Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
M° Raffaele Burchi Biblioteca di Tromello 2006

 

Indice

 
Prefazione - Albo d'oro del Premio - Sergio Balestra - Anna Barzanò - Anna Barzanò - Erik Battiston - Marcella Bianchi - Chiara Maria Boldrini - Vincenzo Bolia - Roberto Borghetti - Paola Cabiaglia - Paolo Capella - Anna Maria Cardillo - Massimo Gerardo Carrese - Rosa Maria Corti - Gaetano Cugno - Alessandro Curcio - Mario D'Alise - Vincenzo De Crecchio - Silvio Di Fabio - Maria Pia Di Nicola - Vincenzo Ercole - Denis Forasacco - Giuliana Galimberti - Pietro Gatti - Pietro Gatti - Antonio Giordano - Adriano Gizzi - Nirvana Granata - Carlo Grigioni - Fethi Hammami - Elio Lunghi - Domenico Maccarana - Gilda Mele - Valerio Mello - Giovanni Moda - Giovanni Moda - Daniela Mortillaro - Cinzia Nuvoli - Maurizio Orsi - Maria Teresa Piccardo - Piera Rossi Celant - Lohana Rossi - Licia Roveri Galli - Alessandro Sanscritto - Maria Grazia Saviola Galli - Adriano Scandalitta - Adriano Scandalitta - Sabrina Sciani - Maria Paola Scopano - Sergio Serrini - Daniela Sias - Mario Sirotti - Carla Tedde - Luisa Tedesco - Stefano Tonelli - Paola Tosato - Lenio Vallati - Gian Claudio Vassarotto - Nereo Zavagnin
 
 

 
Antologia del Premio letterario Maestro Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello 2006 - 14x20,5 - pagg. 68 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-331-X

 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
Eccoci come gli altri anni a scrivere poche parole d'introduzione al premio letterario «Raffaele Burchi», giunto oggi alla sua terza edizione.
Due riflessioni si pongono alla nostra attenzione e vogliamo riproporle a chi leggerà queste poche righe.
La prima è che nonostante i nostri stili di vita siano cambiati in maniera addirittura impensabile fino a pochissimi anni fa, l'amore per la scrittura, e per la poesia in particolare, è rimasto pressoché inalterato.
Cambiano gli scenari, si rinnovano i soggetti, ma il "sentire poetico" rimane immutato.
Il bisogno di scrivere e di rendere partecipi gli "altri" dei propri pensieri, dei propri sogni, non è cambiato.
Sfogliando le pagine delle antologie precedenti e leggendo le brevi noti biografiche dei partecipanti, è facile notare come il "movimento poetico" coinvolga ogni aspetto dell'odierna società.
Scrivono in versi farmacisti, muratori, giovani DJ, casalinghe ed architetti, una rappresentazione completa della stratificazione sociale del nostro paese. A tutti loro dedichiamo questo concorso, con la segreta speranza che altri, partecipando alla serata della premiazione, si sentano spronati a seguirne le orme.
Vuole essere questo, a ben vedere, lo scopo del nostro concorso.
Se soltanto riuscissimo ad avere una pagina scritta in più ed un televisore acceso in meno, potremmo n queste manifestazioni, cosicché sembreranno meno grevi le serate dedicate a questi eventi. Da ultimo, ma forse al primo posto come importanza, la preghiera che tutte le istituzioni interessate, amministrazione comunale e commissione di gestione della biblioteca prossime venture, continuino nella tradizione e nel potenziamento del concorso dedicato al concittadino M° Raffaele Burchi.
 

 

La commissione di gestione della Biblioteca Comunale «R. Burchi»

 

Albo d'oro dell'edizione 2006

 
 
Questi i risultati della terza edizione del Premio di Poesia organizzato dalla Biblioteca Comunale di Tromello (PV) con il patrocinio del Comune di Tromello e con la collaborazione tecnica del Il Club degli autori.
La Giuria della Sezione Poesia in lingua italiana composta da Dott.ssa Anna Maria Cuzzoni, Dott. Mario Fabrizio Travali, Dott.ssa Maria luisa Trolasco, Dott.ssa Carmen Baldi, Dott.ssa Maria Grazie Pazzi, ha stabilito la seguente graduatoria:
 
Opera 1a classificata Senza luce di Maria Grazia Saviola Galli, Buscoldo (Mn).
 
