Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Melegnano 2005

Sommario
 
 
Prefazione di Benedetto Di Pietro - Maria Afa Tiranti - Abramo Agosti - Alfredo Agresti - Marco Angella - Elena Auddino - Sergio Baldeschi - Gianluca Battistel - Anna Bellon - Egidio Belotti - Valentina Binelli - Simone Bobba - Alberto Bosis - Sara Brillanti - Don Pasquale Brizzi - Sergio Brovelli - Vincenzo Calò - Alessandro Angelo Calzati - Lisetta Capozzi - Claudio Capponi - Antonio Capriotti - Marco Cartillone - Pietro Catalano - Maria Rosaria Cau - Sara Cechet - Alma Chiment - Carmelo Chiofalo - Sabrina Cimò - Silvia Cipollina - Ugo Colla - Marina Concas - Rosa Maria Corti - Mariangela D'Albenzio - Vincenzo De Crecchio - Andrea De Palma - Valeria Di Felice - Filippo Di Giovanni - Vincenzo Elefante - Gian Luca Endemini - Luca Falchi - Paolo Falcioni - Chiara Ferrara - Federico Fieri - Francesco Floresta - Maria Anna Flumero - Giacomo Fumarola - Giuliana Galimberti - Rosario Galipò - Giovanna Garzia - Marcello Gatto - Amedeo Giordani - Pellegrino Iannaccone - Maurizio Isernia - Stefano Leoni - Mariella Ligorio - Stefano Lodi - Giuseppe Pietro Paolo Longo - Daniele Lopriore - Elena Marchionno - Gianpaolo Marcucci - Demo Martelli - Luciano Martinelli - Giuseppa Masilla - Emma Mazzuca - Valerio Mello - Giampaolo Merciai - Marco Mezzetti - Domenico Mungo - Michele Mutti - Carla Noro - Cinzia Nuvoli - Maurizio Orsi - Irma Immacolata Palazzo - Liliana Paparini - Angelo Passera - Franca Petriccione - Maurizio Pivatello - Ermano Raso - Gianpaolo Ripamonti - Laura Concetta Rizzotto - Daniela Rusconi - Nino Russo - Laila Scorcelletti - Marco Simeoli - Raffaele Sinkovic - Maurizio Tantillo - Francesco M. T. Tarantino - Stefano Tavernelli - Carla Tedde - Luisa Tedesco - Giuseppina Terranova - Stefano Tonelli - Michele Vaccaro - Paola Valle - Edio Vassalli - Mario Vierucci - Leonardo Vitto - Giulio Volo
 
 

 
Antologia del Premio Città di Melegnano 2005 - formato 14x20,5 - pagg. 104 - Euro 18,00- ISBN 88-6037-193-7

Risultati del Premio
 
Come avere l'antologia
Prefazione

 

È cosa ormai risaputa che i momenti che stiamo attraversando non sono dei migliori. Le notizie date dai giornali di qualsiasi genere e tendenza sono bollettini di guerra a getto continuo: cataclismi, atti di terrorismo, incidenti stradali, omicidi con tutte le varianti possibili. Ci si chiede dove si andrà a finire di questo passo. Non c'è da stare allegri; eppure i militanti della poesia sono in continuo aumento. Può, questo fenomeno, essere ritenuto un caso accidentale, una moda del nostro tempo, e i poeti una razza di individui affetti da vanagloria alla ricerca di un momento di celebrità, come avviene in certe trasmissioni della TV, oppure si tratta di qualcos'altro? Credo di non sbagliare se affermo che il poeta è sempre figlio di un disagio interiore e che la poesia è una malattia che può contagiare qualsiasi essere umano. Esiste una proporzione diretta tra l'entità del disagio e la schiera dei poeti. Ciò che varia è il movente che dall'amore nei suoi molteplici aspetti passa all'impegno sociale, alla dissociazione dalle storture operate da chi è al potere, alla condanna del terrorismo. È proprio su questi punti che si differenziano le poesie e i poeti. Sono questi i presupposti che fanno accettare meno volentieri i versi dedicati ad un incontro amoroso oppure uno sfogo per una delusione personale, e invece fanno accettare con più benevolenza le poesie composte per un'occasione di dolore collettivo, di qualunque origine esso sia. Così troviamo chi mette a confronto il tempo in cui i bambini si addormentavano con una bella favola con quello attuale in cui l'uomo si chiude nel suo guscio, come vuole Giampaolo Merciai piangendo «giorni senza luce / sui mari dell'odio e non bastano Torri che cadono / e i treni di Madrid e i muri di Beslan / e il cielo di Londra e le strade di Sharm...» (Una Volta...). Il tema della solitudine che attanaglia l'uomo moderno nella grande città è ripreso da Pietro Catalano che, partendo dall'aspetto comportamentale dei viaggiatori del metrò che «Non fissano mai o quasi altri occhi, / il timore della nudità dell'anima / è sempre in agguato» (Passeggeri in metro), ne denuncia l'aspetto razzista nei confronti di chi può essere considerato diverso per il solo fatto di non poter essere omologato secondo le categorie convenzionali.

