Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del Premio di Poesia
G.L.G. Byron 2007

 

Indice

Prefazione di Anna Rita Boccolini - Albo d'oro dell'edizione 2007 - Mara Abbondi - Ida - Acerbo Rossi - Giuseppina Aiello - Caterina Angela - Claudio Ardemagni - Roberta Bagnoli - Sergio Balestra - Bruno Balzan - Marco Bellini - Antonio Bicchierri - Cristian Borghetti - Cristel Silvana Bulso - Cinzio Cacaci - Claudia Caldirola - Maria Gisella Catuogno - Giuseppina Cazzola - Giulia Rosa Celeste - Chiara Celi - Salvatore Cerra - Antonino Cervettini - Federica Cesarini - Riccardo Cesaroni - Stefano Colli - Rita Costagli - Marco D'Aleo - Sebastiana D'Avola - Antonio Damiano - Giuseppe De Lauri - Caterina De Martino - Mario De Rosa - Riccardo Del Sole - Massimo Del Zio - Nicoletta Di Cecio - Mauro Domenella - Pacifico Donato - Pierluigi Fantin - Giuseppe Fausto - Giuseppe Ferraro - Marino Festuccia - Nicola Finotto - Franco Frittella - Filomena Gagliardi - Alessandro Garella - Edda Ghilardi Vincenti - Alessandro Giampapa - Domenico Giorgio - EloZ - Simone Giunti - Glenda Iraci Sareri - Riccardo Landozzi -
Mariella Larenza - Anna Laurenzana - Luciano Lepri - Elisa Lo Castro - Mariano Luccero - Sergio Lusetti - Oscar Malatesta - Alessio Manzo - Francesco Marano - Fulvia Marconi - Pierangelo Marini - Francesco Mastinu - Tania Maturi - Federico Meccoli - Gerardo Melchionda - Luigi Meogrossi - Lidia Mileto - Riccardo Minissi - Franca Moraglio Giugurta - Mariano Negri - Maurizio Nepi - Maurizio Noris - Liliana Paparini - Fulvio Pellegatta - Marco Peluso - Rosaria Fausta - Pezzino Atanasio - Barbara Piazza - Giorgio Picardo - Marco Piccioni - Bruno Piercamilli - Giuseppe Pietroni - Andrea Polini - Pier Francesco Pompei - Rosellina Prete - Franca Prosperi - Fabio Puglia - Elisa Ramazzina - Luciano Recchiuti - Franco Rosati - Piera Rossi Celant - Lorenzo Rutolo - Elisa Santonastaso - Federica Sciandivasci - Renzo Semenzato - Agostina Spagnuolo - Maria Rita Spera - Elisabetta Stentella - Maria Stimpfl - Carla Tedde - Petra Trivilino - Claudia E. Turco - Amelia Valentini - Anna Valle - Silvia Vinciguerra - Giorgio Zambon - Antonio Zannino - Vincenzo Zazzaro
 

 
Antologia del Premio di Poesia G.L.G. Byron 2007 - 14x20,5 - p.p.118 - Euro 18,00 - ISBN 978-88-6037-5063
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
Come consuetudine la manifestazione ha avuto il suo epilogo nel quadro della tradizionale «Festa delle acque» a Torre Orsina presso il gioiello della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, alla presenza delle autorità di rito.
Quest'anno oltre alla premiazione della 5a edizione del premio Nazionale «G.L.G. Byron», si è proceduto alla premiazione della 1a edizione del concorso «Poesia in itinere» alla quale hanno partecipato gli autori migliori cinque classificati nei concorsi di poesia «Città di Narni», «Città di Acquasparta», «Città di Terni» e «G.L.G. Byron». Vogliamo sentitamente ringraziare tutti gli autori, che partecipando numerosi ai nostri Concorsi ne hanno determinato il successo, dandoci la possibilità di fruire di momenti, sensazioni ed emozioni irripetibili, inoltre siamo stati introdotti nell'enigmatico mondo del poeta ascoltando estasiati ogni più piccola sfaccettatura di cui è composta la vita, le opere poetiche prendono corpo dalle varie risonanze dello spirito, presentandoci lo smarrimento, la solitudine e la malinconia dell'uomo e nel contempo ci offrono occasioni di speranza alle quali affidare le nostre vite.
Si ringraziano tutte le Autorità intervenute, e un grazie particolare al Presidente della 6a Circoscrizione Valnerina che è da sempre sostenitore di questa manifestazione assai qualificante per il nostro territorio, un grazie ulteriore all'assessore al turismo del Comune di Terni G. Boccolini che ogni anno con insostituibile impegno ne permette la realizzazione.
Grazie a Don Marco che come sempre ha messo a disposizione la Chiesa e quanto ha potuto.
Grazie infine a tutti quelli che con il loro anonimo ed incisivo aiuto hanno permesso di curare tutti i particolari dell'evento.

