Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Poeti dell'Adda 2006

 Indice
 
 
Presentazione a cura di Massimo Barile - Albo d'Oro del Premio Poeti dell'Adda - Ida Acerbo Rossi - Maria Cristina Aggio - Marianna Alicino - Sofia Anastasio - Davide Alpeggiani - Giacomo Andreini - Marco Angella - James Peter King Appiah - Carla Auxilia - Sergio Baldeschi - Ranieri Barghigiani - Maria Rosa Bertellini - Mario Berto - Roberta Bertoli - Nilo Biagini - Aurelia Vittoria Bogo - Rita Bonifazi - Emanuela Borghesi - Giuliana Bosusco - Argeta Brozi - Cinzio Cacaci - Alex Cangini - Antonino Causi - Sara Cazzaniga - Alma Chiment - Silvia Cipollina - Lina Cornia - Ioan Daniel Cuculiuc - Mario D'Alise - Andrea De Palma - Mario De Rosa - Alessandro De Vecchi - Bruno De Vito - Elisabetta Di Biaggio - Silvio Di Fabio - Filippo Di Giovanni - Luca Falchi - Silvana Ferrari - Emilia Fragomeni - Oliviero Angelo Fuina - Lucilla Galanti - Giuliana Galimberti - Franco Gollini - Francesco Gori - Simonetta Gravina - Elena Guidi - Biagia La Foresta - Anna Maria Li Mandri - Adolfo Mario Macciardi - Cinzia Mainini - Miriam Maniero - Alessio Manzo - Lucia Manzoni - Chris Mao - Silvia Marchesi - Pierangelo Marini - Chiara Marinoni - Valeria Mazzeo - Maria Gabriella Meloni - Alfonso Miglino - Elisabetta Miracca - Claudia Nanni - Amanda Nebiolo - Comasia Nitti - Maria Luisa Orsi Sigari - Assunta Ostinato - Principia Pace - Francesco Pagani - Liliana Paparini - Lorenzo Piantini - Maria Teresa Piccardo - Aura Piccioni - Andrea Polini - Luigi Polo Dimel - Sabrina Porfido - Luca Previato - Margherita Pruneri - Fra' Matteo Pugliares - Ermano Raso - Alessio Romano - Cesare Tullio Rossi - Piera Rossi Celant - Domenica Sammaritano - Antonio Sangervasio - Adriano Scandalitta - Laura Sciammarella - Federica Sciandivasci - Ida Scioscioli - Rita Claudia Scordino - Jolanda Serra - Lucy Simonato - Mario Sirotti - Riccardo Spreafico - Giorgio Stella - Maurizio Tantillo - Carla Tedde - Giovanni Teresi - Giuseppina Terranova - Giovanni Todisco - Stefano Tonelli - Gabriele Valore - Mario Vierucci - Giovanni Viscardi - Barbara Zone
 

 
Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2006 - 14x20,5 - pagg. 115 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-392-1

 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
 
Nella presente antologia si può ritrovare quell'universo di emozioni che ha contrassegnato le poesie di alcuni degli autori che hanno partecipato al concorso I poeti dell'Adda 2007.
È la testimonianza della vitalità di alcune poesie che possono aiutare a far ricordare i semplici segnali lanciati da alcuni di Voi, come a rendere libertà alle parole, a volte disperse nell'oceano delle speranze, altre volte celate nelle sotterranee negazioni.
Non v'è la necessità d'una decretazione del proprio valore perchè tutte le poesie sono le "fedeli fotografie" delle emozioni vissute, dei momenti che hanno segnato il cammino di ognuno di Voi, dei sogni infranti, o solo d'una inquietudine che ha disvelato nuove prospettive o d'una inebriante rivelazione che ci ha avvicinati, anche solo per un attimo, all'estasi.
Senza limitazioni di sorta, senza giudizi da parte di altri, senza la richiesta d'un illusorio riconoscimento, senza la necessità di un sogno da dover coronare a tutti i costi: non rimane allora che il desiderio vitale, l'energia d'un amore senza tornaconto, d'una passione per la "propria" poesia.
Come a confidare nella forza autentica della visione lirica, quasi ad accertare che la poesia può sfiorare lievemente e può anche far bruciare il cuore...