Il senso di provvisorietà che ci impedisce di fare progetti per il futuro, ci porta alla chiusura verso qualsiasi sollecitazione esterna. È un vivere alla giornata e ancora una volta la poesia diventa la voce più immediata e sensibile del nostro tempo.

 

Benedetto Di Pietro

Presidente della Giuria del Premio


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ANNA BELLON
 
 
Goccia di rugiada
 
Rinascerò in una goccia di rugiada,
nella cristallina brina dell'aurora,
nel sapore di sambuco che ha l'inverno.
La memoria della vita mi lascerà,
in un velo nostalgico e senza tempo
si conserverà l'impronta di me...
...Ma io sarò una goccia di rugiada
e da qualche parte, nella mia bellezza,
sentirò arrivare il sorgere del Sole
ed il ritorno delle rondini a primavera.
Nessuno piangerà per la mia partenza
quando saprò, nella mia bellezza,
che è giunta l'ora, l'ora di andare,
quando appare il Sole nel cielo chiaro.
 

 
Relitti
 
Onda d'un mare
che non rammento d'essere
navigo tra acque e nebbie,
cercando terre ormai sommerse
dal tempo.
Canto d'una sirena
che non conosce il cielo,
melodia salmastra
che nel riflesso si perde
per sognare la fiamma,
cercando fuochi ormai sommersi
dal vento.
La storia si spoglia,
il mito diviene favola
e ciò che rimane è cenere,
da soffiare al vento:
sublime costruttore d'ombre
è il tempo.
 

 
 VALENTINA BINELLI
 
 
 
 
 
 
 
Angelo
 
occhi sempre al limite della tristezza...
ma cosa penserai mai dolce mamma...
mani ruvide della vita così poco generosa
ma tu lo sei sempre stata molto
come i tuoi fianchi, i tuoi grandi seni,
i tuoi grandi sorrisi, la tua pelle profumata...
quali segreti e quanti ha dovuto sopportare
e quante volte far male il tuo cuore
per ogni spillo che, senza senno qualcuno
spingeva nel tuo petto...
come hai potuto perdonare tutto a tutti...
come puoi giudicarti felice
come puoi amare senza mai ricevere...
lo sai, mi sono data una risposta,
non ci avevo mai riflettuto prima d'ora
ero intenta a trovare la mia vita...
sei un angelo...sei bella come nessun'altra donna
potrà mai essere...sei bella anche stanca
sei bella anche triste...sei bella anche arrabbiata
sei il tesoro che ogni figlio dovrebbe avere in eredità...
sei una creatura del cielo...prima ancora di essere
moglie e madre sei un angelo...
quello con le ali più grandi
quello con la tunica più candida...
il mio unico rimpianto è quello di non
aver apprezzato e amato tutto quello
che mi hai regalato in cambio di nulla...
 
 


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 SIMONE BOBBA
 
Profumi portati dal vento
 
Ho scavato tra gli occhi della gente
ed ho incontrato il tuo viso,
ragazza vestita di nuvole
che dell'umiltà ne hai fatto pregio
senza di essa ammantarti.
 