Torre Orsina 18/10/2007

 
Anna Rita Boccolini
Presidente dell'Associazione «I 2 Colli» di Terni
 
Albo d'Oro

Premio di Poesia G.L.G. Byron 2007

 
Un ringraziamento ai critici che hanno collaborato:
  • Domenico Cialfi - critico
  • Franco Conti - critico e poeta
  • Agnese Marano - critico
 
  • Opera 1^ classificata L'antico baule di Caterina Angela, Lodi.

Questa la motivazione della Giuria: «Il componimento poetico, mentre si pesca nei ricordi quasi dimenticati di un antico baule, spinge ad invertire la freccia del tempo, ma insieme a vaghi pensieri, si risvegliano anche quelli dolorosi. Quasi salvifica, in chiusura, la compenetrazione di gesti di una presenza, comunque, carica di umanità nel ricordo del fragile poeta. Il tutto risulta affidato ad un lessico ben controllato, affinato e convincente perchè fortemente sentito».
 

Professor Domenico Cialfi



  • Opera 2^ classificata Streben di Andrea Polini, Livorno.

Questa la motivazione della Giuria: «Si acuisce la tensione con il passare delle primavere, ora che passata l'adolescenza radiosa, il silenzio, la lontananza, l'estraneità di eventi e persone possono suscitare il ricordo, mentre si attenua la possibilità di ritrovarsi in altri occhi. Lirica controllata e non enfatica, ma pensosa... serenamente pensosa!?»

Professor Domenico Cialfi



  • Opera 3^ classificata Piovono fili di rame di Claudia Caldirola, Ello (LC)
 
Questa la motivazione della Giuria: «Un poetico bilancio di vita si dipana fra immagini vive e ben controllate ed un buon respiro nel ritmo. Una bella immagine, in chiusura, riapre alla speranza e consola. Quella piuma che cade ondeggiante ed incerta dal cielo-Paradiso, rappresenta pur sempre un segno della partecipazione divina alle sofferenze umane».

Professor Domenico Cialfi



GIUSEPPINA AIELLO


La pensione

La pensione è un miraggio per le persone.
È un traguardo e non una fine, è libertà, è Dignità.
I soldi che dà la pensione non sono tutto,
ma sono dei meritati doni.
E dopo tanti travagli e non pochi affanni
ti senti serena, pronta e sicura per accogliere
i frutti saporosi del nuovo tatto di vita terrena.
Nuovo percorso di una vita più lenta che ti ridà
il sapore del tempo, dell'ora, di tanti nuovi e felici momenti.
Essa non è la fine per le persone, ma l'inizio di altre opportunità "meno rock".
Ti permette di sognare, di pensare con calma cosa fare,
di viaggiare, di andare dove ti pare, di sostare a chiacchierare.
Di sederti sulla panchina dei parchi o dei giardini,
a godere il calore e la luce del sole,
ad ascoltare il canto degli uccelli, e l'allegro vociare dei fanciulli.
Di respirare finalmente aria pura, fresca, rigeneratrice, aria aperta.
Pensione, è libertà di vivere in serenità tanti e tanti anni
Di piena salute e serenità.
 

alla Signora Anna



Acqua

Scendi dai monti a passo lieve e regolare,
scendi leggera, leggiadra, splendida,
gorgogliante e limpida.
Scendi e scorri veloce nei letti dei fiumi,
ruzzoli giù dalle cascate con un rumore
forte, ma non assordante.
Tu generatrice di vita, dolce frescura
del corpo e dell'anima.
Acqua benedetta che diventi quasi
inesistente nei deserti, che scorri
salata dagli occhi in pianto, che inondi e
travolgi tutto ciò che incontri
quando l'uomo cerca di imbrigliarti in un letto
fatto di cemento e tu straripi, attestando la tua forza potente e
inarrestabile, ma sempre benedetta e necessaria.........
tu benedetta che racchiudi in te il seme della vita.
 

Giuseppina Aiello - Acri (Cosenza)


CATERINA ANGELA
 
Opera 1a classificata

L'antico baule

...ed ora che i tuoi occhi d'ebano nero
più non illuminano il viso senza rughe,
rovisto ricordi dall'antico baule...
Bruciano le dita
lembi di lino mai ingialliti,
sbocciano sorrisi,
foto sbiadite dagli angli piegati.

