
 
Come avere l'antologia
Prefazione
Alla sua VI edizione il «Premio Internazionale di Poesia - Città di Monza 2004», ha avuto la sua conclusione a dicembre nel suggestivo scenario del Teatrino di Corte della Villa Reale organizzato dal Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza in collaborazione con il Club degli Autori.
 
L'Assessorato alla Cultura, con impegno e passione, ha partecipato e sostenuto l'iniziativa nella profonda convinzione che lo svolgimento di un concorso internazionale di poesia nella nostra città, assuma anche il significato simbolico di una spiccata sensibilità per la cultura e di un crescente interesse per la sua diffusione.
 
Il "Premio" costituisce un'occasione di ascolto di versi che esprimono, attraverso la parola, immagini, sensazioni, emozioni. Il genere lirico, privo di tempo, eterno e universale, rappresenta l'infinito, il vago, essenza stessa della poesia in cui la componente assertiva racchiude in sé i valori simbolici.
Primo classificato della Sezione Adulti, il monzese Domenico Bulfaro con "Nuca contatto 31": una finzione poetica da cui traspare la crudezza dei contenuti armonicamente temperata e illuminata dall'intensità di un forte rapporto affettivo padre/figlio celato.
 
Della sezione giovani, "Tu bimbo" del siciliano Giovanni Schiera si aggiudica il primo premio affrontando i difficili temi della guerra, cui si contrappongono forti aspirazioni di pace.
Tante delle tematiche trattate sono perlopiù prese in prestito dalla realtà contemporanea e dalla quotidianeità, espresse talvolta con un lessico esatto, preciso, rifuggente dalla genericità, talvolta impreziosito da aulicismi, a testimonianza che tanti sono i generi quanti sono i poeti.
Un ringraziamento va a tutti coloro che promuovono e sostengono queste iniziative che offrono alla nostra città momenti di indimenticabile suggestione.
 
Un augurio che questi momenti possano continuare contribuendo anche alla diffusione del sentire poetico e sviluppando concretamente l'interesse nel pubblico per la poesia, l'arte, la cultura.
 
Annalisa Bemporad
Assessore alla Cultura del Comune di Monza
 
 
 
 

Prefazione
Tutti noi, uomini e donne, viviamo in un mondo dove la civiltà tecnica ci pone al centro di messaggi, segni, simboli, che ci bombardano nel quotidiano con slogan, consigli e pareri non richiesti e che, quasi sempre, ci lasciano indifferenti.
 
Ma quando ci troviamo di fronte ad un testo "poetico" ecco che sentiamo di recuperare la nostra dignità di persone perché in esso è racchiusa l'emozione e l'anima trova alfine il suo appagamento e ci sentiamo in comunione con colui che ha scritto il "verso".
 
I bambini adoperano l'immaginazione per testimoniare la loro realtà. I poeti impegnano anima e corpo con la totalità dell'artista per vivere intensamente la vita.
In questa sesta edizione del Premio "Città di Monza 2004", i partecipanti ci hanno consegnato opere di valore dove alle proprie emozioni hanno saputo unire le esperienze del quotidiano a cominciare da quella di Domenico Bulfaro che con la poesia "Nuca contatto n°31" ha vinto per la sezione adulti. La poesia essenziale eppure pregna d'immagini che celano il rapporto intenso, amorevole, che intercorre tra padre e figlio.
 
Un messaggio di pace chiaro e intenso ci arriva dalla poesia del giovane poeta, Giovanni Schiera con la poesia "Tu bimbo" dove l'ansia del futuro delle nuove generazioni è diretto ed efficace.
Quello che ha differenziato questo Premio dai precedenti è senz'altro la maturità e la consapevolezza delle problematiche del nostro mondo, dove guerre e dolore, sono divenute parte integrante del vivere di tutti i giorni. Il grido dei poeti, la denuncia corale deve farci riflettere.
Ho avuto già modo, negli anni precedenti, di puntualizzare che il poeta è colui che vede e prevede anticipando i tempi, l'evoluzione dell'uomo. Ma egli è anche colui che può, attraverso l'amore, la gioia, la gratuità del suo messaggio salvare l'uomo e restituirgli la dignità di se stesso.
Questo mi sento di augurare a tutti voi. Un impegno globale verso il buono e il bello per una futura migliore società che accanto alla scienza non dimentichi mai la poesia.
 
Maria Organtini
 
Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
 
 

 


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PROSSIMAMENTE SU QUESTA PAGINA LE POESIE INSERITE NELL'ANTOLOGIA

 
 Anthera Antheri
 
Poesie dedicate alle vittime degli attentati terroristici e ai bimbi-kamikaze, anch'essi vittime del cinismo di adulti fanatici
 
La speranza
 
Come vento caldo sulle dune,
all'alba di un giorno dorato,
spazzi i residui grevi del freddo
torpore notturno ferito
dal grido lancinante dello spirito
offeso, martoriaro
dal gelo pungente di cieca,
abietta violenza
che avvelena gli animi
ancor puri di fanciulli
inconsapevoli,
forieri di morte improvvisa,
ingiustificata, terribile,
voluta da menti perverse,
sorde ad ogni richiamo
di umanità.
 
Come vento caldo sulle dune,
nell'oro di un'altra alba,
nel nome di ideali più grandi,
più giusti, di bene, di amore
fraterno, di umana solidarietà,
spazzi il macabro nero di morte
voluta per il fratello innocente,
compagno di vita terrena
nel mondo mortale.
 

 
Augurio
 
Fresco il mio pensiero nel meriggio
ti sia come lo sciabordio di acque
chiare sui tondi ciottoli di irruente
fiume montano, vincente nell'aspro
di dure rocce cupe, muschiose,
nell'umido di bosco folto pullulante
di vita nascosta.
 
 
 
 

 
Erik Baracani
 
 
 
 
 
La visione della farfalla
 
Il calore erratico delle cose
carda i grumi dell'ordito
dentro l'ermo carme delle gorbie
che deflorano una terra adamantina.
L'ordalia degl'infimi
e l'inopia della lotta
sull'altare che s'imbruna,
l'identità scipita che s'inuma,
sospinta dalle forge dei tuoi respiri.
 


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Ranieri Barghigiani
 
 
 
Nel silenzio della notte
 
Nel silenzio della notte tutto tace,
tra le strade non più urla maledette
e nel cuore finalmente la mia pace
mi sussurra frasi nuove, non ridette;
 
Tutto è vero in quest'attimo d'incanto,
vera vita alimenta le parole,
dura poco, un sospir tempo soltanto,
quanto basta a capir ciò che lei vuole.
 