Il vento con sé portò
il tuo inebriante profumo;
incontrai fra la brezza
le tue soavi mani
in cui si cullava la tenerezza dell'essere.
 
Quella notte in cui la Luna ci osservava
ed i grilli e le rane cantavano al trascorrer del tempo,
quasi a stento ci uscivano le parole
e proprio allora mi accorsi che il mio nome
pronunciato dalle tue labbra di una diversa cadenza risuonava.
 
E nella stessa nottata
quel raggio di Luna
che aveva perso la madre,
è giunto ad illuminare il tuo viso
e silente in te è rimasto.
 
Velato nei tuoi occhi lo intravidi nel risveglio del mattino,
quello stesso mattino in cui il cinguettio dei uccellini
creavano un ancestrale sottofondo
simile ad un soffice materasso di fiori bianchi e lillà
sospeso nell'aria di un viaggio antico
fra libellule e farfalle che sin lontano indicavano la via.
 
Socchiudendo gli occhi per osservarti
avrei voluto cessassero gli altri rumori
tranne quello del silenzio.
 
 

 
ALBERTO BOSIS
 
 
A Mies.
 
Eccoti...
Davanti a me...
Con le tue straordinarie linee...
Il travertino levigato,
le lastre di onice,
i riflessi dell'acqua,
la luce che filtra dai vetri.
Sei anche mia,
meravigliosa struttura...senza tempo...
Sei anche mia,
perché l'opera di un uomo.
Un uomo come me...
Che si asciuga lacrime di gioia,
di fronte a un capolavoro di pace.
 
 


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 SARA CECHET
 
 
Cipride
 
non ho mai chiesto nulla
ad una dea; ad una donna.
dal mio millennio al tuo
senza portare a terra la fronte
ti prego, insegnami ciò che sai
di baci e sorrisi,
di carezze e sussurri.
mostrami come non piangere
la sua indifferenza di uomo,
quando il mio calore non basta
a trasformare in desiderio la freddezza,
e il nodo alla gola stringe
e stringe fino a serrarne il respiro.
regalami uno dei tuoi incantesimi
per allacciarlo a me d'amore,
fa che mi guardi come un tempo
i mortali ti adorarono,
se per un attimo è stato mio
che sia per sempre prigioniero.
se puoi, antica dea,
che non mi sfugga.
 

 
Anton
 
Vorrei regalarti la mia pelle
chiara
come una metà di terzo atto
di gabbiano.
 
 

 
 ALMA CHIMENT
 
 
Nonna
 
Non c'è più la tua mano
ad accarezzare
i miei riccioli bruni
 
né la tua voce
a rassicurare
il mio piccolo cuore.
 
Più non ho
la tua dolcezza,
il tuo amore,
 
i tuoi ricordi,
i tuoi consigli,
i tuoi sorrisi...
 
e il caro volto tuo
- ormai -
solo nei sogni miei riappare.
 
Ah, vedessi d'agosto
cadere una stella
per chiederle di farti tornare!
 
...e poi vederne un'altra
e desiderare
- per Te - l'eternità.
 
 


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SABRINA CIMÒ
 
 
Arma la poesia
 
Arma la poesia
d'amore e tenerezza
musicalità e tempesta
vola nell'ala
dell'essere umano
perso nell'anima più nascosta
del meandro più buio della terra
nuota nell'oceano infinito
leggero.
Batte un cuoricino
tenero ed inerme scalpita
dove la frenesia della vita
ti prende.
Ma tu arma
arma sempre la tua poesia
di pennelli e acquarelli delicati
per dipingere quadri
d'amore e tenerezza.
 
 

 
MARINA CONCAS
 
 
La strada sbagliata
 
Amica cara perché percorri
quella strada che ti porta
dritta dentro un tunnel
senza uscita?
 
La vita troppo spesso
ti ha messo a dura prova,
ma non è motivo valido
per distruggerti con quella roba.
 