...e vorrei...
vorrei invertire la clessidra del tempo,
mutare il tuo non ritorno,
inondarti di stelle,
dissetarti dal calice di una rosa...

Dal fondo attingo unghiate di dolore
e l'ego arrossisce dei suoi vacui cristalli.
Frantumano lacrime secche
vecchi macinini da caffè,
mi scheggiano il cuore
le tue perle finte.

...ed ora di te...
i tuoi gesti nei miei,
le labbra sottili sul mio volto disegnate,
le tua umanità nella mia dolente fragilità.


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SERGIO BALESTRA

Il seme della montagna
 
Indeclinabili le rocce al sole
sostengono il silenzio della neve,
mentre la valle brulica di vita
negli alvei delle pigne, e i roditori
stanno da soli a misurar la morte
nel cumulo di semi e di pinoli,
nel frullo d'ali rapido del gufo,
nel rude gelo e nella vaga sorte.
Con mano stracca, pigramente il vento
distrattamente alliscia ai boschi il pelo,
in cima al picco poi s'impenna e frana,
stillano le stagioni nel disgelo.
Quest'acqua inquieta, vedi, presto o tardi
nel mare sfocerà, o sortirà
in pianura dai fontanili calmi:
non è ricchezza persa o vanità.
Ma quale insegna potrà mai svettare
dal vortice del fiutto tumultuoso,
quel seme mai germoglierà nel gorgo?
Sarà l'autunno tumido e fruttuoso?
Ora s'increspa più serena l'onda,
fiuisce con dolcezza la corrente
e si rivela mite sulla sponda
il sorriso di un dio benevolente;
ma non trattiene il cruccio per lo scialo
che l'uomo fa dell'acqua scioccamente,
e la Natura, vano il suo regalo,
per quanto tempo ancor sarà indulgente?
 


CINZIO CACACI

Libera schiavitù
 
Chi sei tu davvero?
Forse tutto e forse niente,
un pensiero per la mia mente,
l'euforia di un giorno di festa,
una bufera, una tempesta,
la notte con i suoi desideri,
il vento che scompiglia i pensieri,
il buio che il peccato nasconde,
la nebbia che tutto confonde,
la realtà lontana dal sogno,
la donna di cui ho bisogno,
l'ombra della mia nostalgia,
l'ispiratrice della mia poesia,
l'angoscia che mi opprime ogni istante,
una fra le tante,
l'assenza di ogni certezza,
il ricordo della mia giovinezza,
la bastarda che mi ha abbandonato,
un sepolcro imbiancato,
l'amore ogni altra ragione,
una dolce e amara sensazione,
un Giuda che con un bacio ha tradito,
una vile che di nascosto ha colpito,
una illusione d'amore durata per anni,
l'ideatrice di mille inganni,
la follia di una notte d'estate,
una strega che ha ucciso le fate,
una sporca egoista,
una bugiarda quanto basta,
l'abisso in cui sono caduto,
la più bella che ho conosciuto.
Io so chi sei tu:
sei il peccato e la virtù,
sei la mia libera schiavitù.


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GIUSEPPINA CAZZOLA

Acqua
 
E quando avremo dimenticato
il tuo rifiesso di cristallo
e quando sarai ricordo
e mistero sconosciuto
e quando si uccideranno i fratelli
solo per possederti.
Che potrà mai essere di noi?
Amica acqua
raro tesoro
fonte preziosa
eterno ristoro.
 


 
Emigranti

All'inizio era viaggio:
speranza ed oblio.
Il grigiore di una vita
sbiadiva nell'azzurro
dietro al finestrino.
Il moto segreto del cuore
salutava la partenza
verso mete già perdute.

GIULIA ROSA CELESTE

Fichi d'india
 
Sotto la calura meridiana
di un'estate qualunque
cammino sulla terra
bruciata dal sole
la cicala canta ritmi ossessivi
tra le pietre di un muretto
la serpe cerca riposo
e tu stai lì
trafitto da spine
e le tue gocce di sangue
sono frutti d'ambrosia.

Cammino
 
Cammino sul filo di lana
ruvido, sottile, insicuro
mi allungo con circospezione...
eppure resisto
alle bufere più tremende
così in equilibrio vacillo
a volte ben salda
a volte come su di un precipizio
osservo
ed esercito il silenzio.


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SALVATORE CERRA
 
Venti
 
L'ho raccontato al vento che ti amo. E lui l'ha detto agli
alberi. E gli alberi l'hanno raccontato agli uccelli. E
loro l'hanno sussurrato al cielo...
E il cielo alle stelle tutte...
e loro ora brillano di più.