Opera 2a classificata L'età oscura di Anna Maria Cardillo, Roma.
 
Opera 3a classificata A Odilon Redon… di Denis Forasacco Wurzburg - Deutschland.
 
Opera 4a classificata Uomo incognita 15" di Nereo Zavagnin, Thiene (Vi).
 
Opera 5a classificata Arte di Paolo Capella, Milano.
 
Opera 6a classificata Il cuore di Carla Tedde, Quattro Castella (RE).
 
Opera 7a classificata Canto balordo di Sergio Balestra, Cognola (TN).
 
Opera 8a classificata Memoria di ieri e di oggi di Rosa Maria Corti, Lenno (CO).
 
Opera 9a classificata Altalene di Lenio Vallati, Sesto Fiorentino (FI).
 
Opera 10a classificata Fremito d'albore di Gaetano Cugno, Roma.
 

 
La Giuria della Sezione Poesia in vernacolo della provincia di Pavia composta da Dott. Paolo Verlucca, Sig. Pierangelo Colombani, Sig. Gian Carlo Bindolini (Assessore alla Cultura), Sig. Marisa Dondi, ha così stabilito:
 
Opera 1a classificata Una scelta ad vita di Giovanni Moda, Mortara (Pv).
 

 
La cerimonia di premiazione si è tenuta presso la Sala Nautilus di Tromello (PV) nell'ambito dello spettacolo musicale del 1° maggio 2006.
www.club.it/concorsi/2006/ris.tromello2006.html
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 Sergio Balestra

 
 
Opera 7a classificata
 
 
Canto balordo
 
Per tutte le terre disperate
canto,
con le mani crepate
e il nerofumo incarnito,
mani di carezze rudi
che fanno accapponar la pelle.
 
E ancora canto il riso
leggero dei bambini,
il sogghigno di creta
del novello profeta,
la luna di ricotta
e lo sterco di vacca,
la camicia di seta
e la vecchia casacca,
il covone di grano
che a falciarlo si suda,
si puzza, si bestemmia
e l'anima si sputa.
 
Canto balordo delle terre infide
Canto dei vivi e dei nati morti
Canto di fatiche e scure che stride
Canto di cristi grami mai risorti.
 
Terre gonfie di bombe e di mercanti
Terre avvelenate da mille torti
Terre sinistre, terre di briganti
Terre già fottute, senza più canti.
 
 

 
Anna Barzanò
 
 
Racumandasion!
 
Sciùr dutùr, sciùr Moia… Prufesùr!
bitagiù chì, pàsa al temp, pàsan i ur;
cùminci incò a scriv in dialet,
intant c'à speti chì in tàl let!
Gò fiducia in tàl tò làur
e anca un po'… preghi al Signur
che in tàl gir d'un pari d'ur
t'am rimetat in sentùr.
Mèta in pè la tò cuscrita
at racumandi, guardam la vita
ansi, un po'… pusè cun tì,
quasi, quasi, nasù i stess dì.
E intant che la gamba t'am rifet
pensa a fag fà un mò un quei balèt
e s'al fus pusibil, se fusat bon…
a levam anca un quei an dal grupon!
 

 
Carnèval
 
Giùin, vèg… incò i èn tut fiulìn
mascherà e… mascherin
a purtà tanta sana alègria
anca a chì l'è che ag n'avrisa voia mia.
Dumà a Ruma, in dè chè as cùmandan
sa schersa mai e sèmpar da pàga as racùmandan
a ogni èlèsion: danè, fèst, cotillon e trùmbèt
sum giamò fregà, in tant che ognùn prumèt.
Quand i èn setà giù in t'la pultrona
là in dè chì disàn Ruma ladrona
i èn tut i stèss, russ, negar o bianc,
nò vùn divèrs, setà in tì banc,
Ghè nò Arlechìn, ghè no Brighella, ghè dumà i nos padron
disam Signorsì, vos Signoria… sum num i sò Pantàlon.
Adès ridùma e balùma cùntènt, chè duman l'è giamò chì intant
la vita la dùra un mumènt e a pagà ag pensarà un quei sant.
 