Massimo Barile

Presidente della Giuria del Premio

 

Albo d'oro dell'edizione 2006

 
 
La Giuria del Premio di Poesia I Poeti dell'Adda 2006, presieduta da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato la seguente classifica:
1° class.: «Il sogno di Parmenide» di Giuseppina Terranova, Pontedera (PI). Questa la motivazione della Giuria: «La trama del sogno, tra finzione e fuga nei misteri inesauribili, riconduce a splendori enigmatici e ad una tensione che supera i confini della soggettività. Il faticoso cammino fino alla "porta" che separa la Notte dal Giorno, davanti alla rivelazione ultima, alla Verità universale, non è che il percorso che conosce una sola direzione: il solo criterio della verità è la ragione. L'Essere è incatenato dal Destino, costretto al tutto intero, immobile, e Parmenide, misero mortale, nel momento dell'ultimo respiro non ha potuto far altro che sognare. Come tutti noi. Giuseppina Terranova sublima il suo volo lirico nel tempo che scorre e l'atto poetico coincide con la realtà, con una attualità totale della vita, in uno slancio che avvicina ad uno stato d'armonia». Massimo Barile
2° class.: «Strade perdute» di Domenica Sammarit ano, Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «Le parole di Domenica Sammaritano, sembrano emergere da un "altrove", quasi un luogo senza tempo, pervaso da un'atmosfera magica, e il ricordo diventa un viaggio a ritroso, al punto di partenza: la più malinconica visione diventa ghibli che soffia sulla pelle. Il battito del cuore è la vita, le pulsioni sono i giorni trascorsi, le parole consuete diventano l'ultimo saluto e i sorrisi contagiosi hanno il sapore della genuinità. Come sempre. Le strade della vita, davanti allo stupore di essere "destinati alle meraviglie", riconducono al senso autentico del vivere, fissato con parole che fanno della loro incomparabile spontaneità il punto di forza d'una poesia che entra nel profondo dell'anima». Massimo Barile
3° class.: «L'ultimo canto di Byron» di Aura Piccioni, Morena (RM). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Aura Piccioni è costellata da recuperi classici e si muove su un piano di freschezza lirica come a sottolineare che non v'è emozione più inebriante d'un pomeriggio caldo d'estate quando tutto pare dissolversi, le ansie, le preoccupazioni, le inquietudini, quando il profumo della terra entra nella pelle e l'ardore dell'amore inietta nel nostro sangue la passione: quasi a sentirsi un essere divino assetato di assoluto, funambolo sul filo sottile dell'immortalità. La realtà costringe a fare "diecimila cose" ma, in fondo, sappiamo molto bene che "dobbiamo" comprenderne solo "una". "Fosse concesso non amare", si potrebbe dire addio agli struggimenti, salvare pochi ricordi, incastonati nelle parole d'una poesia, mentre l'anima "desidera il distacco dal fragile corpo". La vita è un folle volo e non vi sono vie d'uscita: o in preda ad una vertigine o purificati dal fuoco della passione». Massimo Barile
4° class.: «Dolci effiuvi» di Emilia Fragomeni, Genova. Questa la motivazione della Giuria: «Nel profumo della vita, nello "specchio silente della ragione del tempo" si percepiscono i misteri, le inquietudini, i sussurri e i dolci pensieri. E, nella sua poesia, Emilia Fragomeni, raccoglie questo universo di emozioni e lo rivitalizza con il desiderio di un sentimento puro che porti con sè "fede e speranza". L'effiuvio è dolce, e giunge fino alle "crepe" più profonde della vita, fino ai più "segreti anfratti", con la saggia constatazione che chiude la visione... "ho vissuto l'incanto dei miei sogni/come sillabe scandite nel silenzio/ come gocce, tornate a dissetare». Massimo Barile