A momenti sì fragili ed importanti
si riduce il cammino d'ogni uomo,
che li colga, non son poi talmente tanti;
 
La lancetta batte il tempo che trascorre,
i minuti si sommano alle ore,
tutto va così, velocemente corre!
 
 
 

Giulia Victoria Bersanelli
 
 
Il mondo segreto
 
Sentir lodi
da fronde crepuscolari
e raggi lucenti paiono cantare
danzando con la fresca brezza.
Lucedoro scomparsa;
la nube è passata.
Foglioline bianche e rosa
in cielo corrono qua e là
si riuniscono -sembrano panna-
il tempo scivola via
con il ruscello argenteo
che immortale
l'universo negli occhi,
l'immensità sulla fronte.
La gemma si crepa
è l'inizio.
Le creature del bosco
sussurrano una lena
infinita. Il sigillo dell'azzurro
par aperto, non si richiuderà.
 

 
Buongiorno
 
Uno stelo d'erba fiorita si
compiace del suo mondo; sente
il ronzare della luce, molto
ha fatto il mattino per cambiare l'odore dell'inferno stanco.
 
 


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Carlo Angelo Brambilla
 
 
La vita
 
Nulla nuore
se la mente coltiva e rinnova
care immagini.
 
Esalta il mattino vitali spazi
comuni in passate esperienze,
che lieve il rosato chiarore
circonda di mistica visione.
 
L'irrompente raggio del giorno
protende la sua forza,
allentando un poco il vincolo
reso sacro dall'umano impegno.
 
Scende la sera
e la sua serena calma
ricompone sentimenti e azioni,
mentre nel firmamento si accendono e radunano
lucenti stelle e pianeti del cosmo.
 
Cala infine la notte
con grandi ali oscure, cariche di mistero
e paure sospinte lontano dai sogni
che rinnovano l'incanto di vincoli promessi eterni.
 
Così il volto della vita travalica la morte
e l'immagine dell'esistenza
allunga la sua luce nel tempo
attraverso i secoli futuri.

 
 

Clelia Brambilla
 
 
Opera 9a classificata Sez. Adulti
 
Ardore di fiamma
 
... e la fiamma del ceppo
ardeva nel grande camino.
Respiravo profumo di pane
e la fatica del giorno s'acquietava
al lume di candela.
L'alito del vento
rinverdiva primavere
in digiuni e speranze incompiute.
Tenerezze nascoste
fra le mani di mia madre
che colme di fede
sgranavano il rosario
e le nostre voci riempivano
gli occhi dolci e severi di mio padre
donandoci il valore grande
che accoglie la famiglia.
 
Ora, come lumi accesi
filtra ancora l'ardore di fiamma!
La verità della memoria
in voci scolpite e profumi
mutano i valori del tempo
che allo specchio del cielo
riflettono velate immagini
in stemperati colori.
 


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Pasquale Brizzi
 
Opera 3a classificata Sez. Adulti
 
Ho sete!
 
So che Dio guida i silenziosi,
so anche che il silenzio è la sua voce,
discreto, sottile, irresistibile.
Una luce ha guidato fin qui i miei passi,
ora ricurvo contemplo il Mistero inchiodato,
un silenzio fortissimo mi stringe al cuore.
Non ho più giudizi, smanie,
solo pace, grande pace mai provata,
inspiegabile, impalpabile
eppure così trascendente, così reale.
«Tu, lassù inchiodato alla Croce, Tu fisso come la Verità. Perché?»
E indugio immobile ai margini del silenzio, di un bagliore,
distendo le ali forate ricercando una risposta: tutto tace.
Vedo me come un magro fardello, leggero anche delle rare umane certezze.
Qualcosa di somigliante ci lega: un cingolo e una rossa sciarpa.
Ma la Sua è obliqua, cinge umanità e divinità,
un cordone vitale che unifica terra e cielo.
Vedo quattro segni, quattro luminose parole:
Ampiezza, Lunghezza, Altezza, Profondità,
una quinta incisa al petto dice: Pienezza.
«Tu, saldo con chiodi alla Croce,
Tu, senza veli come la Verità.
Cosa chiedi?»
Le mie ginocchia incerte reclinano alla nudità essenziale
di quel costato che sgorga fiotti di sangue e acqua preziosi.
Riconosco che... sono Tu!... Sei io!...
«Chi sono perché mi concedi tanta ricchezza?
Ho soltanto il mondo da offrirti!»
Come da una canna svuotata e soffiata da labbra divine
odo una musica, un mormorio di vento leggero:
«Ho sete!».
 
 

 Cristina Cardone
 
Regalami una rosa
 
Le nuvole intrecciano danze con la luna,
le tue parole si perdono nel tempo come le notti d'estate,
tra le stelle cadute e petali di rose, farfalle che non sanno più volare.
 
Regalami una rosa.
 
Il vento lontano, come sono silenziose le stelle stanotte...
Non voglio margherite, bianche e timide, da consumare
nel lento sfilare di petali in un triste "m'ama, non m'ama" sul cuore.
 
Regalami una rosa.
 
Non voglio papaveri, macchie di cuore
che segnano l'anima e si perdono come vecchi ricordi, sbiadiscono in fretta.
 
Regalami una rosa,
 
Non voglio tulipani, dal calice aperto alla vita,
pronti ad annegare sotto la pioggia del cuore,
che non distinguono dalla rugiada gentile dell'amore.
 
Regalami una rosa.
 
Non voglio gigli vanitosi, a specchiarsi nei miei occhi,
senza vedere altri che se stessi.
 
Regalami una rosa.
 
Si, una rosa, con tutte le se spine
perché se ne fosse sprovvista sarebbe un altro fiore, un altro amore
 
Regalami una rosa, parlerà per te ed io non dirò niente.
Avrà detto tutto lei.
E quando sarà appassita
la chiuderò nel libro del mio cuore che leggeremo insieme.
 
 
 


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Celestino Casalini
 
 
Le piccole cose
 
...Ammaliato
dai profili arditi
Dai prodigi
della tua costruzione
 
In questa dolce notte
che nella luminosità
Dell'orsa
li condensa
 
Esco frastornato
dalla tua casa
Signore
e mi fisso...
 
Sulle piccole cose
 
 
 

Alfonsina Caterino
 
 
L'amore nei colori
 
Le rose del mio giardino
profumano d'antico
Le guardo e gli anni miei
come petali volan via.
 
Bambina impaurita son di fronte
a mia zia che mai
donò alla vita le sue voglie
abortite.
 
Ella non è più.
Nei colori delle rose che m'ha
donato
è nascosto il suo amore che
senza parole parla al mio cuore.
 