 
Anniversario (a Giorgio) 04/08/2005
 
Oggi sarebbe il nostro anniversario
se solo tu fossi ancora qui con me
salito su un treno dal vuoto binario
giorni e notti buie, sola senza te.
Proprio oggi ti vorrei davvero tanto
come forse non ti ho voluto mai
con il cuore gonfio, triste e affranto
per il tuo corpo che non è più, ormai.
Allor quando si poteva esser felici,
con quel poco che allora c'era
certi che in tutto il mondo, noi gli unici
nel caldo abbraccio di ogni sera.
 


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Marcella Bianchi
 
La porta segreta
 
Varco la porta del mio mondo
ed i miei passi si fanno veloci e leggeri
piegando i verdi fili d'erba del mio colle,
il vento gonfia la mia gonna
mentre nella mia mano un turgido narciso
perde i suoi petali sul pizzo della mia veste.
Osservo ai piedi della collina
il correre ormai veloce del mio cappello
inseguito dal soffio dell'aria;
distesa sento scivolare sul mio viso una goccia solitaria,
lascia la sua scia come una lacrima
e rispecchia come il mare
quel cielo abitato da bianche, grasse dame.
 

 
Siamo anime senza presente
 
Siamo anime senza cemento sotto i piedi
incapaci di lasciare orme al nostro passaggio;
siamo ciechi uccelli senza nido
bramosi di ricevere vermi nei becchi;
siamo polvere che scivola da mani calde,
sabbia che si disperde negli infiniti deserti;
siamo lumache che nascondono i loro tentacoli
che abbandonano bava lungo la strada per essere seguite.
Siamo soli in terre desolate ed infinite
che quietano i nostri animi per pochi istanti
in un abbraccio di natura materna.
Cercheremo invano le nostre impronte
cancellate da venti e piogge passeggere;
verseremo nuovamente umide lacrime
per riprendere il passato
e per essere riconosciuti dal presente
… lui che
nuovamente con ironia
berrà il nostro pianto senza firma
e ghignerà su ciò che non siamo.
 
 
 

 
 Roberto Borghetti
 
 
Sulla tela annoiata
 
Come sulla tela annoiata
disegni la voracità del rosso
che accerchia il giallo
di colline difese da stoppie,
gli ultimi giorni d'inverno
divorano vaghe inquietudini
lasciandoti ciglia bagnate,
resina essiccata che squarcia
le fenditure in superficie.
 
Erano i fuochi di novembre
che consolavano spruzzi di grigio
a separare aloni di case lontane
da nuvole sagomate in profili animali,
era la rivelazione d'un sentimento
che vince i rigori del gelo
e d'un sotterraneo ardore inumidiva
la tua umile lingua posatasi
tra i denti d'un ozioso viaggio.
 
Non coprire di pavide foschie
con le solite, indefinite tinte
le valli dipinte dove i sentieri
vanno ad affievolirsi, lascia
che il sole diradi i sottili pensieri.
Allora schiarirai il cielo a notte
con la più luminosa ad ovest d'Orione
ed i rami in germoglio piegheranno
sotto gli acuti delle ghiandaie.
 
Sarà forse l'alba sullo sfondo,
con la setola più sottile che conosci,
a lenire tutte le nostre pene.
 
 
 


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 Paola Cabiaglia
 
A bruciapelo
 
Se la guerra è madre di tutte le cose,
allora l'amore è la fine di esse
e l'inizio dell'uomo.
 

 
Busserò alla tua porta
 
Busserò alla tua porta
con la luna affianco;
fiorista a porti un bouquet di stelle.
D'estate sui frutteti e canto d'Africa
tingerò il vento.
Dalla coppa
degli anni migliori
distillerò incensi e rugiada alchimilla.
Nell'oro dei campi trafilerò templi
fermando l'età di ogni stagione.
Sarò quadrifoglio
quercia, ciclone
chiederò a un giglio
carezze in tuo onore.
 
Poso l'aurora in uno scrigno
come preghiera da conservare.
Chiuderò gli occhi aspettando l'eterno
del giorno in cui mi farai entrare.
 