Hai perso ogni speranza,
sei precipitata nel baratro,
non reagisci più,
brancoli nell'oscurità
senza uno scopo
e non ti rendi conto
che hai la scimmia in corpo.
 


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 VALERIA DI FELICE
 
 
I veli dell'anima
 
Ho osservato la tua mano
disegnare i contorni
della mia nudità
su un foglio
bianco.
Ho sentito le mie sensazioni
scivolare
sul telo che avvolge
la mia ingenuità
in una nuvola
di seta.
Mi sono spogliata
della pesantezza
dei miei veli
e ho sentito la mia ombra
riflettere
sulla pelle.
Mi specchio lentamente
sulla carta
e vedo l'immagine
di una ragazza
che ad occhi chiusi
respira il profumo
di una luce
nuova.
 

 
GIAN LUCA ENDEMINI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Migrazioni
 
Sono il nome di mille frontiere
e indosso il loro odore come un vestito consunto
Sono lo specchio del mio vagare tra cielo e terra
oltre il confine incerto dello spazio e del tempo
Ho lasciato cadere parole di pietra
nel mare profondo della menzogna
senza udirne l'eco
Ho sepolto i miei anni sotto la cenere del tempo
e li ho confusi col rumore dei miei passi
Ed ancora incessante il mio vagare,
il mio cercare il respiro del vento
che vola oltre il limite tremulo dell'incertezza
Non si placa la mia voglia d'essere pioggia
che lenta bagna gli aridi sentieri della solitudine
Un'altra alba si leva su di un giorno che non vedrà luce,
il giorno d'un calendario dai numeri sbiaditi dall'indifferenza
Mi fermo un unico eterno istante all'ombra di un rintocco
ad osservare, con gli occhi del viandante, la faccia segreta della luna.
 
 


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LUCA FALCHI
 
Cielo stellato sopra noi,
volo basso di pipistrelli,
versi lugubri di civette,
gatti selvatici s'azzuffano
occhi brillanti nella notte.
 
Camminiamo per ore,
la luna ci segue,
scompare tra i pini, ricompare,
l'orologio segna il tempo
assieme ai nostri passi,
aspettiamo l'alba, non da soli,
dietro la pineta c'è già il sole.
 

 
Come un flutto che su uno scoglio s'infrange,
come uno stormire d'uccelli,
questa età di mezzo così và,
alle volte rumorosa, alle volte leggera.
 
Passa rapida, veloce come la risacca,
che si porta via la sabbia dal bagnasciuga,
lentamente, quasi senza accorgersene,
così passano questi anni!
 

 
Voglio andare via,
aprire quella porta
per riprendere la strada
della mia vita.
 
Chiuso dentro una gabbia
non riesco più a volare,
la mia libertà è mia
questo lo so bene.
 
Ma rimango qui,
l'Amore vale più della Libertà?
 
 

 
 CHIARA FERRARA
 
 
Nata nell'eternità.
Chissà quanto tempo.
In una cattedrale
nel mondo disperso.
La tua aurora non è troppo chiara,
non è troppo scura.
Ti liberi da mille chiavistelli.
Vai nel pallido azzurro sotto il tempo.
Fai i tuoi miracoli.
Le montagne nel cielo,
che solo i tuoi occhi sanno vedere,
la marea che è di ogni cosa,
il vento che non conosce nulla
fai fiorire.
Giungi nella grande piazza,
dopo aver fatto il fuoco,
dopo aver dato la vita a ciò che era immortale,
dopo aver regalato l'indeterminato alla folla,
dopo aver rinunciato alla parola.
Ed ora devi conoscere la solitudine.
Uno sguardo che perde equilibrio.
L'immanenza delle mura.
Non si sprecheranno tutti i colori degli uccelli
nell'universo della terra.
La rondine finita va per l'illimitato.
 

 
Arriva.
Volto di ragazzina.
Passo da uomo.
Svagata musa che ha perso la via.
Malinconico soldato di ventura che ritorna a casa.
Nugoli di pensieri senza radici rotolano nel cielo.
Davanti a lei nel quotidiano sopravvive lo straordinario.
La fata povera, nell'implosione dell'infinito, prega indigente.
 