5° class.: «Tracce di rosso» di Silvana Ferrari, Reggio Emilia. Questa la motivazione della Giuria: «Anche l'ultimo sogno è svanito, tra indecifrabili visioni e desiderio di energia vitale. Il tempo inesorabile batte il ritmo dell'esistenza e non rimane che qualche "traccia" di rosso. Ad esser sincero, non saprei quale preferire per Silvana Ferrari, nonostante le sue indicazioni siano chiaramente decodificabili: se uno dei sette colori dell'iride, l'impronta della bocca lasciata da un rossetto, il colore del sangue, del vino, del rubino, della muleta del toreador, del ferro incandescente. O il rosso fuoco della passione. Silvana Ferrari taglia la realtà con parole affilate come lame quasi sezionando pensieri nascosti e oggetti quotidiani, dissepellendoli da una condizione silente, da uno stato d'immobilità. E getta tutto nell'arena della vita». Massimo Barile
6° class.: «Come col ghiaccio» di Antonio Sangervasio, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «La vita come un continuo tentativo di divincolarsi dalla stretta dolorosa che assedia: le incomprensioni, la visione cinica, i miraggi. Ci si trova nella condizione di "non accettare nulla", e le parole non servono più a niente. Nella poesia "Come col ghiaccio", Domenico Sammaritano offre una serie di immagini immobili, fissate nella loro scabra essenza e, attraverso il suo sguardo che diventa vetroso, rende in modo perfetto lo stato d'animo che in quel determinato momento pare assediarlo nel profondo». Massimo Barile
7° class.: «Leucade» di Maria Gabriella Meloni, Morena (RM). Questa la motivazione della Giuria: «La dispersione del pensiero, della parola, dell'esistenza mentre lo sguardo si spinge oltre l'orizzonte, il vento sul viso unisce il salmastro e la percezione di antichi riti: le ombre assediano il corpo, gelida è la solitudine, immane il silenzio e tutto pare dileguarsi.
Le suggestioni catapultano nella vertigine, la vita pare legata ad un sottile filo e la mente cerca di uscire dalla morsa che incita a "gettarsi in mare per guarire dall'amore". Gabriella Meloni sprigiona scintille di spietata lucidita, di totale abbandono all'annientamento dell'ultima illusione e, attraverso la sua sensibilità poetica, conduce davanti alla drammaticità dell'infinito. Come a ricordare, a se stessa e a tutti noi, quel famoso "Rari nantes in gurgite vasto", di virgiliana memoria». Massimo Barile
8° class.: «Dal terrazzo» di Silvia Marchesi, Milano. Questa la motivazione della Giuria: «L'unica richiesta è il desiderio di vivere il proprio silenzio, le semplici cose della vita, uno sguardo alla natura a l'aria frizzante d'un giorno come tutti gli altri, un buon libro che fa compagnia e "l'odore della cena sul fuoco". Silvia Marchesi riporta in questa poesia un"atmosfera che recupera l'essenza della vita, come a scavare alla ricerca d'un autentico senso del vivere, eliminando il superfiuo e tutto ciò che non conta niente. Nel momento dell'ultimo abbandono non v'è che una inevitabile e spietata selezione di ciò che è stato, delle passioni che realmente hanno contato, dei giorni che veramente hanno inciso tracce indelebili nel nostro faticoso cammino». Massimo Barile
9° class.: «Io» di Ioan Daniel Cuculiuc, Sansepolcro (AR). Questa la motivazione della Giuria: « L'imperfezione della propria immagine, le incertezze nelle scelte, le fragilità nel momento in cui si cerca di "conoscersi": e, nei giorni della vita, sentirsi "l'abito di se stesso", la buccia che circonda una prevedibile polpa. Ecco allora quel faticoso percepire la propria presenza, la sostanza invisibile che mantiene in vita, e il pensiero di Joan Daniel Cuculiuc attraversa la sua poesia con l'unico scopo di porre in risalto il desideiro di effettuare una manovra salvifica». Massimo Barile
10° class.: «Ritorno in Valtellina» di Margherita Pruneri, Besnate (VA) Questa la motivazione della Giuria: «Dolce è il ricordo di suggestive immagini in questa lirica di Margherita : le rive dell'Adda, la primavera che avanza, la luce il vento il sole d'un recupero memoriale struggente, e poi una vecchia casa dove ricercare i profumi di una volta forse per inebriarsi ancora delle visioni di quella terra. La sua parola come l'ultimo disperato tentativo di sconfiggere l'oblìo, di pervenire ad una dimensione oltre il tempo e lo spazio quasi in un luogo dell'anima che possa far dimenticare lo scorrere inesorabile del tempo che tutto consuma». Massimo Barile
 