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Anna Cerisola
 
 
L'eternità
 
L'eternità
è intorno a noi:
nei sospiri delle fronde
appena mosse,
nel gorgoglio pacato
che risucchia
col suo fiato
il vento;
scivola
sulla levigata coltre
di fili
appena flessi;
barca
senza nocchiero,
ondeggia
e dondola
come anca
di donna,
la foglia secca
chè non ha più dimora.
Sul filo esile
la conduce a valle
il fiato
ancor caldo
dell'autunno.
Intorno
scorre
la linfa della vita
nel suo
immutabile
divenire.
 
 
 

Lavinia Cioli
 
 
Un dolce sonno
 
Se il morir altro non fosse
Che infinito e dolce sonno,
Affiderei tutti i miei giorni
Al sol dell'imbrunire...
 
E nel socchiudersi degli occhi
Velocemente vedrei svanire
Umani affanni, ansiosi dubbi e vecchi
Frammenti di speranza...e di sua fine.
 
Cos'io potrò mai dire, a 'si tal punto
Se non mostrar le nude mani al cielo
E 'si pregar, qualunque Dio, allorché giunto
Il mio momento, copre la paura con un velo?
 
Come vorrei nell'illusione andare
Tra care genti, senza nutrir terrore.
Come vorrei...ancora allor sperare
Di trovare pace, serenità...amore.
 


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Franco Cocco Fresi
 
 
L'asse che io cerco
 
L'asse che io cerco
il perno su cui ruota
quest'ansia dell'esistere
non è il centro che
tu pensi equidistante
da fede e apostasia
dall'odio e dall'amore
o da tenebra e luce
ma è solo quel punto
di spillo affilatissimo
sconosciuto quasi
inesistente quel
nonnulla che diverge
da cuore e da mente
che dà senso alla vita
 

 
Bruno Vittorio Colaiezzi
 
 
 
 
 
 
 
Pareva un facile gioco la vita
un'occasione, non so.
Come una farfalla
che, folle, si posa un poco tra le dita
d'una mano.
Fragile
nel corpo, e nel colore suo giallo par che il sole
tutto vi si specchi.
Poi, un fremito d'ali, ella riprende il volo.
Non io,
che non ho questo dono.
 
 


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Ada Crippa
 
 
Niente muore veramente
 
Giacciono l'una sopra le altre
Le morte foglie dei pioppi e dei faggi.
Tutt'attorno distese in muta raccolta
ammantano meste (d'amaranto il colore)
la terra delle loro radici
quasi a proteggere la madre
che una breve stagione le diede
muti presagi d'intese.
 
Verrà prima la pioggia e poi, sarà la neve
la bianca fata della mutazione.
 
Stilleranno le morte foglie (d'amaranto il colore)
nella bruna terra sopra le radici
e quando il crepitio
del ceppo invernale
sarà un'eco lontana
giungerà di nuovo il tiepido calore
sopra le ali degli uccelli
che sono migrati
ed una volta ancora
schiuderanno le gemme.
 
 
 
 
 

Francesca De Leone
 
 
 
 
Delusione
 
Non capisco;
non comprendo,
le parole scivolano via
come fa l'acqua
bagnando un corpo sotto la doccia,
il nulla mi avvolge
la notte si fa buia,
la luce del sentimento è spenta...
le carezze spariscono
come sparisce la goccia di pioggia
nella superficie trafitta di un lago di lacrime,
la pioggia che io ho versato...
...l'armonia sola rimane,
la bellezza di un sorriso rubato,
di una soave voce di un conquistatore di altri tempi,
di un mago delle note
di un prestigiatore della finzione
di una mente avvolta nella vertigine del creare
sempre perso in un eterno vortice,
inaccessibile, se non a pochi eletti...
Sei stato per me un egregio illusionista
hai creato un attimo di eternità
ma hai gettato il mio cuore nella tenebra.
 
 
 
 


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Simona Di Dio
 
 
Per Alda Merini
 
Le sane Follie
 
Hai fermato il tuo tempo,
risanato profonde ferite
nel riflesso del tuo specchio
e nel gentile tramonto
hai nascosto il tuo Dio,
ma nella solitudine
sono germogliate
le tue parole poeta,
Nel tuo perdono
si sono innalzate preghiere
sino alle cattedrali pagane,
ricordando gli incensi della fede,
ma nel sonno voci lontane
ritornano nostalgiche d'amore,
perché tra le mure del pianto
sono passate le sane follie.
Ora tutto è preghiera notturna
e nel silenzio muore il dolore.
 

Elena Eleuteri
 
 
Opera 2a classificata Sez. Giovani
 
Temporale
 
In quest'atmosfera di irrequieto movimento,
che precede il temporale,
veglio sulla luce che vive i suoi ultimi attimi
come quelli di un condannato a morte
che sale le scale della ghigliottina.
 
Nel calore che prima mi abbraccia,
e poi,
traditore,
mi strangola,
sento le grida lontane di una squadra di calcio,
che continua ignara i suoi allenamenti,
mentre le macchine scappano dai parcheggi,
verso casa.
 
Lo sguardo mi cade sulla collina:
nitide,
vedo tre croci;
disperato,
sento un urlo;
il vento mi butta in faccia il sangue
di una morte santa,
di un figlio.
 
E a sfogo di un immenso,
interminabile
dolore,
incomincia a piovere.
 
 
 


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Gianluigi Enea Spilimbergo
 
 
Lama di luce
 
Hai deciso.
Un giorno di maggio
- senza luce, senza aria -
tutto
si è fatto macigno sul tuo petto.
Le tue mani
hanno serrato la tua vita
- tormento troppo grande -
e i tuoi occhi di vetro disperati
non hanno visto
che buio.
Neanche uno straccio
d'amore
a bagnare le tue labbra arse.
Solo spietati pensieri
che urlano ti straziano ti fanno a brandelli
e basta.
Basta.
 
Da allora,
il tuo dolore
è presenza inquieta
nel mio vivere.
Ma nulla è invano,
legami sopiti
vivono ora
di nuovo vigore:
il tuo vento di tempesta
ci ha liberato
dalle secche del'oblio.
Ecco il senso:
la tua stella,
bruciata troppo in fretta,
si fa lama di luce
nell'anima di chi ti ama.
 
 
 

 
 
 Veronica Fabbri
 
 
 
 
Atomismo delle emozioni
 
L'amore e l'odio, l'apatia e l'anarchia,
la dolcezza e il fiele delle mia animala blandula
io canto.
Con l'essere mio, forse alle Dame del Parnaso con mio dolor dispiaccio;
ma la fulgida Minevra l'onor della mia magia difende,
con elmo basso e lancia in resta.
 