 
Ecoscienza
 
La vita è linfa
che scorre saggia nel solco
fra desideri e necessità
Pondera l'aldiquà
Non vuole
ciò che non ha.
 
Trasogna lacrime
per irrigare gli aridi di cuore
Rinviene frasi dentro la bottiglia
col tuo vecchio nome.
 
 

 
Vincenzo Ercole
 
 
Mostro
 
L'eco di passi dispare in ombra,
silvestre respiro, tacite luci
latrato do vita, l'anima bruci,
geme il feto che in viscere ingombra.
 
Scomposti sorrisi, flettono l'aria
cicalecci di donne,
di cannibali stanchi, silenziosi.
 
Mangiatone il corpo, era un paria
straziate urlan le gonne,
le bestie si chetano, oltraggiosi.
 
La terra reclama pasti copiosi,
uomini intenti a goder della vita
lascian l'anelito cui l'han proibita
in assi di vermi chiuso in penombra.
 
 
 



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Denis Forasacco
 
 
Opera 3a classificata
 
 
A Odilon Redon…
 
Di forme e caos in un sortilegio
schizzò il mago la sua oscura visione,
vita dal sogno, nerbo e creazione
fra i guizzi d'un'ombra, l'estremo sfregio.
 
Oh, che grava mai su quell'orizzonte?
Copre di Glauce la febbrile veste
i cerchi mostruosi, le storpie teste:
vilipesi figli di un dio bifronte.
 
Sono Morte e Fama, l'occhio, la mente,
le eterne paure dell'intelletto
i guitti di un clown senza speme e gloria.
 
Sono re alla colonna della storia &endash;
un astro perduto nel mare abietto
di un mistero onirico e del suo niente…
 
 

 
 Pietro Gatti
 
 
Äl ciuch
 
Äl gà 'l nà†, rus 'me 'n tumatis,
e un'espresiòn pròpi da luch:
'na fàcia da dà via gratis;
a tütt i mür ä' gh' dà un tuch
pär tegn la strà, ä l'è un ciuch.
 
Cui genòc ch'i piegän un po'
e i òcc fiss, schiss, stralünà,
äl dundòna, ma 'l s' ferma no,
äl fà la bisa, ma äl và,
e äl vö no vès 'cumpagnà.
 
Äl farlòca in da pär lü
quèl che 'gh sügerisa äl vin:
sempär d'acòrd j vän lur dü,
ma cui àltär, äl sà che 'nfin
äl tàca lit, 'l'è un muschin.
 
'L'è cunvint che 'l mònd äl gira
e 'l'è sicür che la sò cà,
se 'l sä ferma e 'l la mira,
lì visin lä deva pasà:
'l'è questiòn dä stàl' a spetà!
 
'L'indumän, in dlä memòria,
quà†i pü gnent ä gh' rèstarà:
liberà 'dlä fàlsa bòria,
ben cuntent, äl sä ritruvarà
òm c'äl pénsa, 'm l'è stàt creà!
 

 
Alla Lomellina
 
Dolce terra umidosa e scura,
dai molti campi e poche mura,
dalle quiete, lucide risaie,
dalle cascine con le aie
 
colme di riso pregiato, disteso
al crogiolare del sole,
curato e rivoltato
fino a che non scrocchi fra le dita.
 
Eri la patria delle gracidose rane
e di erbacce insane
estirpate da procaci mondine.
 
Ora, solo la nebbia, canaposa tela,
le ricorda, come sogno,
coi riflessi fiduciosi dei tramonti.
 

 
Un caminetto
 
Un caminetto con un ceppo acceso
e, d'attorno, una famiglia unita:
il miglior ritratto della vita.
È ardente… l'Amore.
 