JAMES PETER KING APPIAH

 
Ancora lontano da casa
(per il piccolo Tommaso)

 

Sei ancora lontano da casa
Il mio fiore prezioso torna subito
Perché ti aspetto
Ho sognato questa notte
In quel sogno ho visto un'imbarcazione
[sul mare
Il nostro popolo
Del Venezuela, Argentina, Stati Uniti e Brasile
Vengono per abbracciare la loro terra, Italia.
La nostalgia di ritornare era forte, irresistibile.
Loro vivono lontani da casa, ma sono contenti e stabili
Vivono nelle loro culture diverse,
Ma i loro cuori battono con i cuori di quel popolo
Che tutti assieme vivono per sempre.

Sei ancora lontano da casa
Il mio fiore prezioso torna subito
Ti aspetto.
Non voglio vedere il sogno brutto
Perché non vorrei che ti succedesse il male
Ti voglio bene, mio piccolo fiore.

Purtroppo non è andata così
Un malvivente ti ha assassinato
Bimbo innocente, così fragile
Il cielo ci abbraccierà, ma la storia non ci dimenticherà.
 

 
 
CARLA AUXILIA

Lo specchio

Nello specchio, rifiessa,
un'immagine nuova.
Viso così noto,
eppure sconosciuto, il mio.
Mi guardo
Ed è un estraneo
il mio io.
Chi sono?
Chi ero?
Sono io pur non essendo io.
Gli occhi, la bocca,
sempre quelli,
ma così diversi.
Forse perché
i miei occhi ti hanno guardato,
forse perché
la mia bocca ti ha baciato.
La gioia ha modellato
come creta il mio viso.
Nello specchio, rifiessa,
un'immagine nuova.
Felice.

 



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RANIERI BARGHIGIANI

In uno scuro manto di lutto

E così
l'ho vista
camminare
tra le strade
amiche o sconosciute
dove era il sangue
che sgorgava
dalle umane ferite
e dalle lacerazioni
del confiitto.
L'ho vista
camminare
avvolta
in uno scuro
manto di lutto
per raccogliere
il respiro,
un segno
dell'ultimo
suo figlio.
L'ho vista,
infine
come quel giorno
fece
per testimoniare
fedele presenza
di madre
quando gli occhi
dolenti del Cristo
si abbandonarono
tra le braccia
ingenerose
della morte.
 

 

ROBERTA BERTOLI

Brandelli di sogni

Con gl'occhi annegati
ripiego
ricordi lungo gl'argini.
Uno sguardo verso la collina....
Cosa rimane?
L'odore del grano in una sera d'estate
giochi incartati,
un paio d'ali sfoggiate
per aloni d'amori, senza eco.
Mentre scoloro
i margini di un cielo
brandelli di sogno
volteggiano
dove
il grido di un gabbiano ancora rotola.
Sulla tela dipinta
l'inutile volo
Indelibili ombre di illusione
e gocce di amaro sulla bocca.
 
 
 


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NILO BIAGINI

L'attimo
 
Nel mormorio d'un
Monotono lago
Specchio largo e crespo
Scopro di me l'immago
Scolpita
In mobile affresco
E scote e s'affioscia
S'espande in archi
Per stornar a sua
Primigenia forma
D'acquerello e nube
 
 
 
 

 
Dimenticanze
 
Scompari nel blu
Marino
Come una canna
Vuota s'affonda
E tace,
Nel monotono lago
 

 
CINZIO CACACI

Immagine nel mare d'inverno
 
Il mare d'inverno cambia colore
col passar delle ore.
Creste di spruzzi
velano l'aria
e spezzano
la linea d'orizzonte.
Onda su onda,
una corsa incessante
verso la riva.
Ognuna arriva
con rabbia
contro la sabbia,
si infrange,
sfinisce,
la schiuma disegna
delicati merletti
che non ti aspetti.
E mentre tu guardi
un'altra vi giunge,
la prima congiunge,
e cambia la trama
delle trine di schiuma.
Il gioco incessante
di notte quasi si perde.
Il buio confonde
le onde,
ma un raggio di luna
taglia le ombre,
si posa,
un momento riposa
su quelle trame,
che disegnano improvviso
un viso:
il tuo.
 
 


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 ALEX CANGINI

Carriera
 
Lente ma ineluttabili
perché notabili
e ben condotte
sono le idee corrotte,
avanzano a fiotte!

Le mani della speranza dipanano
perdendosi in nugoli di vano,
mi riparo in gelide grotte
ove lontana è la bramosia
di tracciare nuove rotte...

Assurda è questa sistematica armonia:
canto di una sirena incantatrice
l'anima danza meretrice!

Tace il mio cuore solo,
il fango ostruisce ogni scolo
e il mio buio sorvolo.
Nel silenzio della notte
mi dimeno, sono botte,
ma nemmeno una lacrima
dal mio ego sconfina!
Intrappolata nella melma di prima
inizia a puzzare di latrina!
Inutile anche farla scendere in rima...

Il capo è chino
sul mio presente
che come serpente,
nel progettato declino,
striscia
ove vergognoso il giorno lavorativo
si volta e piscia...
No! Sono ancora vivo!
Sconquasserò il sistema dal festivo.
 