Com'icaro sfidò i raggi del sole,
io tutt'ora a singolar tenzone sfido Morte e Vita mostrarsi
Come le impavide Piche col lor sublime canto d'augello, o stolte,
cercarono la violazion del vostro canto, o signore d'Elicona.
Com'ormai l'annoso Prometeo non invecchia, ma pena sulla rocca,
implorando morte, ma mai rimpiangendo quella fiaccola che agl'umani ingegni donò
 
Venere bella, dall'occhio soave, ridi dall'alto coi ricci dorati,
mentre Eros, tuo figlio, vive con noi su quest'astro sublime,
sul corpo perfetto di Gea, sul maestoso torace di Saturno,
trasportato nelle Ere dalle braccia poderose di Atlante,
che guarda quelle sue figlie danzanti,
a cui di Paride e Menelao le sanguinose angosce fu causa
 
Rimembri, o Calliope, quel fosco dì,
quando Marte le trombe suonò, e tu eri lì.
Il fuoco di Ares, dieci, mille, centomila membrà cancellò dalla Terra dei mortali.
Sotto le mura di Troia s'aprì ingorda la porta dell'Ade, e tu eri là...
Tu, mi Dea, stavi sulla soglia, eri la muta storiogorfa della disfatta di Ilo.
 
E tu, infingarda Calipso,
che dell'eroe d'Itaca muratasi l'anima in un atollo sperduto,
finch'Ermes dal piede alato la liberò, e permise a colui,
salvatosi da Circe fuggì da Sicilia e Cariddi,
di tornare dalla sua amata Penelope.
 
 
 
 


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Pino Forgia
 
Premio Speciale Augusto Robiati
 
Saper amare...
 
Colleghi anziani, diamoci una mossa,
io voglio invitarvi alla riscossa,
la nostra acquisita esperienza
è un primario valor dell'esistenza,
 
la nostra saggezza e grande dignità
siano al servizio della società
e poiché la vita è carica d'eventi
è doveroso essere presenti.
 
Ed è così che come baldi nonnini
in affido prendiamo i nipotini
e nel trasmetter messaggi d'amore
rinverdiam sia la mente che il cuore.
 
E altri anziani che nelle comunità
stanno insieme, vivon in serenità
e con bocce, carte, balli e biliardi
perseguono notevoli traguardi.
 
Altri ancor, con slancio disinteressato,
dedicano del tempo al volontariato
e cercano di mitigar i seri mali
dei cosiddetti malati terminali,
 
oppure offron cure e assistenza
a chi vive solo e nell'indigenza
o magari rivolgon un sorriso
a chi ha corrucciato il suo viso,
 
a chi è ancora schiavo dei tabù,
a chi si lascia andare sempre più,
a chi non prega, a chi è ozioso
sia in casa sua che in casa di riposo.
 
Giusto mi pare, colleghi anziani,
congiunger in preghiera le nostre mani,
c'è ognor speme, noi d'indole cordiale,
abbiamo una corsia preferenziale.
 
Così noi, giovani e gagliardi anziani,
gaudiosi nell'oggi e nel domani
e sempre carichi di giovanil energia,
opriam per un mondo d'amore... e così sia.
 

 

Vladimiro Furlan
 
 
Felicità...attimo atto
 
La polvere che cade dalle stelle irradia la mattina,
la luna s'è sciolta nell'aurora ma ancora illumina,
 
attraverso i vetri vedo monti orlati di bagliori fatati,
il cielo terso insinua nel cuore desideri mai sedati.
 
Mi lascio lusingare, senza indugi m'affido alla bicicletta,
le mani sul manubrio odono fruscio di gomma su terra battuta:
 
viaggio nel grembo di questo dì di marzo,l'aria è veloce,
il sole blandisce la gemma del pesco che turgida tace,
 
orti zappati e pettinati sono in attesa d'esser seminati,
passeri e merli sui rami potati sognano verzieri imbanditi,
 
alcuni alberi si tendono, scrollano la brina dalla foglia,
in una casa nasce e s'effonde profumo di caffè e vaniglia,
 
su un prato, libere, le galline raspano e poi si rincorrono,
panni stesi dai colori discreti danzano mentre asciugano,
 
un cane bianco, grosso, s'accompagna con uno nero e basso.
I minuti muoiono. Si spalanca il giorno. Il gelo cede il passo.
 
Istigano gioia, allo sfinimento, le cento dita del vento,
questo momento ha labbra piene, deliziose, un incanto:
 
il tempo, vecchio nomade saggio, ha divelto il cancello,
il pedale gira da solo; sto in braccio al mio angelo.
 

 

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Giuseppe Gambini
 
 
Tra vicoli e stradine
 
Tra vicoli e stradine della terra mia
vedo gradini di povertà salire verso il cielo,
tra muri bianchi e casa fatiscenti
vedo scalini di miseria, intrisi di malinconia,
scendere verso il mare in cerca di dignità,
in cerca di coraggio, per abbracciare la libertà.
 
Tra vicoli e stradine della terra mia
vedo occhi infantili guardare l'orizzonte
in cerca di speranza, persi nel vuoto
cercano Dio nel giorno del miracolo,
con la disperazione nel cuore
cercano il domani in una giornata di sole.
 
Patrizia Garofalo
 
 
 
 
Verrai
in una città di nebbia
e cecità
perdita di sensi
urla graffiate sui muri
smarrimento dell'oggi
vietata al sole
incatenata
nei baveri dei cappotti
nei capelli bagnati
eppure
tornerai
per non perderti.
 
 

 


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Barbara Gattinoni
 
 
Opera 3a classificata Sez. Giovani
 
 
Ad Auschwitz
 
Dita sottili come steli di canne
stringono testarde la libertà perduta
scavando su fini lamine d'avorio
stigmati lucide di rosso tormento.
Scosse dal nulla e dal vuoto che avanza
a tentoni ricercano caparbie la vita
che le elude oltre solchi argentei.
Esala l'ultimo respiro l'uomo,
l'ombra diventa sua sostituta e avanza inerte nel fango.
La mente impazzita come il batacchio
di una campana stonata
risuona muta nel buio
stordendo dolore e sofferenza.
Solo ceneri e braci incandescenti
placheranno l'inferno terreno
il cui Satana beffardo
non è altro che un uomo.
 
 

Chiara Giuiusa
 
 
Nulla mi innamora
come questa vita
che mi scoppia dentro
-si aggrappa al sorriso del sole
sfoglia, lenta
i giorni di noia
e poi sceglie questa strada di Luce.
 
Potrei bruciare
se mi chinassi a sfiorarla
 
ogni passo è una sfida
all'abisso di sotto
 
ma non c'è pensiero nell'ipnosi
 
cammino
sul dito
dell'Assoluto
 
 

Esistono sentieri
tortuosi
che si snodano fra
le mie ossa
seguendoli potrei perdermi
 
fra le piaghe tormentate
della mia carne
 
ignoro il loro richiamo -
ma il passo è scandito
dall'eco che rimbalza
nel Buio delle mie
grotte.
 