 


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Adriano Gizzi
 
 
Nuove mancanze ricorrenti
 
Scontare vivissime attese, sorprese annunciate di assetti spostati
senza un'attenta speranza tenuta a distanza da tanti anni fa
dirsi l'essenza ed il tutto che elabora il lutto di nuove mancanze
e pone obiettivi coerenti coi mezzi violenti di cui si fa scudo
 
Naviga a vista, spaesato, fra le onde ed il fato, sua complice guida
indica un segno distinto: di quello che ha vinto non resta che un "se"
sfilano anonime e uguali, distanti e sleali, le facce che hai fatto
sai quanto ancora riflette lo specchio, se smette di farsi guardare
 
E, come l'amante tradito, si sente ferito dal suo stesso amare
vive in immagini false, cercando rivalse che mai troverà
crede nel ruolo essenziale del grande rivale e del guanto di sfida
fermo restando l'inganno, la beffa ed il danno di sbagli già visti
 
Forte la sua resistenza, ma sente l'urgenza di altri confini
frutto di ordito sapiente, di calcoli a mente che ha dato per buoni
nasce una nuova visione: chi ha torto ha ragione e, delle due, l'altra
senza più mezze misure, né angosce e paure o false partenze
 
Dal siderale distacco, disegna lo spacco che esplode e rinasce
spezza le vecchie catene del male e del bene, tra bestia e virtù
cerca un autore diverso, contento che ha perso il gioco e le parti
niente morale dettata: sarà una risata la sua libertà
contro le chiese e gli stati: sarà una risata e li seppellirà.
 
 

 
Fethi Hammami
 
 
Lì dove non c'è l'uomo
 
Adamo non fu orientale né occidentale,
Chi quindi classificò l'uomo?
Chi dividette la terra in terre?
Il suolo divenne nemico del suolo
E l'acqua fu divisa nei mari.
Anche l'uccello ha bisogno di un permesso
per volare
e il povero ha bisogno di un certificato di fame
e di una firma.
Lì, dove l'orfano genera orfano
una madre aspetto il suo turno
per piangere il figlio
e un mondo inaugura l'arma
per la riduzione demografica.
La vita diviene più difficile
della morte e l'amore, in tutte le lingue, diviene metafora.
Lì, dove i volatili portano i loro nidi addosso,
il pipistrello ruba i canti degli uccelli
e il gufo guida lo stormo delle colombe.
Lì, dove il dolore non ha bisogno di un visto
la felicità fa la fila per arrivare ai cuori stanca,
e il pane teme che gli sparino
si nasconde nei grani e nei sogni degli affamati,
Per non strappare la ragnatela dalla bocca della verità
noi rimaniamo zitti,
per non essere contro noi stessi o contro gli altri
noi rimaniamo zitti,
finché finiranno tutti i partiti, dalla destra alla sinistra
noi rimaniamo zitti,
E finché nascerà il partito dell'Uomo
noi rimarremo sognatori…
 
 


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Elio Lunghi
 
 
Goccia di rugiada
 
Sei una goccia di rugiada
che m'illumina la strada,
sei una goccia di sudore
che imperla fronte e cuore.
 
La tua bocca è una mimosa
che si imporpora di rosa,
la tua bocca è di corallo
affrescato con il giallo.
 
Le tue labbra di broccato
sono il regno del peccato,
le tue labbra molto piene
sono il lievito del bene.
 

 
Ragazze di Siviglia
 
A Siviglia ho baciato
gentildonne spensierate,
a Siviglia ho lasciato
popolane sconsolate.
 
Sui platani di Siviglia
sventolano incantate
bandiere di meraviglia;
sui ruderi di Siviglia
riposano invecchiate
femmine senza famiglia.
 
Sui divani lacerati
da festini truculenti,
una ciurma di pirati
ride mostrando i denti.
 
 
 

 
 Daniela Mortillaro
 
Polvere
 
Oggi ho tolto via la polvere
che si era depositata
tra l'anima e l'abisso.
 
Prendo l'erba tra le dita
e respiro
la natura.
 
Risorgo e mi libro
come un colibrì…
come profumo di vita.
 
L'amore resta incompreso
e progetti di vita
viaggiano senza meta.
 
Resto lontana
da ogni cosa terrena evitando
lo sterminio delle cellule.
 
Guardo ora l'orologio…
è tardi:
che la vita ricominci!
 

 
Cavallino ambulante
 
Giravano le giostre
sotto le luci
dei lampioni.
 
Gioivano i bambini
ed io fotografavo immagini di vita
da ripescare nella memoria.
 