 

 
ANTONINO CAUSI

Una nuova vita
 
Seme che nasce dalla terra
speranza del domani
frutto di un desiderio... cercato... voluto
e aspirato.

Felicità e gioia incontenibile di madre
emozione e premure di padre.
Sapore nuovo dolce respiro
languide carezze tenere passioni.

Calore radioso brezza marina
immenso piacere stella del firmamento.
Dolce innocenza nota melodiosa
piacere nascosto colore candido
immagine feconda.

Splendida promessa orizzonte mistico.
Come acqua di sorgente nasci
nel torrente dei giorni scorri e
ti abbandoni.
 
 


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BRUNO DE VITO

Solo per caso
 
Solo per caso
s'odono, a volte,
grida d'entusiasmo
nel vortice della
convulsa esistenza,
solo per caso
la vanità del Fato
mette, a volte,
alla berlina
ogni sofisma umano,
ideato a priori
da intere generazioni,
e il divenire
s'inceppa innanzi
all'imponderabile:
basta un volo d'aereo,
semmai solo per caso,
e scopri qual è
il senso della tua
e dell'altrui vita,
il cui valore, che pure
ti ostini a cercare,
è celato in una
dimensione universale
delle cose che,
solo per caso,
cogli in un giorno
o in cent'anni.
 

 

ELENA GUIDI

È lì, avvolgente
 
È lì, avvinghiata dentro al mio cuore questa lacerante passione per te.

Fra nove giorni ti rivedrò, ma trepido al pensiero dell'incontro,
del volermi immergere nelle tue ampie braccia...
che tante volte in passato m'hanno trattenuto a sé,
di desiderare spasmodicamente di perdermi
tra le tue labbra carnose e sapienti...
che di me tutto han conosciuto.

Ma il tempo è sfuggito e tu più non m'appartieni...

Eppure in me serbo ancora la voglia di te,
di rincorrere il tuo amore impossibile e legarti indissolubilmente a me...
anche se più non ti possiedo, anche se ormai tutto mio non ti avrò...

Ma al solo udire la tua voce sento la mente vagare nel Walhalla
e la perfezione di questo amore abbracciare il mio spirito
con un'impalpabile garza trasparente,

troppo velata per legarti a me,
troppo avvolgente per liberarmi di te...

come a fuggire nell'oblio oscuro dell'universo
che nel sogno mi ricollega sempre ed ancora al tuo Io.

Già t'appartenevo in una vita precedente
e questo legame invisibile mi fa vibrare
in sintonia col tuo spirito...

Ed una goccia d'acqua piovana
divertendosi ad inzuppare il mio viso
scandisce il tempo che ci separa
e riapre ferite sanguinolente
diluendo per un attimo il dolore

... ti rivedrò... e mi sento disperatamente sola...
 
 


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ANNA MARIA LI MANDRI

Un bisogno di te
 
In un giorno di pioggia sei arrivato,
scaturito da una tempesta, e
ti sei posato,
come un angelo fulmineo,
sulla mia spalla bisognosa tanto di
conforto.
Quasi non ci credevo!
Dopo aver tanto pregato.
Quasi non ci credevo!
Dopo aver tanto invocato.
E t'ho chiamato: amico mio.
Tu che per me non eri niente ancora.
E ho lasciato che parlasse al posto mio
il cuore.
- Occuparmi di te - mi hai detto,
non mi costa affatto... anzi!...
... Nei tuoi disagi che adesso
son tanti, prometto che io farò per te,
molto e ancor di più.
Non avevo più fiducia in quelli intorno
a me, con la ragione che
c'è l'avevano con me, e
aspettavo una persone come te,
che mettesse a posto le cose per me.
Come un angelo desiderato
ti sei soffermato,
in un giorno di pioggia, e mi hai consolata,
ero all'estremo e mia hai trasformata,
in una splendida rosa odorosa
di primavera.
 
 

 
MIRYAM MANIERO

Stirpe e serpi
 
Urtica pelle d'ortica
nel campo disteso di maleparole
erba infestante nel fosso
revolo rosso scorre
bagna la carne di famiglia e stirpe.

Parentele avvinghiate
prigioniere, di parole e male.

A che serve parlare
se tanto ravvicinan le parole
tanto separano le maleparole:
giudicando
denigrando
equivocando
odiando.

Così striscian le serpi
tra famiglie e stirpe.

Oh maledette parole
che voi dite, che io dico
maledico, questo male parlare.