 
 


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Antonella Guidi
 
 
Vecchi casolari
si risvegliano bagnati dal sole
del primo mattino
e adagiati su colline ricoperte d'oro
si accendono di vita.
Vita che profuma
di terra, di sudore, di amore
per ciò che sta attorno.
Vecchi casolari
dispersi nella campagna estiva
dove l'aria profuma di lecci
e dopo il temporale l'odore
dell'erba ormai secca è dolce come miele.
Vecchi casolari
dove la vita è battito d'ali
di una colorata farfalla
che va all'unisono con il battito del cuore.
 
 
 
 
 

 Santina Laganà
 
 
 
 
 
Nostalgica giovinezza
 
Ancora che avviluppa, aggroviglia,
che respira il passato
e ispira il pensiero;
che annusa i ricordi
e s'affiata d'un sorso di brama vissuta
che s'accosta alla vita;
che culla una nenia antica di parole che furono
ormai spente.
Che batte nel cuore,
che pulsa nell'anima,
che muove le pupille al passato e i brividi ora.
Il rimpianto di un sorriso
vela le labbra e accarezza,
in una risacca di onda infranta,
le mani stanche abbandonate sul grembo.
 
 
 


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Gabriele Lastrucci
 
 
 
 
Dalle pupille acide della notte
 
La notte esplode
Come un immenso papavero
Nella densa follia
Del nulla che viene.
 
E tu
 
Di pallido universo
 
Mi sfiori.
 
L'eternità sfigura
Nel delirio breve
Dell'ora.
 
 
 

Alessandro Lizioli
 
Tulum
 
Ho portato la mia nave in questo porto
il mio viaggio parte da una casa che non insegna
lungo il mare ho ricevuto gli sguardi degli uomini
addolorati per troppo sole sparso sulle vele.
Guardo oltre il mio timone verso una spiaggia azzurra
lungo scogli alti che proteggono lati oscuri dell'incoscienza.
Il mio tempo si adatta male al tormento di questo silenzio.
Oltre il breve tratto di una mare che è ancora il mio
uomini piccoli serpeggiano verso il sole alto a venerare un re
nel loro canto non trovo mai le parole d'onore al mio sovrano.
Ho portato la mia nave in questo tratto di mare
nel tempio di uomini increduli che coprono di sangue la terra
gettano via i corpi inutili dopo aver strappato la vita
separato il sangue dal cuore e la mente dell'anima.
ho fatto vela tra le parole del Signore adorando e mordendo
strappando i cuori alla vita come i piccoli uomini in calore.
Dall'alto dei nostri sogni appare l'ombra scura di un inverno.
Quando ho portato la mia nave in questo porto ho sognato di amare.
 
 
 
Lettera d'addio
 
Adesso che il giorno mi è morto in grembo
le assolate solitudini lasciate trascorrere col tempo
mi sento leggera di vento e inchiostro
in questo buio secco di attesa.
Aspetto che una mano mi stracci piena di forza
che occhi di pianto divorino il mio significato.
Sento ancora i passi appuntiti che mi violano
tragiche macchie umide come muffe sui muri
tratti scomposti di un sogno sventato
vela riposta con cura per un porto disperato.
Sogno un ripostiglio di ricordi dove giacere.
 
 
 


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Margherita Lo Russo
 
 
Ciao Marika
 
Corri' in riva al mare le tue lunghe gambe,
pura energia alla vita.
i tuoi lunghi capelli sciolti sono essenza, per il vento
che li sfiora e li accarezza.
I raggi del sole poggiati fra i tuoi ricci, sfidano gelosi
la lucentezza dei tuoi colpi di sole.
Angelo, bellissimo, ti vedo volare
fra i tuoi compagni di gioco.
Appassionata, per tutto quello che fai reciti alla vita.
Il tuo abbraccio la sera la buonanotte per i tuoi
fanciulleschi sogni, di bambina.
La mattina dalle fessure della finestra
entrano linee orizzontali di luce,
ti baciano il viso e aprendo gli occhi sei indispettita
e mugoli di dissenso.
 
Ti vorrei stringere!! Quanto ti vedo dormire
ma, non lo faccio
spezzerei l'elettrocardiogramma dei tuoi pensieri.
Nel ventre sorpresa ti trovai,
fra lacrime di gioia ti abbracciai,
piccola piccola mi fosti poggiata fra le braccia,
che tremanti ti accolsero.
Gli anni volano veloci, dalla culla alla scuola ti
accompagnerò.
In silenzio, accanto a te.
Sentirò a causa dell'amore i palpiti del tuo cuore.
Ci sarò sempre quando tu lo vorrai!!!
Le mie mani prenderanno le tue stringendoti
e ti darò la mia energia...
Per moltiplicare la tua quando ne avrai di bisogno.
Accanto a te! io ci sarò.
 
 
 

Elena Marchionno
 
 
Piramidi
 
Lo spazio in questa città si ordina su piramidi
gialle, del giallo di quelle civiltà di vivacità
contenuta; fa cantine, fa cantine dove si
fermenta lo spirito di spine imbalsamatrici.
 
Quando l'odore acquista un carattere i corpi fanno
scatole compresse, nido e polpa sgorga da quel
mistero di silenzio e puzza di carne.
 
Di positivo c'è che qui la polvere ti racconta
storie.
 
 
 


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Giovanni Mariotti
 
Infuocata solitudine
 
Sole dal cielo azzurro, sulla bianca lapide,
circondata da zanzare e dal canto delle cicale,
da una solitudine che continua a far male...
Mura senza sguardi vigilavano dall'alto
acciottolati serpeggianti ed assai infuocati,
e gran spazi che accecavano di luce il cielo
vestiti da distese senza il minimo refrigerio.
Una figura curva si moveva senza guida
lungo un percorso stretto e accidentato
(lungo le mute mura che stendevano a terra,
coi loro cappelli rossi, sporgenti e dentellati,
panni scuri ed impalpabili senza colore):
borbottando una canzone priva di parola,
col legno che sosteneva la vita senza più gioia.
Dalle trombe marmoree delle grandi statue
uscivano fiotti di vapore spumeggiante,
che gridavano con voce assordante di cicale
gesta mai narrate di battaglie senza sangue.
Dalle insegne delle vetrine tutte oscurate:
coni di gelato giganteschi e tazzine fumanti
sorridevano invitanti senza fare ingolosire.
Scogli di sporcizia privi di vergogna
si ergevano qua e là in disorganica forma,
spandendo nell'aria un acre fetore
che saliva ondeggiante grazie al fulgido sole...,
insieme a un malinconico e tenue miagolare
Da una finestra aperta una voce che parlava,
in sottofondo: il mormorio vivace del mare,
le grida festose delle spiagge affollate,
le note delle canzoni che furono giovani...,
il garrire delle bandiere senza più frontiere.
Zanzare affamate ronzavano nell'aria,
laggiù, tra il color dei gerani e le verbene
che nascondevano l'abbandono di chi è solo
e che gettavano su di esso un velo pietoso.
La morte stava ormai per spiccare il volo.
 