Riposi
 
Non v'è riposo senza amore, non v'è sonno senza
sogni d'amore... Non ci sarà mai nulla di reale
oltre al sogno e all'amore... Oltre te...
Ti Amo.

RITA COSTAGLI
 
Soltanto una sosta (dettagli di una foto)

Essa non sapeva,
ch'io m'ero fermata lì, a guardarla...
Quell'acqua, impavida, si lanciava dirompente,
giù dalla vetta, a precipizio
fino a sprofondare, goccia nella goccia, in quel tuffo,
esplodendo sul fondo, in un reboante fragore,
ed il vapore, tra il liquido ed il gassoso,
generava polvere di schizzi, infinitesimali,
alzandosi dal suolo al cielo...
...come lo spumante che sorseggio
e le bollicine, esplodendo, evaporano
risalendo il fiûte...
Ed io che se sapevo di lei,
donde sorgeva e quale fosse il suo corso,
qual era lo scaturire di quell'ilare
e giocosa cascata.
Era soltanto una sosta, la mia, la nostra;
un attimo di refrigerio, occasionale,
da quella, surriscaldata convivenza,
nell'abitacolo della fiat centoventotto,
sulla via del ritorno, verso la Toscana...
...sorrido ed il rossore delle guance
si accentua, pennellata di colore,
dovuta al vino...
Un colpo di vento, mi spettinò i capelli,
- beffardo - mi aprì la camicetta,
mostrando la canottiera, chiara
come la mia anima fanciulla.
Per gioco mi dondolavo,
tenendomi... al parapetto.
Fissavo l'obiettivo e l'aria fresca era un sollievo...
...un colpo di vento, ancora...
Il rumore dell'acqua, che crepitava sulle rocce,
coprì lo scatto, rapido, che mi rubò... la posa.


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MARCO D'ALEO
 
Inconsistenza

I castelli in aria
che m'immagino
sono della stessa fragilità
della sabbia
con cui li costruisco.
Durano un fiash,
franando
sulla loro stessa inconsistenza
subito dopo averli eretti.
Eppure
vi metto tanta cura nel costruirli.
Meticoloso
il taglio dei torrioni
delle merlature,
verosimile il ponte levatoio
impeccabili le bifore.
A loro difesa li cingo
d'un ampio
profondo fossato d'acqua.
E una castellana stupenda
bionda con occhi azzurri,
di celestiale avvenenza
idealmente vi pongo
acciocché si illeggiadriscano.
In tali castelli
ripongo i miei sogni
le fantasie che inseguo,
le false certezze della vita
che mai si traducono
in realtà.
Forse per questo
i miei castelli
dirupano con facilità estrema.
(giugno 2003)

SEBASTIANA D'AVOLA
 
Piove!

PIOVE!
Come lacrima sul viso di donna
Scende la pioggia sul mio davanzale.

PIOVE!
È muto il paesaggio, pien di malinconia.
Solo il picchiettar della pioggia
Mi tiene compagnia.

PIOVE!
Un ricordo di scuola mi assale
M'intenerisce il cuor e mi commuove.

Mi torna in mente quel lontano autunno
Quando, innamorati di un amore sano
Tenendoci per mano sotto la pioggia
Incuranti, senza ombrello.
Ci bagnavamo il viso rivolto verso il cielo
E trovavamo molto bello correre,
Sguazzar nell'acqua giacché
Vedendola schizzare era allegria.
Poi, divertiti, non invano, per tale avvenimento,
Ormai bagnati, riparavamo assieme ad altra gente
Sotto la loggia, per nulla rassegnati.
Quanto amore ed allegrezza
Ci faceva ben sperare. Or tutto è cambiato:
Non c'è più la giovinezza. L'attesa
Dell'arcobaleno della vita
Mi porta a ricordar, con nostalgia,
Un giorno voluto e vissuto in compagnia,
E come in un sogno, non potrà mai più
Avere il suo ritorno.


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RICCARDO DEL SOLE
 
Non è scritto (1998)

Non è scritto in questo cielo aperto
Non è leggibile né di giorno né di notte
Il tuo destino il tuo futuro
Quello che sei tu
Tu che in mancanza d'altro
Passi il tempo coi piaceri della vita
Poiché vani sono i tuoi ripetuti impegni
Per guardare dentro te
Lavoro baldoria sbadiglio
Ecco quello che ci meritiamo
A prescindere dall'epoca che ci vede
vivere.
Perché siamo sempre gli stessi
E sempre le stesse
Sono le circostanze che ci infiuenzano
Primitivi o navigatori di galassie lontane
Se guardi bene la sconfitta dell'uomo
Ti accorgi che non durerà quanto lui.