Il grido del silenzio si levò nell'aria,
ogni viso diventò nebbia
e fu paura di ricordare.
 
Mi diressi dal cavallino ambulante
e girando girando…
girando con lui,
 
ritrovai le memorie perdute
dell'infanzia
rubata.
 


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Maurizio Orsi
 
A misura delle ragioni del tempo
 
Il cielo, sopra.
 
Sotto, stagioni
e noi con quelle.
Ma sbocciano fiori al primo zefiro,
matura il grano se caldo è il sole,
si spogliano rami nel mesto piovigginare,
si adagia ogni soffio dentro sua coltre.
Attento, ogni evento,
nel giusto tempo.
 
Noi, come loro,
inspiro-espiro dirigere verso le cime,
veloci alteri non inventati,
o troppo indolenti incerti inoltrati,
ma uno, e poi l'altro, ed uno per volta
del giusto compasso, a concederci
agli altri, e questa vita a condurre,
- almeno vorremmo -, a sicuri rifugi.
 
Meritato riposo,
- un giorno che pare ingrato -,
venga ad accogliere carni, ed anche ossa consunte,
consegnando noi e loro a una polvere nuova,
- fiore che non sfiorisce, mai dissolta luce -,
accompagnandole un passo, - un passo ancora -,
come canto ed incanto
di un'altra stagione.
 
Là, oltre la vetta.
 
 

 
Licia Roveri Galli
 
 
Lasciami cercare
 
Lasciami cercare la mia esistenza
un significato che illumini respirare
che dica bella giornata oggi
però anche ieri anche domani.
 
Sarà che posso amarti, sarà pensarti?
Che ti posso accarezzare
con gli occhi della mante perché è tardi
perché sei tu il mio credo che sei rimasto vivo?
 
Sarà che so servire anche solo un pensiero da esaltare?
Che per questo mi metto a battagliare.
Che so pasticciare un po' gasata
con farina musica colori?
 
Dentro ho pagine scritte fitte
di sensazioni di emozioni
quadri poesie ermetiche
poliedriche.
Come sole nascente fioriscono
di gocciole e viole
e di non dette parole.
 
Lasciami seminare
tracce del mio modo di dire
come sassolini nel bosco.
Chi passa può pensare
che li ha lasciati il vento
o la piena del fiume che li ha dimenticati
(ma tu che mi conosci
sai che sono per te… )
 
Lasciami passare le giornate con la lanterna in mano
cercare la ricerca quotidiana
il lato della vita sconosciuto
a dare dare dare dare dare.
 
 


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 Maria Grazia Saviola Galli
 
 
Opera 1a classificata
 
 
Senza luce
 
Il sole ha sfumature dipinte
stamattina, come se colori
scomparsi nei magma astrali
fossero riapparsi.
Forse i sepolcri hanno ancora
lacrime cucite ai silenzi,
mentre corpi trasudano
l'ultima materia rimasta.
 
I miei brandelli di coscienza
hanno l'estraneità del vuoto
siderale, quasi che, morire,
valga lo smarrirsi in un oceano
d'indifferenza primordiale.
 
Mi appartengo così, senza luce,
mescolata al caos di un cielo
crocefisso da vortici spirituali,
scomposta in pure vibrazioni,
al crocevia di strade che mi
inseguono.
 
È nell'audacia di esistere la
follia; ma ritornerò spirito al
tempo origine.
Mille anni aspetterò e mille anni
ancora mi serviranno per
incontrarLo
il Dio che mi si nega e si
frantuma nel dolore.
 

 
 Lenio Vallati
 
 
Opera 9a classificata
 
 
Altalene
 
Ricordi ancora
le altalene di Perm?
E il cielo azzurro?
E il vento che accarezzava
i tuoi capelli,
rossi papaveri
tra le spighe gelide
di un bianco mare?
La mia mano ti spingeva
lenta
mentre tu gridavi parole
di una lingua sconosciuta.
Ci sono ancora sai
quelle altalene,
e bimbi appesi
a dondolare al vento.
Nessuna mano, però
li spinge via
dal loro triste
destino d'abbandono.
 
 

 


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Ins. 11-05-2007