Zitti! Ora tutti... bisbiglio
e con il dito un gesto
sul cesto del pane
posare lo sguardo, indulgente
struggente patir di maleparole.

Ssst ... parlano gli occhi, ora
........................ascoltare.




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ALESSIO MANZO

Imitazione
(da Dante Alighieri)
Tanto scortese e tanto ingiusta pare
la gran dama quand'ella altri saluta,
ch'escluso mi mordo la lingua, muta
e li occhi piangono lagrime amare.
Ella si va, lasciandosi attorniare
benignamente dai suoi, dissoluta
e par che sia strega non venuta
da cielo ma da inferno a farmi dannare.
Mostrasi sì mostruosa, accesa d'ira
che causa a l'amoroso un dolore,
che dir nol può chi felice nol prova:
e par che invada la sua faccia nova
un spirito maligno, iettatore
che va augurando a l'anima: Spira.
 

 
Imitazione
(da Cecco Angiolieri)
S'i' fossi foco, monderei 'l mondo;
s'i' fossi vento, lo rinfrescherei;
s'i' fossi acqua, lo disseterei;
s'i' fossi Dio, ne porterei 'l pondo;
s'i' fossi papa, avrei animo giocondo,
ché la città celeste riempirei;
s'i' fossi imperator, giusto sarei:
a ognuno darei 'l suo in fondo.
S'i' fossi morte, risparmierei mi' padre;
s'i' fossi vita, allungherei i giorni suoi:
similmente eternerei mi' madre.
S'i' fossi Alessio, qual provano ambedui,
le carte innumeri e di amici squadre,
torrei ogni signora cogli ossequi.
 

 

CHIARA MARINONI

Rosa di Maggio
 
Rosso vermiglio.
Ti stendi sopra il pergolato,
e lo avvolgi come la seta accarezzata dal vento.

È intrisa l'aria dalla fragranza
del magenco appena tagliato,
e tu ti pavoneggi nell'indaco.

Bella per un dono d'amore.

Adorna di spine
Piccolo è il dolore, ma intenso.
Goccia di sangue che nutre la terra.

Trofeo del cavaliere.

Di porpora è vestito l'altare.
Tra mille colori s'innalza
un coro di celestiale preghiera
e nel silenzio il cuore palpita d'amore.
 

 
Stelle
Nelle notti d'estate, quando i sogni s'avverano,
ci appaiono luminose e belle, come luci filanti,
sono gli occhi del cielo e guidano i destini.

Sono false illusioni che abbagliano,
anche se il pescatore le cerca per trovare la via.

Sotto il cielo caldo, in paesi lontani,
brillano falsi astri, usciti come per magia,
da vesti di uomini ancora bambini e
come coriandoli volano in cielo.

Nel cuore del giusto appare quella più bella,
è la speranza.

La speranza di tornare bambini,
felici per un pezzo di pane che pare una stella.
 

 



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ALFONSO MIGLINO

Nel giorno del dì fui turbato
e mai più abbandonato,
da colei che seduta stava su quella grata.
La stagione autunnale già prevaleva sul panorama,
anche se solo da due giorni, aveva bussato
alla porta primaverile, per spodestarla.
Con cuore nelle mani e lacrime di pianto se n' era andata.
Il paesaggio ormai si mostrava di un freddo pungente.
Mentre la vista era offuscata
dalla nebbia del primo mattino,
il cielo dichiarava gocce di rabbia.
Il mio capotto lungo e caldo mi avvolgeva,
perche io non mostravo segni di resa.
Nel momento in cui la trovai al mio cospetto,
lei non parlava,
ma scrutava.
Cosa dir non so...ma chiaro fu lo sguardo suo.
Penetrante e ammaliante per chiunque lo notasse,
raramente accadeva ma eppure vi era, a chi vi sfuggiva.
Mostrai un sorriso e la scansai,
dal fianco destro suo.
Lei volse parole di rincuore,
ma io non gli mostrai resa.
Lei testarda e disubbidiente decise di attender il mio ritorno,
per la restituzione di ciò che avevo preso io,
non avendo ceduto il mio.
Ma questa volta l'amaro in bocca gli avrei lasciato,
poichè non possedevo alcun 'intenzione,
di ceder alla compagnia del rimpianto,
e del dolore che ne seguiva.
Avrei affrontato ritto e col sorriso il mio destino!
 