 
Un giorno (1998)

Occhi e pensiero aprono le ali
Accarezzano il tuo profilo
Non so ancora che la strada è piena di
gente
Come a notte fonda non c'è anima viva
Tranne te
Che seguo con lo sguardo
Senza riuscire a distoglierlo
Finché non giri un angolo
Fino alla prossima volta
Non penserò ad altro.

PACIFICO DONATO
 
Questo mondo

Ma come posso amare questo mondo -
se io non posso dire ciò che sento?
Ciò che sento - nel mio cuor -.
Ma come posso amare questa vita, - se
l'uomo la distrugge con la guerra? Ma
se non posso dire ciò che voglio, - per
questo mondo io lottar dovrò.

Vorrei che un fiore in cielo lì,
sbocciasse - e che portasse al mondo un
po' di pace, - solo pace - e nulla più.
Vorrei poter amare, - ma non posso -
perché la gente ormai più non sorrida, -
ma se non posso dire - il mondo è bello!
Un mondo che il Signor cambiar dovrà.

Questo mondo che cambia, - con la gente
che muore, - questo mondo che l'uomo
cambiar dovrà.
Basterebbe solo un sorriso, - ma più
d'ogni cosa - un segno di bontà.

Vorrei che un fiore in cielo
S'innalzasse - e che portasse al mondo
un po' di pace, - solo pace e nulla più -
solo pace e nulla più.


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PIERLUIGI FANTIN
 
Tango

Rifiessi di terra buona
Bendati di verde
E poi chiusi

Dita sulla pelle
Equilibrio incerto e sospeso
Tra avanti e indietro

Vivi
Come una foglia che vola
Sul suo filo di vento

Per un attimo
Una gioia di passo


Complici
 
Nascosto
Dietro una porta
Aspetto il tuo rientro
E per sorridere
Mi basta il tuo odore
Che corre sul vento
 

GIUSEPPE FAUSTO
 
Ipocrisia

Parole minacciose
che tuonano
come sabbia del deserto,
quante speranze
sospese in un alito di vento,
sentimenti venduti
al potere di pochi,
preghiere e lamenti
di chi non può,
uniti nella forza
grande forza della fede.
Quanta ipocrisia nel sorriso ambiguo
come il dado che sinistramente rotola
nel manto verde.
Sorriso beffardo e cinico
nell'anima buia,
quanto tempo ancora
l'uomo curvo
dalla fatica
dovrà sopportare
questo gioco ipocrita
di un falso perbenismo...


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NICOLA FINOTTO
 
Apologia

Che parole vuoi che schiudano labbra incerte?
Gli uccellini in coro, la tortora, la canea
del mattino riscattano a me fanciullo usati suoni;
dalla finestra passano voci a ricordare
come tutto si ripete e nulla di nuovo possa dirti.
Sai già che la natura è un tempio di rimandi,
che ogni cosa nasconde in germe la vanità,
che dirti si può solo ciò che non s'è e non si vuole:
altre labbra più capaci te lo dissero.
Così, se un giorno navigando mi vedrai
andar solo e muto, triste e costretto,
tu diverrai me, e io capirò la tua fatica;
porterai tu, forse, dei fiori a orlarmi
due date e un corto epitaffio: scelse di non dire;
capirai il mio piccolo passo segnato,
e la mia curiosità di quanto andrai pensando
sarà il nostro segreto silenzioso.

Vespro sul mare
 
Forse, tacendo un giorno quello che vedo,
sarà più facile sorridere nel vespro sul mare,
accasciando lo sguardo su un'evanescente visione.
M'è parso alla banchina di cogliere un raglio improvviso,
il grido del mondo, e agitato mi son guardato d'intorno,
ho scrutato nella distesa che s'apre a ventaglio,
ma tutto sembrava avere il suo alibi solito:
le barche che sono reduci alla rada
e il mercantile lontano, i bilancioni,
le sarde imbrigliate nella guada,
il bruire erboso di salmastri valloni.