 
 

Concetta Massaro
 
 
Vorrei
 
Ti cerco nei ricordi sbiaditi dal tempo
e in vecchie foto
ma trovo solo immagini ormai ingiallite.
Mi piacerebbe e non sarebbe poco
rivederti ancora una volta
per ridere, scherzare, stare con te nonno
semplicemente per chiacchierare,
ed io vorrei... vorrei!
Vorrei raccontarti di me
e dirti quanto mi manchi
confessandoti il bene grande che ti ho voluto
e il dolore nel perderti... inconsapevolmente vissuto.
Ovunque tu sia, grazie...
poiché segui i miei passi, sei la mia amica ombra,
ma con tristezza mi accorgo
che ho solo una foto in bianco e nero
nel cuore e su una triste tomba.
Sedevo bambina sulle ginocchia
di un ometto basso e stempiato,
dagli occhi dolci e il cuore malato.
...E il ricordo, di quella dolcezza
è un esile filo che mai si spezza,
ma se pur la vita mi riserverà non pochi affanni,
sarà indelebile passassero cent'anni.
Ed io vorrei... vorrei!
Ma tu sicuramente sai ciò che io vorrei.
 
 


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Maria Sveva Morelli
 
Come fantasmi
 
Ricordi,
come fantasmi.
Rumori,
come fantasmi.
Brividi,
come fantasmi.
Ricordi lontani,
che ti passano accanto,
sfiorandoti,
baciandoti,
con le loro tuniche bianche
come fantasmi.
Come fantasmi
non lasciano ombra,
non hanno occhi,
né lati nascosti;
sono solo tempo passato,
con tanti interrogativi.
Trasparenze,
ricordi,
sensazioni,
brividi,
rumori,
come fantasmi.
Fantasmi.
Fantasmi della nostra mente,
del nostro cuore.
Colpe,
amori,
peccati;
cose che ci portiamo dentro,
proprio come fantasmi.
 
 
 
 
 


 

Nicoletta Nicola
 
 
Quando piove, cade acqua?
 
Suonano sul tetto gocce allegre di pioggia
e sulle foglie saltano e scivolano
fino a terra.
Baci piccoli e bagnati
sulla crosta accaldata
del mondo stanco,
alla sera.
Scendono brillanti
e sciolgono
stanchezza e polvere
lucenti rivoli che a lungo, uno nell'altro,
scorrono.
Fresche perle su fiori nuovi.
E lacrime
su petali appassiti.
Cadono ancora e ancora,
e lasciano, al respiro sorpreso,
un nuovo brivido per l'antico odore.
 
 


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Lorenzo Nocentini
 
 
Il nero
 
9/8/2004
 
Non-colore,
assenza di tutto,
presenza di nulla ,
odio di luce.
 
Nucleo di morte
terrore dell'uomo
tenebra oscura
tu sei:
il nero implacabile,
il vuoto assoluto,
la pagina vuota
sul libro di Morte.
 
Morte del colore,
affamato di esso,
t'imponi.
Simbolo oscuro
Runa ancestrale
Retaggio di cose,
più grandi dell'uomo.
 
E così tu spaventi
Temuto ed odiato
Indifferente comunque
all'umano agitarsi,
vanamente.
 
 
 

 Daniela Ori
 
 
 
 
Intesa
 
Ci incontriamo nei nostri pensieri.
Ne comprendi l'intensità,
la ritrovi nei tuoi gesti,
nei miei,
negli sguardi.
Intesa.
Intatta, come la prima volta.
Ogni volta.
E puoi dare un nome a questa gioia leggera.
Nulla sarà più come prima,
lo sai,
lo hai compreso.
Hai intrapreso un cammino.
In un modo o nell'altro,
Io percorro con te.
 
 
 
 


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  Mariacristina Pianta
 
 
Opera 2a classificata Sez. Adulti
 
 
Camilla
 
Ogni giorno correva senza posa
nell'atrio, non ne sapeva il motivo.
Sembrava arrogante, curiosa
e rideva in un silenzio vivo.
 
La sgridavano invano. Camilla
associava immagini lontane,
era agitata, una vera scintilla,
usava sempre metafore strane.
 
Venne il tempo del sudato diploma,
lasciò la scuola con grande rimpianto,
non più giochi con i compagni intorno.
 
Ancora la ricordano. L'aroma
del tiglio suggerisce l'incanto
del cortile, forse il suo ritorno.
 

 Giovanna Poma
 
 
Tiepida notte
 
Tiepida è la notte e profumata,
il cielo è una volta immensa trapuntata,
la campagna diffonde la sua voce e la dirige.
 
Quanti strumenti si vanno ad accordare
nel soave verde cupo mare.
 
Cantano i grilli,
gracidano le rane,
latrano i cani in lontananza;
tutti partecipano al suono della danza.
 
Suoni senza tempo,
evocano pace,
dissipano paure,
scacciano i corvi neri dai pensieri.
 
Quanta quiete attorno
finché ritorni il giorno.
 
Vigili i miei sensi stanno ad ascoltare,
in questa terra voglio riposare.
Affondate le mani miei nelle sue coltri,
tutto il suo calore imprigionato,
 
è corpo che tracima e che si espande.
Travalicato l'animo mio il confine dell'immanente
tra terra e cielo ebbro trascende
ora il limite del presente.
 
 
 


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Alessandro Regazzoni
 
 
Vocabolario del XXI° secolo
 
"Attacco preventivo
bombe intelligenti
danni collaterali
forza di interposizione
missione di pace
no fly zone
osservatori O.N.U."
 
Ragnatela virtuale
che si aggroviglia
intorno a me.
 
La guerra non è più
un notiziario clandestino
di Radio Londra.
 
 
 
 
 
Marco Scarponi
 
 
 
 
 
La malinconia si struscia
contro il vento vogliosa
di carezze. Più in là
la notte si beve
l'ultima goccia
di luce.
 
Resto solo
a innaffiare un sogno
che non vuol saperne
di crescere.
 