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DEMO MARTELLI
 
Eri niente eri un poco
 
Eri niente eri un poco
eri tanto sei tutto.
 
Forte come una quercia
abbarbicata nelle mie carni
succhi l'indifferenza costruita
per sopravvivere,
e io mi nutro
di qualche sguardo nel silenzio.
 
Tingi di verde il tuo seno giallo:
avremo la luna nuda,
che galleggia su la musica dei grilli
di terra povera,
nelle prime ore
del mattino notturno.
 
Eri niente eri un poco
eri tanto sei tutto.
 

 
Festa
 
Il cielo sta cantando
con tutti i negri di New Orleans
un bleus a luci azzurre
quando l'arancia accesa
con fiamma di cera
torna al giorno corto.
 
Coppie di stelle danzano,
bagnate di champagne
dell'Orsa Maggiore.
Ascolta amore mio,
il brivido del tempo.
 
Torneranno a cantare
i negri di New Orleans?
 

 
LUCIANO MARTINELLI
 
 
 
 
 
La mamma
 
La mamma, che persona meravigliosa
Ti da la vita e ogni altra cosa,
da quando eri piccolino
che ti cambiava il pannolino
fino a che grande sei diventato
e un bel giorno ti sei sposato.
Sempre presente con amore
nella gioia e nel dolore,
attutisce ogni sofferenza
anche con la sola sua presenza.
Punto fermo e fonte d'amore
che ogni bambino porta nel cuore.
Tra le sue braccia ti senti protetto
stretto al suo caloroso petto.
I figli crescendo, a volte la fanno arrabbiare
ma guidata dall'amore non tarda mai a perdonare;
lei gli dà sempre tutto, senza mai chiedere niente
al contrario di come fa nel mondo tutta l'altra gente.
Tutto questo crea nei figli, un amore tanto forte
che supera ogni ostacolo, perfino la morte.
Perciò la parola «mamma», piena il cuore ad ogni persona
ed ognuna vede la propria, come la più bella e la più buona.
 


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MAURIZIO ORSI
 
 
Albeggiare di Sole...
Sciabordare di Mare...
 
Albeggiare di Sole...
Sciabordare di Mare...
Da quali mattini
a quali tempeste,
scialuppa di Sole
ancorata a quel Mare.
Da quale partire
a quale tornare,
dopo essere stato
prima di essere.
Per poi ritornare...
Per poi ripartire...
 
Albeggiare di Sole
dietro persiane serrate,
frantumando finestre
ad osservare,
lo stesso Sole lievitare
su nuovi mattini...
Sciabordare di Mare
dietro porte blindate,
scardinando stipiti
ad ascoltare,
lo stesso Mare urlare
su nuove tempeste...
 
Albeggiare di Sole...
per poi ritornare
su nuovi mattini...
Sciabordare di Mare...
per poi ripartire
su nuove tempeste...
 
Per nuovi mattini!
Per nuove tempeste!
 
 

 
FRANCA PETRICCIONE
 
 
L'ora del tramonto
 
È giunto il tempo in cui la verità prevale
agli occhi dell'anima.
Tanto camminammo,
faticose erano le mie strade;
prima valli poi impervie rocce.
Scalando piano piano,
tempo dopo tempo,
attivai sulla cima che mi condusse
ad un lungo viale assolato,
dove deviò anche la tua strada.
Vicini, più vicini,
mano nella mano andammo lungo il viale.
Là dove si perde il sole.
Più volte di sfuggimmo dalle mani,
intraprendendo così, diverse strade
scoscese e senza fine.
Ci vedemmo all'orizzonte,,
tempo al tempo affrontammo un vastissimo labirinto,
quando finalmente raggiungemmo l'univoca strada,
per riprenderci.
Di nuovo mano nella mano,
andammo avanti, ma poco a poco
quel sole che un dì stava davanti a noi, sparì.
Gradatamente venne il buio,
un turbine svelse le profonde radici,
che s'intersecavano tra le nostre mani,
Obbligata così è la strada mia, opposta alla tua.
Forse un giorno queste strade,
ricondurranno al lungo viale, ma
nessuno si vedrà da lontano,
il sole non sarà più alto nel cielo,
solo nebbia apparirà;
foglie secche cadranno dia rami,
dagli stessi rami verdeggianti,
che videro due mani congiungersi.
 