FRANCO FRITTELLA
 
Poesia

Amo scrivere, amo scrivere e far poesia,
l'amo per come riesce a prendermi ed essere mia.
Poesia è emozione, espressione, sensazione,

Poesia è come un fiash, come una foto,
devi cogliere al volo l'ispirazione,
come un fotografo che scatta senza aspettare la posizione.
Tutto nasce quasi per caso,
non sei tu a cercarla, è lei che viene a te,
tu non farti trovare impreparato:
carta e penna sempre a portata di mano,
strumenti essenziali per la cattura,
quando arriva devi subito trasformarla in scrittura.
Poesia è parlare, dialogare con tutto e con tutti,
poesia mi dicono gli amici è anche leggere,
io non leggo, per me è rubare,
sì rubare, non leggo per paura di copiare.
Io scrivo cose mie, a modo mio,
non ho la presunzione di essere chiamato poeta,
già la parola poesia per me è blasfema,
scrivo per il piacere di scrivere,
scrivo quello che vedo e che mi sento dentro,
scrivo il mio interno e lo porto all'esterno.
Scrivo la mia e soltanto la mia, questa per me è poesia.


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ELOZ
 
Torna da me

La solitudine:
mi manca il suo avvolgermi
e lasciarmi comporre i versi
suonare una dolce canzone
stringermi nei brividi del ricordo
abbandonarmi alla mia irrisolta malinconia.
Dove sei finita, solitudine?
in questo frenetico correre dietro alle chimere
t'ho perso
...e mi manchi più d'ogni altra cosa
tu e le mie montagne
tu e la mia musica sognante
i miei libri che non riesco a terminare.
Torna da me, mia amata.

SIMONE GIUNTI

Movimenti d'amore

Sciogliti i capelli
Ed accendi i tuoi occhi.
Sorridi, sospira
posa le tue labbra su tenere parole.
Ondeggian le tue forme
e mi parlano d'amore.


Sei dentro di me

Sei dentro di me
Come la luce di un'alba che inizia
Come una droga che mi vizia
Come un interminabile sogno.
Sei dentro di me
E ti trovo lacrima inaspettata
O fusca immagine cerata
o battito accellerato del cuore
Sei dentro di me
Come energia latente
Come profumo sempre presente
Come sapore nella mia bocca avida
Sei dentro di me
Come salute e malattia
Come fontana rinfrescante al crocevia
Come un primaverile ed assolato giorno
Sei dentro di me ed io ti sento.


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MARIELLA LARENZA
 
Le donne come me

Le donne come me,
restano da sole.
Gli altri... amori o amici,
cui si è affidato il cuore,
senza un perché, magari senza volerlo,
se ne vanno per la loro strada.
Le donne come me
sanno fare tante cose o forse nulla:
amare tanto ma amarsi poco;
commuoversi per la bellezza di un fiore,
cantare finché musica ed emozioni diventano una cosa sola.
Le donne come me
raccolgono i cocci di un vaso rotto,
lo aggiustano con pazienza, rischiando anche di ferirsi;
arrivano silenziosamente ed in punta di piedi sanno allontanarsi,
soffrendo per lasciare spazio, piangendo per ridare sorrisi.
Le donne come me
sorridono anche con un cumulo di pensieri
aggrovigliati nel cuore.
Si arrabbiano, urlano, non si rassegnano
quando le sfiori con il fiore dell'ingiustizia.
Le donne come me
comunicano attraverso le mani
ciò che si agita tra i pensieri e l'anima:
creano, costruiscono, dipingono, scrivono
in un linguaggio spesso incomprensibile anche a loro.
Le donne come me
regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive;
tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta:
guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro...
Le donne come me
cercano un senso all'esistere
e, quando lo trovano,
tentano d'insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo...

SERGIO LUSETTI

Nuotare mi conviene nella luna
E l'estasi goder di quella duna,
poi la gran meteora cavalcare
che gigantesca cade quasi in mare.
Il suo arco infuocato nel blu lascia
Volare pace di gioiosa ambascia.
Buttarsi nell'arancio della sera
Quando ti tocca l'ultimo tramonto
La luce festa crea di colori
Come quell'impalpabile turchese
Che mai nessun pittor potrà imitare.

Il mio cigno nero
 
Veste solo dark
I capelli più neri di gel
Vende neri kimoni.
Pallido il volto di Modigliani
ali ha leggere
mi evita
e vola sempre via da me
Pur mi desidera
Quando veste di bianco
non lo riconosci.
È bianco cigno
Torna sulla mia strada
da anni per magia.
Simula gioia
ma gli occhi suoi son di mestizia.
Ci siamo sfiorati
e mai fu momento più raro
lo incontrerò di nuovo.
Le mie mani tremano di carezze.


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FEDERICO MECCOLI
 
Il silenzio

Il silenzio è l'elsa della spada che colpisce con la parola,
le gemme che l'adornano sono le parole altrui rubate
e imbrattate del nostro sudore;
il fendente è il grido del nostro io
che combatte per la nostra vittoria.