 
 


 

AMANDA NEBIOLO

Boati di silenzio
 
"In nomine Patris ed Filii ed Spiritus
Sancti"

e sono di nuovo davanti allo specchio
di un altro giorno che m'attende
al di là di una solida porta.

"Manda, Deus, virtuti tuae; confirma,
confirma hoc, Domine, quod operatus
est in nobis".

Mente nel vuoto, confusa nel solito
sogno che adesso non so ricordare,
distante come le tue labbra, che da
allora mi rubano amore.

Sono pronta.

Soggetti confezionati in ruoli decisi da
dati di fatto,
da camici verdi e perizomi di promesse,
tra i miei fantasmi sospesi ed i tuoi
doveri senza tempo.
Invece, per una volta ancora dissimulo,
fingendo di volare con ali ormai spezzate
in una vita che non sento più mia,
urlando senza pace il desiderio di spazio
tra i vostri occhi che non sanno
guardare,
tra i tuoi capelli che strinsi nelle mie
mani, amandoti,
quando di te non restava un ricordo,
ma tu eri il corpo da cui era l'estasi
e su cui scivolava impalpabile
la mia voglia di dare piacere.
Tra noi, boati di silenzio e di ritorni.

 



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ASSUNTA OSTINATO

Sonno Eterno
 
Il 'Sonno Eterno' è
un lasciar
di pensieri,
un lasciar
di vita terrena
per intraprendere
una vita... 'Arcana'.
Fatta di
solo anime... senza corpo.
Una vita di
scorrere senza correre
di affanni terreni
bensì...
una vita... 'Arcana'
del 'L'aldilà'
fatta di
'Sonno Eterno'.
 
 

 


 

FRANCESCO PAGANI

Penserai alla sera...
 
O scrittura, mia amante,
mi addormento con te...
o scrittura, mia bellissima consorte,
che voli con le ali dell'immaginazione nel mio letto...
o scrittura, regina del mio cuore...
o scrittura, con te, ogni notte, penso all'amore...
Amami per quel che sono,
mediatore di te con la realtà...

O scrittura, ispira il mio amore,
ispira il mio cuore,
apri le mie ali, quelle dei sogni...

O scrittura, con te volerò sopra le stelle,
sopra il paradiso,
sopra il mio io, sopra di me...

O scrittura, resta qua, non andare via,
non andare da un altro come me...
o scrittura, tu sei me, io sono te

O scrittura, portami, tramite i tuoi sogni,
dalla seconda figlia di tua madre,
non abbandonarmi,
o scrittura, stasera, non abbandonarmi
No!!! No!! No! No...

O scrittura, ti ricorderai di me?
La tua immortalità sarà così stupida da voler bene a me,
da pensare a me?
O scrittura, tu sei tutto per me,
se non riuscirò a riportare su un foglio i tuoi sentimenti,
tradiscimi, uccidimi, fa di me un attore...
 



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 LORENZO PIANTINI

Miracoli
 
In piazza
pensieri perduti
da impulsi emotivi.

Ma non mi affanno
a cercarli, nel paradiso ramarro,
avvolto da tanta bellezza,

e mi sento piccolo.

Il campanile sta nevicando di luce propria.
 

 
Proprio quando ci addormentiamo
Proprio quando ci addormentiamo
abbiamo risvegli e respiri che ci rendono uguali.

Gli stessi attimi di smarrimento del senso,
la stessa paura della luce di stelle che filtra da fuori.
 
 

 


 

LUIGI POLO DIMEL

Onde al tramonto
 
Docile il sole
si addormenta lasciando
un profumo d'arancio
sopra il mare,
vellutato specchio
mosso da onde
schiumose
di sogni e paure

Mi fermo
ad ascoltare
queste eleganti
signore, animate
da antichi disegni,
messaggere misteriose
di un non so che

Ma si spengono
sulla sabbia
davanti ai miei piedi,
lasciando
solo le ombre
di quello
che vorrebbero dire

Il loro infinito
mormorio accompagna
il pensiero
verso i luoghi lontani
di momenti vissuti
che ora
sento vicino,
tra le onde.
 

 



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CESARE TULLIO ROSSI

Scendere a Fondo
 
Ciò che guardi oggi
non l'hai visto ieri
né apparirà domani
è meraviglioso vivere
convinti di questa realtà
cercare in ogni giorno
in ogni passo
in ogni cosa
quel particolare
che lo rende il solo
l'unica
accettarne la realtà
apprezzarne ed amarne
la verità
d'ogni esistenza
scoprirne un'unica identità
esser capace d'osservare
la luna tutta intera
non metà
dare un valore a tutto
e tutto il valore ad uno
perché ogni cosa
ha l'importanza della prima
dell'ultima e dell'unica
Come la vita
che è la sola che c'è
come te
che un'altra non c'è.
 