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  Miriam Scimemi
 
 
 
 
Liberi
 
Cammino respirando l'aria del mio paese
che, seppur soffocante, mi fa sentire libera
mentre sono insieme a te.
I raggi del sole ci irradiano di gioia,
l'ombra accompagnata dal vento
mi fa sentire la brezza del mare.
L'altezza degli alberi, che ci circondano,
mi riporta alla montagna anche se siamo in collina.
I fiori sono già sbocciati, nel pieno della bellezza
aspettano di seccare per cedere il predominio
alle foglie che cadranno, facendo piovere un arcobaleno.
Ma gli alberi non rimarranno spogli per molto
e noi saremo ancora qui a passeggiare Amore.
 
 
 

Maria Teresa Sica
 
 
 
 
 
 
Immobili
 
Seduta di fronte a te sfioro i contorni del tuo viso, i tuoi capelli,
sorrido, dolcemente, ed i miei occhi sembrano sereni.
La tua espressione è grave, ma i tuoi occhi lucenti la tradiscono,
vorresti accarezzarmi, resti immobile.
Dolci sensazioni fanno vibrare i nostri corpi, le nostre menti,
comunichiamo, silenziosamente, ed intorno sembra esserci il vuoto.
Vorremmo poterci scambiare in dono un magico istante carico d'affetto,
non possiamo, restiamo immobili.
Per un attimo ti regalerei tutta me stessa,
per riempire, con amore quel vuoto che pare ti accompagni,
colmare fugacemente un bisogno d'amore che ci temiamo dentro,
e dare, a te che sento così dolce, ma resto immobile.
Scompare il mio sorriso, sparisce la luce dei tuoi occhi,
la mia mano s'allontana dal tuo viso.
Rumori. Scompare il vuoto intorno.

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Antonino Stampa
 
Come un siciliano
 
Come
un siciliano
 
Confuso
nel tuo
inutile idioma
i compagni irridenti
ti vidi esule bambino
lo sguardo
nel sogno smarrito
la bocca
sorriso d'innocenza.
 
Mi parli
come un siciliano
 
lo sguardo
acuto a cogliere
pieghe nascoste
in mano nuda
una donna
un trasferello
per il tuo motorino
 
Invano
nei tuoi occhi
ricerco
l'incorrotta
distesa
deserta
la forza dei venti
avvolgenti
in onda di sabbia
il nudo e brullo
hammada
 
alto
nell'azzurro cielo.
 
 
 
 

Roberto Tamagnini
 
 
Vette lontane
 
Mi sei apparsa
come in sogno,
elegante, sinuosa,
gambe tornite
dalla caviglia sottile;
anche arcuate,
seno generoso,
viso ovale perfetto,
occhi scuri penetranti;
sei come l'Himalaya,
difficile da scalare,
i tuoi burroni, le tue valli,
poter esplorare,
ma tu sei troppo per me,
troppo ardua è la sfida,
io mi sento inadeguato,
anche per l'ultimo guizzo,
tu sei troppo dolce,
troppo donna,
mi perderei esplorandoti,
eppure vorrei tentare
l'ardua prova,
vorrei amarti o
morire, precipitando.
 
 
 
 


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Stefano Tonelli
 
 
Solstizio d'Estate
 
Questa prima sera d'estate,
così generosa di luce...
Sotto la volta d'azzurro e blu
trapunta di chiare stelle,
ferve ancora l'uomo nel suo anelito di vita.
 
Sospeso a mezz'aria nel mio limbo,
mi rassegno alla eterna paralisi
di sentimenti e desideri, alla fine di
questo ennesimo giorno insulso.
 
Eppure all'alba era vergine,
non ancora vissuto da nessuno,
nuovo, ricco di possibilità.
 
La vita - lo so - è una scuola che
sovente impartisce dure lezioni,
e dal suo rigore non ci possiamo sottrarre
(sarebbe questo il vero "peccato").
 
E mi chiedo:
questo giorno cosa è servito,
cosa ho imparato,
cosa ho sbagliato,
quali opportunità ho buttato...
 
Temo le possibili risposte.
 
Solo non vorrei trovarmi,
distillata tutta la mia lenta atra agonia,
ancora sciocco e ignorante fanciullo,
impegnato soltanto a saltare la scuola.
 
 

Mauro Trapasso
 
Lacrime di sale
alimentano un tormentato ruscello.
Alla ricerca della tua essenza
Ogni crepa della natura scandaglio.
 
Mamma
Per caso ho aperto un cassetto
dove dorme il tuo nostalgico diario
cosparso di pensieri segreti e sapori svaniti.
Mentre frugo la tua vana speranza
sibila il vento a sondare l'attimo fuggente.
Vorrei abbracciarti per un istante
cospargere d'alchimie lontane il tuo nuovo cammino
sussurrare parole profonde al tuo orecchio ancestrale
donarti i miei occhi polari/farti scrutare l'immane banchisa
della tua famiglia che non vuol rassegnarsi
e continua inconsciamente a pensare (utopia)
che dopo un mese crepuscolare
dopo un lustro di sogni cancerosi...
Tu, cara madre, tornerai col primo vento autunnale
a soffiare alla porta/riportare l'allegria in una casa impietrita.
***
Ora che fluttui leggera nel vento
ogni fugace momento terreno vissuto in tua compagnia
diventa una lama d'acciaio Imperitura
ove erigo i miei ameni ricordi!
***
Se ero un vero poeta/vincendo avrei pubblicato un libro scandito
dai variegati sussurri del mare mentre i virginei pensieri
avrebbero inghiottito il NULLA e dopo un moto ascensionale
si sarebbero depositati ai piedi della PACE in cui ora vivi.
Madre, perdona la mia pochezza!
 
A mia madre, alla sua solarità, onestà ed amore
(Marisa Giardini - Lucoli (AQ) 09/11/1935 - Ospedale San Salvatore. L'Aquila 01/07/2004)
 
 


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Lucia Anna Tuscano
 
 
Tra le mani
 
La libertà imprigiona l'essere,
il pensiero esilia la certezza,
la ragione si ribella al dubbio,
l'anima fa scontare ogni cosa,
nell'eterno porsi di domande
colpevoli di non aver risposta.
Il perché del vivere e del morire
riguarda tutti e ogni cosa è una
grazia che giunge troppo tardi,
quando chi si ama, simile ad un
fiore reciso, appassisce tra le mani.
E vivere è come attraversare
un campo minato, illesi, fino al
successivo passo e la morte il filo
spinato che lo recinge tutto.
 