La spada sarà sempre riposta dentro l'elsa,
ma non verrà mai usata per piegare gli altri sotto il tuo ginocchio.
Le volte che i pazzi ci colpiranno con il loro piccolo stocco,
ne saremo felici
perché più profondi saranno i tagli
più rinforzeremo i muscoli che brandiscono la nostra spada.

L'umiltà è una frusta
che colpisce più volte,
caricata dalla violenza della mano del silenzio.
Ma è proprio in silenzio che soffriamo
E ci offriamo le nostre più intime emozioni.
 

GERARDO MELCHIONDA

Domani tornerò
 
Partirò amore mio,
ma non dimenticarmi domani
non volgere gli occhi alle nuove illusioni.
Partirò,
dopo aver asciugato la prima lacrima sul tuo viso,
dopo aver assunto sul mio corpo il tuo profumo,
dopo aver accarezzato le tue mani,
dopo aver colmato gli spazi della storia che appartengono a noi,
dopo aver ascoltato l'ultima nenia del paese,
dopo aver adorato la fragranza del tempo.
Partirò amore mio,
ma non dimenticarmi domani
non volgere gli occhi alle nuove illusioni.
Domani tornerò,
magari con le rughe sul volto
ma negli occhi e nel cuore la voglia
di corrispondere ancora al desiderio di amarci.

Tu
 
Sei nell'aria
In tutte le cose
Nei gesti quotidiani che compio
Nelle parole che pronuncio in ogni occasione
Sei, ormai, nei movimenti
TU sei ciò che permane stabile
In un mondo di fragili colonne.


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MAURIZIO NEPI

Pasquetta '43

Quel lunedì dell'Angelo del Cielo
dal cielo l'Angelo buono scese giù.
Attimi che squarciarono il cielo
e poi tutti in cielo e nulla più.
Sostare gruppi vivaci in festa
quel lunedì, con i bimbi, in Piazza.
Senza avvisaglia, sopra la testa,
un rombare e la gente impazza.
Dopo pranzo tutti a soleggiare,
tanti in chiacchiere sotto la mura.
D'improvviso dal cielo bombardare
e correr qua e là per la paura.
Quel dì le sirene non han suonato,
che così la gente stava serena.
Così alle spalle è arrivato
il mostro ad affiiggere la pena.
Quel Lunedì dell'Angelo del Cielo
dal cielo l'Angelo buono scese giù.
Attimi che squarciarono il cielo
e poi tutti in cielo e nulla più.
E accade anche questo in Guerra,
di Lunedì dell'Angelo, in città.
Pochi minuti sparsero per terra
i cadaveri un po' qua e un po' là.
Uccisi tutti senza distinzione
di ceto, né di sesso, né età.
Ancor oggi, per commemorazione,
c'è una lapide che fu messa là.
Sempre attaccato a quelle mura
c'è un segno di sangue e sgomento.
La Guerra è strage, pena, paura
e ai Martiri un bel monumento.
Quel lunedì dell'Angelo del Cielo
dal cielo l'Angelo buono scese giù.
Attimi che squarciarono il cielo
e poi tutti in cielo e nulla più.

(Era il 26 Aprile 1943 a Grosseto)


MARCO PELUSO
 
Forza di coesione

Come mare o goccia,
l'acqua si riunisce sempre a se.
Impari l'uomo.

Soffice guanciale

Turbinio di vortici poi schiuma,
fragore di onde che s'infrangono vibrando l'aria,
più denso del silenzio l'abisso che ti chiama a se.
Dal fondo ritorni al chiaro di luna, bianco e blu.
L'acqua risuona nel tuo corpo,
vuoto di quel respiro ormai consumato.
Gli occhi bruciano ma la vista non chiede più;
l'aria è adesso ogni tua ambizione,
la prima e l'ultima mai assaggiata.
La tua mente bisogna ossigeno,
sognando uno scoglio
scaturente dalla forza delle sue ultime volontà.
Nello spazio di speranza tra un'onda e l'altra
adesso però sibila il vento.
Puoi sentirlo perché sei finalmente su quello scoglio.
Sapevi che non saresti morto così,
li ha costruiti apposta quegli appigli,
ambiti ad interrompere il tuo folle galleggiare.