 

 


 
LAURA SCIAMMARELLA

Maschera d'argento
 
Torni chiaro e sicuro dal tormentato passato
uno straniero "maschera d'argento"
hai ritrovato tu la tua strada.
Sull'altara sei salito
il tuo calore nell'aria si è espanso
dolcissimo l'ho sentito scendere in me.
Tutto intorno a noi è silenzio,
si leva emozionato e complice
un coro d'amore che libero va
oltre le nuvole più alte del cielo è arrivato
e nel ritorno
imponenti come le montagne i nostri sentimenti.
Il ricordo ha rafforzato i pensieri del presente
guarda cosa succederà se lascerai dietro i sogni.
'La vita è un abisso profondo
che non ci ha mai insegnato come proteggerla,
domani
costruiremo un palazzo
per una persona che non resterà'.
Ma del contesto si stancava la mia mente,
il nulla in me già realizzava su di noi
- non partire -
sconfinando in un destino oramai senza.
 



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RICCARDO SPREAFICO

Desiderio
 
Tanto gentile e tanto onesta, quando
Io ti vedo per la via solitaria
Camminar estiva come il tuo cuore;
Quando pari d'ogni cosa che gira
Esser il centro, e dei cieli e dei fiori
Ancora più fine; quando odorare
Vorrei i fuochi bruniti che annottano
Sopra il tuo seno fautore del giorno
E consumare le cere celesti
Delle tue cosce al tenebroso apice,
Allora intreccio carezze di seta
In abiti bianchi per i tuoi sensi
Soavi, avvolgo le linee convesse,
Lunghe ed essenziali delle tue gambe
In interminabili composizioni
Floreali. Quando versa la sua coppa
Il Sonno, così oscurando la malia
Nei tuoi occhi d'abisso, e lentamente
Le Naiadi giungono per libare
Al tuo grembo; quando sei immensa e splendi
Come pure acque notturne baciate
Da labbra seleniche; quando sogni
Sogni ancor più preziosi dell'argento,
oh! Musa mia indefinita ed arcana,
Allora sdraiarti vorrei su letti
Imperiali, nel mio palmo congiunger
I tuoi fianchi, sempre averti nel petto,
Ahimè! Così grande per il tuo cuore!
Fossi solo un uomo senza timore!
Davvero allora seguendo il tuo passo
Vivrei eternamente di te chiedendo
La pelle, lo sguardo, le labbra ambrate:
Nichts ist gewiß als deine hohen Brüste,
Die mein Gefühl in Shwindeln überstiegen.
 
 

 


 
GIORGIO STELLA

Rosa di ieri
 
Un giorno resusciterò
nelle macerie della
mia storia -
- I drappi bianchi
sulle vesti nere
ancora rassoderanno
i canti avanti alla
rosa di ieri -
- Fieri i rossi nei
neri, petali morti -
- In bilico sul fianco
della roccia
la torcia elettrica
mimerà l'ombra
nel vuoto della tomba.
Petali rossi, rosa di
Ieri,
le tue membra velate
la finestra per sbaglio
staccata
dal volo della cosa.
Icaro e Dedalo,
stemma di bello stile,
nel campo di
concime sparso
non ha confine.

(A mia madre in attesa
della polvere
di clessidra...)

 



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GIOVANNI TERESI

Dove volano le cicogne
 
Ad oriente è diretto il volo
dall'africana arida terra
alla Striscia di Gaza
nell'aria ancora scura
e traspirante dell'alba.
Ignare del sangue che
tinge le zolle,
delle piriche polveri
sotto le candide nuvole,
del triste povero volto
della quotidianità,
con le grandi ali bianche
bordate di nero
volano le cicogne.
Trovano alloggio
tra tralicci di guerra,
nidificano la speranza
della vita...
Dei giovani giocano
all'eterna lotta,
lanciano pietre,
insorgono all'assenza
d'una Patria sognata,
al soffocato dolore e
inseguono il nulla.
Lì nidificano
le poche cicogne
tra arrugginiti silos,
non curanti dell'odio,
accanto le povere case.
Anche lì sorge l'alba
sulle mediterranee onde,
sul polveroso suolo d'oriente.

 


 


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Ins. 17-07-2007