 
 
 

Marco Valeri
 
Capire
 
Montagne innevate, picchi rocciosi,
vette inscalabili ed irraggiungibili..
nella purezza di un candido prato nevoso,
si posano soffici
i vellutati pensieri di un Sognatore,
come angeli tra greggi di nuvole bianche..
Un passo...un'orma;
un'orma...un segno, un ricordo...
Fulmineo, cala tetro
il manto serale..
Il cuore si ferma;
i sogni si scindono con le speranze;
il giorno fugge, le stelle cercano rifugio;
lo trovano,
e si addormentano tra le braccia della notte
come innocenti bambine
tra le braccia della loro mamma..
In qualche altra parte del mondo,
sotto una pioggia di bombe, di egoismo, di cattiveria,
un bimbo immagina un prato dove correre felice..
un contadino sogna una zolla,
non importa se di terra arida, o sassosa,
basta che regni la pace
e lì, vi possa coltivare i suoi semi..
Allora subito si leva alta la Luna;
il cuore riprende a battere,
i sogni si liberano dalle catene della realtà;
l'uomo comprende,
percepisce: "qualcuno ha bisogno"..
ha bisogno anche di lui
e di chi sa capire..
 


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Accursio Venezia
 
L'uomo prosaico
 
Il segno degli anni e del tempo
custodito dentro gli argini del volto,
libri e manoscritti l'uno sopra l'altro
si innalzano a monito della Babele immaginaria;
 
Nuove strade si incrociano
lungo la via di antiche rotte:
delle baccanti, dei satiri,
dei suonatori che,
tra Bisanzio e Venezia,
Alessandria ed Atene,
crearono le vette della decadenza
oggi riflessa nel rogo di città future.
 
Le isole della memoria,
Il mare che le attraversa,
L'oblio del vento e delle onde
su nuovi continenti si leva;
 
I passi senza rumore delle lacrime,
le veglie e le speranze dell'amore
sotto cieli di droga azzurra
che l'uomo ha chiamato libertà,
per questa:
la vita, la morte, le vite spezzate,
gli sguardi violati dal sole;
e sempre il peso incerto delle cose
sospeso tra la pazzia dei sogni
e la debolezza delle mani.
 
Delle stelle siamo il tremore
Delle foglie il lento cadere
Del tempo
attimo per attimo
l'inesorabile fuga.
 
 

Andrea Virga
 
 
Sette quartine per un amore disperato
 
Nel mio giardino, a causa d'Amore
Per te sbocciò d'inverno un bucaneve
Passan gli anni ma è ancora 'l mio cuore
Sotto la neve.
 
È una speranza di paradiso,
Che per me diventa vita d'inferno:
M'arde di fuoco 'l cuore, sbianco in viso,
Più non discerno.
 
Roventi aghi mi trapassano 'l cuore;
Sgorgano le lacrime; Resto senza
Sangue: ma vana è la resa: Amore
Non ha clemenza.
 
Sento frammenti di ghiaccio e di vetro
Nel mio petto quando triste sospiro
Mi consuma 'l cuor quest'amore tetro
Muore'l respiro
 
Invaso dalla nebbia del rimpianto
Fin nei polmoni, io sospiro e tremo;
Le nuvole non si rompono in pianto
Però, e gemo.
 
Nero grembo della notte squarciato
Dagli ululati incessanti dei venti,
Accogli 'l mio Amore rifiutato,
i miei lamenti.
 
Versami 'l veleno, ormai andato
È 'l miele di un tempo, ed il liquore
Del rimpianto del lontano passato
M'offusca 'l cuore.
 
 


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Valeria Zanella
 
Lo specchio
 
E tu che mi guardi
Dimmi come sono
Con le immagini mi parli
Mi dici la verità,
la vedo impressa nel tuo volto
sono io
non c'è dubbio
mi vedo tutta
perché domando ancora
cosa voglio sapere di me stessa?
Son così come mi vedo
Troppe domande mi faccio.
Il viso da ragazza strana
Non serena
Gli occhi colmi di pianto
Le mani piene di semplicità
Le unghie fan notare la debolezza
Il corpo non agile, pesante
Come la nuvola colma d'acqua
Che mi porto dentro.
E tu che mi guardi
Dimmi che la luce dei miei occhi vive,
perché la vita è dentro me
dimmi che per me
non esiste difficoltà
perché son saggia, matura
e ci so fare
Dimmi che son bella,
giovane, simpatica
perché così mi immagino
nei sogni che la notte faccio.
Dimmi che la vecchiaia
Per me
Non esisterà mai
Perché la mia voce è sobria
Allegra e la morte arriverà
Come un fiore nelle mie mani.

Roberto Zanobini
 
 
Il sentiero
 
Sul sentiero, che portava verso il fiume,
due uomini camminavano parlando,
il sole era basso all'orizzonte,
e le foglie iniziavano a cadere,
non c'era ardore nelle loro parole,
ne emozione alcuna,
anzi forse si avvertiva una certa delusione.
Erano trascorsi più di duemila anni,
ma niente era cambiato, gli uomini si amavano,
si odiavano si uccidevano, rubano e violentavano,
fregandosene, della morale e delle religioni,
la giustizia umana era sempre più corrotta,
e nessuno predicava più.
Le ombre si allungarono, mentre scendevano al fiume,
uno era giovane, l'altro un po' più vecchio.
Tu credi?, chiese il giovane guardando per terra,
il vecchio si mise le mani nei capelli sorrise,
il sole ne illuminava i solchi del viso:
un tempo, ora non più.
Il giovane sollevò la testa si guardò intorno,
il sole era tramontato,
lui non sapeva perché,
ma non lo voleva chiedere al vecchio,
non glielo avrebbe mai spiegato.
 
 


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Riccardo Zironi
 
Chiaro di luna
 
Sulle pareti di vetro
del grattacielo abbandonato
si sciolgono i raggi
di una luna mummificata.
 
In queste notti
i ricordi, viscidi ed elettrici,
si contorcono e si abbarbicano
sulla corteccia della mia mente.
Mi pugnalano, ahimé...!
 
La realtà non vuole parlare.
 
Un usignolo si è posato sul ramo
di un alberello secco, riarso.
Io ripenso a te.
Alla nostra aria preferita.
Così dolce, così raffinata, così antica...
Ci cullavamo nelle note perlacee
di Offenbach,
nelle sue armonie color smeraldo
e brillanti come un cristallo ricolmo di vino che sapeva di primavera.
Io carezzavo il pianoforte.
tu, mia cara amica, cantavi:
"Elle a fui la tourterelle, elle a fui loin de toi...".
 
Poi, un brutto giorno, sei volata via.
Per sempre.
Sabato ho visto la tua bara bianca
abbracciata da candide margherite e rose silenziose...
A noi mortali non resta che non aggiungere dolore al dolore...
 
...ma può un abbraccio ridarci la gioia?
 
 

 

RISULTATI DEI CONCORSI
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E-Mail:
concorsi@club.it
 
Agg. 10-11-2005