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AGOSTINA SPAGNUOLO
 
Fontana acre

Fischiò il treno
dilaniando l'aria,
mentre irrompeva
sui binari striduli
nella silente stasi dell'attesa.
Balenò in un soffio la vita
dietro un sipario celata.
Stanca,
nel denso nulla dello sconforto,
nell'anima illividita,
sostai alla fermata
ma non esitai alla salita.
Intravidi volti
indifferenti e pigri,
anonimi misteri
di bagagli vuoti
da trasferire altrove.
Pronunciai parole increspate,
tra le pieghe di un sorriso ipocrita,
alla mia stoltezza
e sbottonai al mio cuore
una promessa imprudente
mentre un importuno pensiero
assaliva la mente.
Ieri o forse mai avrei preso commiato
dal corso statico della mia esistenza.
Eppure, sul fronte del dubbio,
attinsi alla fontana acre
del coraggio
e mi inoltrai
nel mistero dell'antropico viaggio
osando l'ordine bizzarro del vivere.
 


PETRA TRIVILINO

Acqua

La mano gelata e intensa
che non vuole uscire
resta annegata
a farsi turbare dal gelo.
Ghiaccio.
La tiri fuori ed è inerme,
dalle vene alla carne,
priva di gratitudine.
Limpida.
Quella superficie invisibile
e lucida,
percorsa da increspature
a turbine,
ed ogni momento
ti ci vorresti buttare.
Estasi.
Immersione profonda nel bagnato cuore
infuocato,
quel leggero refrigerio sotto le nuvole
e la corrente che fiuttua setosa
sulla sua mente leggera,
libera,
senza cervello che pesi.
Abbandono.
Come faresti a tornare?
Con grande tepore nelle viscere adulte,
ritornare alla routine,
alla fretta
e a quel poco di dignità che ci resta.


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AMELIA VALENTINI

Dalla stessa radice

A mio padre, poeta nascosto

 

Spezzata è la mia voce
e chiuso ogni respiro d'amore
e ora con le spalle curve
su questi nitidi fogli
leggo le tue parole appassionate
che nessuno mai
al mio cuore rivolse,
riverbero abbagliante,
rifiesso negli occhi di un'ignota.
Così, protesa sull'abisso di fiamme,
mi scaldo all'ardore lontano
dei tuoi sogni perduti
nell'onda nera dell'inganno
e ripercorro i tuoi passi febbrili
sull'uguale via
nel desiderio negato,
sentendo confitta nel sangue
la stessa radice dolente,
da cui fiorisce invano
amoroso profumo, disperso
tra aride folate
dal vento del deserto.

GIORGIO ZAMBON

Fra vino e poesia
 
(Una coppa di bianco vino...)
Visitai i palazzi arrugginiti del Principe
là dove le Cenerentole tornano al focolare,
(...prezioso e illustre vitigno...)
oltre le colonne d'Ercole
mi sono mosso per opachi silenzi
(...giallo luminoso e cristallino...)
e ad oriente varcai la soglia dei templi
per incrociare lo sguardo del Dio.
(...perlage diffuso, catenelle lente...)
Qui ove ieri lo scoglio frangeva il fiutto
in arcobaleni e sfasciava le navi,
(...fruttato intenso ed elegante...)
ora qui la debole onda
s'acquieta all'approdo sabbioso.
(...al gusto freschezza eccellente...)
Non più trombe o campane.
(...fra la lingua ed il palato sapore concorde...)
Al debutto della violetta compongo
il mio inno alla terra e giro con Pan
per boscaglie ad insidiare le ninfe.
Vecchi io e Pan, vecchie le ninfe.
(deciso ed armonico, suadente...)
E al Calendimaggio,
io, Principe Azzurro attempato,
ballerò con la rosa che sarà la mia dama,
narrerò ai miei bambini di Cenerentola
e intonerò per gli amanti le false e perenni
canzoni d'amore.
(...retrogusto di vellutata persistenza)


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ANTONIO ZANNINO
 
L'acqua
 
L'acqua si dissolve su nel cielo
Colorandosi d'azzurro cristallino,
S'espande all'orizzonte come un velo,
ci avvolge come un manto, soffice, di lino.

S'accumula, qual nuvola gioconda
In forme e dimensioni che dà il vento;
a volte, come un'onda furibonda,
precipita, creando un po' sgomento.

Deposita sui monti in forma lieve
La coltre che ti lascia con l'incanto,
quel bianco manto magico di neve,
spettacolo che amiamo sempre tanto.

E scroscia poi, sciogliendosi, giù a valle.
Rigagnoli sì limpidi e veloci,
tra prati e mille fiori e poi farfalle,
colori variopinti e mille voci.

S'accumula, anche a terra, in fiumi e laghi,
in corsa che par essere infinita...
e noi, che ci crediamo grandi maghi,
a volte abbiam disprezzo per la vita!

 

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Ins. 04-03-2008