 


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 NINO RUSSO
 
 
Flash di remota memoria
 
I
 
Bello com'è un bene mai goduto,
riaffiora alla memoria il dolce volto
- raro baleno, un battito di ciglia -
da un'antica - confusa - lontananza.
 

II
 
Cespi e canneti che la brezza estiva
fa palpitare sussurrando lieve;
il cielo - in alto - terso, senza tempo;
il mare in fronte. E lei: sospesa, immota,
lo sguardo anelo fitto nell'azzurro.
 

III
 
Nel limpido mattino
di un giorno che fu,
scorre tra il verde, musicale e terso,
l'antico fiume.
 
Nel suo grazioso errare
l'accompagna rapito
lo sguardo dell'antico
bimbo che fu.
 
 

 
RAFFAELE SINKOVIC
 
 
Delizia di Catullo
 
Ora tu sei questo vento ghiacciato,
disincanto del giorno
in cui i miei traguardi ho disilluso.
Sei fuoco sulla pelle
che da lungi fin ai miei orecchi fischia.
Tormentosa tormenta impassibile
sei del mondo di mezzo.
 
Tu, passatempo d'un fato crudele,
tu, fredda colpevole,
quel passero felice,
compagno a calme nubi,
lui, l'amante di fronde mutevoli,
l'essere di zucchero
sempre ridente nei soli ridenti,
 
tu di tenebre immobile l'hai ucciso,
dal suo trono etereo precipitato,
disteso sulla strada;
e poi più ancor percosso
da onde di schiaffi una volta carezze.
Ora è un corpo solo senza nome.
Ora ce l'ha la terra.
 
Oh, dimenticatemi Amori e Brame
che tanta gentilezza malvagità
voraci spingono verso l'eterno
esilio, scordandosi del pianto.
 
Ora sei della terra,
delizia di Catullo.
 

 
L'eterno si fa una coppa di panna
e fragole al tramonto.
 


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LUISA TEDESCO
 
La donna acqua
 
Fiori di loto sbocciano in superficie, sull'oceano dell'umanità
nell'azzurro colore della storia d'amore della vita
insieme al divenire infinito di corpi senza nome
immersi nell'unicità di un mondo ch'è di tutti ma è solo di ognuno
nel vortice incommensurabile d'una purezza senza tempo
ove esplode il volto di un sorriso e lo sguardo dell'esistenza
che squarcia le acque fino a separare la terra dal cielo
e lì, nel nulla infinito del tutto senza parole,
in un momento si celebrano le nozze dell'amore,
ove la pace cede l'anello al cuore e la gioia pone il suo sigillo
nell'interiorità dell'invisibile
insieme al sangue di una parto che cono consoce fine,
poiché incessantemente genera un nuovo essere
nell'oceano della vita.
 

La donna albero
 
Nasci dalle radici della terra, immersa in infiniti colori
che costituiscono la strada del tuo corpo, del tuo viso.
Lo sguardo è fermo e rivolto verso l'eternità della vita,
laddove non c'è spazio per l'ingannevole falsità di un silenzio senza cuore;
e sorridi soave dinanzi alla meraviglia del creato.
La folta chioma si issa verso il cielo ed è ramificata
da folti labirinti erbosi sui quali dolcemente riposa Gorhil, l'elfo bambino.
La tua presenza è senza tempo
e la tua essenza emana il profumo della quiete,
ove dilaga il sangue dell'orrore e si bagna il mare della sera
coi suoi infiniti colori, mentre naviga
in cerca di nuove rive su cui piantare le tue radici;
affinché nuove terre assaporino l'eternità della tua presenza
e possano così scoprire l'amore della vita: un miracolo senza confini!
 

 
 


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Agg. 02-10-2006